Appuntamento speciale della rassegna di interviste “Beyond The Label” dove abbiamo approfondito le dinamiche che hanno portato in questo 2015 il Rex Club – locale parigino storico per il clubbing internazionale – ad intraprendere l’avventura discografica attraverso la fondazione dell’etichetta correlata Rex Club Music. Questa volta, oltre a fare luce sui meccanismi che sono “dietro” la nascita di una etichetta musicale, abbiamo chiesto ad una gentilissima Emeline Ginestet aka Molly (label manager, responsabile stampa, pr e dj) cosa vuol dire gestire sotto il profilo manageriale e artistico un club che negli ultimi 26 anni ha ospitato artisti del calibro di François Kevorkian, Andrew Weatherall, Underground Resistance, Richie Hawtin, Ricardo Villalobos e Laurent Garnier.
Si sono esibiti al Rex Club figure centrali della musica elettronica nella sua accezione più generale: François Kevorkian, Andrew Weatherall, Underground Resistance, Richie Hawtin, Ricardo Villalobos, Ellen Allien, Justice, Cassius, Laurent Garnier, Dj Hell solo per citarne alcuni. Il minimo comune denominatore non può che essere l’integrità artistica degli invitati, sei d’accordo?
Il Rex Club così come tutti gli artisti che hai citato fanno parte della storia della musica elettronica. In altre parole hanno contribuito a delineare lo scenario della musica elettronica per come oggi lo conosciamo. E’ grazie a questi artisti che il Rex oggi può essere considerato uno dei centri nevralgia dell’Europa del clubbing. Quindi ti rispondo di si, è proprio una questione di pura integrità artistica!
Ci puoi raccontare quali sono state le tappe di crescita più importanti per il Rex Club? Ritengo che si possano trarre buoni spunti di riflessione dall’esperienza ultra ventennale di una venue.
Ce ne sono state parecchie in effetti e non posso parlati delle primissime esperienze perché ancora non facevo parte di questa famiglia. Posso dirti che lo sviluppo procede ad ondate… ed il Rex le ha attraversate tutte. E’ questa esperienza maturata nel tempo che ci aiuta nel lavoro manageriale di tutti i giorni. Aggiungerei che le tappe di crescita per il Rex sono coincise con quelle proprie del genere elettronico: all’inizio c’era il suono di Chicago e la cosiddetta Jersey house, poi New York, subito dopo l’evoluzione della techno targata Detroit, quindi la minimal e tutto l’interesse nei confronti della scena tedesca… e poi come non parlare di LAURENT GARNIER che è stato il principale dj-resident per tutti quegli anni, e anche di CHRISTIAN PAULET, il precedente direttore che ha speso moltissime energie per far crescere il club.
Guardandoti indietro c’è qualche scelta che ha contato più di altre per arrivare a dove siete oggi? Oppure ce n’è qualcuna che siete fieri di non aver preso.
E’ una buona domanda! Posso parlati delle scelte prese negli ultimi dieci anni e assicurarti che siamo fieri di aver sempre seguito il nostro istinto ed i nostri gusti musicali. Non abbiamo mai assecondato le mode e forse questo è il motivo principale per cui siamo ancora qui, la nostra direzione artistica è solida e si basa su ideali noti e condivisi da tutti. La regola è quella di essere attenti a quello che ci gira intorno ma anche di non “seguire il gregge” in modo automatico.
L’eclettismo della proposta musicale distingue il Rex Club da altre venue europee storiche, che portano avanti discorsi sonori legati principalmente ad un determinato filone musicale. Credete che questa varietà possa essere un vantaggio? Dall’altro lato della medaglia c’è una non immediata riconoscibilità da parte del pubblico.
Non vogliamo avere un carattere musicale prestabilito. La musica elettronica è così varia di stili e sentiamo la necessità di rappresentarli tutti. Se si gestisce un club aperto tre giorni a settimana bisogna diversificare la proposta, anche solo in considerazione del fatto che lo stesso pubblico non può uscire tutte le sere. C’è quindi la necessità di avere una varietà stilistica, ma sempre e comunque di qualità. E’ questo il motivo per cui al Rex puoi trovare nella stessa settimana serate techno, house, ma anche di drum ’n’ bass o di electro.
Come mai la scelta di avere una etichetta correlata al Rex Club arriva solo oggi, dopo più di venticinque anni di attività?
