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[tab title=”Italiano”]Leggendo la biografia e il percorso di Florian Meindl, vien da chiedersi come una persona abbia il tempo, l’energia e la passione per dedicarsi a così tante attività. Eh si perché oltre ad essere DJ, live performer, studio producer e sound designer, Florian gestisce la sua etichetta FLASH Recordings, ha una label che produce sample e partecipa attivamente allo sviluppo di sistemi modulari. Insomma una vita dedicata alla musica, alla musica techno ad esser precisi. Tra tutti questi impegni ha trovato anche il tempo per rispondere alle nostre domande, e, curiosando nella sua iperattività, ci svela come la tecnica e il talento siano tornati ad essere elementi fondamentali e caratterizzanti per un artista che, oggi, sia interessato a trasmettere un messaggio artistico attraverso la musica techno.
Abbiamo letto che il tuo amore per la musica da club nasce fin da quando eri giovanissimo, quando un giorno decisi di comprare un gran bel disco come ‘You Don’t Know Me’ di Armand Van Helden. Che ricordo hai di quel periodo e del tuo avvicinamento a queste sonorità?
Il mio amore per la musica elettronica nasce all’età di dodici anni. Ricordo che mi avvicinai ad essa ascoltando un programma notturno in radio, non so esattamente come definire quei suoni, ma era senz’altro house music! Il primo disco o uno dei primi, è stato proprio quello che hai citato tu. Mi ritrovavo molto con quelle melodie, quei vocal e quei ritmi funk. A quattordici anni, poi, ho scoperto qualcosa di diverso, la techno di Jeff Mills e di Robert Hood. Diciamo che, da quel periodo all’inizio della mia carriera internazionale, ho sperimentato e ascoltato tutti i tipi di generi, compreso la drum and bass! Il mio album preferito di quel periodo è Wormhole di Ed Rush & Optical! Amo ancora quel genere di techno influenzato dalla drum and bass!
DJ, live performer, studio producer e sound designer. Dopo anni di produzione in digitale, hai sviluppato un tuo personale fortino per la produzione al Riverside Studio di Berlino, dove si trova un mix perfetto tra strumentazioni modulari, mixer analogici e macchine classiche come il Roland 909. Da cosa è stato dettato questo tuo cambiamento nel modo di produrre musica?
Ho iniziato a produrre musica nel 2002 con una versione demo del software Reason, per poi passare a Cubase qualche tempo dopo. Amavo registrare i suoni con un microfono e processare il tutto con degli effetti, facendo una sorta di techno-minimal con ciò che memorizzavo. Forse è proprio da questo periodo della mia vita che proviene la mia ossessione per le librerie di campioni e suoni, e dalla quale poi ho trovato l’ispirazione per fondare la mia etichetta Riemann Kollektion. Mi piace collezionare cose che posso usare come suoni, dischi e strumenti musicali elettronici come i moduli Eurorack! Ma per dare una giusta risposta alla tua domanda, il passaggio da una produzione digitale a una analogica, è stato causato dal fatto che la gestione delle mie etichette e le varie produzioni mi costringevano a trascorrere tanto tempo davanti al computer. Oltre a tutto ciò, tale cambiamento è derivato dalla mia curiosità di provare qualcosa di nuovo, qualcosa che mi ha sempre ispirato: la strumentazione analogica appunto. Mi piace il suono grezzo che deriva da tali macchine, è qualcosa di magico per me!
Questa tua attenzione e predisposizione a usare una strumentazione prettamente analogica ha reso celebre il tuo sound. In un certo senso, è come se cercassi una connessione tra le diverse macchine presenti in studio, facendole comunicare tra di loro, per arrivare al groove desiderato. Come inizia e avviene un processo creativo così ricercato e elaborato? Come definiresti il tuo stile musicale a oggi?
Questo è vero, perché quando produco una traccia cerco di mettere insieme diversi strumenti per creare qualcosa di grande, ma ciò non sempre è di facile attuazione. In genere cerco di eseguire un loop di elementi che si adattano e suonano bene insieme. Voglio sempre creare dei momenti magici, aggiungendo effetti e regolando i vari parametri, tentando di portare in evoluzione la traccia e avere dei momenti in cui le varie parti suonano insieme e poi svaniscono. Recentemente tendo a modificare le tracce completamente live, e questa cosa si può senz’altro notare e apprezzare nel mio nuovo lavoro.
