È curioso come uno dei motivi per cui Nicola Armento, in arte Plukkk, si trova oggi sulle nostre pagine sia citato anche da lui stesso nella (bella) chiacchierata che segue. Ricordo bene la Boiler Room in cui Perc suonò “Powder”, forse la traccia che più di ogni altra ha reso famoso il giovane milanese. E ricordo di averla subito cercata avidamente non appena il cannoniere inglese la fece uscire dagli speaker mandando in visibilio la folla posta dietro di lui. Dopo quel set abbiamo iniziato a tenere d’occhio i suoi progressi e siamo certi di non sbagliare nel portarlo su questa nostra rubrica dedicata proprio ai ragazzi talentuosi come Plukkk ha dimostrato di essere. Il suono ruvido, elettrico, tipicamente industrial che scaturisce dalle produzioni e dai set di Nicola (non ultime le prestazioni maiuscole in terra olandese al PIP all’Aia ed al Warehouse H7 ad Amsterdam) è figlio di una passione a tutto tondo per la tecnologia, per la ricerca musicale, alla scoperta di un suono che possa a pieno rappresentare il suo background.
https://soundcloud.com/manifesto-official/plukkk-it-fonoteca-archive-xvi
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Diciamo che non ci sono stati album o traccie che hanno portato a cambiarmi la vita, molti dischi magari l’hanno influenzata, ma non credo che una singola traccia possa cambiare radicalmente le nostre emozioni.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Intorno ai dodici anni mi fu regalata la prima tastiera con quel timbro che neanche si avvicinava al suono di un pianoforte, da lì presi lezioni di piano per qualche anno ma dopo un po’ mi fermai. Capii che seguire lezioni guidate non era parte di me, così iniziai da autodidatta a smanettare con qualsiasi strumento musicale e ora mi ritrovo qui a suonare e a produrre praticamente ogni giorno. La musica ha sempre fatto da sottofondo alla mia vita, qualsiasi genere fosse nelle mie orecchie. Dall’elettronica, all’hip hop, al metal. E’ sempre stata e sempre sarà parte fondamentale della mia vita.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Penso di non aver mai avuto dei rapporti di crisi, anzi ne trovo conforto quando ho i miei alti e bassi personali. A volte mi fermo un po’ per rinfrescare le idee. Ma poi riparto.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
L’uscita del mio primo disco in vinile su Sombra Rec. è stato uno dei più importanti per me. Ricevere tutti quei feedback da artisti che ho sempre stimato mi ha preso un po’ alla sprovvista. Sentire Perc ai 10 Years Of Perc Trax alla Boiler Room passare una mia traccia è stato molto stimolante, così come vedere mie produzioni in chart e mix di artisti di grande livello.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Sono appassionato di tecnologia, di informatica (e di qualsiasi cosa sia elettronica), di pallacanestro, di cucina e di videogames. Quando non sono in viaggio per delle date cerco sempre di dedicarmi a questo.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non penso di avere dei rimpianti riguardo la musica, ho sempre fatto tutto di testa mia senza restrizioni o qualcuno che mi dicesse cos’era giusto o sbagliato.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Regis “Gymnastics”
Handsome Head “Qing Shao Nian Nuo Zha”
Parkway Drive “Horizons”
Truceboys “Sangue”
Traxmen “Caution”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Purtroppo i libri non fanno per me, quindi non mi sento di consigliarne uno in particolare. Invece per quanto riguarda i film anche se non sono un gran intenditore consiglio Inception, Shutter Island e Final Destination.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Tutti i miei lavori sono stati dei risultati molto importanti per me, ho dato sempre lo stesso peso a qualsiasi cosa.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Come detto prima sono appassionato di tutta questa tecnologia che ci circonda e credo sia una bella opportunità per promuovere qualsiasi cosa. Dà l’opportunità di connetterci con chiunque, anche con artisti che non avremmo mai potuto conoscere. Una bella finestra sul mondo.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Cerco sempre di condividere i miei lavori con chiunque produca la mia stessa musica, da giovani italiani come me ad artisti stranieri che stimo molto, per confrontarmi e raccogliere pareri dall’esterno. Musicalmente parlando penso che ci sia molta sintonia con Ayarcana, con Martyn Hare ci scambiamo sempre roba nuova così come con Keepsakes e Marcus.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
I primi tempi che iniziai a mettere i dischi suonai diverse ore in un pub della mia zona per pochi spiccioli, con gente che mi chiedeva di passare tracce consigliate da loro, con un impianto audio che vi lascio immaginare e ovviamente tutto l’occorrente lo portai io da casa. Un incubo.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
La rivalità che si crea tra gli artisti, le organizzazioni e la poca fiducia che si dà a chi potrebbe davvero dare tanto al pubblico.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
È un po’ presto per svelare i miei prossimi progetti, ma a breve uscirà sicuramente roba nuova.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.