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[tab title=”Italiano”]Si parla di letteratura di viaggio, di road movie o reportage fotografici ispirati al tema. E poi c’è l’ultimo album di Swindle “Peace, Love & Music”, uscito il 25 settembre per la Butterz, che esprime tutto questo, ma attraverso la musica. Un viaggio che attraversa quattro continenti e finisce, con “Sing Like You’re Winning”, nelle braccia del gruppo di musicisti che lo stanno accompagnando nei suoi live in giro per il mondo (Terri Walker, Joel Culpepper, Jay Wilcox e il padre stesso di Swindle). In questo percorso si addensano incontri con artisti e crew provenienti da diverse città del mondo: Denver, Los Angeles, Tokyo, Shangai, Cape Town, Amsterdam, Glasgow, Londra, Bristol, ecc. Esperienze che danno vita a disparate sfumature di bass music, legate tutte dallo stesso filo conduttore: l’eccellenza. Durante questo tour mondiale di presentazione dell’album, Swindle ha fatto tappa anche a Milano e abbiamo scambiato due chiacchiere con lui prima del suo live, il 2 ottobre scorso al Leoncavallo. Ecco cosa ci ha raccontato.
Hai auto-prodotto nel 2007 il tuo primo album “Curriculum Vitae”, nel 2013 hai pubblicato il tuo secondo album “Long Live The Jazz” per la Deep Medi Musik di Mala. Cosa significa pubblicare il tuo terzo album per la Butterz?
In un certo qual modo significa tornare a casa perché la Butterz, sia come collettivo, che come etichetta, è una realtà di cui ho fatto parte sin dagli esordi. Tornare a pubblicare dischi con questi ragazzi è stato un processo molto naturale per me.
Sì, effettivamente la Butterz ha un roaster di artisti molto ristretto: tu, Elijah and Skilliam, Royal T e Flava D. Come si è creata questa crew?
L’idea iniziale è stata quella di creare una piattaforma comune che permettesse a dei singoli artisti di diffondere più facilmente la loro musica e spiccare il volo. É stato un modo per mettere insieme le forze e supportarci a vicenda. Il tutto è iniziato così. Terror Danjah mi ha presentato Elijah (NdR uno dei due fondatori della Butterz Record) nel 2007. E qui ritorniamo ai tempi di Messenger. Ai tempi in cui ci mandavamo le canzoni attraverso MSN! Infatti, quando abbiamo cominciato a suonare nei locali e fare cose assieme, all’inizio non ci sembrava vero, avevamo passato così tanto tempo a comunicare tra noi solamente attraverso la rete. Sai com’è, non ci eravamo mai incontrati di persona nella vita reale perché ognuno faceva le canzoni a casa propria, le mandava agli altri e si ascoltavano molto le radio. E poi è iniziato tutto.
Tornando a parlare dell’album. Tra i featuring presenti in “Peace, Love & Music” c’è quello con Flowdan e i Mungo’s Hi-Fi, insieme nella traccia “Global Dance”. Che cosa ti ha spinto a collaborare con questi artisti?
Ho composto quella traccia nello studio dei Mungo’s Hi Fi mentre mi trovavo a Glasgow e sapevo che loro desideravano da anni collaborare con Flowdan… gliel’ho sentito dire un sacco di volte! Così, sapendo questa cosa, sono andato da Flowdan e, senza farlo sapere ai Mungo’s Hi Fi, gli ho proposto la canzone. In un certo qual modo questa collaborazione è nata per fare contenti i Mungo’s Hi Fi e perché in ogni caso sarebbe stata la cosa migliore per l’album.
Molte delle tracce del tuo album prendono i nomi di diverse città. Qual è la tua città preferita nel mondo e perché?
