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[tab title=”Italiano”]È il nuovo che avanza nell’attuale scena francese. Fa techno da più o meno quando ha iniziato a capire come si produce una traccia musicale e si è formato come dj nel club dei club di Francia, ovvero il Concrete. Ha prodotto otto EP per svariate etichette discografiche come Construct Re-Form, Concrete Music, Ars Mechanica, Indigo Area, Children Of Tomorrow, Dement3d Records e Token. Proprio con quest’ultima si appresta a pubblicare l’11 marzo un doppio EP dal titolo “Saudade”. È giovane, è promettente, ha tutte le carte in regola per crescere nel migliore e nel più sano dei modi. A voi la nostra intervista ad Antonin Jeanson, in arte Antigone, intervistato in occasione della sua recente data a Roma organizzata dai ragazzi di Resistance Is Techno.
Antigone è la coraggiosa eroina della libertà di coscienza. Tu perché hai scelto questo nome?
Ad essere sinceri, è la tragedia preferita di mia madre. E credo che suoni un po’ come il mio vero nome. (Antonin Jeanson, ndr)
In un’intervista a Resident Advisor hai detto ”At least we finally got rid of the French Touch.” Vorresti dire che il movimento french touch è stato un male e che dopo anni di dominio sotto questa corrente musicale adesso la scena francese è più libera di esprimersi?
Niente affatto, non fraintendermi, c’era un po’ di bella musica. È solo che questo French Touch è rimasto dentro di noi per tanto tempo. C’è stato un momento in cui eravamo conosciuti solamente per questo genere e non per un’altro genere di musica elettronica.
Ti piaceva l’Ed Banger nel suo periodo d’oro?
Non sono mai stato dentro questo stile, non mi ci sono ritrovato.
Cosa ti piaceva ascoltare quando eri più piccolo? Chi e quali uscite discografiche ti hanno formato?
Da quello che mi ricordo, sono sempre stato musicalmente molto aperto. Mio padre a casa ascolta un sacco di jazz e musica classica, sono stato sempre in contatto con la musica. Già allora ero interessato alla musica elettronica. Ho sempre ascoltato tutti gli stili di musica dance: techno, house, minimal… Quando la musica è buona perché non prenderla! Ho un paio di artisti che realmente mi mettono voglia di fare musica e sono Luke Slater, Inigo Kennedy e, naturalmente, Jeff Mills.
Nel 1998 la tua madrina ti ha portato ad una techno parade quando avevi solamente 8 anni. Cosa ti ricordi di quell’esperienza? Deve essere stata un’esperienza molto formante.
Lì è da dove tutto è iniziato, ero solo un bambino. Mi ricordo solamente che era tutto così nuovo per me, prima di questa parata non avevo mai sentito la techno. È stato tutto così futuristico e la sensazione del basso era semplicemente incredibile!
Raccontami qualcosa sul tuo primo EP per la Concrete Music “Astral Traveller”, un bel lavoro molto bilanciato tra terreni sci-fi e atmosfere detroitiane.
Ho fatto questo EP qualche mese dopo che ero diventato resident al Concrete. Mi ricordo che ero seduto nello studio a casa mia, era estate, il sole splendeva, è stato un momento molto bello per me. Alla fine ho sentito che stavo facendo la scelta giusta nella mia vita facendo della musica il mio lavoro. Volevo produrre qualcosa che riflettesse veramente il mio stato d’animo in quel momento.
Per molti “Menace Of The Species” è stato l’inno della fiorente scena techno parigina nonostante tu hai sempre cercato con le tue tracce di guardare fuori dai confini francesi. Da un lato rappresenti il nuovo che avanza a Parigi, mentre dall’altro lato cerchi di costruirti una carriera all’estero. Come gestisci questi due situazioni?
Uno e l’altro non sono in contraddizione.
Come hai iniziato a produrre? Qualche tuo amico ti ha introdotto nel mondo dei software o hai iniziato come autodidatta? Hai qualche ispirazione che ti aiuta durante la stesura di una traccia? Qualche produttore che segui e di cui apprezzi il suono e l’attitudine…
Ho iniziato con un amico, che mi ha introdotto ad Ableton e a Reaktor. Qualche mese più tardi ho comprato un computer e questi due software. A essere sinceri all’inizio non riuscivo a fare uscire un suono. Non ho nemmeno quello che era un sintetizzatore o un campionatore. Ho davvero imparato tutto da solo. Poi nel 2009 ho fatto un MAO (corso di musica) che mi ha veramente aiutato con tutta la parte tecnica. Per abitudine mi faccio ispirare dai suoni, mi piace essere guidato dal flow.
