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[tab title=”Italiano”]“There Ain’t No Such Thing As A Free Lunch”, questo l’acronimo che si nasconde dietro a TANSTAAFL, parola dalla buffa pronuncia utilizzata per dare nome alla label di cui John Osborn e Dj October sono i manager. Se bazzicate per Berlino, o se comunque settimanalmente vi divertite a guardare chi calcherà la consolle del Panorama Bar, vi verrà automatico collegare il nome di Osborn a quello della sala meno dark del club più famoso d’Europa. Oggi abbiamo la possibilità di conoscere meglio lui e la sua creatura grazie a dieci domande che si propongono di raccontarci il dj/produttore inglese, attraverso la sua label. Che cos’è TANSTAAFL, quali scelte si nascondono dietro alla decisione di far uscire un artista piuttosto che un altro e perché è stato scelto un nome così particolare, sono solo alcuni dei quesiti a cui John Osborn ha dato risposta. Berlino è, ovviamente, un ingrediente importante all’interno di questa intervista. Il perché? Provate a indovinare.
Dopo anni all’interno del mondo del clubbing, nel 2011 nasce TANSTAAFL: quali sono stati gli elementi che vi hanno fatto capire che i tempi erano maturi per dare vita a una label tutta vostra?
Io e October siamo buoni amici. Poco prima della comparsa di TANSTAAFL, la label che lui aveva fondato in precedenza, Caravan Records, dovette prematuramente chiudere i battenti. È proprio dalle sue ceneri, però, che è nata TANSTAAFL: abbiamo unito le nostre forze e il resto è storia.
TANSTAAFL è l’acronimo di “There Ain’t No Such Thing As A Free Lunch”, espressione famosa per essere stata usata dallo scrittore di fantascienza Robert A. Heinlein all’interno del suo romanzo La Luna è una severa maestra del 1966. Perché avete scelto proprio questo nome?
A dire il vero è stata un’idea di October, quando ha proposto questo nome io non avevo idea che si trattasse di un acronimo, mi è soltanto piaciuto il modo nel quale si pronunciava e il suono che faceva. All’inizio mi sembrava uno strano ibrido tra l’olandese e il tedesco: October è per metà olandese e io, vivendo a Berlino da diciassette anni, parlo il tedesco. Quindi in pratica ho pensato alla traduzione in inglese della parola TANSTAAFL che poteva voler significare “Dance Table”, sembrava che si trattasse di un errore divertente e figo al tempo stesso. Soltanto in un secondo momento, October mi ha spiegato il vero significato di quella strana parola.
A cosa volete far riferimento con questa frase? Nasconde forse una critica al mondo della notte?
Non esattamente una critica. Si tratta più di un modo di affrontare le cose: raggiungere un obiettivo richiede dedizione, duro lavoro e, naturalmente, un pizzico di fortuna. Io e October non veniamo da ambienti propriamente privilegiati, quindi abbiamo sempre dovuto lavorare sodo per ottenere dei risultati e non che io mi voglia lamentare, dico solo la verità. Non mi spaventa lavorare duramente.
Qual è la parola o il pensiero che, secondo voi, descrive al meglio la filosofia di TANSTAAFL?
Avventuroso & eclettico con un particolare occhio per il dancefloor.
…e se vi chiedessimo un disco?
È davvero difficile sceglierne uno solo, tutti! (ride). No, seriamente, trovo che l’intero catalogo sia come un unico grande lavoro in cui tutti gli artisti che stimo e rispetto hanno dato il loro contributo.
Dietro a TANSTAAFL PLANETS ci sono John Osborn e Dj October. Che tipo di legame vi unisce? Com’è nata l’idea di fondare questa “sister-label”?
L’idea originale era quella di pubblicare su TANSTAAFL soltanto la nostra musica e quella dei nostri amici con il desiderio di fare il mix-down delle release nello studio di October, in modo tale che ciascuna di esse mantenesse lo spirito e il gusto che animano i vecchi cavi rotti. Questa era e rimane un’ottima idea, ma parecchio impossibile da mettere in pratica: già è difficile ottenere dagli amici la musica e tutto quello che serve per l’uscita di un disco, figuriamoci aggiungere un altro elemento durante questo processo. Abbiamo quindi deciso di far uscire le nostre produzioni sulla label madre e di riservare le release dei nostri amici alla sub-label.
In che modo gli artisti del vostro catalogo hanno colpito la vostra attenzione, facendoli diventare parte del vostro progetto?
È molto semplice: sono tutti artisti che conosciamo o coi quali abbiamo collaborato. Siamo comunque aperti a far uscire sulla nostra label i dischi di artisti che non conosciamo, ma che ci hanno semplicemente mandato una demo. Questo però avviene solo se riteniamo che si tratti di qualcosa di figo e di cui il mondo non può fare a meno e questo non è ancora accaduto.
