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[tab title=”Italiano”]Lo ammettiamo, avevamo quasi perso le speranze; abbiamo inseguito a lungo Joris Voorn tra i suoi mille impegni quali tour, sessioni in studio e indisponibilità varie. Finalmente beccato a godersi qualche giorno di relax ha ripagato la nostra attesa concedendosi per una lunga chiacchierata dove ci racconta il suo punto di vista in maniera sincera e leale. Un tutto tondo di argomenti che lo riguardano e alcune dritte su come muoversi nel music business odierno date con la giusta autorevolezza di chi ne fa parte da quasi un ventennio ed ha vissuto in prima persona la nascita di una nuova figura, il dj/producer. Ovviamente non mancano considerazioni sul Fabric 83 che ha pubblicato pochi mesi fa, insomma argomenti interessanti ce ne sono. Segue.
Sappiamo che sei appena rientrato da un lungo ed intenso tour americano, New York, Illinois, Florida, Canada, come è andata? Novità da quelle parti?
Il mio tour americano è andato bene, molto soddisfatto di come sono andate le cose a New York, Miami e anche Toronto è stato davvero bello. Solitamente preferisco suonare nei club ma questa volta ho trascorso li il week-end di halloween ed ho avuto l’opportunità di presenziare in festival dalla grande affluenza dove solitamente c’è molta più attenzione per il mainstream, è stata quasi una sfida. Accostati alla main area ci sono dei piccoli techno stage quindi è tutto molto diverso e difficile da gestire rispetto ai festival europei in cui suono di solito come Monegros o Awakenings, ma è stato comunque molto divertente.
Come già accennavi ci sono delle differenze con le date che hai qui in europa, il divario tra i due continenti rimane solo idealismo legato al passato o musicalmente siamo ancora ben divisi?
Si penso di si, ci sono delle differenze ma con il tempo si stanno colmando. Importanti show e ottimi festival nati come mainstream stanno aprendo le loro line up ad artisti e sonorità più underground che il pubblico inizia pian piano ad apprezzare, ovviamente non come in Europa dove queste sono molto più affermate. Qualcosa cambierà nel prossimo futuro.
Musicalmente?
Musicalmente c’è approccio particolare dei dj europei che è molto divertente: in tanti cercano di ragionare sul tipo di sound che il pubblico in quella determinata area si aspetta ed è solito ascoltare. Ad esempio non è un segreto che al Movement molti propongono vecchie tracce della “Techno Detroit” e questo secondo me è un errore. Il pubblico viene li per ascoltare quello che tu hai da proporre, quello che suoni solitamente e non delle vecchie tracce che i più giovani non conoscono e forse neanche apprezzano.
Partiamo da una mia affermazione: in questi ultimi dieci anni la vita del dj internazionale si è un po standardizzata musicalmente; mi spiego, ovunque oggi sanno chi è Joris Voorn, magari ascoltano su Mixcloud o SoundCloud un tuo recente mix o guardano un tuo video su YouTube e prima di ascoltarti live hanno già un idea su cosa aspettarsi, questo per te è un bene o limita la tua espressione artistica dentro determinati confini di stile?
Credo tu abbia ragione, negli ultimi anni internet ha portato un netto cambiamento, spesso è anche un mezzo difficile da gestire che ci pone sempre nuove sfide. Oggi è molto più facile registrare un mix in studio o un live set e renderlo disponibile al pubblico che può fruirne tranquillamente quando e come vuole, illimitatamente, questo rende difficile trovare di volta in volta tracce nuove ed eccitanti che nessuno abbia mai ascoltato prima; a questo si aggiunge un secondo problema costituito dalla quantità illimitata di musica che oggi puoi avere sempre con te, in passato avevi dei limiti e quindi conoscevi meglio l’andamento e la qualità di ogni traccia.
Tutto questo rischia di rendere i dj set poco emozionanti?
