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[tab title=”Italiano”]Chi l’avrebbe mai detto che il freddo Canada potesse regalarci uno dei dischi più caldi di questo 2016? Con “Big Black Coat” i Junior Boys tornano alla grande a quasi cinque anni di distanza dal precedente “It’s All True”. La formula del loro meritato successo -seppur in scala indie- sembra essere rimasta la stessa, ovvero un elegante suono elettro funk dai contorni pop. Ad un’attenta analisi, però, parrebbe che il duo abbia premuto l’acceleratore sui beat, regalandoci un piacevole “effetto club”. Leggendo le press release del disco, vengono infatti citati nomi quali Detroit e Plastikman, ma, a ben vedere, il suono che più di ogni altro cresce tra i brani del disco è quello della scuola italo disco, creando un interessante ponte tra Italia, Stati Uniti e Canada.
La copertina del disco mi ricorda concettualmente tanto Cronenberg quanto Lynch, come una specie di incubo in technicolor, o un film noir ambientato in una discoteca. Come mai l’uomo dal “grande cappotto nero”?
Ciò che ci ha ispirati per la copertina di “Big Black Coat” è stato, a dir il vero, un programma tv che veniva filmato nella nostra città natale, Hamilton, in Ontario. Era una specie di programma horror per bambini con Vincent Price nella parte del protagonista (a guardarlo, sembrerebbe una versione di Bim Bum Bam diretta da Edward Gorey).
Parliamo delle vostre esperienze degli ultimi anni. So che uno di voi ha prodotto l’ottimo disco di Jessy Lanza, mentre l’altro si è trasferito a vivere a Berlino, dove ha formato un nuovo progetto chiamato “Diva” ed un’etichetta discografica. Pensate che queste esperienze abbiano influito sulla stesura di “Big Black Coat”?
Registrare il disco di Jessy ha cambiato il mio approccio alla produzione, perché, credo, quando lavori con un altro produttore ne assorbi inevitabilmente l’influenza. Sono stato così entusiasta del lavoro fatto con Jessy, che ho deciso di mantenere questo nuovo metodo e di applicarlo anche al nostro lavoro. Tra l’altro, durante la stesura di “Big Black Coat” ho iniziato a lavorare al nuovo disco di Jessy: sono due lavori profondamente intrecciati l’un con l’altro.
Tra i brani che compongono l’album, troviamo una cover del classicissimo “What You Won’t Do For Love” di Bobby Caldwell, il quale, nella copertina del 45 giri, sembra indossare un cappotto nero. Comunque, a proposito dei testi del disco, si nota che la parola “baby” ricorre spesso… è un disco che parla d’amore?
Eheh per quanto riguarda la cover ti posso dire che è stata una decisione presa all’ultimo minuto, senza troppo pensarci. Ciò che ha realmente influenzato il disco è stata la gente che incontravo per strada, volevo che ogni canzone desse loro una voce, come se io fossi uno di loro di volta in volta. Sì, la parola “Baby” ricorre, e credo il motivo sia piuttosto semplice: ben rappresenta un’urgenza emotiva diretta ed immediata.
Durante l’ascolto del disco, vengono al pettine alcune influenze importanti, quali la Yello Magic Orchestra, Plastikman ed una generale mood detroitiano. C’è però, a mio avviso, un suono che ritorna durante le tracce del disco e che strizza l’occhio alla Italo Disco…
Be’ sì, chiaro. Siamo fan di molti musicisti italo disco. Gente come Gazebo, My Mine, Scotch, Claudio Simonetti, Daniele Baldelli ci hanno definitivamente influenzato… tutti meravigliosi.
“Big Black Coat” è armonioso, ovvero suona omogeneo nei suoni e nei testi; è una scelta stilistica, o rappresenta lo stato dell’arte del suono dei Junior Boys (o la somma di entrambi gli elementi?). Pensi che il vostro suono si sia evoluto negli anni?
Mh, direi che le ragioni per cui cambiamo siano duplici: da una parte sono determinate da ciò che suoniamo e dall’altra da ciò che ascoltiamo. La nostra musica è fortemente influenzata, se non addirittura guidata, dagli strumenti che scegliamo di utilizzare… oddio, direi che questo sia un punto comune a molto musicisti, ma per noi è una spinta a cambiare. Il secondo punto è altrettanto chiaro, ciò che ascoltiamo influenza per forza di cose la nostra musica.
