La prima volta che avete sentito parlare di “diaspora” eravate probabilmente seduti tra i banchi di scuola: la professoressa di storia, capelli grigi e gonna lunga, cercava di catturare la vostra attenzione raccontandovi della dispersione degli ebrei nel mondo antico dall’esilio babilonese in poi, ma voi eravate troppo piccoli per poterne rimanere affascinati. Crescendo però avete sviluppato interesse per tematiche che qualche anno fa non vi attraevano minimamente: avete iniziato a leggere i giornali e a documentarvi su ciò che accade fuori dalla finestra di camera vostra. La dispersione dei popoli è un tema da sempre attuale, ma di cui mal volentieri si parla, soprattutto utilizzando l’appellativo “diaspora”. Proprio questo però è l’argomento cui gravita attorno a suon di percussioni, sonorità ambient e IDM mescolate ad altre che più si avvicinano alla glitch-music e alla noise/drone, l’ultima fatica degli OZmotic, duo di casa nostra profondamente affascinato (e impegnato) nel rendere la propria arte percettibile a trecentosessanta gradi.
“Liquid Times”, in uscita il 14 marzo su Folk Wisdom / SObject, è un lavoro che parla di ciò che ci circonda, del nostro appartenere a tutto e a niente. Delle città ormai vissute come centri di una vita che ora c’è e domani chissà, gente che si muove, emigra, si sposta, ritorna e se ne va, che calpesta suoli i cui confini sono segnati solo sulle cartine politiche che troviamo appese in qualche aula di liceo. “Liquid Times” è il rumore del ruscello e quello della techno più meditabonda che si avvinghiano al suono della chitarra di Christian Fennesz, musicista austriaco di grande fama che firma due brani dell’album e il cui nome già compare nel primo LP degli OZmotic, “AirEffect” (2015). “Liquid Times” è arte visiva: le immagini sono da sempre protagoniste nei lavori dei due a partire dall’artwork del disco, finendo con i video proiettati durante i loro live. Vista e udito si prendono a braccetto lasciandosi cullare da una musica contemplativa di forte impatto.
All’interno del disco poi, troviamo anche un paio remix molto interessanti di cui si sono occupati due noti producer tedeschi: il primo è quello di “Rhyzome” a cura di Senking (con il quale gli OZmotic si esibiscono in un particolare live set), il secondo di “Sliced Reality” è invece firmato Frank Breitschneider.
Il nostro consiglio è di aspettare che calino le tenebre e solo quando il buio avrà invaso la vostra camera, di schiacciare play e godervi il momento.