Una delle costanti con cui i talenti che cercano di farsi strada fra la giungla della scena italiana legata (in modo particolare) alla techno è quella di trovare spesso maggiore apprezzamento, almeno nella fase embrionale, riguardo al frutto del loro lavoro lontano dai confini nazionali rispetto che al loro interno. Probabilmente perché ovunque vige la regola che se porti a suonare o fai produrre sulla tua etichetta un artista straniero, di conseguenza riceverai maggiore attenzione e curiosità da parte del pubblico. Non a caso molti dei nomi più riconoscibili nella storia della nostra techno (uno su tutti, Marco Carola) hanno dovuto inizialmente spostarsi altrove per dare piena soddisfazione al proprio talento. I RVDE sono riusciti a conquistarsi una solida credibilità proprio grazie alla facilità con cui oggi è possibile farsi conoscere anche lontano da casa. È facile trovarli nelle line-up di grandi locali all’estero (di recente ci è capitato di sentirli nei Paesi Bassi) e tra le etichette che stanno riportando in auge la parte più industriale e ruvida della techno di matrice continentale. Ma questo è Giant Steps e siamo in Italia. E ci teniamo davvero a dirvelo, noi crediamo in questi ragazzi.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che vi ha cambiato la vita? La primissima. Quella che vi ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Vasco: La musica mi ha sempre trasmesso fortissime emozioni e ho capito fin da subito che non era “solo musica”. Sono cresciuto ascoltando le cassette Rock e Country di mio padre per poi avvicinarmi nei primi anni ’90 a vari filoni Metal e Punk. In contemporanea per puro caso mi era capitato di ascoltare una cassetta dei Chemical Brothers e da lì mi si è aperto un mondo. Mi sono quindi avvicinato a tutto il giro techno prediligendo sempre le sonorità più crude e sperimentali e facendo poi un lungo percorso che mi ha portato ad ascoltare e suonare davvero di tutto nella sfera elettronica.
Adri: Non è stato proprio un disco o una traccia in particolare a “cambiarmi la vita”, e non si trattava nemmeno di musica elettronica. E’ stato un concerto punk/hardcore e poteva essere il 1995. I gruppi in questione si chiamavano Abhinanda e 108, entrambi legati al movimento straight edge. Avevo già visto altri concerti di gruppi minori e in centri sociali, ma questo fu il primo con band provenienti dall’estero e in un locale più grosso e con un impianto adeguato. Da lì capì che la musica poteva avere un grande potenziale e non essere fine a se stessa. La musica era anche attitudine e poteva essere il mezzo con cui condividere un messaggio.
Passo numero due: quando avete capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della vostra vita?
Vasco: Subito dopo aver “scoperto” la musica elettronica mi sono avvicinato al djing ed è stato amore a prima vista. Passavo anche 6/7 ore di fila a suonare e a non studiare. Solo in un secondo momento mi sono avvicinato alla produzione vera e propria e da subito ho capito che ne sarei rimasto intrappolato per sempre. E’ una continua sfida con se stessi che mi dà immense soddisfazioni. E’ quasi terapeutico.
Adri: Sempre da metà degli anni ’90. In quegli anni iniziai a suonare con delle band. E fin da subito a registrare in studio o andare a suonare i weekend in Italia piuttosto che intere settimane all’estero fu una cosa “normale”. Solo nei primi anni 2000 ho capito e sperimentato che musica e produzione potevano essere cose più elettroniche, che si potevano programmare e che non richiedevano altre persone come in una band.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel vostro rapporto con la musica?
Vasco: Non ho mai avuto momenti di crisi, anzi, nei momenti più difficili della mia vita la musica è sempre stata un punto fermo a cui aggrapparmi.
Adri: I momenti di crisi per me avvengono quando mi ritrovo ad essere forzato nel fare qualcosa. Che sia una scadenza o un dover lavorare su qualcosa quando non c’è una vera ispirazione ma solo perché lo si deve fare. In pratica la crisi subentra quando vengono meno naturalezza e divertimento. E a ben pensarci questo lo potrei applicare a molte altre cose oltre la musica.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella vostra carriera?
Vasco: Sono molto fiero del percorso che abbiamo fatto finora, ci siamo sempre impegnati moltissimo e le soddisfazioni non sono mancate, ma indubbiamente tra i momenti più importanti c’è stato quello dell’uscita del nostro primo vinile. E’ emozionante vedere per la prima volta il risultato fisico del proprio lavoro.
Adri: Concordo con Vasco, il vedere un proprio disco materializzarsi fisicamente è sempre molto soddisfacente. A questo aggiungerei il salto che avviene quando si passa dal suonare per qualcuno che in realtà è lì per sentire qualcun altro a quando si suona davanti a gente che hai davanti ed è lì apposta per te. Una cosa che mi emoziona ancora tantissimo.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le vostre altre passioni? Come le sviluppate? Quanto tempo riuscite a dedicare loro?
Vasco: ho tante passioni, molto diverse tra loro, e a cui inevitabilmente però rubo sempre del tempo per impegnarmi nella musica. Però non disdegno i bei film, le serie tv, e raramente (cosa di cui mi pento) un buon libro.
