Prima ancora del talento, ciò che colpisce di MCMXC è la passione e la determinazione con cui cerca di far conoscere la musica che produce e quella che ama proporre quando è in consolle. Ha le idee chiare il milanese, anche a costo di sembrare rude e fin troppo deciso quando è chiamato a dire la sua sul clubbing a trecentosessanta gradi. I risultati ottenuti negli ultimi due anni, su tutti la residenza al Dude Club di Milano, uno dei punti focali dell’intero movimento underground italiano, e le release su Early Sounds Recordings, Row Records, Nous Records e Periodica Records altro non sono che il risultato di questo essere coinvolto senza mezze misure.
Il Giant Steps di oggi vi presenta i suoi quindici passi, tra la Chicago-house, il cinema degli anni ’70-’80 e delle immancabili sneaker bianche.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Più che una traccia in particolare, a cambiarmi la vita è stato un percorso caratterizzato da diverse sfaccettature musicale. Onestamente, però, non saprei dirti dove sia iniziato.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
È iniziato tutto per gioco con degli amici: io facevo i beat e loro ci rappavano sopra, ma nulla di serio! Solo qualche CD masterizzato e poi regalato in giro. Era il periodo in cui mettevo i dischi di pomeriggio in un locale hip hop, qui a Milano. Il mio primo passo “verso il genere”, invece, l’ho fatto dopo aver ascoltato la registrazione del dj set di Jeff Mills e Dave Clarke al Rave City del 1994…da lì mi sono spostato verso il clubbing notturno, rimanendo affascinato dal coinvolgimento del pubblico, tanto che dopo poco mi son comprato le mie prime macchine per stendere dei groove basilari. Sin dall’inizio lo scopo è sempre stato quello: coinvolgere il pubblico, dal dj set alle produzioni.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Quando non trovo ispirazione per le mie produzioni e quando non sono soddisfatto di un mio dj set.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Le tappe più importanti sono state, sicuramente, la mia prima release su Early Sounds Recordings e la residenza al Dude Club di Milano.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Ammetto che potrei passare per una persona materialista, ma l’altro mio pallino sono i vestiti. È ovvio, però, che la mia priorità resta sempre quella di arricchire il mio bagaglio musicale nel poco tempo che riesco a ritagliarmi dopo il lavoro.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Per ora non ne ho, ma il percorso e ancora lungo.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
666 Mafia “Mystic Stylez”
Frank Sinatra “Greatest Hits”
Michael Jackson “Off The Wall”
Kraftwerk “Computer World”
MCMXC “Paris Nite EP”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
In biblioteca no, assolutamente! La mia religione me lo vieta. A parte gli scherzi, ho letto pochi libri…ma posso dire di essere affascinato per lo più dalla filosofia antica giapponese e di aver apprezzato “L’arte della Guerra” e “Hagakure. Il codice del samurai”. Per i film, invece, sono una cineteca: adoro tutto ciò che è ambientato tra gli anni ’70 e ’80 in Italia e gli anni ’90 in America. Non sono in grado di elencarteli tutti.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Ogni mia release e un orgoglio personale.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Il web al giorno d’oggi è diventato necessario come l’ossigeno. Tutto questa va benissimo, purché non si arrivi all’autopromozione a pagamento: se hai da far sentire bella roba, le persone sicuramente lo noteranno! Ricorrere all’autopromozione la trovo una mancanza di fiducia in sé stessi.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Non faccio nomi, chi rispetto lo sa.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Venir a conoscenza del supporto di alcuni artisti internazionali che ammiro molto. Non me lo sarei mai aspettato!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Ci si supporta poco l’uno con l’altro. Per quanto mi riguarda mi hanno sempre insegnato a tener le Nike ben salde a terra, di esser sempre lo stesso in qualsiasi contesto e di non vergognarmi di nulla, specialmente del passato. Anche di quando frequentavo le giostre con “King Of My Castle” dei Wamdue Project in sottofondo!
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho un sacco di belle idee in mente: a breve farò uscire un mio tape di beats (alcuni già disponibili sulla mia pagina SoundCloud) e sto per pubblicare nuovi EP. Inoltre sto lavorando a un progetto che porto avanti da tempo, ma che preferisco non rivelare.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.