L’eco del sax che suona in “GMC”, la traccia che apre “Residual”, la raccolta d’esordio del duo composto da David Koch e Mike Shannon, arriva dolce e si avvicina lentamente. È la via scelta dalla crew catalana Indigo Raw per rompere un silenzio che va avanti da circa tre anni e regalare alla label una veste più “seriosa”, robusta e consistente, sia dal punto di vista musicale che del formato scelto. Si riparte da questo doppio EP a firma DeWalta-Shannon, quindi, un lavoro che dal punto di vista dei due artisti sembra avere come obiettivo quello di certificare, tirando in qualche modo le somme, il percorso intrapreso con “No Rest For The Wicked” nel 2011 e conferire al progetto un’identità sempre più solida, prerogativa indispensabile se si vuole fare del proprio live un show di successo. Dal punto di vista di Indigo Raw, invece, “Residual” è senza ombra di dubbio l’uscita giusta per colmare quel gap che si era venuto a creare tra gli eventi prodotti in terra catalana dalla crew di Barcellona e una discografia non sempre all’altezza delle attese.
Le otto tracce prodotte da DeWalta e Shannon, di cui sei pubblicate in due parti viniliche a sé stanti, racchiudono tutta l’essenza di quell’house microtica e minimale che caratterizza il sound del duo di base a Berlino: i groove, essenziali ma al tempo stesso omogenei, conferiscono al lavoro una buona dinamicità, mentre le parti ritmiche di ogni traccia sono ricche di elementi pur mantenendosi a debita distanza dall’eccesso di dettagli. L’approccio jazzy, poi, quello di chi “suona e registra” tanto caro ai fan del modulare, taglia trasversalmente “Residual” richiamando, qui e lì, qualcuno dei Perlon meglio riusciti (almeno degli ultimi tempi).
Insomma, sono diverse le ragioni che fanno di questa raccolta un disco da ascoltare, ragioni che “Wilson Space” e Duality” sintetizzano decisamente al meglio.