Insieme a Francois X hai pubblicato l’EP “We Move As One”. Da quanto ti conosci con lui e che tipo di rapporto avete? Come siete arrivati a lavorare insieme?
Conosco Francois X dal 2010 quando ci siamo incontrati in un club chiamato Djoon dove stavamo suonando. Poi ci siamo persi di vista, e due anni dopo ci siamo incontrati di nuovo al Concrete. Siamo diventati molto amici. Grazie a questa residenza il progetto ha ripreso a partire. Francois X aveva questo Demented Studio nella periferia di Parigi, e un’estate mi chiese se volevo fare un po’ di musica con lui. Allora non c’era alcun progetto di fare un EP e tutto è uscito fuori molto spontaneamente.
Nelle tue produzioni la vena ipnotica, melodica e melanconica è sempre molto riconoscibile. C’è qualcuno a cui ti ispiri per le tue atmosfere?
Sono sempre stato una persona molto sensibile. Mi piace essere toccato dalla musica.
Secondo te esiste oggi un “french sound”? Una firma musicale identificabile con l’origine di provenienza
Non la penso così, e questo è quello che mi piace della scena francese, non solo nella techno ma anche nella house. Tutti noi abbiamo il nostro stile.
Come sei arrivato alla Token Records? So che Kr!z ti ha chiesto delle demo. E poi?
Ero davvero contento di questa richiesta, così mi sono seduto in studio e ho messo tutti i miei progetti insieme e ho mandato a Kr!z delle anteprime. La fine della storia è che doveva essere un semplice EP che è diventato un doppio EP.
Ti senti di appartenere a qualche scuola techno?
Cerco di non chiedermi mai questo altrimenti ho la sensazione di sentirmi bloccato.
Adesso c’è la tendenza tra gli artisti a trasferirsi a Berlino perché lì è tutto meno caro, è tutto più accessibile e anche perché è una capitale con un gran fermento artistico. Però rispetto a loro tu sei rimasto a Parigi a sviluppare la tua identità. Hai mai pensato di trasferirti a Berlino? Se si, perché non l’hai fatto?
C’ho pensato, ma sto bene nel mio paese e qui ho tutto quello di cui ho bisogno.
Posso dire che il Concrete ti abbia aiutato ad affermarti musicalmente, non solo come produttore ma anche come dj?
Sì certo. Come resident in questo club ho imparato tanto su come essere un dj e ho ancora da imparare ogni giorno.
E adesso che sei resident al Concrete cosa si prova ad essere dentro ad uno dei club più rispettati in Europa?
Sono molto orgoglioso e onorato di esserne parte ormai da quattro anni.
Girando su internet ho trovato poco su di te, sembra che hai un rapporto molto scarso con i media. È forse un modo per evitare le distrazioni e lavorare meglio?
Non proprio. Non ho avuto un sacco di occasioni per essere intervistato.[/tab]
[tab title=”English”]He is the new that advances in the current French scene. He makes techno more or less when he began to understand how to produce a music track, and he has formed as a dj in the club of the clubs in France, that is the Concrete. He has product eight EP for various record labels like Construct Re-Form, Concrete Music, Ars Mechanica, Indigo Area, Children Of Tomorrow, Dement3d Records and Token. It is with the latter that he is preparing to publish on March 11 a double EP titled “Saudade“. He is young, he is promising, he has all it takes to grow up in the best and in the healthiest possible way. To you our interview with Antonin Jeanson, aka Antigone, interviewed during his recent date in Rome organized by the guys of Resistance Is Techno.
Antigone is the courageous heroine of freedom of conscience. Why did you choose this name?
To be honest it is my mother’s favorite tragedy. And I guess it also sounded a bit like my name.
In an interview with Resident Advisor you said “At least we finally got rid of the French Touch.” Would you say that the French touch movement was bad and then after years of domination under this musical style now the French scene is more free to express themselves?