É difficile dare una risposta a questa domanda perché sono stato in un sacco di città magnifiche! Allo stesso tempo è troppo facile dire Londra perché è casa mia. Dico sempre che Londra è una delle città migliori perché sono di lì e perché sono molto orgoglioso di quello che Londra ha fatto per il mondo. Però è veramente difficile poter dare un giudizio, sono stato in tantissime città diverse. Ad esempio, domani potrei dire Milano. Sicuramente l’Italia è uno dei miei paesi preferiti in Europa. Insomma, dipende. Mi piacciono posti diversi per ragioni differenti.
Sei stato molto in tour in quest’ultimo periodo. Qual è stato il party migliore in cui ti sei esibito fino ad ora?
DBS a Tokyo, in un club di nome “Unit”. Penso che sia il party più sbalorditivo in cui io mi sia mai esibito. Ogni volta che suono in Giappone funziona tutto alla grande: si crea sempre una sinergia perfetta tra la mia performance e il pubblico.
Usi molte tastiere e il pianoforte nelle tue produzioni. Qual è la connessione tra questi strumenti e lo stile della tua musica?
Ho cominciato a produrre la mia musica con il pianoforte, ma la mia carriera è cominciata con il grime perché è il suono della mia generazione. Non avrei potuto fare altro. Le tastiere e il pianoforte sono due strumenti che ho sempre suonato fin da piccolo.
Quali sono stati gli artisti che hanno maggiormente influenzato la tua carriera musicale?
La mia musica è un mix di musica elettronica britannica, garage e molta old school drum and bass. Quindi, sicuramente artisti come Ronie Size e Dillinja. Dall’altra parte ci sono anche molte influenze funk, jazz e jazz-fusion, e da questo punto di vista musicisti come Herbie Hancock e Jeff Lorber.
Che cosa pensi della scena della bass music fuori dal Regno Unito?
É semplicemente fantastica. Ed è proprio il fatto di esserne rimasto impressionato che mi ha convinto a fare quest’album. Ho scoperto che in ogni paese e in ogni città del mondo c’è un collettivo di persone che cercano di proporre qualcosa di nuovo, il che è molto stimolante. E a mio avviso è proprio la presenza di culture e background differenti che fa bene alla musica perché ognuno parte da prospettive, attitudini e basi diverse, ma le intenzioni musicali sono le stesse. Trovo tutto questo eccezionale.
C’è qualche producer italiano di musica elettronica che ti piace in particolare?
Probabilmente molti! Di dov’è Clap! Clap!?
È italiano!
Lui è il mio preferito! Ho suonato con lui in Svizzera. L’ho incontrato lì e ho amato il suo dj-set. Un giorno vorrei fare un remix di una sua traccia. Mi hai fatto venire in mente ora che ne abbiamo parlato l’ultima volta!
Cosa fai quando hai bisogno di un’ispirazione per comporre una nuova traccia?
Faccio musica. La vita è un’ispirazione. Faccio musica ogni giorno che posso. Ogni cosa m’ispira.
Quali sono le tue altre passioni oltre alla musica?
Ho consacrato la mia vita alla musica, ma amo anche cucinare. Sai, cucinare è un po’ come creare. Penso che molti compositori amino cucinare perché è un po’ come fare musica, il processo è molto simile: aggiungi un ingrediente, lo mischi agli altri, lo lavori e il risultato finale è un prodotto che puoi gustare.
Hai altri grossi progetti dopo questo grosso album?
Lo spero. Questo album mi ha preso tre anni…quindi c’è tempo![/tab]
[tab title=”English”]We talk about travel literature, road movies and photo reports inspired by the theme. And then there’s “Love, Peace & Music”, the last Swindle’s album released on 25 September on Butterz Record. A masterpiece that expresses all these concepts through music. A journey crossing four continents that ends with “Sing Like You’re winning”, back in the arms of Swindle’s live band: Terri Walker, Joel Culpepper, Jay Wilcox and his own dad. On his path Swindle meets artists and crews from all around the world: Denver, Los Angeles, Tokyo, Shangai, Cape Town, Amsterdam, Glasgow, London, Bristol, etc. An experience that gives rise to different forms of bass music, linked together by the same common thread: excellence. During his world tour, Swindle has also stopped in Milan and we had a chat with him before his live at Leoncavallo. Here’s what he told us.