Oltre a tutte queste attività, hai anche un’etichetta di loop, la Riemann Kollektion, che spesso fa uscire sample provenienti da Pan-Pot, Ramon Tapia, Shlomi Aber, Christian Smith solo per citarne alcuni. Come nasce questo progetto?
L’etichetta Riemann Kollektion è nata nel periodo in cui studiavo music technology a Londra. A quel tempo era uno dei miei progetti universitari in cui riunivo non solo la mia ossessione per la raccolta e l’organizzazione di suoni, ma anche l’originale idea, per quegli artisti costretti a confrontarsi con il calo delle vendite, di generare profitto attraverso la distribuzione di propri samples o parte di proprie produzioni. Riemann Kollektion è stata una delle prime etichette che ha invitato dei guest producers, e questa caratteristica innovativa ha fatto si che la label sia ad oggi tra le prime cinque techno e tech-house etichette al mondo nel genere. Nel 2015 posso già contare più di cinquanta librerie di samples uscite sotto Riemann Kollektion.
Accanto a questo progetto ce n’è un altro, sempre frutto della tua creatività chiamato Riemann Modular. Di cosa si tratta?
Riemann Modular è un progetto nuovo di zecca e nella quale ci avvaliamo di una preziosa collaborazione con un ingegnere elettronico Eurorack, con una grande esperienza alle spalle. Il nostro primo prodotto sarà un compressore stereo con un impressionante VU meter!
A dieci anni dalla nascita, FLASH Recordings, la tua techno label ha già prodotto più di 130 dischi: sei soddisfatto di ciò che la tua label ha fatto in questi anni? Hai una linea precisa nel selezionare gli artisti e le produzioni su cui puntare?
Sì, sono orgoglioso di quello che abbiamo raggiunto con FLASH Recordings. Abbiamo un nucleo principale di artisti che produciamo regolarmente come Avgusto, Airone, STRISC., Electric Rescue, Maxime Dangles, La Welderz, Moteka e me stesso ovviamente. Anche per quando riguarda gli artwork delle cover, siamo molto attenti con un nostro sistema di grafica che è coerente da anni e lascia spazio alla nostra creatività. Riceviamo circa trenta demo a settimana e tra questi ne ho scelti già diversi da produrre, come Clemente Landrau, Responder, Ryogo Yamamori; li riceviamo anche da artisti ben noti e conosciuti come Submerge o Ricardo Garduno! Altro materiale proviene invece da artisti con cui sono in frequente contatto e che continuamente mi mandano musica nuova. Cerco di dare loro dei feedback dettagliati su come apportare migliorie alla traccia, cerchiamo di essere costruttivi e ottenere il miglior risultato.
A proposito, FLASH Recordings ha rilasciato un nuovo EP lo scorso 13 novembre, Collide: Remixes, una raccolta di remix dei brani contenuti nel tuo LP ‘Collide’, il secondo della tua carriera, uscito a maggio. Cosa hanno apportato queste collaborazioni a un LP, già molto apprezzato tra gli addetti ai lavori?
Quello che i remixers hanno fatto è incredibile! Electric Rescue ha trasformato il brano “Solitaire” in una profonda traccia techno, melodica e potente; Hans Bouffmyhre ha fatto un gran disco techno senza compromessi. Lo stesso grande lavoro è stato fatto sia da Avgusto e da Dubspeeka, che ha portato il brano “Sun & Rain” a un altro livello, sia da Kowalski & Mario Berger che hanno veramente cambiato le versioni originali, adattandole al loro stile e alla loro visione.
In passato invece, sei stato tu a confezionare remix per altri importanti artisti della scena elettronica: mi vengono in mente gli Hot Chip o i Röyksopp. Spiegaci come si instaurano collaborazioni del genere e come queste contribuiscono allo sviluppo della carriera di un dj producer.
E’ iniziato tutto con il remix per Röyksopp che, in realtà, era una seconda proposta che avevo ricevuto, a cui diedi seguito dopo che Moby non prese un mio remix che avevo in cantiere per lui! Certamente questa collaborazione ha spinto la mia carriera perché Röyksopp è una band indie pop di tutto rispetto, inoltre il remix fu accolto molto bene e supportato da molti djs. Il remix per gli Hot Chip arrivò poco dopo, come conseguenza del successo appunto del mio remix per Röyksopp. In questo secondo lavoro si rifletteva il mio stile tech-house di quel tempo, nella quale ho cercato di fondere le sonorità tech-house con lo stile indie che contraddistingue gli Hot Chip!