Adri: Ultimamente mi ritrovo ad avere davvero pochissimo tempo libero. Vuoi per il lavoro che ruba la maggior parte della giornata, vuoi per gli impegni personali che ci si ritrova ad affrontare quotidianamente. Le poche ore al giorno che rimangono libere sono quasi sempre occupate da tutto quello che concerne la musica. Per questo motivo ad oggi la considero ancora la mia unica vera grande passione.
Passi perduti: quali sono finora i vostri più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Vasco: Come ho già detto sono fiero di quello che abbiamo fatto finora, non mi pento di niente. Tutto serve a formarsi, sia le belle esperienze come le brutte. Anzi, forse anche di più. L’unico vero rimpianto che ho è di non aver imparato a suonare la chitarra. Avevo iniziato a 14 ma mi sono perso. Ero troppo impegnato a duplicare le varie cassette di Insomnia, Jaiss, Palladium, ecc…
Adri: Per quanto riguarda l’esperienza RVDE non credo di avere grossi rimpianti. Forse l’unico è quello di aver dedicato troppo tempo e attenzione a gente che in realtà non se lo meritava. E viceversa di non aver dato troppo peso inizialmente a progetti che si sarebbero rivelati in seguito molto più utili e soddisfacenti. Pensando invece al passato e tornando a una delle band in cui suonavo e di cui parlavo all’inizio, è il fatto di esserci sciolti proprio dopo qualche tour fatto in Europa e in vista del primo che avevamo già interamente organizzato per il Giappone. E il tutto a causa dei litigi interni al gruppo.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo voi i cinque album (o brani) che consigliereste e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui volete bene o che stimate?
Vasco: Creedence Clearwater “Fortunate Son” , Paint it Black – Vietnam War” , Nirvana “Negative Creep”, Moby “Hymn (European Mix)”, Traxmen & Eric Martin “Hit It From The Back”.
Adri: Botch “American Nervoso”, Radiohead “Kid A”, Aphex Twin “Druqs”, Converge “When Forever Comes Crashing” , Neurosis “A Sun That Never Sets”.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consigliereste?
Vasco: Per i libri non sono proprio la persona giusta, però con Irvine Welsh non si sbaglia. E per i film non posso non consigliare Tarantino, i fratelli Coen e i super cult come Apocalypse Now, Platoon, Full Metal Jacket, American History X, Mississipi Burning, Il Colore Viola. In generale mi piacciono i film che parlano delle profonde contraddizioni degli Stati Uniti, in particolare tutti quelli ambientati nell’America degli anni 60/70.
Adri: Non vado praticamente mai al cinema e spesso quando vedo film a casa succede di notte e non ricordo mai i titoli. Anche per i libri, come dicevo prima, non riesco a ritagliarmi del tempo per leggerne molti. In generale mi piacciono quel genere di cose che ti fanno pensare e cambiare punto di vista sulle cose. Mi riferisco soprattutto ai film. Quelli che si capiscono al primo colpo, di solito non vengono mai riguardati, secondo me.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora andate più orgogliosi?
L’uscita del disco su Overdraw il 22 febbraio scorso è sicuramente uno di questi: è un’etichetta che seguiamo da sempre è che fa un gran bel lavoro, uno step che reputiamo molto importante sopratutto perché si tratta di un EP più maturo e ragionato in cui è confluita a pieno la nostra idea di techno. Ma anche le date all’estero e l’ingresso nel rooster di Pong Bookings sono motivo di orgoglio personale, tutte cose che arrivano con il tempo che a volte quando ci stai in mezzo possono sembrare quasi scontate, ma appena ti fermi a pensare non lo sono affatto.
Passi virtuali: come state vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online.
Internet è ormai una parte fondamentale della vita di tutti. Non c’è dubbio che a volte si potrebbe vivere anche facendone un uso meno compulsivo.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui sentite più affinità, e con cui vorreste sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Gli artisti con cu siamo in contatto e con cui abbiamo più affinità sono tanti, certi hanno iniziato come noi qualche hanno fa, altri si sono aggiunti nel corso degli anni. Da sempre siamo in contatto con Plukkk, Ayarcana, Danilo Incorvaia e ultimamente anche con i ragazzi che fanno parte del collettivo francese T/W/B (da tenere d’occhio) e in particolare con Empyrean, FLmm e BR1002.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che vi è capitato di vivere?
Mmmh forse è meglio non raccontarle, dicono che su internet è meglio non parlare di certe cose…
Passi sbagliati: quali sono le cose che più vi danno fastidio nella scena musicale italiana?
Ci sono cose buone e cose meno buone, come dappertutto. Noi Italiani siamo troppo esterofili e a volte non riusciamo a capire il potenziale che abbiamo in casa. Fortunatamente all’estero se ne accorgono e questo bilancia il tutto.
Passi che stai per compiere: quali sono i vostri i prossimi progetti?
Il 22 febbraio è uscito il vinile su Overdraw con un Remix bomba di Keepsakes, abbiamo un Remix per Danilo Incorvaia su Obscuur Techno, un singolo in uscita nella V/A di B55, un Remix per 14Anger per questa primavera e un Ep per T/W/B con all’interno i Remix di artisti che stimiamo molto. Altri progetti in cantiere vedono un altro singolo in uscita per la prossima V/A di Pls.Uk e la lavorazione di un intero EP sempre per loro, ci sono un po’ di cose in ballo insomma.
Passi sinestetici: salutateci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se vostra o di altri.
Beh un classicone, linea guida per noi.