Rimpalla da qualche ora in rete, attraverso le pagine di alcuni quotidiani online, la notizia che il marchio Cocoricò sarebbe stato pignorato. Da chi? Perché? La risposta più argomentata, nonostante non sia disponibile una versione che metta d’accordo tutti, e nonostante non ci si possa avvalere della conferma di alcuna fonte ufficiale, la dà il Corriere di Romagna: il marchio di uno dei più celebri e storici locali italiani sarebbe ora nella mani di Gabry Ponte e del suo marchio Dance and Love, a garanzia di un debito che ammonterebbe a circa duecentomila euro.
L’articolo riferisce inoltre che per rimettere le cose a posto, con i marchi Cocoricò e Titilla (anche quest’ultimo sembrerebbe interessato nel contenzioso) di nuovo tra le mani della società gestita da Fabrizio De Meis, sarà sufficiente saldare quanto dovuto, sempre che gli avvocati di Dance and Love non accelerino le pratiche per la loro vendita.
È tutto vero? Per il momento, senza il conforto di notizie certe, non ce la sentiamo di metterci la mano sul fuoco; certo è che questa situazione va ad appesantire lo stato in cui versa l’immagine della discoteca romagnola, oggetto lo scorso anno di un bombardamento mediatico feroce (e spesso, per la verità, decontestualizzato) dopo la morte di Lamberto Lucaccioni, il sedicenne di Città di Castello rimasto vittima di un’overdose.
Aggiornamento:
Secondo un’altra fonte, che riporta una nota emessa dalla stessa società che gestisce il marchio Cocoricò, il contenzioso (peraltro non smentito) sarebbe stato completamente sistemato.
Ulteriore aggiornamento:
Riceviamo e pubblichiamo qui una nota ufficiale del Cocoricò riguardo a questo contenzioso.