Hai collaborato, oltretutto, anche con l’etichetta italiana Hell Yeah. Che idea ti sei fatto della scena clubbing italiana? C’è un artista italiano con cui ti piacerebbe lavorare in futuro?
L’Italia è sempre stata importante per la mia musica e la mia visione artistica. In un certo senso, collaboro già con i molti italiani presenti nella mia etichetta, come Paco Marcelo, Monolith, Hobi, Bodyscrub, Pascal Nuzzo, Avgusto, solo per citarne alcuni. Anche Marco, il mio label manager, è italiano. Lui gestisce anche la Hell Yeah Recordings. E’ grazie a lui che spesso le mie produzioni sono uscite su questa sua etichetta, produzioni che riflettono il mio stile house. Doc Martin ha fatto di recente un remix di uno dei miei brani e il vinile ha avuto una grandissimo successo!
Durante la scorsa estate ti sei esibito con un nuovo progetto live. Puoi spiegare ai nostri lettori in cosa si differiva dalle altre tue esibizioni? Che tipo di risposta hai ricevuto dal pubblico?
Mi sono esibito live con una parte del mio Modular System, effetti analogici, mixer e drum machine più Native Instruments Maschine. Voglio fare delle esibizioni live nel 2016, che sono molto simili a quelle che ho già fatto, a cui vorrei apportare però delle configurazioni diverse; le sto sperimentando in questo periodo, ci sono quasi!
Sappiamo che hai un’ampia collezione di vinili, con titoli che passano dai Doors a Robert Hood, da Björk a Nina Simone. Riesci a conciliare i tuoi molteplici impegni con questa passione? Che emozioni arreca, in te, l’ascolto di artisti che hanno fatto la storia della musica?
Sì, colleziono vinili, soprattutto album degli anni ’70, è uno dei miei hobby preferiti. Mi piace molto scovare dischi nei negozi di seconda mano a Berlino, che è un posto perfetto per coltivare questa mia passione. Mi piace ascoltarli con le mie Klipsch Corner-Horn, che sono altoparlanti di fascia alta: la qualità del suono è molto importante per me!
Vivi a Berlino. Una città dove si balla e respira techno. Ti volevamo chiedere, a te che la vivi in prima persona, cosa rende la capitale tedesca una città così creativa? Una questione di cultura o semplicemente dovuto alla massiccia presenza di club o location che propongono questa musica?
Innanzitutto penso che bisogna tornare al periodo della caduta del muro di Berlino: all’epoca c’erano tanti edifici di ex fabbriche rimasti vuoti ma anche tanti appartamenti dove gli artisti potevano vivere, dare sfogo alla propria creatività e organizzare eventi techno. Col passare degli anni poi, sempre più artisti internazionali sono venuti qui, proprio spinti dalla voglia dell’artista di ricercare altre persone con cui avviare delle collaborazioni, ed è proprio per questo che anche io vivo qui! Molte aziende che sono legate alla musica elettronica hanno sede a Berlino, questo rende più facile, anche per me, l’incontro con tante persone interessanti e del settore.
Siamo a dicembre, e si sa, è il mese dei bilanci. Che anno è stato per Florian Meindl? Quali risultati aspetti di raggiungere nell’anno che sta per iniziare?
