Al centro della puntata di questa settimana di Suoni & Battiti c’è l’house music che guadagna il centro della scena dopo aver proposto, nel corso delle ultime settimane, una montagna di release dal peso specifico incredibile. Che si tratti di bramatissimi ritorni (Mountain People e James Mason) o ristampe (Spencer Parker con la sua Itsnotover, Paul Johnson e Boo Williams), di artisti in cerca di conferma (Shinoby e OdD) o veterani intramontabili (DJ Koze, Claudio Coccoluto, Move D o STL) oggi non badiamo a spese e siamo lieti di “impiattare” quanto di meglio è presente sugli scaffali dei record store.
Se l’afa e il caldo sono nemici troppo spietati e duri da sconfiggere, non ci resta che rassegnarci e scegliere la giusta colonna sonora.
[title subtitle=”Bassa Clan – Always (Bassa Clan)”][/title]
Se è vero che la sfida più difficile per un artista è quella di ripetersi dopo aver raggiunto dei buoni risultati, Dino Angioletti e Fabrizio Maurizi sono stati in grado di far fare al loro progetto Bassa Clan un ulteriore salto in avanti rispetto alle già ottime impressioni suscitate dalla prima release della neonata – e omonima – label. “Always” e “Phoenix”, infatti, cavalcano il mood, la semplicità e lo stile del primo out, nonostante gli angoli, quelli della ritmica, siano qui meno appuntiti, affilati e ruvidi. Merito, è evidente, dei campioni scelti e ri-editati dal duo emiliano, che nella loro nuova release beccano dei groove coinvolgenti e di grande presa, caratteristica vincente se ce n’è una nella musica da ballo, non importa del dove e del quando il disco venga suonato.
[title subtitle=”Mountain People – 011.1 / 011.2 (Mountain People)”][/title]
Minimale ed elegante, groovoso e ritmicamente mai banale: il suono dei Mountain People, il duo svizzero che vede all’opera Rozzo e Serafin, ha raggiunto tra il 2006 e il 2010 standard stilistici e qualitativi inarrivabili per molti dei colleghi che hanno scelto di votarsi al verbo delle deep-house, magari proprio provando a seguire le loro orme. Una dozzina di EP e poi un silenzio lungo cinque anni; troppi se pensiamo alle reazioni suscitate dall’uscita di “011.1 / 011.2” la scorsa settimana: disco sold-out praticamente ovunque e suonato in lungo e in largo per la gioia di chi, lavori del genere, se li è sognati la notte. Aiutateci a dire “felicità”.
[title subtitle=”It’s Not Over We Hustle Harder – Late At Night (Itsnotover)”][/title]
La label di Spencer Parker ha ristampato la sua prima release, uscita alla fine del 2011. Come direbbe George Morel: let’s groove!
[title subtitle=”Claudio Coccoluto – The Dub 102 (The Dub)”][/title]
“Tribe Call Sun” e “Discoflavour”, rispettivamente sull’A e B-side di “The Dub 102”, rappresentano l’ultima fatica di Claudio Coccoluto, artista mitologico della scena house italiana, che sulla sua label (The Dub) ha prodotto in una ventina d’anni un numero esiguo, ma non per questo non incisivo, di release. Sarà per questo motivo, forse, che quando il dj e produttore di Cassino rilascia un lavoro, il disco è in grado di sprigionare un’energia, una “consistenza” e una pasta invidiabili, potendo contare sulla consapevolezza di chi i dischi li ha sempre collezionati. Energia, dicevamo: è proprio il caso di “Tribe Call Sun”, che con il suo riff di chitarra, le sue percussioni metalliche, i suoi vocali appena accennati e, soprattutto, il suo infallibile tiro funk, tratteggia i colori e i sorrisi di un’evasione estiva. Simile, e per certi versi più vicina al trend house che va per la maggiore oggi, è “Discoflavour”, una passeggiata spensierata tra capelli cotonati, colori vivi e sgargianti, pattini a rotelle e romantiche discoballs.
https://soundcloud.com/thedub/sets/thedub_102
[title subtitle=”James Mason – The Dance Of Life (Rush Hour)”][/title]
“The Dance Of Life” e “Up Jump” sono i primi due estratti da “Recollection Echo”, il secondo e attesissimo album di James Mason, a distanza di quasi tre decenni dal meraviglioso “Rhythm Of Life”. “Recollection Echo”, questo il suo nome, è una raccolta di brani dimenticati, lasciati in un cassetto in attesa che un budget adeguato consentisse all’autore di riprenderli e rilavorarci con apparecchiature degne della passione che ha animato le primissime stesure. Il tanto agognato (e ormai insperato) risultato finale, come emerge dalla meravigliosa “The Dance Of Life”, è un inno alla vita; un disco col sorriso a trentadue denti stampato in faccia e per il quale non possiamo che ringraziare e benedire Rush Hour per la sua abnegazione e il suo prezioso lavoro. In una parola: imperdibile.
[title subtitle=”Paul Johnson – Just Whistle (Chiwax)”][/title]
Nuovo Chiwax, nuova ristampa di Paul Johnson. Uscite su Relief Records nel 1995, “Just Whistle”, “Traction”, “Spring Back” e “I Cannot Hide” confermano il trend musicale degli ultimi mesi: ripescare EP con almeno una decina d’anni per dare energia, colore e forza ai propri dj set. Di fronte a dischi così, c’è qualcuno che si sente di biasimare la “classic edition policy” di Chiwax?
https://www.youtube.com/watch?v=BRd74iWKIWQ
[title subtitle=”Analog Players Society – Coule’Ba Versions (Discovery Recordings)”][/title]
Finita tra le sapienti mani di quel genio dell’house music che risponde al nome di Move D, “Coule’Ba” degli Analog Players Society cambia pelle, abbandonando le suggestioni sonore dell’Africa occidentale, per abbracciare il basso gommoso e funky dell’artista di Heidelberg. Lenta, sospesa e sensuale, la versione di David Moufang è, al solito, imperdibile.