C’è questo rischio, come ti dicevo ho moltissima musica nel mio pc e spesso non so di cosa si tratta, non riesco ad ascoltare tutto, a dargli la giusta chance. Questo mi porta ad avere buone tracce che magari non conosco benissimo, non so come si sviluppano o con quale traccia potrei abbinarle, non ho feedback. Cerco di selezionare quelle le migliori le più emozionanti che so quando proporre, sai, oggi è una sfida costruire un buon dj set.
Dopo averci raccontato del tuo ultimo tour americano torniamo dalle nostre parti, cosa ne pensi del clubbing nel nostro paese?
Penso che ci sia molta energia da quelle parti, un ottima scena e molte location interessanti. Non vengo spesso in Italia ma amo il pubblico sempre caldo e appassionato in questo lo trovo molto simile a quello spagnolo, da entrambi ottengo sempre molta energia e riesco ad esprimermi al meglio.
Sappiamo bene come loop e campioni siano da te sfruttati nei live set e come mischiandoli riesci a creare nuove tracce di volta in volta direttamente on-stage, questa è da sempre una tua caratteristica. Continua a divertirti? Ti rende libero di esprimerti al meglio?
Si mi piace particolarmente, ho il mio laptop on stage dove utilizzo Traktor in internal sync così non ho problemi con i vari bpm delle tracce e riesco a focalizzarmi meglio nella selezione e nei missaggi che ritengo molto importanti, in grado di fare la differenza in un dj set. Questo set up mi permette anche di giocare molto con i tool, di miscelare e creare di volta in volta cose nuove attingendo da varie tracce. A dire il vero non sempre nuove, delle combinazioni che risultano particolarmente interessanti le ripropongo spesso ma si, questo è il miglior modo per esibirmi
Hai creato nella stessa maniera il Fabric 83 uscito pochi mesi fa.
Si, anche se con un approccio diverso. Ho mixato la compilation in studio, sul mio computer, utilizzando Ableton e non Traktor, un lavoro molto più complesso, impensabile poterlo riproporre live. Se qualcuno mi chiedesse di fare dal vivo una performance simile alla compilation direi di no, sarebbe impossibile.
Come hai scelto le tracce? E’ stato un lavoro lungo e impegnativo?
Sostanzialmente ho cercato le migliori tracce tra promo e musica che avevo acquistato nell’ultimo anno, ho creato una playlist in iTunes e da li ho iniziato a riflettere su come scomporle e ricomporle. Mi chiedevo, questo loop come posso utilizzarlo? Ho estrapolato qualcosa da ognuna di esse, beat, break, intro e pian piano le inserivo in Ableton iniziando a sovrapporle. Un lavoro strutturato, sistematico e molto impegnativo, posso assicurarti che è stato dieci volte più impegnativo di un semplice podcast, un modo insolito di creare una compilation in cui devi essere particolarmente concentrato sul risultato.
Soddisfatto?
Si sono molto soddisfatto. Sai quando lavori così a lungo su un progetto è difficile essere obbiettivi come chi ascolta dall’esterno, forse riascoltandola tra qualche mese troverò qualcosa che non mi convince. Sono comunque certo che tecnicamente sia molto valida, ci sono dei mix al suo interno molto, molto pregevoli.
Continuando ad analizzare questo 2015 che sta per concludersi non possiamo tralasciare La Familia il party ibizenco ideato da te e Nic Fanciulli.
La Familia è davvero speciale per noi, abbiamo deciso di chiamarlo così perché vogliamo condividerlo con i nostri amici, io e Nic scegliamo le line up e conosciamo personalmente tutti i dj che invitiamo, l’atmosfera che si crea è sorprendente. Un party molto intimo, 3.500/4000 persone, molti amici sono direttamente con noi on stage, molti addetti ai lavori ci raggiungono per divertirsi, abbiamo l’opportunità di conoscere i nostri fans e di proporre il nostro sound senza problemi, sono molto felice per come si sta sviluppando negli anni
Focalizziamoci un attimo su Ibiza: è ormai notizia ufficiale che l’Ushuaïa dal 2017 assorbirà nel suo gruppo anche lo Space. Sono locali che per te significano molto e con cui collabori da diversi anni, cambieranno gli equilibri dell’isola o rimarranno due identità distinte e separate? La tua reazione quando hai appreso la notizia qual’è stata?