Credo che quest’anno sia stato molto positivo e produttivo e per me. La musica techno è tornata alla ribalta, il talento e le capacità di un artista di esibirsi dal vivo e in studio sono tornati importanti come una volta, e tutto ciò è una cosa positiva per me. Negli ultimi tempi, sembrava che per un dj fosse necessario mettere un cd con un mix premiscelato e premere play. Tuttora molti dj EDM fanno così, basando tutta la propria esibizione sul marketing e sull’apparire, tralasciando la musica, la qualità e l’arte. Credo che qualcosa sia cambiato nel 2015, tanti ragazzi entrati in scena quest’anno amano una produzione musicale analogica, mettendo in primo piano per l’appunto, arte e tecnica. Loro abbracciano il talento perché vogliono differenziarsi da tutte le sciocchezze commerciali e sono interessati solo al messaggio artistico che la musica techno può trasmettere. Quest’ondata di cambiamento è stata confermata dai grandi ritorni di Jeff Mills, Surgeon e Robert Hood, cui si sono aggiunti delle belle new entry come Blawan, Anstam, Endlec.[/tab]
[tab title=”English”]Florian Meindl‘s biography and artistic story makes us wonder how a person can have the time, energy and passion to be engaged in so many activities. Indeed, beyond being a DJ, live performer, studio producer and sound designer, Florian runs his own label FLASH Recordings, he owns another label producing samples and he actively takes part in modular systems development. In short, a life dedicated to music, techno music to be correct. Between all those activities, he has also found the time to reply to our questions, and, browsering in his hyperactivity, he reveals how the technique and talent are still crucial and typical of an artist who is truly interested in sending an artistic message through music techno.
We have heard that your love about club music was born when you were very young and, more precisely, one day when you decided to buy a great album like “You Don’t Know Me” by Arman Van Helden. What is your memory of that period and your approach to these kinds of sounds?
The very first love for electronic music was in the age of 12 and I discovered it myself in the radio at night, I don’t know exactly what it was, but it was house music! Then the first record or one of the first was the one you named, the sweet melodies and funk rhythms of these house tunes watched me a lot and also the vocals. In the age of 14 though, I discovered something different, which was techno by Jeff Mills and Robert Hood. I went through all sorts of genres until my international career began, even Drum and bass! My favourite album from that time is Wormhole from Ed Rush & Optical! I still love that sort of techno influenced by Drum and bass!
DJ, live performer, studio producer and sound designer. Over the years, you have established your impressive producing base in your Berlin based Riverside Studio complex with an exciting hardware set up including Modular Systems, an analog mixing desk as well as classic machines like Roland 909. Where does your change, in the way of producing music, come from?
I started to produce my own music in 2002 with a demo version of Reason and then Cubase, I loved to record sounds with a microphone and process it with effects and make sort of minimal techno with these sounds. Maybe my obsession for sound libraries comes from that time and later I found my own sound design label Riemann Kollektion, I love to collect things I can use like Sounds, Records and Electronic Music instruments like Eurorack Modules! But to answer your question, the change from digital to analog music production came, because of the fact that I spent too much time in front of the computer at daytime managing all my labels and then producing music on the computer again but also because analog gear was new to me and inspired me and I like the organic rough sound you can get out of it, it’s still magic for me!
Your attention and disposition to using analog gear and mixer make your music so intriguing. In a certain sense, it’s like you are searching for a connection between the diverse machines in the studio, trying to make them communicate one with each other to reach the desired groove. How does this creative process – so much sought-after and elaborate – start and come along? How would you define your style?
This is true because when I produce a track I try to bring some machines together to form something great but this moment doesn’t always come – but once I have a loop of elements running which fit together well I try to create those magic moments by adjusting and playing the effects and parameters and bring in evolvement and moments where good parts come together and also fade away. Recently I tend to play some tracks completely live too which can definitely be recognized and appreciated in the out coming piece of music!
Beyond all these activities, you also have a Loops & Samples label, the Riemann Kollektion, with many guest producers like Pan-Pot, Ramon Tapia, Shlomi Aber, Christian Smith, just to name a few. How was this project born?
The Riemann Kollektion label was founded when I was studying music technology in London. It was one of my University projects and brought together my obsession for collecting sounds and organize them and also the vision, that artists who were confronted with decreasing music sales, could generate income from giving away their loops or parts of their productions and sounds. Riemann Kollektion was one of the first labels which invited guest producers and this unique feature helped it to grow to one of the top 5 labels in techno and tech-house worldwide. In the year 2015 I can already count more than 50 releases of sound packs.
Next to Riemann Kollektion we find another project, always as result of your creativity, called Riemann Modular. What does it involve?
Riemann Modular is a brand-new project and collaboration with a very established Eurorack electronic engineer – our first product will be a stereo compressor with an impressive VU meter!
Ten years after the birth of your techno label, FLASH Recordings has already produced more than 130 releases: are you satisfied with the success of your label? Which is your guide line to select the artists and the productions to bet on?