Stavamo solamente aspettando il momento giusto! Anni fa il precedente direttore Christian Paulet decise di non fare questa scelta… diversi altri club stavano aprendo delle etichette correlate e quindi comprendo la scelta di non volersi accodare per mantenere una identità precisa. La decisione fu quella di creare una label solo in futuro, in un momento deciso da noi e non come mero atto di emulazione nei confronti della concorrenza. E quindi eccoci qui oggi, sentiamo di voler fare una scelta di questo tipo, ci sentiamo pronti. Una etichetta non è facile da gestire, devi avere tempo e anche una buona conoscenza del mercato. Gestire un club non è come gestire una etichetta. Negli ultimi anni siamo cresciuti e finalmente abbiamo la giusta lucidità per fare cose nuove come questa.
Il nome scelto è semplicemente Rex Club Music. Qual è il rapporto che legherà l’etichetta al club? Sarà una vetrina per la venue nel senso che inviterete alcuni ospiti a produrre per essa oppure le due attività correranno su due binari distinti o un mix tra queste due attitudini.
Nella scelta del nome ci è sembrato naturale il riferimento al Rex. D’altronde si tratta dell’etichetta del club seppure opererà anche in modo indipendente. Ospiteremo alcuni artisti che sono molto legati alla storia del club così come alcuni dj-resident ma anche nuovi artisti da tenere d’occhio per poter scovare gli artisti del domani. Farò parte personalmente della direzione artistica e chi mi conosce sa già che sarò molto esigente.
Quindi promuoverete giovani artisti che orbitano intorno alla venue o che conoscete personalmente e ritenete meritevoli? Magari potete darci qualche nome in anteprima.
Esatto, questa è una delle cose che abbiamo in mente. Vorremmo essere anche un “laboratorio” per nuovi artisti. Per esempio la scena francese è molto interessante in questo momento e sarebbe un peccato non approfondirla. L’etichetta è appena nata, abbiamo già ricevuto alcuni demo e contiamo di scoprire presto nuovi talenti. E’ un pochino troppo presto per farti dei nomi, purtroppo. Se qualche giovane artista ci sta leggendo lo invitiamo a mandarci i suoi demo!
Quanti rischi si devono prendere per aprire una etichetta? Non è proprio un periodo roseo per la discografia, intesa nell’accezione classica del termine.
In effetti non è un buon momento per la discografia, seppur le vendite dei vinili sono in crescita. Fino a cinque anni fa lo scenario era lo stesso, anzi peggio perché allora anche il mercato del vinile era in crisi. Siamo rimasti tutto il tempo alla finestra ma se passi il tempo ad aspettare un momento migliore rischi l’immobilità per sempre. Aprire una etichetta è attività sempre molto rischiosa, è una cosa da mettere in conto.
Ha un’idea precisa su come debba suonare la Rex Club Music? Quello che intendo è che non è facile dare un indirizzo musicale ad una etichetta neonata.
Non è facile da spiegare, quello che vorrei è che ciascun artista fornisca la propria visione musicale pensando al Rex. Io ne ho una ben precisa, è chiaro, ma mi piacerebbe approfondire anche quella di ciascun artista che collaborerà con noi. Potremmo anche non sapere esattamente cosa accadrà ma sappiamo per certo quello che non vogliamo che accada. Non ci piace essere settoriali dal punto di vista stilistico. Non sarà solo techno, o solo house, o solo ambient… sarà un luogo dove far convivere tutti gli stili della musica elettronica.
Credo che per un club trovare un equilibrio tra i suoni che si sentono propri e quelli che invece il pubblico richiede sia più semplice. Ad un’etichetta generalmente si richiede più rigore o per meglio dire si perdonano meno eventuali derive artistiche. Cosa pensi in merito?
Mia piace questa domanda! Sono d’accordo con te e staremo attenti su questo piano. Sappiamo che con una etichetta puoi permetterti meno derive e si viene giudicati in modo più veloce qualora non vengano operate scelte coerenti.
La prima uscita della Rex Club Music “Second Hand Smoke EP” a firma di D’Julz e Phil Weeks è un manifesto di intenti pieno di energia, sospeso tra la cultura bass e quella soul. Raccontaci com’è nata.
Ricordo che parlando con D’Julz venne fuori di questa sua produzione che stava ultimando insieme a Phil Weeks. Era il periodo in cui l’idea dell’etichetta stava già prendendo corpo, così chiesi loro (che sono dj-resident del Rex) se fossero interessati a fare da apripista per la nuova avventura discografica. Accettarono e decisi di attendere il termine del loro lavoro, che tra i mille impegni è durato più di un anno. Un giorno mi hanno mandato entrambe le tracce, “Ligne B” e “2 Miles Away”, veramente ottime. Erano esattamente I brani che mi aspettavo da loro. Sono entusiasta del risultato. Per il remix entrambi concordarono nell’affidarlo a Trus’me perché apprezzano il suo lavoro. Lui ha accettato e… credo che tutto sia andato per il meglio.