Effettivamente è una cosa di cui tutti parlano, nel 2016 avremo l’ultima occasione di visitare lo Space così come lo conosciamo da moltissimi anni, questo è certo. Ma esattamente non ho idea di cosa possa succedere nel 2017, nessuno degli interessati da informazioni a riguardo.
Un segreto…
Si, sinceramente è un segreto che nessuno vuole svelare. L’Ushuaïa ha rilevato lo Space questo è certo, molti dicono che lo demoliranno per creare qualcosa di nuovo, probabile. Altrettanto plausibile è la condivisione delle line-up quasi fosse un unico grande club; secondo me questa è una soluzione molto valida e di facile realizzazione, ma ripeto, è solo una mia opinione.
Parlando di Ibiza, della moderna almeno, subito pensiamo a main stage a blasonate residenze estive e party in cui “bisogna esserci” un cocktail che oggi è fondamentale per far parte del music business meno underground e più redditizio; tu hai tutto questo ma ci sei arrivato per gradi partendo come semplice dj, trasformandoti in producer e creando due etichette. C’è ancora modo di affermarsi con la passione senza essere dei buoni manager di se stessi? Senza qualcuno che curi i tuoi interessi che ti aiuti a “farti notare”?
Questa è davvero una bella domanda, onestamente non penso ci sia una risposta definitiva. Io sono nato come dj poi ho iniziato a produrre quando eravamo ancora in pochi a fare entrambe le cose, il dj non era producer il producer non era dj. Grazie a questo ho subito avuto l’opportunità di farmi notare attraverso la musica che producevo e, grazie ad essa, ho ottenuto le prime date in cui ho avuto modo di migliorare le mie abilità e, da li, costruire una carriera solida passo dopo passo. Oggi invece è molto più complesso farsi riconoscere tra tanti, tutti fanno musica, se sei famoso puoi fare musica se non sei famoso puoi fare musica.
Quindi è più difficile scovare producer o dj interessanti…
Si lo è, ma il problema maggiore è trovare qualcuno che abbia talento perché, si tutti possono produrre, ma in pochi sono bravi. Oggi produrre musica di media qualità non serve a nulla e credimi, solo una piccola percentuale di quella che ascolto è effettivamente valida, quindi se hai vero talento hai ancora delle chance per farti notare. Aggiungo che se hai talento inizialmente non hai bisogno di nessun manager che curi i tuoi interessi.
No?
No, non penso, non necessariamente. Penso sia utile solo per chi è già abbastanza famoso, per iniziare basta essere creativi e cercare di produrre la propria musica ma non fraintendermi, un management può aiutarti facendo ascoltare le tue produzioni alle persone giuste e promuoverti un po, poi sta a te e al tuo talento fare il resto.
Come già accennato hai anche due label, Rejected e Green, cosa le accomuna e cosa le divide? Le segui personalmente?
Entrambe le label sono gestite da me e Edwin Oosterwal, un amico di lunga data. Scegliamo la musica insieme, spesso è lui ad ascoltare la maggioranza dei demo che ci inviano; ne riceviamo davvero molti da producer dj o semplicemente amici, anche già affermati. Green è musicalmente più orientata verso la deep ha sonorità più melodiche e non vincolate al dancefloor, invece per Rejected ci piace sceglier musica che funzioni in pista non importa sia house o più techno la cosa importante è che faccia ballare.
Proprio su Green è uscito da meno di un anno “Nobody Knows”, ha avuto i feedback che ti aspettavi? Stai già pensando ad un nuovo LP, nuove uscite o per il momento ti concentri su altro?
Penso proprio di si, i feedback sono stati molto buoni. Sicuramente un album diverso da quelli che ho pubblicato in precedenza: contiene davvero musica insolita per me con sonorità più intime e calde, particolarmente diverse da quelle che propongo in posti tipo l’Italia. Interessante è stata la reazione dei miei fans che hanno supportato l’album nonostante il sound inconsueto, sono stato molto felice nel riscontrarla. Sto lavorando ad una serie di 12 inch con sonorità più adatte alla pista e pensando ad un nuovo album, una via di mezzo tra “Nobody Knows” e le mie vecchie produzioni ma ancora nessuno sa cosa ne verrà fuori.