Ormai viviamo in un mondo nel quale il dj, per essere riconosciuto e rispettato, deve anche essere – salvo alcune rare occasioni – un buon producer. Quanto pensiate sia vera questa affermazione? Siete dell’idea che, ad esempio, ciò che ha portato John Osborn ad essere uno del dj di punta del Panorama Bar siano i suoi dischi o il suo saper catturare e ammaliare il dancefloor?
Purtroppo è vero. Nella scena contemporanea è sicuramente più difficile fare carriera suonando e basta. Non è impossibile, ma è sicuramente più difficile. Questo però mi rattrista perché là fuori ci sono “selectors” davvero talentuosi e capaci che non avranno mai una data vista l’assenza di una traccia pubblicata su una label conosciuta: soltanto perché non hai pubblicato un disco di successo su una grossa etichetta, questo non significa che tu non sia un bravo dj. Ritengo che il lavoro del producer e quello del dj necessitino di skills diverse tra loro, come diversi sono il lavoro del dj e quello del producer stessi: concentrarsi su uno o l’altro mestiere richiede tempo e dedizione se lo si fa nella giusta maniera. La mia relazione con il Panorama Bar è iniziata nel 2007, quando sono stato bookato per la prima volta per suonare alle tre di pomeriggio della domenica subito dopo Dixon: è stata un’esperienza incredibile e che terrò sempre nel cuore e nella mente. Avevo qualche mix che vagava nell’internet e uno dei ragazzi del Panorama Bar lo sentì, gli piacque e mi volle dare una chance. Ho come la sensazione che i booker del Panorama Bar e del Berghain non siano molto intenzionati a correre il rischio di mettere in consolle giovani dj talentuosi, preferiscono andare sul sicuro bookando dj più conosciuti e creando delle line up davvero interessanti. Personalmente però sono più affascinato dagli artisti meno noti: sono loro che spesso mi regalano dei set davvero sorprendenti.
John Osborn nasce a Londra, ma nel 1999 decide, come molti dei suoi colleghi, di migrare verso Berlino. Come questo spostamento ha inciso sul suo essere un dj? Quanta Berlino e quanta Londra ci sono dentro TANSTAAFL?
Bè, in verità nel 1999 non c’erano così tanti “stranieri” come adesso, i berlinesi mi consideravano un “esotico” nel 1999, ma ovviamente questa condizione è cambiata rapidamente. Quando mi sono trasferito a Berlino non sapevo nulla riguardo la città, e quando dico niente, intendo niente davvero. Ero molto ingenuo ai tempi. Ho vissuto ventiquattro anni nel Regno Unito e diciassette qui a Berlino, direi che questa giusta dose tra le due nazioni ha influenza sulla musica che faccio adesso. Direi che il mio lato più profondo e sperimentale proviene dalle mie origini inglesi, mentre la capacità di capire la pista e quello che vuole è sicuramente un influsso teutonico. Ovviamente la scena berlinese è molto più tollerante e aperta: il Berghain, ad esempio, è una realtà che nel Regno Unito, purtroppo, non potrebbe mai esistere per molte ragioni, come ad esempio le licenze alcoliche e il modo nel quale le droghe vengono tollerate.
Quali sono i prossimi step, individuali e collettivi, che vi attendono? C’è qualcosa che bolle in pentola?
Rivalutare quello che abbiamo fatto finora e decidere quale strada prendere in futuro. Abbiamo alcune idee e un mezzo progetto che probabilmente prenderà vita nell’inverno 2016: il titolo è DRED, ma non voglio dire nulla di più. Per quello che riguarda me invece, ho un disco pronto a uscire in maggio: si tratta di una collaborazione con un altro artista di TANSTAAFL, Tallmen785; e oltre a questo ci sarà anche un mio solo EP. Sto anche lentamente iniziando a pensare alla creazione di un album, ma questo richiede tempo, parecchio tempo. Peace.[/tab]
[tab title=”English”]“There Ain’t No Such Thing As A Free Lunch”, this is what hides behind TANSTAAFL, a funny word that also gives the name to John Osborn and Dj October’s label. If you live in Berlin, or if you like to check every week who will play at Panorama Bar, you will automatically link the name of Osborn, to the brightest room of Europe’s most famous club. We have the opportunity to get to know him and his project a bit better. Ten questions will tell us about the English dj/producer and his label. What is TANSTAAFL? What reasons lies behind the decision to launch an artist rather than another? And why such a particular word to name it? These are just a few questions that John Osborn has shared to us. Obviously Berlin is an important ingredient in this interview. The reason? Guess it!
After years and years into the clubbing world, in 2011 was born TANSTAAFL: what were the elements that allow you to understand that it was the right time to create your own label?
