Ho ancora un ricordo nitidissimo del primo disco di Hubble che mi capitò di ascoltare. Si trattava di “La Estrella”, il b-side di “Kirks And Ghosts”, il primo out della serie limited di Sleep Is Commercial, un disco capace di rapire, ipnotizzare e trascinare grazie alla sua calma tormentata. La musica di Giuseppe Marchegiano, questo il nome dell’artista sardo, ma di stanza a Berlino come il resto della crew con cui produce e rilascia la sua musica, ha proprio in questa adrenalina “soffocata a forza” la sua peculiarità; una prerogativa che riesce a conferire ai suoi lavori un fascino malinconico e decadente unico.
Oggi è il giorno di Hubble su Soundwall, non perdetevi i suoi quindici passi e il suo set meraviglioso. Ne vale la pena.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Mi ricordo esattamente un bellissimo viaggio che feci da bambino ascoltando la colonna sonora di Zabriskie Point. Ero seduto davanti a casse, giradischi e amplificatore tagliando bassi e alti per accompagnarne l’ascolto.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
In realtà non credo di averlo ancora capito, per me è ancora tutto un gioco. Ma ricordo un passo fondamentale quando dovetti giustificare a mia mamma il perché non entrassi a scuola da settimane, quando venne a recuperarmi fuori da un negozio di dischi dove spendevo tutte le mie giornate. Non posso dimenticare la sua espressione rassegnata. Un altro sempre presente era Andrea Ferlin. Stavamo lavorando…avevo sedici anni.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
I momenti di crisi vivono con noi sempre. Sono una costante della nostra vita. La musica me li fa vivere e poi mi aiuta a superarli.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Ogni volta che devo suonare è per me emozionante. Episodi…sicuro quando nel 2009 venni invitato da Margaret Dygas a suonare al Club der Visionaere per la prima volta. E anche il mio primo sound check al Berghain per suonare poi la notte live. Ora il 3 maggio del 2014.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
È difficile staccare, ma i momenti a cui non posso rinunciare sono quelli con mia figlia, la mia famiglia e i gli amici con cui condivido questa vita.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Credo di non avere rimpianti. Sono ottimista o fingo di esserlo, anche per aiutare quelli che hanno quei momenti difficili…
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
“Bitches Brew” di Miles Davis, “Music For Airports” di Brian Eno, “Consumed” di Plastikman, “Selected Ambient Works 85-92” di Aphex Twin e quasi tutto Ricardo Villalobos e le sue collaborazioni.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non leggo tanto e al cinema quasi sempre mi addormento. Ho visto per caso ieri notte “Interstellar” perché amo molto Jessica Chastain.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Quando viaggio con i miei amici o quando riesco a realizzare dei progetti con loro.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Mi piace questa conoscenza e cultura virtuale e anche un po’ falsa. Mi piace anche la virtualità di questi rapporti e sentimenti eterni e a distanza. Quando poi sei stanco o annoiato spegni tutto. Questo mi fa apprezzare di più la vita reale, dall’andare in un negozio di dischi e toccarli, ascoltarli e sceglierli, al mangiare davvero e non nutrirmi di sole foto o di tramonti virtuali, all’abbracciarsi e fare l’amore per davvero.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
I miei amici con cui ho la fortuna di condividere la mia vita di tutti i giorni. I più malati, quelli che non hanno altre possibilità se non quella di fare musica, nella fame e nel successo.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Recentemente: è stato molto strano essere a Parigi la sera degli attentati del 13 novembre. Era un venerdì, ero con amici carissimi, stavamo suonando dischi in un Club che si chiama “A la Folie” e la notte festeggiavamo il mio compleanno.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Non conosco molto bene la scena musicale italiana, ma ci sono alcuni produttori e amici dj che amo moltissimo. Sono sardo e il fatto di crescere isolati aiuta a sviluppare le tue proprie idee per evadere, senza troppe contaminazioni di massa.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto per uscire con un album in vinile su Sleep Is Commercial e ho appena iniziato con la mia prima label che si chiama DOMV.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.