Partendo da questo tuo post pubblicato subito dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi, non posso non chiederti un commento a riguardo. Tutta la libertà e la voglia di frequentare club, concerti e vivere una vita libera deve rimanere, in breve, lo spettacolo deve andare avanti? Tu cosa hai scelto di fare?
Sai, cerco sempre di non introdurre concetti politici nella musica che produco e in quella che propongo nei club, provo ad essere chiaro in questo, provo a rispettare tutti e pretendo che gli altri mi rispettino; detto questo trovo che gli attacchi del 13 novembre a Parigi siano molto gravi sopratutto nei confronti di quello che noi tutti rappresentiamo per questo mondo e ancor di più per la nostra libertà. Certamente sono stati attacchi politici ma hanno accuratamente scelto gli obbiettivi migliori per colpire anche il nostro vivere da occidentali, noi non dobbiamo e non possiamo modificare il nostro stile di vita a seguito di questi. Scrivere quel post su Facebook è stato molto difficile, avevo una data a Parigi il weekend successivo a quello degli attacchi, ed ero indeciso su cosa fare, riflettevo: il pubblico voleva la mia esibizione, voleva che io andassi li a dimostrare che la vita continua mentre io ragionavo sulle persone che erano scomparse su chi stava male e mi chiedevo se fosse stato poco rispettoso nei loro confronti confermare lo show. Come sai vivendo da dj siamo abituati a portare felicità e divertimento nella vita delle persone, a volte è più complesso riuscirci e bisogna pensare a quanto possiamo essere utili per regalare loro spensieratezza e positività. Come avevo scritto in chiusura del post “let the music speak.” ci aiuterà a rialzarci.
Il 20 novembre attraverso un comunicato del club dove Joris avrebbe dovuto suonare, rivolto ai suoi fans parigini, ha annunciato che “svolgere una data nella stessa città in cui esattamente 7 giorni e 2 ore prima 89 persone venivano uccise in un club è qualcosa che io non posso fare.”[/tab]
[tab title=”English”]Honestly, we had almost lost hope. We’ve been chasing for a long time Joris Voorn among its many commitments such as tours, studio sessions and unavailability. Finally got to enjoy a few relaxing days has paid off our wait for indulging a long talk where he tells us his view in a sincere and loyal way. A round of topics that concern him and some tips on how to get around in the music business today’s date with the right authority from who is part since almost twenty years and has experienced first-hand the birth of a new figure: the dj/producer. Obviously there are considerations for Fabric 83 that was published a few months ago. I mean there are interesting topics. Follows.
We know you’re just back from a long and intense American tour, New York, Illinois, Florida, Canada, how did it go? News from over there?
My American tour was well, very pleased with how things went in New York, Miami and also Toronto was really nice. Actually I prefer to play in clubs but this time I spent there the weekend of Halloween so had the opportunity to participate in some Festivals and because of the large turnout of them, there’s usually a lot more attention to the mainstream, it was almost a challenge. Combined with the main area there are small techno stage, so everything is very different and difficult to manage in respect to European festivals where I play, like Monegros or Awakenings, but it was still a lot of fun.
As you mentioned already there are differences with the dates that you have here in Europe. The gap between the two continents is just idealism associated with the past or, musically speaking, we are still divided?
Well, yes, there are still some differences but I think they are just disappearing. Great shows, as mainstream festivals, are opening their line-up to more and more underground sounds and artists, that audience begins to appreciate. Obviously not as in Europe, where these are much more successful. Something will change for sure in the near future.
And what about the music?
Musically there’s a particular approach of european djs which is very funny: many artists are trying to think about the type of sound that the audience in that area is expected from them and want to listen. For example, it’s not a secret that at the Movement many djs are even now offering old tracks of “Detroit Techno” and i personally think it’s just a mistake. The audience is there to hear new sound from you, and not some old tracks that younger people don’t know and perhaps even appreciate.
