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[tab title=”Italiano”]Le cose cambiano, ma i personaggi restano. La drum&bass negli anni ’90 aveva uno status e una visibilità diversa da oggi, eppure son molti i soggetti che la tengono viva esattamente come a quei tempi. L’Exit Festival quest’anno ospiterà uno dei nomi che ha fatto la storia della drum&bass, quel Roni Size che durante l’apice del genere era arrivato a vincere il Mercury Prize con “New Forms”. Ed è bello vedere come per lui le cose non siano cambiate affatto: il legame col pubblico è sempre stretto, l’entusiasmo è alto e l’era dei grossi festival di oggi può rappresentare una valida alternativa a quello che furono i rave in passato. Il tempo passa, ma solo per certuni.
Roni Size e Goldie quest’estate all’Exit Festival. Le colonne storiche della drum’n’bass sono ancora sul pezzo, eh?
Sempre e comunque. Questa musica è la mia vita, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Vivo e respiro per questa passione e quest’anno all’Exit sarà sicuramente un momento da ricordare.
Come vedi la scena d’n’b in UK per adesso? In passato, negli anni in cui hai fatto “New Forms”, era al suo apice, un genere in continua espansione. Com’è adesso, in confronto a quel periodo?
Oggi drum&bass, jungle e tutta la bass music è ancora al top, è un po’ il nuovo new rock&roll. Avere un occhio al passato va bene comunque, ma ricordiamoci che viviamo nel presente ed è nostro dovere spingere il sound verso il futuro.
“New Forms” fu l’unico album puramente d’n’b a vincere il Mercury Prize. Nessun altro è riuscito a portare l’underground UK a un risultato così popolare, nonostante diverse nomination negli anni a nomi come Underworld, Prodigy, 4Hero, Leftfield, Faithless. Qual è stato il tuo segreto?
Ok, vincere un award è una cosa molto relativa, ma ci sono stati tanti album che hanno contribuito alla longevità della dance music, alcuni underground e altri influenzati dalle radio. Ci sono diversi segreti per produrre una formula provata e testata, ma la verità è che per “New Forms” è venuto tutto dal cuore.
Com’è cambiata la d’n’b da quegli anni ad oggi? A quei tempi le sperimentazioni avevano prodotto un sound parecchio sofisticato e i magazine finirono per parlare di “intelligent dnb”, per definire un sound che stava andando oltre il pubblico rave. Com’è la situazione adesso?
Il modo in cui si faceva la musica negli anni ’90 era fresco perché usava una tecnologia che in quel periodo era nuova. Ora chiunque può partecipare, è pieno di tutorial youtube e aiuti online. E la tecnologia è anche più abbordabile, rispetto agli analoghi strumenti di vent’anni fa.
Quant’è difficile far musica dopo il successo di un disco come “New Forms”? Ti capita di mettere a confronto i tuoi risultati di oggi con quanto accaduto a quel disco, senti una sorta di pressione che ti spinge a ripetere quanto successo?
Assorbisco pressione come una spugna assorbe acqua. Fa parte del gioco, è la molla che ti fa alzare la mattina per far musica, fare il dj, scrivere, fare interviste, gestire label, muoversi con la live band e così via. Non si ferma mai!
Se scorriamo le tue release in questi anni, riconosciamo uno spirito differente acquisito dalla drum&bass oggi. È come se la dnb avesse riconosciuto come le cose siano cambiate e cercasse di rivolgersi al pubblico prodotto dalla recente onda EDM. Senti che oggi la tua musica si rivolge a un pubblico differente?
In una parola, sì. Da quando la drum&bass è balzata nelle classifiche UK, il pubblico è diventato sempre più giovane e si è mischiato a quello televisivo e dei media principali. Le olimpiadi hanno rappresentato una svolta decisiva, con la dnb in rotazione continua. Fa piacere vedere che la nuova generazione ha preso in mano il testimone.
Come descriveresti l’esperienza rave ai giovani che frequentano i grossi festival di oggi?
Avrebbero dovuto esserci. È impossibile spiegare, sentivi il sapore nell’aria, l’odore nell’atmosfera.
C’è un’aria di confidenza coi giovani di oggi perché sono venuti su come quella che io definisco “l’iPhone generation”. Si alimentano a computer e social media come un’anatra con l’acqua.
