Il ritorno dell’house music è ormai evidente per tutti, quello che è avvenuto negli ultimi anni è stato un meccanismo inverso per alcuni aspetti e allo stesso tempo innovativo per altri, meccanismo che ha riportato alla ribalta uno dei movimenti più importanti di sempre. Tra gli artisti che hanno contribuito a tutto ciò c’è senza ombra di dubbi anche l’italianissimo Riva Starr che ci ha raccontato alcuni dei suoi prossimi passi per questo nuovo anno appena iniziato. Reduce dal BPM in Messico con uno showcase della sua Snatch! Records, Stefano è tornato a Londra dove ormai vive da anni e dove si trova il quartier generale della sua label che gestisce molto attentamente e con grande amore, amore che nutre anche verso il suo paese nativo e verso i suoi artisti in cui ha sempre creduto e con cui lavora tutt’oggi.
È passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ti abbiamo intervistato. Musicalmente parlando che periodo stai vivendo adesso?
Molto clubby! Ho passato un paio di anni focalizzandomi su un album con sonorità più indie ma adesso sono tornato full time sulle mie sonorità più club e i risultati stanno arrivando a valanga con release su Dirtybird, Cajual, Saved, Hot Creations, Crosstown Rebels, etc… e naturalmente sulla mia label Snatch!
Negli ultimi anni sono aumentati in maniera massiccia gli showcase Snatch! in tutto il mondo. Uno degli ultimi showcase si è svolto lo scorso 8 Gennaio al BPM a Playa Del Carmen. Com’è stato questo evento e quali sono le differenze maggiori che hai notato in Messico rispetto al resto dell’America?
Lo Snatch! Showcase al BPM è stato speciale, i fan sono molto caldi e affezionati li. Il BPM è incredibile perché incontri proprio tutti, la vibe è più tranquilla, sono tutti in modalità chilling. Inoltre è molto raro riuscire ad incontrare tutti nello stesso posto! Il BPM raccoglie fan da tutto il mondo e quindi è un evento non paragonabile ad altre realtà.
A Marzo uscirà il tuo nuovo album, su Cajual di Cajmere ovvero Green Velvet. Perché hai deciso di far uscire il tuo album su un’altra etichetta anziché la tua? Inoltre, com’è nato questo rapporto con Cajual?
Ho già fatto un album sulla mia label e volevo far uscire altre cose su altre label, per quello da un anno a questa parte ho deciso di fare anche altre release su label differenti. Io produco tanto e non sarebbe possibile monopolizzare Snatch! solo con le mie release. Cajual è una delle mie label preferite, Curtis (Green Velvet) uno dei miei migliori amici, so come lavorano e il loro sound è in linea con il mio. Non ci sono stati dubbi su quale etichetta scegliere.
E dal punto di vista musicale come sarà questo album? Sarà il sound riconducibile a Riva Starr o dobbiamo aspettarci qualcosa di diverso?
Decisamente Riva Starr sound, sarà un album dedicato a sonorità dancefloor come quelle che ho spinto nell’ultimo anno con un paio di featuring interessanti. Il titolo è “Definition Of Sound” Qualche volta essere troppo eclettici rende il progetto un po’ confusionale alle orecchie dei fan, allora ho deciso di separare le sonorità a seconda dei side projects (e ne ho vari!). Riva sarà focalizzato sul clubbing.
Hai anche un progetto parallelo a Riva Starr chiamato Genghis Clan. Quando hai deciso di creare un’altro side project? Inoltre oltre a un basso più marcato nelle produzioni quali sono le differenze rispetto al tuo primo progetto? Cambia anche la metodologia di lavoro?
Genghis Clan è un progetto più bass house con influenze hip hop e jungle in collaborazione con BOT e le release sono principalmente sull’etichetta del mio amico Claude VonStroke. Il sound è abbastanza differente da quello del progetto Riva ed è molto più tarato per il mercato inglese e americano.
Hai iniziato a produrre musica con un Atari come sequencer e un Akai S950 come campionatore. Come si è evoluto il tuo modo di lavorare in studio in tutto questo tempo?
Adesso scrivo tutte le idee su Ableton Live (molte volte mentre sono in viaggio) e poi vado in studio e passo tutto sul computer principale. Uso i macchinari analogici per i suoni di synth etc.
Per prossimi mesi hai in catalogo molte nuove release. Puoi anticiparci dove e quando usciranno? Inoltre quali saranno le altre novità per il 2016?
Beh l’album su Cajual a Marzo, il nuovo EP su Hot Creations con un remix di Joseph Capriati ad Aprile e un nuovo EP per l’estate su Snatch!, più una serie di remix per Crosstown Rebels con il classico di Audion “Mouth To Mouth”, etc. Ci sono anche molte altre collaborazioni sul tavolo che non posso anticiparvi!
Snatch! è una delle label che negli ultimi anni ha contribuito allo sviluppo della nuova house music, spesso anche con tracce crossover. Questa come tante altre scelte importanti gli hanno permesso di riscuotere un enorme successo. Cosa pensi sia fondamentale fare oggigiorno per gestire un’etichetta?
Devo dire che gestire una label non è facile, la concorrenza è tanta e anche a livello logistico bisogna essere abbastanza organizzati e funzionali. Per me l’elemento fondamentale è avere una crew solida e la musica giusta, non ho mai firmato tracce per la fama di un produttore o l’hype, la qualità della musica è sempre stato l’elemento fondamentale, infatti troverai tante release di giovani produttori (molte volte sconosciuti) nel nostro catalogo. Cerco sempre di far uscire musica che possa dare una marcia in più ai set dei dj e forse per questo siamo stati premiati!
Sei stato ospite su Rai2 nell’ultima edizione di Party People, il programma di Alberto D’Onofrio. Come hai vissuto questa esperienza? Voglio dire, in Italia di clubbing se ne parla poco e, molto spesso con una visione un po’ distorta rispetto al resto del mondo. Pensi che questa cultura debba essere divulgata meglio grazie anche alla tv o credi che debba rimanere una cosa underground anche se ormai la figura del dj non è più così?
Con tutto quello che succede sui social e con l’importanza che si da ai gossip oggigiorno non credo che avere un programma che parli di club culture (anche se in senso molto ampio) possa danneggiare l’immagine del clubbing. L’underground continuerà ad essere tale e i maggiori trend continueranno ad arrivare da lì, no worries.
Nella tua carriera hai sempre creduto nei produttori italiani come ad esempio Pirupa e Santos con cui lavori tutt’oggi. Ci sono altri artisti italiani che stai seguendo particolarmente e che secondo il tuo punto di vista dobbiamo tenere d’occhio?
Mah, Paul C & Paolo Martini stanno facendo veramente bene ed è per quello che li abbiamo fortemente voluti nel nostro roster. Anche Astin, Paride Saraceni e Ruben Mandolini stanno ottenendo grossi riscontri. Siamo molto contenti di come la scena italiana si sta facendo spazio nel panorama internazionale e anche del grado di rispetto che ci portano nel mondo!