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[tab title=”Italiano”]Jonas Rathsman muove i primi passi come dj e produttore nella sua originaria Svezia facendosi già notare attraverso il progetto “Stuffa” ma è il 2011 a segnare il suo percorso musicale, quando le sue prime produzioni svestito da qualsiasi alias vedono la luce su French Express. Tracce come “Tobago”, “Bringing You Down” unite all’apprezzatissimo Essential Mix in compagnia di Perseus contribuiscono ad aumentare la stima (certificata dai numerosi remix a lui affidati per artisti come Sam Smith, Duke Dumont e Tensanke) ed i riconoscimenti nei suoi confronti (tra cui nientemeno che Pete Tong che lo nominerà per ben due volte come “Future Star” nel 2013 e 2014). Fino ad arrivare ad oggi con “Wolfsbane” prima uscita della nuova label creata dai Disclosure, Method White, ed ultimo lavoro per un artista di cui sentiremo ancora parlare in futuro.
Prima di diventare il talentuoso produttore e dj di oggi, sei stato se non sbaglio impegnato anche in altri ambiti, dalla moda alla grafica. Quando nasce la tua passione per la musica e come ha saputo trasformarsi in qualcosa di più?
Per quanto possa ricordare sono sempre stato un appassionato di musica. Il 2011 penso sia l’anno in cui mi ha cambiato, dopo anni passati a produrre sviluppando il mio suono ho sentito come naturale pubblicare qualcosa di mio da condividere con il mondo e non solo per me stesso.
Quali artisti o esperienze ti hanno maggiormente ispirato musicalmente parlando?
Trovo ispirazione in diversi elementi. Lavorare con altre persone, collaborazioni, particolari djs o dj set o semplicemente l’ascolto di musica a caso sono alcune di queste. Se dovessi fare qualche nome citerei KiNK per i suoi incredibili ed innovativi live sets, Seth Troxler per il solo essere se stesso e Isaac Tichauer per essere un talentuoso bastardo ed un’enorme ispirazione.
Come vengono alla luce le tue produzioni e cosa ricerchi maggiormente con esse? Col tempo hai modificato il tuo processo produttivo?
Ricordo di aver cominciato giocando con una tastiera midi e Reason della Propellerhead intorno al 2000. Suonava tutto abbastanza da schifo ma non mi sono arreso soprattutto perché per me era un gran divertimento dedicarmici. Inizialmente imparavo leggendo tutorials e cose del genere, tuttavia le lezioni più fondamentali, grazie alle quali sono arrivato a definire il mio suono così com’è oggi, le ho acquisite attraverso alcune collaborazioni. La prima fu con Fredrick Nyberg (aka DJ NIBC) come “Stuffa”, progetto a cui ancora lavora di tanto in tanto; la seconda fu invece con Nils Krog dei Genius of Time, un vero e proprio mago in materia di produzione. Questi ragazzi mi hanno dato gli strumenti necessari per sviluppare il mio suono.
I tuoi primi lavori come Jonas Rathsman escono nel 2011 sull’etichetta americana French Express, label che può essere considerata come una tua seconda famiglia. Com’è nato questo rapporto e cosa senti di condividere maggiormente con i “protectors of the feel good”?
Qualche anno prima contattai Leon Oziel (oggi conosciuto anche come Perseus e mente dietro l’etichetta French Express) quando ancora produceva sotto il moniker di “Fakebeat”. All’epoca mi rivolsi a lui per un remix che volevo facesse per me. Non sono sicuro di cosa ne sia stato di quel remix, credo abbia abbandonato l’idea ma da quel momento diventammo grandi amici. Un anno dopo, quando French Express era nata, voleva che fossi tra i primi a pubblicare qualcosa. Non ho mai incontrato un A&R come Leon. Ha la capacità di far uscire il meglio da un produttore, di guidarlo sino al prodotto finito, senza mai comprometterne la creatività e il punto di vista. Kudos per questo!
Parlando invece di “Wolfsbane” il tuo ultimo lavoro che inaugurerà Method White (la nuova label creata dai Disclosure, satellite della precedente Method Records) cosa ci puoi dire a proposito? Com’è nata questa collaborazione?
E’ una traccia che a dir la verità ho finito più di un anno fa e che ho avuto modo di suonare e testare nei miei set per molto tempo prima di sentire la necessità di pubblicarla. L’anno scorso suonando in apertura per i Disclosure allo Space di Ibiza si è creato un bel legame con loro. Successivamente hanno apprezzato il mio remix per Sam Smith ed anche il fatto che entrambi, sia i Disclosure che Sam Smith, condividano lo stesso management ha aiutato. I Disclosure mi parlarono dei loro progetti di dar vita ad una nuova label chiamata Method White, gli inviai “Wolfsbane” e credo rappresentasse esattamente ciò che cercavano. Ero davvero felice che il mio lavoro fosse stato scelto per il lancio dell’etichetta, è stato un grande gesto che dimostrava quanto credessero nel disco.