Let’s start with a statement: over the past ten years the life of international dj has been standardized, musically speaking. Anywhere today people knows who is Joris Voorn, they can listen on SoundCloud or Mixcloud your recently mix or watch one of your videos on You Tube, so they could hear your music before live events. They already have an idea on what to expect from you. This is good for you or do you think this could be a limit for your artistic expression, like to be within certain boundaries of style?
I think you’re right: in recent years internet has brought a distinct change, it’s often a difficult medium that presents us with new challenges. Today it is much easier to record a studio mix or a live set and make it available to the public who can benefit from it safely when and how wants, no limits; this just makes difficult to find from time to time new and exciting tracks that nobody has ever heard. Moreover, another problem consists of the unlimited amount of music that today you can have with you, in the past you had some limits and because of them you knew better the performance and quality of each track.
From your previous point of view, it could be easy to stumble upon that and so to make lesser exciting dj set?
There is that risk, as I said, I have a lot of music on my laptop and often don’t know what it is, I can’t listen to everything, to give to each track the right chance. This leads me to have hidden good tracks that I still ignore, I don’t know them, neither how they play or which track I could match with them, I can’t have any feedback. I always try to select the best ones, the most exciting that I then propose. You know, today is a challenge to build a good dj set.
After telling us of your last U.S. tour, let’s go back in our country, what do you think of clubbing in Italy?
There is a lot of energy out there, a great scene and many interesting locations. I don’t come often in Italy, but I love the warm and passionate audience in that way I find italian clubbers very similar to spanish. Every time I get a lot of energy from you, and I express myself better.
We are well aware that loops and samples are used by you in the live set and how you can create new mixing tracks from time to time directly on-stage, this is your feature. Is still working for you? Makes you free to express yourself?
I really like to play in this way. I have my laptop on stage where I use Traktor in internal sync, so I have no problems with various bpm of tracks and I can focus better in selecting and mixing tracks; consider that very important, able to make a difference in a dj set. This set up also allows me to play a lot with the tools, to mix and create new things each time, drawing on various tracks. To tell the truth, they are not always new combinations, sometimes i play again the most interesting, this is my best way to perform.
You created in the same way the Fabric 83, which came out a few months ago.
Yes, however there was a different approach. I mixed the compilation in my studio, on my computer, using Ableton and not Traktor, so a much more complex job, unthinkable to reproduce live. If someone asked me to do a live performance similar to the compilation, I would say no, it could not be possible.
How did you choose the tracks? It’s been a long and challenging job?
Basically I tried the best promo tracks and music that I had purchased in the last year. I created a playlist in iTunes and then started to think about how to scramble and recompose. I was wondering, this loop how can I use it? I have taken something from each of them, beat, break, intro and slowly inserted in Ableton starting to overlap them. A structured, systematic and very hard work, I can guarantee that it was ten times more challenging than just a podcast, an unusual way to create a compilation where you have to be particularly focused on the outcome.
Are you satisfied?
I’m very very satisfied. You know, when you work so long on a project is difficult to be objective as the outsiders, maybe in the future i’ll find something that doesn’t convince me. I’m still sure that technically it is very valid, there are mix inside much valuable.
Continuing to analyze this 2015 that is almost closed, we cannot leave without talking about the Ibiza party “La Familia” hosted by you and Nic Fanciulli.
Right. “La Familia” is very special for us, we decided to call it that because we want to share it with our friends. Nic and I choose the line up and we personally know all DJs who we invite, the atmosphere that was created is amazing. An intimate party, 3500/4000 people, where many friends are directly with us on stage, many professionals come to have fun, we get to know our fans and our sound smoothly. I’m very happy with the way it is developing.
Let us focus for a moment on Ibiza: it’s official that the Ushuaïa, starting from 2017, will absorb the Space in its group. Both of them are much significant for you, will this happening change the balance of the island or do you think they will remain two separate and distinct identities? What was your reaction when you heard about that news?
Actually it’s something that everybody talks about, in 2016 we will have the last opportunity to visit the Space, as we know it for many years, that’s for sure. But i have no exactly idea what can happen in 2017, none of the affected with info about it.
