SUMS è il nuovo progetto musicale di David Letellier (Kangding Ray) e Barry Burns (multi-strumentista nei Mogwai) che verrà presentato in occasione del prossimo Berlin Atonal Festival 2015. L’inedita coppia proporrà una sonorizzazione che promette di essere qualcosa di più della somma delle singole esperienze maturate con i rispettivi progetti musicali e che si pone, utilizzando le parole degli stessi protagonisti, come una interpretazione dello spazio che mutua parimenti dall’elettronica e dalle sonorità acustiche. Abbiamo parlato direttamente con David e Barry tra le altre cose, sulla loro idea di musica, di improvvisazione, sui suoni che li influenzano e sulla contaminazione tra generi.
Kangding Ray e Barry Burns che si incontrano per proporre qualcosa che mutua dalle rispettive esperienze musicali, che suono avrà la vostra collaborazione?
BB: Si basa principalmente sul suono elettronico e sui beat, ma con l’ausilio di un percussionista e di un contrabbassista che si esibiranno dal vivo insieme noi. C’è quindi anche una componente acustica importante. Non suona troppo ambientale, ci sono molte melodie e una sezione percussiva forte e dinamica.
KR: Non so dire esattamente che tipo di musica sia, è piuttosto ibrida, sicuramente non si tratta di techno.
Come vi siete incontrati e come è nata l’idea di questo progetto musicale?
KR: Sono stato contattato dai promoters dell’Atonal per realizzare qualcosa di inedito per l’edizione 2015 del festival. L’ho considerata come una buona occasione per collaborare con qualcuno che fosse al di fuori del mio contesto abituale. Prima di dedicarmi alla produzione di musica elettronica suonavo la chitarra in diverse band e le formazioni come i Mogwai erano una grande influenza per via della loro attitudine a comporre pezzi strumentali decostruendo gli stilemi del rock classico. Avevo intuito che lavorare con Barry sarebbe stato interessante e del tutto naturale, un modo per integrare le sue influenze nella mia musica ma anche di esplorare nuovi orizzonti insieme. Barry ed io abbiamo un amico in comune, è così che sono riuscito a mettermi in contatto con lui.
BB: E’ stato incredibile lavorare insieme a David. Abbiamo un approccio all’esibizione dal vivo del tutto differente. C’è stato molto dialogo preliminare tra noi, per comprendere come procedere, ho lavorato in modo del tutto differente a come ero abituato a fare. Vedremo quale sarà la reazione del pubblico, per ora posso dirti che il lavoro in studio è stato assai stimolante, lavorare con lui è fantastico.
Quanto spazio sarà concesso all’improvvisazione?
BB: Non troppo in realtà, abbiamo provato intensamente e cercato di elaborare solide strutture sonore che riteniamo funzionino bene così come sono ora.
KR: Ci sono solo pochi momenti lasciati liberi all’improvvisazione, il più è scritto nero su bianco, quindi abbiamo sempre il controllo su ciò che facciamo, abbiamo provato molto per renderlo solido ed efficace.
Avete cercato di dare alla vostra collaborazione un carattere predefinito oppure è nato tutto in modo naturale? Oppure magari una via di mezzo.
BB: E’ stato divertente perché all’inizio continuavamo ad aggiungere idee e strumenti per poterle realizzare, poi, iniziato il processo di scrittura, abbiamo compreso che non servivano troppi suoni diversi per far funzionare i pezzi.
KR: Avevamo una vaga idea sulla strada da percorrere, poi tra le molteplici possibilità accessorie ci siamo concentrati sul ridurre la struttura all’essenziale.
E’ molto affascinante la dichiarazione che ho letto dove esprimete l’intenzione di creare un volume sonoro che enfatizzi lo spazio tra i suoni. Vuol dire anche avere a che fare con il silenzio in musica?