Puoi rivelarci qualcosa sulla seconda uscita? Magari svelarci chi si occuperà della prossima pubblicazione.
La seconda uscita sarà una sorpresa, come d’altronde accaduto per il lancio dell’etichetta. Posso solo dirti che si tratta di un artista celebre in ambito internazionale, che fa parte della storia del Rex fin dai suoi esordi… ha prodotto per noi 3 brani incredibili. Sarà un ep lungo e siamo davvero grati di averlo a bordo!
Organizzerete eventi dal vivo in giro per l’Europa per presentare la Rex Club Music?
Onestamente ancora non ci abbiamo pensato. Ma perché no… passo dopo passo faremo il possibile per farci notare, come avrai capito non abbiamo fretta, abbiamo atteso 26 anni per fondare l’etichetta, per tutto il resto c’è tempo a sufficienza!
Altre operazioni promozionali che avete in mente per il prossimo futuro?
Certamente ci saranno dei gadget (t-shirt, adesivi, borse) e altre chicche che per adesso non posso rivelarti. E poi il nuovo sito internet verrà presentato a breve quindi… rimanete sintonizzati!
English Version:
This is a “Beyond The Label” special round where we go deep inside the dynamics that this 2015 led Rex Club – the historical Parisian venue of international clubbing – to undertake the label foundation adventure with Rex Club Music. We shed a light on the mechanisms that are “beyond” the set-up of a label but also deepened by the gentle words of Emeline Ginestet aka Molly (label manager, responsible for press, pr and dj) what it means to manage both from the managing and artistic point of view a club that in the last 26 years has hosted important names such as François Kevorkian, Andrew Weatherall, Underground Resistance, Richie Hawtin, Ricardo Villalobos and Laurent Garnier.
Rex Club until today has hosted central figures of electronic music in its most general sense: François Kevorkian, Andrew Weatherall, Underground Resistance, Richie Hawtin, Ricardo Villalobos, Ellen Allien, Justice, Cassius, Laurent Garnier, Dj Hell just to name few of them. What is the aspect that links together these artists to the club? Maybe more than anything else their true artistic honesty.
Rex and all those artists are part of the history of the electronic music. They all contributed in their own way to what is electronic music today. Thanks to those artists who made the Rex one of the main places in Europe for this music, with their work and mainstay. So yes, definitely it’s about true artistic honesty!
Can you tell us which were the most important growing stages for Rex Club? I believe that speaking about a venue that has more than twenty-five years of history is an experience that gives a lot of insights.
There were a lot of course and won’t be able to tell all of them as I’m not part of this institution from the beginning. It always goes with cycles… and the Rex went thru all those cycles. So definitely, this experience helps us every day in the management of the club. But I would say that all stages for the Rex where very close to the growing stages of the electronic music: the beginning of Chicago and Jersey house, and then New York, then the evolution of the Detroit techno, the minimal music and the interest in the German scene, etc… LAURENT GARNIER who was the main resident for all those years, and CHRISTIAN PAULET, the previous director did a lot for the growing of the Rex.
Looking back to the past are there any choices you took that you consider today really important for the club? Or maybe there could be any that you are proud of not taking.
Good question! I can’t talk for the choices over the last 10 years as I was not part of the club but I can talk about those last 10 years. I would say that we are proud that we always followed our intuitions and music tastes. We never followed the fashion that’s maybe the reason why REX is still here, it has some really strong foundation and has its own and particular artistic direction. The Rules is to keep attention to what’s happening around but “don’t follow like a sheep”.
The eclecticism of your music-offer distinguish the club from many other important European venues that are mainly related to a particular style of club-music. Do you consider you musical variety like an advantage? On the other hand there could be a non-immediate recognition by the public.
We don’t want to stay close in one style. Electronic music is so wide and has many genres that we must represent. If you run a club, which is open at least 3 days a week, having the same style of music won’t work, simply on the fact that people are not going out every nights. You need to have a musical variety, but still based on quality, of course. It’s one of the main reasons why at REX you can find in the same week some techno nights, house nights, but also drum ’n’ bass, or electro nights.
Why did you choose to set-up a label related to Rex Club only now, after more than twenty-five years? You just waited for the good moment or there are other reason behind.