Yes I’m proud of what we reached with FLASH Recordings, we have a good pool of core artists who release regularly like Avgusto, Heron, STRISC., Electric Rescue, Maxime Dangles, The Welderz, Moteka and me of course. The cover artworks also developed very well, our graphical system is consistent since years and leaves room for creative things. We receive about 30 demo submissions a week and I picked a lot of interesting newcomers from them already like Clement Landrau, Responder, Ryogo Yamamori but also well known and established artists like Submerge or Ricardo Garduno! The rest comes from the core artists who continuously send me new music which I sometimes try to even improve by giving them detailed feedback, we try to be constructive ands get the best out of everything!
By the way, FLASH Recordings has released a new EP on the 13th of November, Collide: Remixes, a collection of remixes of the tracks from your LP ‘Collide’, released in May. What is the result of the collaboration with such a very well received LP produced by your own?
What the Remixers did is amazing! Electric Rescue transformed the track “Solitaire” into a melodic and powerful but still deep underground techno track, Hans Bouffmyhre made a strong techno banger without any compromise, so did Avgusto, and Dubspeeka put the track “Sun & Rain” to another level as well as Kowalski & Berger really changed the originals a lot to fit it to their vision!
In the past, you have been busy with producing remixes for important artists of the electronic scene, for example Röyksopp and Hot Chip. Could you tell us the way you built these collaborations and how can they contribute to push a dj producer career?
It started with the remix for Röyksopp, which was actually a second offer because Moby didn’t take my remix for him! It certainly pushed my career because Röyksopp is a highly respected indie pop band and the remix was received very well and played by many DJs. The Hot Chip Remix came shortly afterwards because of the success of the Röyksopp remix and reflected my tech-house style from that time trying to merge the techno feeling with House and that Hot Chip Indie style!
You collaborated with the Italian label Hell Yeah for a few years already. What is your idea about the Italian clubbing scene? Is there any Italian artist you would like to work with in the future?
Italy has always been important for me music wise, somehow I have many many Italians on my label like Paco Marcelo, Monolith, Hobi, Bodyscrub, Pascal Nuzzo, Avgusto, just to name a few! My label manager Marco is also Italian and he also runs Hell Yeah Recordings, that’s the reason for my releases there, which reflect my House style. Doc Martin recently did a Remix for one of my tunes there and the Vinyl sold out twice already!
During the last summer, you have exhibited with a new project Live. What is the concept of this project and how does it differ from your usual exhibitions? Did you get a good response from the audience?
I performed a live act with a part of my Modular System, analog effects, mixer and drum machine plus Native Instruments Maschine. I want to do a few Live shows in 2016 too, which are very similar to what I already did, I’m still experimenting with different setups but I’m almost there!
You have a huge collection of vinyl’s, with music from Doors to Robert Hood, from Björk to Nina Simone. Can you settle your many tasks with this passion? Which kind of emotions cause in you, listening to the artists that have made the history of music?
Yes collecting vinyl, mainly albums around the 70s, is one of my hobbies I’m digging records in second hand stores in Berlin a lot which is a very good place for this. I also love to listen to them on my Klipsch Corner-Horn High-End speakers – sound quality is very important for me!
You are based in Berlin, a city to dance and breathe techno. Since you have been living in the German capital for a while, do you know what makes this city so innovative? Is it just a cultural reason or is it simply caused by the massive presence of clubs and locations performing this kind of music?
I think it initially comes from the time around the Berlin wall was broken down because there were so many empty fabric halls and also flats where artists could live and do their thing and people with visions could through techno parties, then more and more international artists came because artists often want to collaborate and so do I here! Many companies which are related to music technology and electronic music are based in Berlin so there are so many people who are interesting for me.
It’s December and, you know, this is the month of analysis. What are your feelings about the past year? Which results do you hope to reach in the next new year?
I think this year was very productive and good for me, techno came back and skills like playing music Live and studio skills are important again, which is good for me. In the last years everything looked like it’s ok to put in a CD with a pre-mixed DJ mix and press play like many EDM djs do and everything is about marketing and not music and quality and the art behind but this changed in 2015, young people who got in the scene this year they love analog music production and the art and technical things behind and they appreciate the skills because they want to differentiate themselves from all the commercial nonsense and they are interested in the artistic message in the techno scene, a big comeback of Jeff Mills, Surgeon and Robert Hood proved that too but also newcomers like Blawan, Anstam, Endlec.[/tab]
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