KR: Il silenzio non esiste mai davvero, se non in una camera anecoica, che però rappresenta un’esperienza raggelante. Il silenzio in musica equivale ad iniziare ad ascoltare lo spazio, inteso come l’ambiente dell’esibizione, come nel noto brano di John Cage “04:33”. Fin dall’inizio del progetto lo spazio è stato una fonte di ispirazione, abbiamo cercato di creare dei vuoti in musica per permettere al suono di dialogare con la kraftwerk hall, il riverbero naturale di questo spazio è irreale. Utilizziamo archi, chitarre e percussioni allo stesso modo in cui suoniamo i sintetizzatori, cercando di fondere tutto insieme in un unico tessuto organico. Il nostro obiettivo è quello di creare dei forti contrasti: la musica sarà fragile ed emozionale in alcune parti quanto vigorosa e dissonante in altre.
BB: Il silenzio è importante quanto il rumore in musica. Non sto dicendo che abbiamo inserito 30 secondi di silenzio dopo ogni brano ma semplicemente che abbiamo tenuto in grande considerazione l’ambiente dell’esecuzione e come quel luogo reagirà alla nostra esecuzione.
Qual è una delle qualità che più apprezzate nel lavoro dell’altro?
BB: L’attenzione di David ai suoni di ogni singolo strumento è ammirevole. Lavora sodo, più intensamente di me, per far suonare ogni strumento esattamente come vuole. E’ l’attutitine base di un solista e gli riesce molto bene.
KR: Barry scrive delle bellissime melodie, complesse ed intricate, sa creare qualcosa di magico anche solamente con una progressione di accordi. Io ho un approccio più semplice e sistematico alla composizione, credo che il nostro differente modo di lavorare abbia dato forma a dei contrasti d’effetto.
So che entrambi siete in stanza a Berlino, quanto questa città ha influenzato e continua ad influenzare la vostra musica?
BB: Credo che entrambi abbiamo scritto molta musica stando qui a Berlino, abbiamo provato insieme in questa città, sarà la cornice della nostra prima esibizione insieme davanti ad un pubblico, è sempre presente nelle nostre cose insomma. Non so dire esattamente come ci abbia influenzato ma senza questa città non ci saremmo mai incontrati.
KR: SUMS è un prodotto che rappresenta quello che Berlino ed un festival come Atonal possono offrire: uno spazio stimolante, libertà e sperimentazione
Gli anni ’90 sono stati quelli della contaminazione tra generi, il periodo in cui il rock e l’elettronica hanno iniziato a convergere, sia a livello di produzioni che di pubblico. Oggi le barriere tra generi sembrano essere cadute. E’ davvero così oppure la vostra collaborazione suscita ancora pareri contrastanti?
BB: Non posso ancora dirlo, siamo ancora agli albori. Spero che la gente possa farsi un’opinione in merito senza preconcetti. Questa collaborazione è interessante proprio perché proveniamo da ambienti diversi. Non sarebbe stato così interessante per me lavorare con un’altra band strumentale così come a David non interessava collaborare con un produttore elettronico.
KR: L’ibrido è un concetto chiave in musica, è l’unico modo per continuare a guardare avanti. Un genere che si chiude in sé stesso non ha altra sorte che la morte.
Entrambi declinate il “qui e ora” della musica, guardando costantemente avanti. Com’è cambiata nel tempo l’industria discografica dal vostro punto di vista, ovvero quello dell’artista apprezzato dal pubblico?
BB: E’ tutto molto diverso dal tempo del mio debutto sul finire degli anni ’90. Mi piace il fatto che oggi si può creare un album non uscendo dalla propria cameretta, se lo si desidera. Non mi piace invece il fatto che la musica sia come sottovalutata e in saldo. Ma non conosco una soluzione per questo problema.
Un vostro parere sullo stato generale della musica oggi. Vi piace la musica contemporanea oppure magari ascoltate di più quella del passato?
BB: Ascolto entrambe. Inoltre non ho preferenze per un particolare genere di musica, davvero. Mi starebbe stretto l’ascolto solo di un determinato tipo di sonorità, quindi cerco di ascoltare tutto ciò che mi capita a tiro.