Col tempo hai saputo farti notare anche attraverso i tuoi remix per artisti quali Tensnake, Sam Smith, London Grammar, Duke Dumont e altri ancora. Cosa ti attrae maggiormente di quest’attività e quali sono in generale i tuoi tre remix preferiti?
Remixare è una cosa che mi piace davvero fare. Individuare l’essenza di una traccia e su di essa costruirne una completamente nuova. Può essere qualunque cosa, il sample di un vocal o una percussione in grado comunque di ricordare le sensazioni della traccia originale. Se quest’ultime si perdessero, sarebbe un fallimento. Mi sento a mio agio nel lavorare con samples perché è così che ho iniziato e perché è in questo modo che ancora oggi mi piace creare la mia musica. Nominare solo tre remixes è cosa difficile ma questi elencati qui di seguito hanno avuto un forte impatto su di me quando sono stati pubblicati:
Qtier – (David August Remix)
Code 718 – Equinox (Henrik Schwarz Remix) (Dixon Edit)
Howling – Howling (Âme Remix)
Le tue produzioni e remixes ti hanno portato per ben due volte ad essere identificato da Pete Tong come una futura promessa della musica elettronica. Quanto questa nomina è stata un incentivo a migliorarsi e quanto a volte si è rivelata un peso, per le aspettative che si son create nei tuoi confronti?
Haha, si in effetti ho come l’impressione che questa doppia nomina come “Future Star” mi abbia un po’ incasinato. Pete mi ha dato una seconda possibilità. Ho sempre apprezzato il supporto che mi è stato mostrato, specialmente da Pete e da tutta Radio 1 in Inghilterra. E’ stato incredibile, aver potuto fare tutto quello che ho fatto senza dover compromettere il mio suono e riuscendo comunque a raggiungere le frequenze radio nazionali. La musica elettronica sta vivendo in generale un momento di grande esaltazione. Nonostante tutto cerco di non dare troppa attenzione a questi appellativi, se lo facessi allora sì, inizierebbe ad essere stressante. Lungo questi anni posso dire di aver imparato a non preoccuparmi troppo di ciò che le altre persone pensano o si aspettano da te. Credo sia qualcosa che arriva con l’età.
Pensi che il vivere in Svezia, a Gotheborg, influenzi in qualche modo la tua musica? Potresti descriverci qual è la situazione della scena musicale locale?
Non ho idea se il vivere a Goteborg abbia in qualche modo influenzato la mia musica. L’unica cosa che posso dire è che si tratta di una bella città in cui vivere. E’ tranquilla ed amichevole ma priva di una scena musicale vera e propria. Il che da un lato ti fa concentrare maggiormente sul tuo lavoro. Ad esempio vivere a Londra o Berlino mi farebbe diventare matto, semplicemente troppe cose da fare! Non conosco davvero molto sulla scena locale in quanto qui non esco spesso ma compenso suonando ogni weekend in un posto differente.
Sei tornato da poco da un tour negli USA e sappiamo che la tua presenza è confermata in alcuni dei più attesi festival estivi (il primo Wildlife curato dai Disclosure, Bestival ed Hideout, giusto per citarne alcuni). Cosa provi nell’aver raggiunto questi traguardi? Ci sono ancora obiettivi che vuoi realizzare come dj?
Mi sento un po’ troppo martellato per quest’estate e ciò che sarà in future. Il tutto mi rende un po’ nervoso ma allo stesso tempo anche molto invogliato solo al pensiero. Ho ancora grandi ambizioni sia come dj che come produttore e non sono mai stato così produttivo in studio. Per ora mi sto semplicemente godendo tutto ciò e questa è una cosa molto importante per me, sono molto eccitato per quello che verrà.[/tab]
[tab title=”English”]Jonas Rathsman started his career as dj and producer in his home country Sweden. He then was attracting attention thanks to the “Stuffa” project but it’s really in 2011 that his musical career got off the ground when his first production are released without any alias on French Express. Tracks like “Tobago”, “Bringing You Down” in addition to the much popular Essential Mix featuring Perseus contribute to raise the esteem (confirmed by the numerous remixes that artists like Sam Smith, Duke Dumont and Tensanke entrusted him to do) and the recognition toward his talent (Pete Tong himself nominated him not less than twice as “Future Star” in 2013 and 2014). All of that brings us to his latest record “Wolfsbane”, first release of Method White, the new label created by Disclosure; a piece of work from an artist we’ll be hearing soon again.
Before to become today’s talented producer and dj, you used to work and be involved, if I’m not wrong, in different areas, such as fashion and graphic design. When did your passion for music start and how this passion was able to become something more?
My passion for music has always been there as long as I can remember. I think it kind of hit me in 2011 that I’ve over the years of producing developed my own sound. It suddenly felt natural to release something of my own to share with the world and not only my own ears.
