Nato a Ginevra, nel cuore della Svizzera francofona, Pascal Viscardi è finito sotto la nostra lente d’ingrandimento grazie al promo suo prossimo EP, “How To Cover Up A Clear Blue Sky”, in uscita su Love Notes From Brooklyn. Approfondendo, studiando la sua musica e il suo percorso, è venuto fuori il ritratto di un artista estremamente interessante, fortemente animato dall’amore per l’Italia, per Napoli (terra d’origine di suo padre) e per la musica house dalle trame old-school e dalla timbrica analogica che tanto sta tornando in auge in questi mesi. È lui il Giant Steps di questa settimana: buona lettura e, soprattutto, buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Impossibile nominarne uno solo. Il primo pezzo in assoluto fu “Nessun Dolore” di Lucio Battisti. Lo suono quasi in ogni set…L’ultima volta fu al party con Whodamanny in un piccolo locale qui a Ginevra. Le gente impazzì letteralmente. Poi, a livello house, chiaramente “I Say A Pray For You” di Equation, mentre per quanto riguarda la techno fui sconvolto (e lo sono ancora oggi) “Quadrant Dub” dei Basic Channel. Sarebbe per me assurdo non citare “Sometimes” dei My Bloody Valentine, un pezzo che rivoluzionò il mio modo di percepire le tessiture sonore.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Avevo più o meno sedici anni quanto mi comprai la mia prima chitarra elettrica. Volevo formare un gruppo shoegaze. Da allora, la mia ossessione per la musica in generale non mi ha mai abbandonato. Scrivere canzoni è roba che faccio da quando sono piccolo. Sono fortunato ad avere un padre che suona la chitarra. Mi insegnò da piccolissimo le basi, trasmettendomi anche la sua passione.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Nel 2012, uscì il mio primo vinile per l’etichetta francese The Exquisite Pain Records, con un remix di Agnès. Purtroppo come spesso succede, il label manager fece tutto “storto”, rifiutando persino di mandarmi una singola copia. Il disco ebbe però un discreto successo e ottenne buoni feedback. Da allora, anche per via di episodi personali assai difficili, ho impiegato tre anni per trovare di nuovo l’ispirazione necessaria per produrre qualcosa che mi soddisfare davvero. Tre anni di dubbi, di ricerche e di rimesse in questione. Anni salutari alla fine, perché ho imparato tanto.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Alla fine di questo periodo difficile, ho traslocato vicino a casa di un amico produttore di techno, davvero bravissimo: Napman. Mi motivò ad andare in fondo alle tracks, credere nel mio lavoro e non mollare. Allo stesso periodo, incontrai Ripperton che mi diede ottimi consigli oltre all’opportunità di usare il suo studio per registrare materiale live. Il risultato s’intitola “The Warmest Color” ed è uscito in vinile sull’etichetta napoletana Frole Records. Lavorando sodo, sono poi venuto fuori varie tracks di rilievo che sono arrivate alle orecchie di Patrick Luca e Salvatore Samann, permettendomi di pubblicare su Saft Recordings e Traxx Underground.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Mi impegno il più seriamente possibile nella produzione musicale, ed anche nella ricerca di dischi nuovi. Poi sono appassionato di muay thai e mi reco in palestra appena posso. Sono periodi… A volte, mi alleno quattro volte a settimana, a volte non ci vado per un mese. Colpa dei vari impegni. Condivido anche una grandissima passione per il calcio con mio padre, anzi per il SSC Napoli! Non ci perdiamo mai una partita. Alla fine il tempo c`è, anche se poco, e il trucco o il sapersi organizzare bene.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Fondamentalmente, faccio le cose di petto, in modo naturale… A volte vanno bene, a volte meno, però non ho nessuno rimpianto.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Three Chairs “Three Chairs 3”
Gigi Masin “Wind”
Minako Yoshida “Monochrome”
Indian Ocean ”School Bell / Treehouse”