KR: Non mi interessa se è musica vecchia o nuova, l’importante è che sia in risonanza con il mio stato d’animo del momento. Recentemente mi sono goduto l’ascolto di alcune band francesi prog-sperimentali degli anni ’70. Sono abbastanza sicuro che avrei odiato questa musica se l’avessi scoperta dieci anni fa.
Potete farmi qualche nome di artisti che vi hanno influenzato nel tempo? Non per forza solo in ambito musicale.
BB: Boards Of Canada; Unwound; John Bender; Severed Heads; Pixies; The Band; BEAK; James Holden; Leonard Cohen; The Yummy Fur; The For Carnation; Oneida; CAN.
KR: L’elenco sarebbe troppo lungo. Mi dispiacerebbe dimenticarmi di qualcuno. Molti degli artisti che ha citato Barry starebbero bene nella mia lista.
Cosa ascolta Kangding Ray quando vuole semplicemente rilassarsi sul divano di casa?
Non riesco a ricordare l’ultima volta che mi sono rilassato su un divano, ma se lo facessi, probabilmente ascolterei Jo Johnson o Taylor Swift.
E invece Barry Burns?
Solitamente ascolto musica in viaggio con i Mogwai, quando voglio rilassarmi sul divano di casa guardo Netflix… oppure butto un’occhiata su Reddit. Cose così.
English Version:
SUMS is the new musical project by David Letellier (Kangding Ray) and Barry Burns (Mogwai’s multi-instrumentalist) that will be presented at the upcoming Berlin Atonal Festival 2015. The unusual duo will propose a sound that will be something more than the sum of each individual musical experiences, and that will represent as an interpretation of the space that borrows equally from electronic and acoustic sounds. We spoke directly with David and Barry, among other things, about their idea of music, improvisation, on the sounds that influence them and about the contamination between genres.
Kangding Ray and Barry Burns that join together in a new project that borrows from the two separate personal experiences, how will sound your music?
BB: It’s quite focussed on electronic sounds and beats but with the use of a real percussionist and a contrabass. It has a large acoustic element to it. It’s not too ambient, there are a lot of melodies and stronger, crunchy drumbeats too.
KR: I don’t know what kind of music is it, it’s pretty hybrid, but one think I do know is that it’s not techno.
How did you get the idea to come together within this project? You will perform during Berlin Atonal 2015.
KR: I was commissioned by Atonal to create a new piece for this year’s edition of the festival. I saw this as a great opportunity to collaborate with someone evolving outside my usual context. I used to play guitar in some rock bands before I started producing electronic music, bands like Mogwai were big influences because they were doing instrumental music and deconstructing the usual rock song structures. I felt collaborating with Barry would be a very interesting and natural move, a way to acknowledge these influences in my music, but also to explore new horizons, and where to go from there. Barry and I have a friend in common, so I knew how to catch him.
BB: It’s been great to work together with David. We’ve both been learning differing ways of making music and constructing the live set. We have long discussions to come up with ideas, which isn’t necessarily how I’ve worked before. We’ll see how this goes but as a writing partner, he’s great.
How much space will be given to improvisation?
BB: Not too much actually, we have rehearsed intensely and tried to work out solid structures that we think work as they are now.
KR: There’s only few improvisation moments in the content, but in general, it’s mostly written, and we all know what we’re doing, we rehearsed a lot to make it solid and massive.
Initially you wanted to give to this collaboration a predefined musical mood or you had just played together to find out how could be the result? Or maybe something in between.
BB: It was funny in the beginning because we were just throwing around lots of ideas about having loads of other instruments, but as we started to get the songs together we realized that it didn’t need much extra to make it work.
KR: We had a sort of vague idea of where we wanted to go, we had tons of different ideas, but then we ended up focusing and reducing to the essential.
