C’è stata una fase musicale che noi amanti del ballo e del clubbing non possiamo dimenticare, un periodo in cui l’impeto e la prorompenza della techno scura, mentale e nevrotica che anima oggi i palchi principali dei festival elettronici di maggior successo sembravano appartenere a un futuro lontano, non solo temporalmente, ma anche spiritualmente. Possiamo collocare quella fase a cavallo tra le estati del 2007 e del 2009 e immaginare Ibiza (più precisamente il DC10) come teatro principale di quello che, senza rischiare di esagerare, può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio movimento e non solo l’ovvio e inevitabile risultato degli “esperimenti” di qualche artista particolarmente eclettico: in quelle due/tre stagioni, infatti, il Circoloco è stato la “casa dei bootleg” e i resident di quegli anni, grazie alla loro ricerca e alle loro intuizioni, ci hanno consegnato decine di dischi a cui, ancora oggi, sono associati alcuni dei nostri ricordi più felici.
Tra questi lavori esiste una serie che, un po’ perché proposta con sistematicità all’interno della sempre ricettiva cornice del Circoloco, un po’ perché i suoi due fondatori non sono due figure qualsiasi, ha cambiato letteralmente le regole del gioco, finendo in qualche modo per legittimare l’operato di quegli artisti, più o meno smaliziati, che non hanno mai disdegnato la pratica del “remix illegale” per arricchire i propri dj set. Stiamo parlando di Ricardo Villalobos e Luciano, quest’ultimo mai tanto ispirato e trascinante come in quegli anni, e di RAL, il catalogo “pirata” più colorato, bramato e amato mai esistito. Acronimo di “Ricardo And Luciano”, la serie gioca con la scala dei colori utilizzata per le vernici e i rivestimenti e associa a ogni EP il codice di quattro cifre (che andrà ad indicare il numero di catalogo) corrispondete al colore del centrino scelto.
La serie ha pubblicato alcuni dei bootleg più ballati della storia della musica house, attingendo a piene mani da brani etnici (non importa se della tradizione balcanica o sudamericana) e pop, senza la minima logica e senza seguire un filo conduttore vero e proprio. Per questa ragione non vi nascondiamo di aver sempre nutrito una grande curiosità nei confronti di RAL, delle sue uscite e dei nomi che si celavano dietro ogni 12”, così come abbiamo atteso con impazienza ciascuna delle sue tredici release. Se esiste una considerazione ineccepibile da fare, infatti, indipendentemente dal gusto soggettivo di ciascuno di noi, questa non può non sottolineare con il pennarello rosso quanto ciascuna release fosse circondata da un’aura di magia unica.
È proprio per questo che oggi siamo particolarmente lieti di ripercorrere alcune delle tappe più importanti della label di Luciano e Ricardo Villalobos, riascoltando insieme alcuni dei suoi brani più famosi e svelando, per chi non ha avuto modo di rintracciarle, alcune delle originals che sono state manipolate dai vari Rhadoo, Petre Inspirescu e Michel Cleis.
RAL 3017: É “ROSE ROUGE” DI ST. GERMAIN A SEGNARE LA VIA.
Non poteva essere che rosso fuoco “Rose 2 Red”, l’EP che dovrebbe aver visto Rhadoo e Luciano all’opera, rispettivamente sul lato A e sul lato B, per manipolare uno dei dischi più famosi del francese St. Germain, “Rose Rouge” – da “Tourist” (2000).
I BALCANI DI PEDRO E RHADOO, IL RAL 1002 È UN CLASSICO.
C’è lo zampino dei rumeni Petre Inspirescu e Rhadoo nel RAL 1002 che campionano, rispettivamente, “Suita Colinde Nai-Orga” di Gheorghe Zamfir e “Suită Din Țara Moților” di Dumitru Fărcaș per le loro bellissime “Flöte” e “Clarinette”.
CAETANO VELOSO E NINA SIMONE, È IL RAL 1001 DI LUCIANO A CAMBIARE LE CARTE IN TAVOLA.
Indubbiamente uno dei RAL più belli e amati di sempre, suonato ancora oggi dal alcuni dei big (tra cui il quotatissimo Motor City Drum Ensemble) più affezionati, il RAL 1001 di Luciano, con “Cae” e “Nin”, attinge a piene mani da alcuni dei lavori più noti del brasiliano Caetano Veloso (““Depois Que Ile Passar”) e Nina Simone (“Sinnerman”).
“LA TORTUGA” E “LA MEZCLA”, IL RAL 2004 DI MICHEL CLEIS È PIÙ DI UN BOOTLEG.
Punto più alto della carriera del “cadenzino” Michel Cleis, il RAL 2004 è stato indubbiamente l’EP più famoso dell’intero catalogo. Letteralmente consumato da Luciano – che ha suonato per mesi, indistintamente, sia “La Tortuga” che “La Mezcla” – l’introvabile bootleg arancione è finito, col dovuto ritardo, direttamente all’interno del catalogo di Cadenza. Chissà quanto ne sono stati felici Joe Arroyo e Totó La Momposina.
Il RAL 5015 DI MASS PROD: PAOLO CONTE, SVEN VÄTH E UNA FAMA SEMPRE CRESCENTE.
Suonato in lungo e in largo dal boss di Cocoon, specie se in after e col sole già alto, “Pao” è stato forse uno degli ultimi RAL a fare veramente “breccia” nelle borse degli appassionati. Il disco prodotto da un Mass Prod in rampa di lancio – di lì a poco sarebbero usciti “Bosconi Grooves” e “Paris, Texas EP”, due dei suoi lavori migliori – è un bellissimo omaggio a Paolo Conte.
BRIAN ENO, BJÖRK, FEIST E BOBBY MCFERRIN: C’È SPAZIO DAVVERO PER TUTTI.
Nel susseguirsi degli out, tutti rilasciati senza seguire un vero e proprio piano, gli artisti più disparati hanno avuto modo di pubblicare su RAL i proprio bootleg. È il caso, per esempio, di Lexdinamo che pubblica la sua “Dri” sulla label di Villalobos e Luciano (RAL 2008) dopo aver campionato “Drive” di Bobby McFerrin e dopo esser già “transitato” su Aux Rec; oppure di Dj W!ld, l’unico ad inserire all’interno della propria discografia ufficiale un RAL, il 4006. Infine, oltre a Ilario Alicante, che dovrebbe aver firmato il RAL 4010, è la volta di Luciano e di “Force Maker” di Brian Eno (RAL 6013) e di quello che può essere considerato a tutti gli effetti il disco più romantico della collana, il numero 5007. Qui è la volta dei campioni di “I See Who You Are” di Björk e di “Honey Honey” di Feist a trovare nuova, inaspettata linfa.