I Junior Boys sono sempre stati una band per intellettualoidi con la giacca di velluto, una laurea in filosofia e una disoccupazione garantita. Questo album, però, sembra aver messo la quinta, e sembra aver spinto il vostro pubblico nei club più che nelle librerie…
Ahahah, francamente non sono uno da club, ma ti posso garantire che ci andrei se ce ne fossero di validi…
Che ne pensate dell’attuale scena r&b statunitense? Artisti come Drake, The Weeknd, Kanye West sono sotto i riflettori ormai da qualche anno, e pare che siano più influenzati dalla musica elettronica piuttosto che dal rap o dall’hip hop…
Per quel che ci riguarda, l’r&b rappresenta il novanta percento della musica che ascoltiamo. Siamo fermamente convinti che sia la migliore musica in circolazione, sicuramente superiore all’attuale scena elettronica.[/tab]
[tab title=”English”]Who would have thought that one of the hottest record of 2016 would have come from the peaks of the icy cold Canada? Junior Boys‘ “Big Black Coat” is out now, five years after the renowned “It’s All True”, and shows us a band in great shapes. The duo winning formula – an electro funk pop – is enhanced with some Detroit techno influences, such as Plastikman to mention a name. During the listening though, the sound that mostly comes up is a pervasive Italo Disco, building up an interesting bridge between Canada, US and Italy.
The cover of the record reminds me of Cronenberg and Lynch in the ’80s, like a colorful nightmare, or a dystopian noir movie set in a disco. What’s the cover about? Is there any reason for the “Big Black Coat” man in it? What has inspired you?
It was inspired by a Canadian children’s show that was filmed in our hometown Hamilton Ontario. Our video for Over It also references that same show. It was a kind of horror themed show for kids starring Vincent Price.
Let’s talk about the grounding of this new record. I know that one of you has produced the lovely record by Jessy Lanza, and one of you has moved to Berlin and formed a new project under the name of “Diva” and a new label. Would you tell us about these experiences and what these facts have given to the new JB record?
Making the record with Jessy really changed a lot of my attitudes and approaches to production. I think when you work with another producer it changes how you work, and that was the case. I was so happy with the stuff I did with Jessy that I wanted to bring that approach to Junior Boys. And then hike the new album was being written Jessy and I started her new album, so there was a lot of cross pollination going on.
Along side the songs of “Big Black Coat” we can see a cover of the Bobby Caldwell classic “What You Won’t Do For Love”. Why this choice? There are three songs in the record containing the word “Baby” and in the lyrics of “Big Black Coat” this words is repeated several times. Is this an album about love?
The cover was just a quick decision, I just wanted to do it. The album was largely inspired by people I saw on the streets. I wanted to talk as if I was one of them at times. I felt like using he word Baby over and over made it feel more immediate and real. It’s a word that just has urgency.
The press release says that the record is influenced by the Detroit techno scene, as long as Yello Magic orchestra and Plastikman, I can also listen to some italo disco (“Over it” especially). Can it be an influenced of yours? Do you know anything about the Italo Disco scene of the ’80s?
Of course. I love a lot of that stuff. Gazebo, My Mine, Scotch, Claudio Simonetti, Daniele Baldelli. All amazing.
The sound of the record is very harmonious, is this a clear stylistic choice or it is just how Junior Boys sounds nowadays? Do you think your sound has evolved during the years? If so, in what way?
I think we evolve according to two factors. The first is the equipment we use. Our music is heavily influenced and guided by our recording choices, I think all musicians are, but for us it is our motivation as well. Also we are guided by the music we listen to of course.
Junior Boys has always been a band for intellectual people: sophisticated and unemployed student in philosophy, I would say. This record has clearly put the gear on and pushed this corduroy jacket people in the club. Have you been clubbing more often recently? Has clubbing always been a passion of yours or have you just approached the scene?
Haha. I don’t go clubbing. But I would if there were good clubs to go to.
What do you think about the very popular r&b scene in USA? Names like Drake, the Weeknd, Kanye West are very influent in these days but is seems that r&b is now more linked to electronic music than rap and hip hop. What’s your position about this topic?
That is the main music I listen to. I think r&b is the most creative music being made at the moment, much more creative then dance music currently.[/tab]
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