I find very fascinating your statement that I read where you express the intention to create volumes that emphasizes the space between sounds. It means to even deal with silence in music?
KR: Silence never really exists, except in an anechoic chamber, which is a pretty creepy experience. But silence in music means you start to listen to the space, the environment, like in this famous John Cage piece “4:33”. Since the beginning of the project, the space has been a source of inspiration, we’ve been trying to find spaces in the music to let the sound breathe and listen to the Kraftwerk hall resonate, the Natural Reverb in that space is unreal. We use strings, guitars and percussion for their sound, the same way we use synthesizers, trying to blend them together into a single organic texture. Our aim is to create some strong contrasts: the piece will be filigree and emotional in some parts, and very heavy, loud and noisy in others.
BB: It’s as important sometimes, as the noise of the music. I wouldn’t say that we have 30 second silence gaps but we were always aware of the space that this would first be played, so there are spaces for the music to fill the room instead of constantly playing.
Which qualities you both appreciate the most about the work of the other?
BB: David’s attention to the sounds of each instrument is admirable. He really works hard, harder than me for sure, to get it sounding the way he wants it. That is the job of a solo producer and he does it really well.
KR: Barry writes beautiful, complex and intricate melodies, he also knows how to create magic with a simple chord progression, I have a much more basic and serial approach to composition, our different ways of working create some nice contrasts I think.
If I’m not wrong, you both live in Berlin. How much the city has influenced and continues to influence your music?
BB: I suppose we’ve written a lot of the music here in Berlin, we’ve rehearsed here, we’re premiering the show here so it’s always there. I find it hard to say how it influences us but without this city, we would never have met.
KR: SUMS is a product of what Berlin and a festival like Atonal can offer: Inspirational space, freedom and experimentation
The ’90s were the years in which rock and electronic music have begun to converge in a stronger way, both at the level of productions and public’s taste. Today the barriers between genres seem to be trespassed. It really happened since nowadays or you feel that your collaborations is still dividing opinions?
BB: I don’t know, it’s still in its infancy. I hope that people would have some sort of opinion about it but nobody has really heard anything yet. I do find it useful that we’ve collaborated as people who come from different disciplines in music. There would be no merit in me collaborating with another instrumental band and probably no point in David collaborating with an other electronic producer.
KR: Hybridity is a key concept in music, this is the only way it can keep going forward. A genre which closes itself to other kind of music will eventually die out.
You both decline the “here and now” in music, always looking forward. How much has changed the music industry seen from the inside or rather from the point of view of the well-known artist.
BB: It’s quite different from the late 90’s when I started. I love the fact that you can make an album in a bedroom if you wish so. I don’t like the fact that I think music is undervalued and cheap. But I can’t offer a solution to this.
Your opinion regarding todays music scenario. Do you listen to contemporary music or you are taken the most by the music of the past?
BB: Always both. And I have no preference for any particular genre of music, I really don’t. That would feel tight around the neck to me, so I try to listen to as many different types of music that I can get my hands on.
KR: I don’t really care if it’s old or new, as long as it’s resonating with the state I am now. Recently I have been enjoying some weird french prog experimental bands from the 70’s. I’m pretty sure i would have hate this music if I had discovered it ten years ago.
Can you tell to me some names of artists that have influenced you in time? Not necessarily only in the branch of music.
BB: Boards Of Canada; Unwound; John Bender; Severed Heads; Pixies; The Band; BEAK; James Holden; Leonard Cohen; The Yummy Fur; The For Carnation; Oneida; CAN.
KR: The list would be too long. Would be scared to forget someone. A lot of the names Barry gave would be on my list too.
What does Kangding Ray like to listen to while just relaxing on the couch?
I can’t remember the last time I relaxed on a couch, but if I would do it, I would probably be listening to either Jo Johnson, or Taylor Swift.
And what about Barry Burns in relax?
I tend to listen to music when I travel with Mogwai so when I’m on the couch I’m usually relaxing watching Netflix…or browsing Reddit. Simple things.