Avevi la sensazione di appartenere a una comunità solita e ben precisa in quel periodo? E hai analoghe sensazioni oggi?
Mi circondo sempre di persone positive e menti affini. E ovviamente è anche importante avere le tue personali direzioni.
Alcuni puristi oggi accusano i festival di uccidere la scena underground, perché dal loro punto di vista i clubber sono meno motivati a supportare le serate e gli eventi minori, risparmiando i soldi per il prossimo viaggio e il prossimo festival. Come la vedi a riguardo?
Ognuno ha le sue opinioni su ogni cosa. La mia visione è che finché una cosa contribuisce alla causa, resta comunque una cosa positiva. O no?[/tab]
[tab title=”English”]Things change, but the actors remain. Back in the 90s, drum&bass had a status and a visibility widely different than today, but yet there are many subjects today that keep it lively exactly like those years. This year Exit Festival will host one of the name that built the history of drum&bass, Roni Size, who managed to won the Mercury Prize with “New Forms” in the years of dnb peak. And it’s nice to see that things didn’t change at all for him: The connection with people is still tight, the enthusiasm is always high and the big festival age today can be a valid alternative to what raves represented at that time. Time runs, but only for someone.
Roni Size and Goldie playing this summer at Exit Festival. The masters of drum&bass are still on the ball, aren’t they?
Always and forever. This music is my life, 24 hours a day, 7 days a week. I live and breath for my passion and to play at Exit Festival this year will surly be one of my highlights.
How do you feel d’n’b scene in UK right now? Back in the years, when you released “New Forms” it was in its peak, a big thing spreading all over the world. How is it today, compared to those years?
Today drum&bass, jungle and all bass related music is massive, it’s the new rock&roll. Its ok to keep on looking back but we live in the now and we must keep pushing forward with the sound.
“New Forms” was the only pure dnb album to win Mercury Prize. Nobody else managed to lead UK underground to such a popular result, including many years nominees like Underworld, Prodigy, 4Hero, Leftfield, Faithless. What was your secret?
Winning awards are very personal but there have been many albums that have contributed to the longevity of dance music, some underground and some radio influenced. There are many secrets to making a tried and tested formula but with “New Forms”, it was all from the heart.
How did dnb change since those years? The experimentation at that time led to a really sophisticated sound and magazines talked about ‘intelligent dnb’, defining a sound that can go beyond rave fans. How is it now?
The way the music was made in the 90s was fresh because of the new technology at the time. Now every man and his dog can get involved because of all the youtube tutorials and online help. Also it’s very affordable now compared to the same technology 20 years ago.
How difficult is to make music after the success of an album like “New Forms”? Do you compare your current results to that one sometimes, do you feel some kind of pressure to repeat what happened at that time?
I absorb pressure like a sponge absorbs water, its part of the process that makes you want to get up in the morning and make music, dj, write, interview, run record labels, rehearse with the live band and so on and so on. It never stops!
Following your releases during these years we can recognize the different spirit that drum’n’bass has today. It looks like dnb recognizes how different things are now and tries to deal with the audience generated by the recent EDM explosion. Do you think that your music today is directed towards a different audience?
In a word, yes. Ever since drum and bass has hit the charts in the UK, the audience has become younger and it has crossed over on to tv and into the wider media. The olympics was a massive turning point as you had drum and bass being played all the time. Its cool to see the next generation of ravers carry the baton.
How would you describe the rave experience of those years to the young guys that go to big festivals today?
For me you had to be there, it’s very hard to explain because you almost had to taste the air and smell the atmosphere. There is an air of confidence with these new kids because they have been brought upon what I would call the iPhone generation. They take to computers and social media like a duck to water.
Did you have the feeling to belong to a solid and well-defined music community at that time? And do you have the same sensation today?
I always surround myself by positive people and like-minded musicians. It’s also important to have your on beliefs and direction.
Some purists today complain because big festivals are killing the underground scene, because on their point of view clubbers are less motivated to support smaller nights and events and try to save money for next trip, for next festival. What’s your opinion about?
Every one has an opinion about something. My thoughts are as long as you contribute to the cause then that can only be a good thing, right?[/tab]
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