Dumbo Beat, al secolo Umberto Codicè, bolognese classe 1988, è quel tipo di persona che non ama particolarmente parlare di sé, ma che preferisce raccontare la sua storia attraverso un disco, piuttosto che articolando frasi composte e complesse. A domanda fatta risponde secco, senza giri di parole o periodi troppo lunghi: d’altro canto non è di lui che vuole parlare, ma della musica, quella che da oltre dieci anni lo porta a fare scelte mirate per riuscire a raggiungere il suo obiettivo: fare sì che diventi un mestiere vero e proprio. Chi è di Bologna è difficile che non lo conosca o che non lo abbia sentito suonare almeno una volta: da un’adolescenza passata tra Capannina, Kinki e Chalet delle Rose, ad un’età più adulta che lo vede calcare le consolle dei locali più famosi del capoluogo emiliano come il Cassero, il Link e il Laboratorio Crash, struttura di recente apertura che lo affascina e che rispecchia completamente la sua idea di club, Umberto ha sempre visto nella musica e nel suo modo di relazionarsi al mondo della notte, un motivo per crescere e stringere rapporti che vanno al di là della collaborazione lavorativa. Oggi lo troviamo nella nostra rubrica dei giovani talenti, pronti a scoprire attraverso brevi e concise frasi, i suoi quindici passi da gigante.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Purtroppo la memoria non mi è amica, non saprei definire un disco o un momento preciso. Sono sempre stato affascinato dalla forza con la quale la musica riesce a cambiare il mio umore e amplificare le mie emozioni.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
La musica è sempre stata parte integrante delle mie giornate. A cavallo del 2000 ho cominciato ad appassionarmi al mondo della notte, passando ore e ore nei club della Riviera. Ricordo con piacere gli insegnamenti ricevuti da Robby Joker dell’omonimo negozio “Joker”, dei ragazzi di MainStreet Records e del mitico Mauro del Disco Inn di Bologna. Nel 2009 alcuni eventi mi hanno portato a prendere in considerazione questa disciplina con più consapevolezza e dedizione. Sono sempre stato affascinato da certi tecnicismi da studio, ma onestamente non avevo mai preso in considerazione il fatto di accostare il mio lavoro di dj ad un progetto di produzioni. Mi sono trovato inaspettatamente a manovrare un campionatore di un amico per un periodo sufficiente a farmi cambiare idea a riguardo, da quel giorno la musica per me ha acquisito una gamma di colori notevolmente più ampia.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Tra il 2006 e il 2008 sentivo che la scena non viveva più dello stesso spirito degli anni precedenti, ma probabilmente è stata una mia fase personale. In quel periodo mi sono avvicinato maggiormente a progetti di grafica e visual.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Penso che questo momento sia molto importante, ho la fortuna di vivere assieme a molti amici un rapporto molto intenso con la musica.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Prendere aria dalla musica mi riesce molto difficile, il tempo che mi rimane lo passo da ormai dieci anni con Delia: la mia dolce metà, quella razionale.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Cerco di lavorare sodo per averne meno possibile.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Bobby McFerrin “Don’ t Worry Be Happy”
Gianni KG “Pole Pole (Porzione Massiccia Crew)”
Dj Gruff “Zero Stress” (Full Album)
Glenn Underground “Don’t You Ever Stop”
Franco Godi “Signor Rossi Theme (Viva La Felicità)”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Sinceramente non ho mai trovato troppo conforto nella lettura. Probabilmente perché la maggior parte dei testi che ho preso in considerazione sono di carattere psico-filosofico, dai quali ho raramente ricevuto insegnamenti utili. Novecento di Alessandro Baricco è la storia che non smetterà mai di commuovermi. Leggo biografie e diari di artisti del passato, ma sempre in quantità molto ridotta. Di recente mi diverto a guardare gli spettacoli del genio Alessandro Bergonzoni e consiglio di vedere almeno una volta nella vita “Carmelo Bene contro tutti” al Maurizio