Which artists or experiences inspired you musically?
I get inspired by all kinds of different things. Working with other people/collaborations, specific djs and dj-set and just listening to random music is some of them. If I have to drop some names I would say Kink for his innovative and incredible live sets, Seth Troxler for him just being who he is and Isaac Tichauer for being a talented bastard and a huge inspiration.
How are your productions born and what are you mostly trying to reach with them? Did your production process change over the time?
I remember I started fooling around with a midi keyboard and Propellerhead’s Reason around year 2000. It all sounded so shit, but I didn’t give up, mainly because it was too much fun doing it. From the beginning I was learning by reading tutorials and stuff like that. But the more essential knowledge that helped me shaped my sound into what it is today, I learned thru collaborations. First collaboration was with Fredrik Nyberg (aka DJ NIBC) as ‘Stuffa’ who I still work with from time to time, and secondly it was Nils Krog from ‘Genius of Time’ who’s truly a wizard when it comes to sound and production. These guys gave me the tools I needed to develop my own sound.
Your first works as Jonas Rathsman were released in 2011 on the american label “French Express”, label that today can be considered as your second family. How did this relationship come to be and what do you think to mostly share with the “protectors of the feel good”?
I contacted Leon Oziel (aka Perseus who today runs French Express) a few years back when he still was going under the name ‘Fakebeat’. I wanted him to do a remix for me. I’m not sure what happened with the remix, I think he turned it down but we became really good friends instead. A year later he started the label French Express and he wanted me to be one of the first to release on it. I’ve never met an A&R like Leon ever since. He has the capacity to pull the best out of a producer and to guide them to a finished product, but never in a way so that it’s compromising the producers own vision or creativity. Kudos for that!
What can you say about “Wolfsbane” your last work that will inaugurate the new Disclosure’s label Method White (sister of Method Records). How did you star collaborating with them?
It’s a track that I actually finished over more than a year ago and I was playing and testing it in my own sets for a long time before I felt like it needed a proper release. I was opening for Disclosure at Space in Ibiza last year and we got on really well. Later that year I remixed Sam Smith and I know Disclosure were really into it. Sam Smith and Disclosure have the same management which also helped. Disclosure told me that they were starting a new label called Method White, so I sent them “Wolfsbane” and I think that was exactly the kind of music they were looking for. I was really happy they chose to launch the label with it – it was a big sign of their belief in the record.
Over time you have managed to stand out thanks to your remixes for artists like Tensnake, Sam Smith, London Grammar, Duke Dumont and many others. What do you find attractive in remixing and what are your all time three favorite remixes?
I really enjoy remixing! To find the essence in a track and then build a whole new one based on that. It can be anything, like using a tiny vocal sample or maybe just a percussion sound without loosing the feel of the original track. If you do, then you’ve failed. I feel very comfortable working with samples because that’s how I started out and thats usually how I like to create my own music even today. It’s hard to name just 3 remixes but these remixes made a huge impression on me when they came out:
Qtier – (David August Remix)
Code 718 – Equinox (Henrik Schwarz Remix) (Dixon Edit)
Howling – Howling (Âme Remix)
Your productions and remixes led you to be nominated, twice, as a “Future star” by Pete Tong. How much did this nomination represent incentive to do your best and how far was it hard to bear all the expectations?
Haha, yeah I feel like I kind of fucked it up getting nominated ‘Future Star’ twice. Pete gave me a second chance. I always appreciate the support that is shown to me, especially from Pete and all at Radio 1 in the UK – it has been amazing to just do what I do, and not have to compromise on my sound and still be able to receive national radio play. That is a really exciting place for electronic music in general. I try not to focus too much on these statement features though, I think if you do thats when it becomes stressful. Over the years I can say that I’ve learned not to care too much what other people think or expect from you, I think that it comes with the age.
Do you think that living in Sweden in Gotheborg, has in some way an influence on your music? Could you describe us the current local musical scene?
I have no idea if living in Gothenburg has affected my music. The only thing I can say is that it’s a nice city to live in. It’s peaceful and friendly and really not that much going on. Which in a way makes you more focused on working with what you do. For example living in London or Berlin would drive me crazy, just too much to do! I really don’t know the scene here any longer because I don’t go out much. I get my fair share of that playing every weekend somewhere else.
You just came back from a US tour and we know you will play at some of the most awaited festival of this summer (the first Wildlife festival ever curated by Disclosure, Hideout and Bestival only to name a few). How do you feel about all these achievements and do you still have dreams as a dj?
I’m too hyped for the summer and what’s coming up! It makes me a bit nervous but at the same time really excited just thinking about it. I still have huge ambitions as a both a DJ and producer, and have never been more productive in the studio. I am just enjoying everything at the moment, and that is a really important thing for me – I am excited for what is to come.[/tab]
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