Sun Ra “Lanquidity”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Per quanto riguarda il cinema “Pusher I, III, III” di Nicholas Winding Refn, “Nowhere” di Gregg Araki e “La frontière de l’aube” di Philippe Garrel; mentre, per quanto riguarda la letteratura “Ecstasy” di Ryu Murakami, “Nicolas Pages” di Guillaume Dustan e “Hold On to Your Dreams: Arthur Russell and the Downtown Music Scene, 1973-1992” di Tim Lawrence.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Se dovessi scegliere davvero una solo pezzo del mio repertorio, prenderei forse “Paradiso”, uscita su Saft Recordings l’anno scorso.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Sinceramente, bene. Ho incontrato un sacco di gente davvero eccezionale sul web. Penso che internet (e i social in particolare) siano come tutto nella vita: se sei un ragazzo alla mano, tranquillo, con cose da dire e idee da proporre, troverai sempre gente nel tuo stesso mood per interagire e creare cose positive. Ovviamente, può anche diventare una droga. Sta ad ogni uno di noi saper gestire la nostra dipendenza al web, privilegiando sempre un “vero” incontro.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
I miei mentori sono chiaramente Agnès e Ripperton. Recentemente ho avuto l’onore di essere citato da Mike Huckaby come “un produttore da tener d’occhio”, dopo che due pezzi miei siano stati inclusi nel suo ultimo mix. Come già detto in precedenza, stimo anche tantissimo Napman, uno dei talenti più cristallini della techno svizzera. Un altro ragazzo al cui sono molto affezionato è il parigino Hugo LX. Fra poco uscirà il pezzo che abbiamo fatto insieme dal titolo “The Twin Suns” sulla label inglese 124 Recordings. Stesso discorso vale per Toni Be aka The Black Tone e Bastien Carrara, entrambi francesi e molto talentuosi. Finalmente, direi che seguo ed ammiro tanto la scena italiana (quella nuova e anche quella dei primi anni ’90) e in particolare tutti i membri della Early Sound Collective, Fabio Monesi, DJ Octopus e Deep88. Vorrei poter citare più artisti, ma i nomi sono davvero troppi…Dai ancora un paio: WTF aka Lukas Goretta, un DJ ginevrino che considero fra i più bravi in assoluto, e Aris1201, che attraverso la sua R2L sta facendo cose fantastiche – il suo primo disco è molto ricercato sul web e a breve arriverà la sua seconda release, disponibile unicamente su cassetta.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Una decina d’anni fa fui invitato a suonare in una festa privata a Losanna. Eravamo in una zona industriale, la sala era pienissima. Prima di me suonava un amico. Lui mi lasciò le console, ero gasatissimo, pronto a mandare il primo disco, ma a quel punto arrivò la polizia! Nel giro di qualche secondo la sala si svuotò completamente e mi ritrovai da solo col mio disco che girava a vuoto. Un gran momento di solitudine, però l’after fu molto bello!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Non so, non la conosco abbastanza dall’interno per giudicare. Mi interesso solo agli artisti che mi piacciono e basta. Ho ottimi rapporti con quelli che conosco personalmente e a me va bene così. Poi, se ci sono richieste di booking, lascio lavorare i ragazzi di Imported Paris, la mia agenzia di booking, per tutto ciò che riguarda il rapporto coi vari promoter. In generale, non mi va di dare lezioni: lascio parlare unicamente il mio lavoro.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il mio prossimo quattro tracce su Love Notes From Brooklyn, “How To Cover Up A Clear Blue Sky”, uscirà a inizio maggio, poi sarò presente su diversi various per Courtesy Of Balance Recordings, Série Limitée, 124 Recordings, SHIFT LTD e ANMA. Prima dell’estate uscirà anche il mio remix di una bellissimo pezzo di Tominori Hosoya per la sua etichetta TH Pressing. Sullo stesso disco c’è anche un altro remix a cura di Simoncino.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.