[title subtitle=”Djebali – Vol. 3 (Djebali)”][/title]
Nuova ristampa per uno dei dischi più apprezzati di uno degli artisti più suonati del momento. Se il trio Apollonia sta spaccando praticamente ovunque da un paio d’anni a questa parte, il merito è soprattutto di artisti come Djebali, che con la loro musica dentro i loro set ci finiscono sempre e comunque.
[title subtitle=”DJ Koze – XTC (Pampa Records)”][/title]
Sebbene qualsiasi traccia abbia come oggetto la droga possa risultare banale, DJ Koze riesce, con la sua “XTC”, a vincere l’ovvietà di un tema tanto trito e a consegnarci un lavoro destinato a farci compagnia a lungo, qualsiasi sia il vostro dancefloor preferito. Si tratta di un disco, infatti, già diventato un vero e proprio (deep) house anthem; un lavoro narcotico e ipnotico, dove l’esitante campione vocale femminile e l’intreccio di synth-basso creano irresistibili atmosfere sospese, rendendo il brano incredibilmente incisivo, senza mai affondare davvero il colpo.
[title subtitle=”STL – Simply Positive (Smallville Records)”][/title]
Membro di spicco della crew di Smallville Records ormai da diversi anni, Stephan Laubner ha all’attivo sulla label Amburgo diversi EP e un album, “At Disconnected Moments”, uscito all’inizio dello scorso anno. “Heaven’s Vape” e “Joy Operator”, le due tracce che compongono “Simply Positive”, con la loro tensione latente e il loro “crispy” groove, rappresentano l’ennesima prova del perché il tedesco sia un fenomeno vero è proprio. Sì, un fenomeno.
[title subtitle=”Shinoby – Sensory Deprivation Tank EP (ISTHEWAY)”][/title]
Il preziosissimo B-side, quello in cui possiamo trovare il remix a firma Madteo di “Sensory Deprivation Tank”, è il punto più alto di un EP notevole, il secondo per Shinoby sulla sua ISTHEWAY. Ruvido, sporco e, forse, fuori formato, il lavoro dell’artista veneto (ma di stanza a New York) è un viaggio senza una meta precisa tra house e techno, in un orizzonte musicale in cui generi e definizioni sembrano non avere peso (giustamente) e a contare sono solo la tensione suscitata dagli incastri ritmici – goduriosi e, all’occorrenza, asimmetrici – e i groove nient’affatto fluidi e pieni d’insidie. Per farla breve e meno complicata: “Sensory Deprivation Tank EP” è un’uscita che dovreste comprare perché convince ascolto dopo ascolto.
[title subtitle=”OdD – Cosmic Energy (Sol Asylum)”][/title]
Il funk, quello microtico ed extra-dry, è ancora una volta alla base di tutto: gli OdD tornano alla ribalta su Sol Asylum, a un anno e mezzo da “Long Time Coming EP”, con tre tracce che un po’ palleggiano (“Vortex”), un po’ ipnotizzano (“Pyramid”) e un po’ passeggiano tra atmosfere placide e dilatate (“Sphere”). “Cosmic Energy” è uno di quei dischi di cui non si sente davvero il bisogno finché non lo si ha in borsa.
[title subtitle=”Boo Williams – Home Town Chicago (Another Day Records)”][/title]
Meraviglioso doppio 12” per la leggenda di Chicago Boo Williams, che ristampa “Home Town Chicago” a diciannove anni dalla sua prima pubblicazione (e a quattro dal suo primo restyling). Lavori come “Snare Tapping”, “Lazy Mood” e “Make Some Noise” sono pezzi di storia di musica house che non potete lasciarvi sfuggire ancora una volta.
[title subtitle=”Indian Wells – Pause Remixes (Bad Panda Records)”][/title]
Affidati al trattamento intensivo di una manciata di artisti più o meno noti (Vaghe Stelle, Jolly Mare e Elektro Guzzi su tutti), alcuni dei brani di “Pause”, il secondo album a firma Indian Wells su Bad Panda Records, riprendono colore dopo aver ottimamente impressionato non più di qualche mese fa. Su tutti spicca il remix di Pixelord (Alexey Devyanin, precedentemente noto come Stud e Gultskra Artikler): beat energico e solare, campioni vocali sminuzzati e frivoli più una linea di basso dalle note allungatissime fanno del lavoro del moscovita un remix incredibilmente trascinante.
[title subtitle=”The Leftovers – Usi E Costumi (Marmo Music)”][/title]
Progetto-evasione dai ben più noti Tru West e Nightdrivers, totalmente svincolato dalle logiche da pista, The Leftovers è la nuova avventura di Mass Prod e Rufus. “Usi E Costumi” è il mini-album risultato del nuovo esperimento, un lavoro di sei tracce splittabile in due parti: la prima – “Usi”, appunto – scritta tra Berlino, la Florida e il New Mexico, mentre la seconda – “Costumi” – è il risultato di sessioni di registrazione improvvisate al Mass Hypnosis Research Lab insieme a Gaia Polloni e Stefano Meucci (The Clover). Tra le chitarre, le sirene e le drum registrate live va segnalata “Mama”, una di ninnananna dagli echi afro che tocca il suo picco massimo quando la batteria trova una via d’uscita dopo esser stata a lungo celata da riverberi e percussioni.