October and I are good friends, and shortly before TANSTAAFL started October’s previous label Caravan Records came to an untimely end, but out of these ashes rose the new label TANSTAAFL – we joined forces and the rest is history.
TANSTAAFL is the acronym of “There Ain’t No Such Thing As A Free Lunch”, famous expression used by the sci-fi writer Robert A. Heinlein in his romance “The Moon Is a Harsh Mistress” in 1966. Why you used this name?
This was actually October’s idea, when he presented the name to me I knew nothing about the acronym meaning, I just instantly liked the sound of it. At first it sounded to me like a weird mix of Dutch and German. October is half Dutch born in Holland and I speak German as I have been living in Berlin for 17 years. So it sounded like, if translated to English, Dance Table – i thought his was a cool happy mistake. October then told me about real sci-fi background and meaning and I was sold there and then.
What is the meaning of this sentence? Is it a hidden criticism to the clubbing life?
Not so much a criticism really. It was more a statement that to get where you want to be takes dedication, hard work and of course a touch of luck. October and I both do not come from very privileged backgrounds so we have always had to work hard to achieve things in life – but again that is not a complainant but just a truth. I am not afraid of hard work either.
What is the word or the thought that you think describe as best the TANSTAAFL philosophy?
Adventurous & eclectic with one eye on the dance floor.
…And if we would ask you for a record?
Hard to pick just one really, all of them haha, but seriously I genuinely see the entire back catalogue as one body of work with contributions from artists we really respect.
Behind TANSTAAFL PLANETS are John Osborn and Dj October. What’s the dinamics when you work toghether? How did come up the idea to found this “sister-label”?
We originally planned to release on the main TANSTAAFL label music only from ourselves and friends with the plan that every single release would be mixed down in October’s studio so that every release had some flavour from the spirits that live in the old broken cables. This was, and still is a great idea but in reality it was near impossible to do. It is hard enough to get your friends to make the music and all that is required to get the release out but to add another element to the process just made it really hard. So we decided to keep the main label just for our own productions and set up the sub label to release our friends music – basically that’s the difference between the two.
How the artists of your catalog have catch your attention for making them part of your project?
They are all artists we know or have worked with at some point, its really that simple. We are open to releasing music from someone we do not know, who sends us a demo, if we feel it is totally mind blowing and the world needs to hear it but so far that hasn’t happened.
Now we live in a world in which the DJ, to be reconised and respected, must also be – except for rare occasions – a good producer. Do you think this is true? Are you thinking that – for example – what led John Osborn to be one of the top DJs of the Panorama Bar are his records or his ability to capture and captivate the dance floor?
Unfortunately this is true. It is certainly very hard to make a career in this scene today just from DJing. It is not impossible, but certainly harder. It saddens me because there are some very talented selectors out there that will never get booked because they don’t have a hit record on a well known label – and just because you do have a hit record on a big label doesn’t mean you are going to be a great DJ. I do believe that the two ‘jobs’ producer & Dj require very different skills and both individually take up a lot of time if your doing it right. My relationship with Panorama Bar started in 2007, when I got booked for the first time and played at 3pm Sunday afternoon right after Dixon, which was an incredible experience and one that will stay with me forever. I had a few mixes floating about on the internet and the guys at Panorama Bar heard it, liked it and took a chance on me. The bookers at Panorama Bar & Berghain don’t’ get enough credit I feel for taking the risks that they do with new fresh Dj talent, sure they book well know artists and put these names together in very interesting ways but for me it is the the lesser known artists that play there that often take me by surprise with magical sets.
John Osborn was born in London, but in 1999 he decided like many of his colleagues to move to Berlin. Do you think this chance has affected on his being a DJ? How much Berlin and London are in TANSTAAFL?
Well actually in 1999 there was not so many ‘foreign’ people here like today. I was considered ‘exotic’ by Berliners in 1999, but this obviously changed rapidly. When I first moved to Berlin I knew nothing about Berlin, literally not a thing. I was very naive back then. I lived in for 24 years in the UK and 17 years here – so I would say there is a good dose of each country influencing what I do musically today. The experimental, deeper side of music I would say comes from my English background matched with an understanding of the dance floor coming from Germany. Obviously the club landscape in Berlin is way more tolerant and open than what we have in the UK – for example Berghain is not a club that could happen in the UK, sadly, due to many reasons – such as attitudes to alcohol licensing and drugs.
What are the next step both individual and collective that you are going to do? There’s something coming up?
Re-evaluating what we have done so far and deciding what path will be taken next. We have a few ideas and half a plan that will emerge maybe winter 2016 – current working title is DRED but I am not saying anything more than that. I personally have a record coming out in May that is a collaboration with another TANSTAAFL artist – Tallmen785 and sometime after that there will be another solo EP from myself. I am also slowly starting to map out ideas for an album, but that will take some time, lots of time I expect. Peace.[/tab]
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