Not at all, don’t get me wrong, there was some nice music. It is just that this French Touch was just stuck under our skin for so long. There was a point where we were just known for this and not for the other genre of electronic music.
Did you like the Ed Banger in his gold period?
I’ve never been into this style, didn’t find my self in to it.
What did you like to listen to when you were younger? Who and what releases have formed you?
From what i remember, I have always been very openminded. At home my dad use to listen to a lot of jazz and classic so I was always in contact with music. Back then I was already into electronic music, I’ve always listened to every style of dance music: techno, house, minimal… When the music is good why not take it! I have a few artistes that really made me want to do music like Luke Slater, Inigo Kennedy and of course Jeff Mills.
In 1998 your godmother took you to a techno parade when you were only eight years. What do you remember of that experience? It must have been a very formant experience.
This is where all started for me, I was just a kid. I only remember that it was totally new for me, before this i never heard this kind of music. It was so futuristic and the feeling of the bass was just amazing!
Tell me something about your first EP for Concrete Music “Astral Traveller”, a nice well balanced work between sci-fi land and detroitian atmospheres.
I did this EP a few month after I got resident at Concrete. I remember sitting down in my home studio, it was in summer the sun was shinny, it was a very cool moment for me. I finally felt that I was doing the right choice in my life by doing music as a career. I wanted to produce something that really reflected my mood at that time.
For a lot of people “Menace Of The Species” was the anthem of the burgeoning Parisian techno scene despite you’ve tried with your tracks to look outside of France. On one hand you represents the new that advances in Paris, while on the other side you’re trying to build a career abroad. How do you handle these two situations?
One and the other are not contradictory.
How did you start producing? Maybe some of your friends introduced you to the software world or do you started as an autodidact? Have you got some inspiration that helps you during the writing of a track? Some producer that you follow and which you value the sound and the attitude…
I started with a friend, back then he introduced me to Ableton and Reaktor. Then few month later I bought a computer and those two software. To be very honest at the the beginning I could hardly make a sound out of it. I didn’t even what was synth or a sampler. I really learned all by myself. Then in 2009 I did a MAO that really helped me with all the technical part. I usually get inspired by the sounds it self , I like to be guided by the flow.
You released together Francois X the EP “We Move As One”. From how many years you know him and what kind of relationship do you have? How did you come to work together?
I know Francois X since 2010, we met in a club called Djoon where we were playing, then lost a bit contact. Two year later we met again with Concrete. We became very good friend with this residency. This project started again: one summer Francois X had this demented Studio in the suburbs of Paris and asked me if I wanted to do a little bit a music. There was no plan to do an EP back then everything came very naturally .
In your productions the hypnotic, melodic and melancholy vein is very recognizable. Is there someone who inspires you for your moods?
I’ve always been a very sensible person. I like being touched by music.
Do you think a “French sound” exists today? A musical signature identifiable with the source of origin.
I don’t think so, and this is what I like about the french scene, not only in techno but also in house. We all have our own style .
How did you get in touch with Token Records? I know that Kr!z asked you some demos. And then?
I was really happy about this request so I sat down in the studio and put all my project together and send him previews. The fall of the story is that it was supposed to be a simple Ep that became a double EP.
Do you feel you belong to some school techno?
I try to never ask myself this otherwise I get the feeling to being stuck.
In these recent years there is the tendency among the artists to move to Berlin because over there is all less expensive, is more accessible and also because it’s a capital city with a great ferment artistic. But compared to those artists, you’ve remained in Paris to develop your identity. Have you ever thought to move to Berlin? If so, why did not you?
I thought of it but I just felt to comfortable in my country and I have everything I need here.
Can I say that Concrete helped you to establish yourself musically, not only as a producer but also as a DJ?
Yes of course. As a resident in this club I learned so much on how to be a DJ and still learn every day.
And now that you are a resident at the Concrete what do you feel to be inside one of the most respected clubs in Europe?
I am very proud and honored to be part of it since now four years
Surfing on the internet I found very few informations about you, it seems that you have a very poor relationship with the media. Is it a way to avoid the distractions and work better?
Not really. I just didn’t have a lot of interviews occasions back then.[/tab]
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