You have self released in 2007 your first album “Curriculum Vitae” and in 2013 “Long live the Jazz” on Mala’s Deep Medi. What does it mean to you to release your third album on Butterz?
It means coming home to an extent because Butterz, as a collective and record label, it’s something I’ve been really involved in the start. So going back to release with these guys was really natural for me.
Butterz label has a really limited roster of artists: you, Elijah and Skilliam, Royal T and Flava D. How did you come together as crew?
When it started, we all came together as individuals who all did something different but needed the platform to fly off, a way to spread out music. So it was just a kind of a health coverage, and that’s how we started. Terror Danjah introduced me to Elijah in 2007. So it goes back some years to Msn. From sending tunes on Msn! When we first started going to the shows and stuff, we used this as a joke because for a long time we only have spoken on Internet. We never, like, saw each other in the real life. Make tunes at home, send them, listen to radio. And then it started.
Among the other artists, you have Flowdan & Mungo’s Hifi as features on the track “Global Dance”. What was it made you want them on the album?
Well Mungo’s hifi because I made that particular track in their studio whilst I was in Glasgow and I knew that they always wanted to work with Flowdan, I’ve overheard them saying it. So without them knowing it, I went and got Flowdan on the track and then played them. So in a way it was to make them happy and just because it was the best thing for the music.
Many of the tracks of your album feature cities’ name. What’s your favourite city in the world and why?
Ahhh it’s difficult because it’s impossible to say ‘cause I’ve been to so many amazing cities, but it’s easy to say London because it’s my home. So, I always say London is the greatest city in the world ‘cause I’m from there, you know, and I’m really proud of what London have done for the world, but I’ve been to so many amazing cities, it’s really difficult to say. Tomorrow I may say Milan. I’ve been to Milan a few times over the years. Italy is one of my favourite countries in Europe. So, it depends, I like different places for different things.
You have been touring a lot since now. Which is the best party you’ve ever played since now?
EBS in Tokyo in a club call “Unit”. It’s the wildest party in the world. Every time I play in Japan, it just works, what I do and how they are, it’s a match.
You use a lot of keyboards and piano in your tracks. How do these instruments are connected with your style of music?
I started playing my music with piano, but my career started with grime because that’s the sound of my generation. Keyboard and piano it’s just something I’ve been always playing with.
Who would you say were some of your key influences on the music you are making now?
It’s a mix between British electronic music, a lot of old school drum and bass and garage. People like Ronnie Size, Dillinja. And then also a lot of funk, jazz, jazz fusion. People like Herbie Hancock and Jeff Lorber.
What do you think about the bass music scene coming from outside the Uk?
It’s great and that’s what I was really exposed to, and that’s what made me wanna making this album, it’s because I’ve just found that in every country, every town there is a collective of people trying to push something new forward, which is exciting. And when people do that in such different environment it’s good for the music because everybody is speaking from a different base, so the music has a different attitude but the same intention, which I love.
Is there any Italian electronic producer that you like?
Probably loads. Where’s Clap Clap from? That’s my boy!
He’s from Italy!
Yeas, Clap! Clap! I’ve played with him in Switzerland. I met him there performing and I’ve really really liked his dj-set. I want to do a remix oneday actually. I forgot! We spoke about it!
What do you when you you need inspiration for a new track?
Make music. Life is an inspiration. I play with music everyday that I can. Yeah, everything is inspiring to me.
What are your other passions beside music?
I’ve devoted my life to music. I like to cook as well. Cooking is also creating, you know. I think that loads of people that create love to cook ‘cause is similar to make music: you add an ingredient, you mix and you work on it. And then, at the end, you have something that you can taste.
Do you have any other big project in the pipeline in the near future?
I hope so. This album took me three years so…I have time.[/tab]
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