Costanzo Show, approfondire il personaggio non reca danni! Non mi stanco mai di rivedere tutta la filmografia di Terry Gilliam, “Convoy” di Sam Packinpah e il più recente “I Love Radio Rock”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Non mi sento di aver raggiunto particolari risultati artistici, perché al momento sono concentrato a migliorare costantemente la selezione del mio djset e le competenze in ambito di studio e produzione. Devo dire però che è da più di dieci anni che condivido la mia passione con le stesse persone, il che può sembrare scontato ma è una cosa a cui tengo molto, abbiamo tutti un idea comune in cui crediamo e sulla quale ci confrontiamo quotidianamente con molta trasparenza e fiducia. Sono molto felice di essere cresciuto in una città come Bologna, perché per me è fonte di massima ispirazione: mi ha insegnato l’importanza del messaggio di aggregazione che è insito nella musica e soprattutto come fare per tutelarlo. Questo messaggio infatti, può essere espresso in più forme che interagendo tra loro lo amplificano all’infinito.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Penso che sia uno strumento unico dal punto di vista storico, il suo potenziale è già stato dimostrato più volte e in più forme. Gestisco un blog che cataloga informazioni musicali dal 2010, come piattaforma uso WordPress che mi permette di inserire e gestire contenuti in maniera gratuita. Questo permette di creare canali di informazione indipendenti e facilmente rintracciabili. E’ ovviamente un’opportunità, ma usato nella maniera sbagliata può diventare la peggior ghigliottina.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Qui a Bologna sono stimolato ogni giorno da decine di amici e appassionati. A fine 2014 abbiamo fondato un nuovo collettivo che coinvolge artisti provenienti da più discipline, il nome del crew è Homequest. Abbiamo rilasciato il primo album su “Robsoul Jazz” lo scorso 21 Agosto e stiamo lavorando a nuove produzioni per l’etichetta di Phil Weeks, ma anche materiale che uscirà dai nostri canali. Assieme a DJ P!STA, Jackie e DJ Cream, portiamo avanti dal 2013 l’etichetta 320KB Music, con la quale abbiamo prodotto cinque EP di Tommy Vicari Jnr, produttore e ottimo dj di Sheffield; SP12 che raccoglie quattro vecchi lavori di Ivan Iacobucci da noi editati; un EP di Enrico Mantini, storico produttore di UMM, con il suo alias Deep Choice già utilizzato in due uscite su MBG Records durante gli anni ’90; abbiamo in previsione per la prossima uscita un album suddiviso in più parti con lavori inediti di Ricky Montanari, conosciuto anche dalle nuove generazioni per i suoi lavori su Antima assieme a Moz-Art. Da qualche anno mi confronto artisticamente con DJ P!STA con il quale porto avanti NUDGE. Progetto che nasce con lo scopo di ricercare e rielaborare vecchi lavori dimenticati, prevalentemente appartenenti all’old school italiana, ma anche produzioni originali di house e hiphop, come i cinque volumi che abbiamo rilasciato con P!STA Records quest’anno. Con DJ Cream e Jackie stiamo lavorando nei vecchi studi della Irma Records con Ohm Guru e rilasciamo produzioni con l’etichetta digitale DAT Tools. Le persone con le quali ho più affinità sono l’amico Gianmarco Orsini, Mattia Trani dell’etichetta Pushmaster e tutta la crew di WAREHOUSE, Nicola Forni aka Grienkho, con il quale condivido piacevolmente giornate di malattia musicale negli studi del Kitchen Studio, l’illuminante Alessandro “Gaja”, il dj tedesco Junger, del crew “Lize” di Berlino e sicuramente “Riccio”, uno dei rappresentanti storici della scena locale, molto rispettato anche all’estero.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
La mia routine è periodicamente travolta da situazioni assurde, non saprei veramente da dove cominciare per raccontarvene una.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Mi dà fastidio quando la prerogativa non è la musica, ma questo non succede solo in Italia.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Mi piacerebbe continuare a fare quello che sto facendo per più tempo possibile.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.