In realtà dovrebbe essere una cosa normale: non è scritto da nessuna parte che chi ha i gusti “nostri” debba per forza restare per sempre nelle retrovie o nei sotterranei della società. No? Però ammettiamolo: l’idea che un politico ai livelli più alti o comunque una persona molto in vista possa avere i gusti nostri, ascolti cioè in linea con quello che leggete ogni giorni qua su Soundwall, ci pare abbastanza fantascientifica. Quando va bene, ci sono le ironie su “indie” Civati o si tirano fuori i passati da PR delle discoteche del trevigiano del governatore Zaia (tanto per fare un esempio di qua e uno di là): già queste ci sembrano eccentriche stranezze. Siamo messi bene.
Ecco perché davvero si prova una sensazione strana andando a cercare fra i tweet di Chuka Umunna. Il nome magari non vi dirà molto, ma in questo momento – dopo i deludenti risultati alle ultime elezioni sotto la guida di Ed Milliband – il Labour Party inglese sta seriamente pensando a lui come guida per i prossimi anni all’opposizione (e quindi, come guida della nazione se si vincono le prossime elezioni), e comunque è già ministro nel governo-ombra del Labour (consuetudine inglese: chi perde fra Conservatori e Laburisti dà vita ad un governo “simulato” e parallelo, di modo da avere controproposte concrete quando si tratta di contestare i provvedimenti della maggioranza).
Umunna non è uno che ascolta house perché va a sbronzarsi al Billionaire con Briatore, e distinguere fra Mr. Oizo e la Carrà rifatta da Sinclar differenza non fa. La sua competenza, nei campi hip hop, jungle e altre faccende correlate, è vera. Facile beccarlo dissertare di Jumping Jack Frost, giusto per dire, e comunque la traccia di cui si parla qua, “The Helicopter Tune” di Deep Blue alias Sean O’Keeffe del giro Moving Shadow, è una perla totale ed assoluta della jungle old school, roba che – come si suol dire – “te la devi andare a cercare”.
Ora. Non è detto da nessuna parte che Umunna sia un politico migliore di altri. Vediamo come si svilupperà la sua carriera. Ma siamo sicuri che se mai in Italia saltasse fuori un primo ministro o un capo dell’opposizione che parla con cognizione di causa di Recondite, Four Tet o di Blawan sarebbe un po’ meglio per tutti: abbiamo disperatamente bisogno di una classe politica sintonizzata e sincronizzata realmente con l’innovazione anche culturale, con la capacità e la sensibilità di guardare anche alle nicchie contemporanee e non solo a Vasco Rossi, De André (tirato per la giacca spesso a casaccio) o Ligabue. Ne abbiamo, ne avremmo disperatamente bisogno; eppure, vero?, ci sembra ancora una cosa clamorosamente inverosimile ed impossibile.