We were just waiting for the good moment. Back in the days, Christian Paulet, the previous director did not make this choice… all clubs were also doing their label at this time. So I can understand him. Doing a label because the other clubs are doing a label? No. You create a label because you want it! And it’s different. And we wanted to do it now, that’s it! We felt ready to take care of it. Running a label takes time and you must have a good knowledge of the market too. Running a club and running a label is not the same work. We had a lot to do for the past years with the REX but the team grew up the last years and I could finally focus on some new activities, like the label.
The name is just Rex Club Music. What kind of relationship will link the label to the club? It will be like a showcase for the venue or the two activities will run on two separate tracks, or a mix between these two attitudes.
When we had to chose the name, it was obvious for us to keep the name of the Rex. We don’t have to forget that it’s the label of the Rex club. Then Rex Club Music was born. The label will be obviously linked to the club but will also be independent in a way. We will host some artists strongly related to the club but also some resident artists, and some newcomers, like a laboratory to discover the artists of tomorrow. I’ll be in charge of the Artistic direction and for sure, for those who knows me, I’ll be very exigent on the music!
Then Rex Club Music will also promote new young artists right? Maybe you can give us few names in preview.
Exactly! This is one of the aim of RCM. We also want to be a “Laboratory” for new young artists. For example, the French scene is very rich at the moment and it would be a pity to not get interest in the new talents. The label has just started, we get some demos, but we didn’t find yet new talents but we will find them soon, I’m pretty confident with that. So I can’t give you any names for the moment, unfortunately. And if any young artists are reading this interview, feel free to send us demos!
How many risks should be taken nowadays to set-up a label? It’s not really a good time for discography or rather seems to be a period where the traditional formats are going under.
Well, The sells of the vinyls are a bit increasing. Of course, that is not a good time for discography but 5 years ago it was not even the time too… And the vinyl market was in a global crisis. That’s also the reason why we were waiting a bit. But if you spend the time for waiting that things change, then you don’t do anything. To set up a label is very risky, we have it in mind for sure but we want to take this risk.
Do you have in mind the sound of Rex Club Music? I mean it’s not simple to give an artistic direction to a newborn label.
It’s hard to explain but what I say to the artists who will be released on the label is: «What kind of music would you do if you think about Rex?» I want it special, of course, that is what everyone could say about his own label. We maybe don’t know exactly the sound of Rex Club Music but for sure we know what is NOT the sound of Rex Club Music. We are not close to a style. It won’t be only techno, or only house or only ambient… It’s open to all styles of electronic music.
Maybe for a club is easier to find a balance between the music you like and the sound of the moment that people want to hear and dance. To a label is generally requested more “integrity” and less mistakes are forgiven. What do you think about this topic?
Good question! Yes True, with a label you can’t try new things as easy as you can try with a club. Risks are not the same. You’ll be also judged more quickly if you don’t do the right choice, with a label than with the booking of a club.
The first output of the Rex Club Music “Second Hand Smoke EP” signed by D’Julz and Phil Weeks is a great shot, suspended between bass and soul culture. Can you reveal to us how these three trucks has born?
I remember one day talking with D’Julz where he was telling me that he was doing some tracks with Phil weeks. It was also the time where I had in mind to finally start this “label adventure”. So I asked them (they are also residents dj’s for the Rex) if they would be up for a collaboration for the 1st release… The label project started a year ago but between Phil & D’Julz schedules, it was not very easy for them to find the time to work together in the studio. So I have been patient but I was very confident at the same time. One day they sent me both tracks, “Ligne B” & “2 Miles Away”, really good tracks. It was exactly what we were expecting from them. I’m really happy with what they did. And for the remix, both Phil & D’Julz agreed to ask to Trus’me as they really like his work. He accepted of course to do it… And I think it worked well.
And something about the second exit? Perhaps you already have the name of the artist that will perform the next exit.
For the second exit, I’d like to make a surprise, same as we did with the launch of the label. I can only say that it’s a renamed international artist, that the Rex loves from the beginning… And he gave us 3 awesome tracks. It will be a full EP and we are very proud to have him on board!
Will you organize live event around Europe to present the newborn Rex Club Music?
We did not really thought about it yet to be honest. But why not… But step by step, we are not in the hurry as you see, we have been waiting 26 years to launch a label so, for the rest, everything in its time!
Have you in mind particular ideas to promote Rex Club Music in the next times?
We’ll do some goodies of course, (t-shirts, stickers, bags) and other little ideas we have in mind but I can’t tell you for the moment. The new Website will be launch very soon too so… Stay tuned!