It’s a secret?
Yep, it is a secret that no one wants to reveal. The Ushuaïa has detected the Space, and that’s for sure, many say they’ve condemned him to create something new, probably! Or maybe they will share their line-up almost like one big club; I think this is very effective and easy to implement, but then again, it’s just my personal opinion.
Speaking of Ibiza, at least for the modern, we usually just refer to main stages, famous summer residencies and party where “you have to be” to join the music business less underground and more profitable; you had all of this, but you got there step by step, starting as a simple dj and then becoming producer and finally owner of two labels. Is there still no way to assert itself with passion without being a good manager of themselves? I mean, without someone who cure your interests and help you to “get noticed”?
This is a really good question, I honestly don’t think there’s a definitive answer. I was born as a dj, then I started to produce music, when we were just few to do both activities. The dj was not a producer, the producer was not a dj. Thanks to this I immediately had the opportunity to get noticed through music that i produced, and thanks to it, I got the first gig in which i was able to improve my skills and, from there, building a solid career day by day. Today, however, is much more complex to be recognized among many, everybody make music. If you’re famous you can make music, if you’re not famous you can make music.
So it’s harder to discover interesting producers or djs.
Yes it is, but the biggest problem is to find someone who has talent, anybody can produce music, but very few persons are good. Today to produce medium-quality music is useless and believe me, only a small percentage of what I listen is actually valid, so if you have real talent you still have chance to get noticed. I would add that, if you have talent initially you don’t need manager that cures your interests.
Are you sure?
Yes, at the beginning it is not necessary. I think it’s only useful for those who are already famous enough. To start you have to be just creative and try to produce your own music, but don’t get me wrong, a management can help you and your production to reach the right people and raising you a bit, then it’s up to you and your talent to do the rest.
As already mentioned you also have two labels: Rejected and Green. What they have in common? Do you follow them personally?
Both labels are running by me and Edwin Oosterwal, a longtime friend. We choose the music together, he’s often listening to the majority who send us demos; We get a lot from producer, dj or just friends, already established. Green is the most musically oriented towards the deep sounds more melodic and has not forced for the dance floor, about Rejected we like choose music that features on dance floor no matter whether house or techno.
“Nobody Knows” was released through Green less than a year ago. It has had feedback that you expected? Are you already thinking about a new LP, new releases or by the time you focus on something more?
The ratings were very good. Definitely a different album from what I produced earlier: contains music really unusual for me with the most intimate and warm sound, particularly different from those that I usually play in places like Italy. Interesting was the reaction of my fans who have supported the album despite the unusual sound. I was so happy. I’m working on a series of 12 inch with sounds more suited to the dance floor and thinking about a new album, a cross between “Nobody Knows” and my old productions, but still nobody knows what will come from it.
Starting from this post published shortly after the attacks of the 13 November in Paris, I have to ask you a comment about it. All the freedom and the desire to go to clubs, concerts and live a free life must remain, in short, the show must go on? What do you choose to do?
You know, I always try not to introduce political concepts in music that I produce and in what I propose in the clubs. I try to be clear on this, I try to respect all as i pretend that others respect me. Having said that, I find the 13 november attacks in Paris very serious and dangerous, especially towards what we all stand for, this world and even more for our freedom. Certainly it has been a political attacks, but they have carefully chosen the best targets to hit our lifestyle as Westerners, we should not and we can not change our life as a result of these events. Write that post on Facebook was very difficult, I had a gig in Paris the weekend following the attacks, and I was torn about what to do. I thought: the audience wants my performance, wants me to go to show them that life goes on, and I also thought about the people who disappeared, about who was sick and I was wondering if it could be disrespectful to confirm the show. As you know, living the dj lifestyle, we are used to bring happiness and joy to people’s lives, it is sometimes more difficult to do that and you have to think about how we can be helpful to give them cheerfulness and positivity. “Let the music speak” will help us to rise again.
On november 20, through a club statement, where Joris should play in Paris, announced that “to play a gig exactly 7 days and 2 hours after 89 people have been killed in a nightclub in the same city is something I can’t do.”[/tab]
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