Animato da un amore viscerale per la musica e da una passione morbosa per i sintetizzatori, Giesse, all’anagrafe Stefano Galli, è uno dei dj più apprezzati di quel gioiello che risponde al nome di Serendipity, il club nato dall’impegno di alcuni dei membri di Dancity, l’associazione folignate che da oltre un decennio da vita all’omonima – e meravigliosa – rassegna di musica elettronica. Resident dal 2010 delle one-night mensili e invernali del festival, Giesse ha avuto il merito e la fortuna di trovare il supporto e incontrare la stima di pubblico e promoter locali, creando i presupposti migliori per una crescita artistica sana e libera.
I risultati, come avete modo di ascoltare grazie al set che ci ha consegnato, sono sotto gli occhi di tutti: questo giovanotto ha tutto per fare strada.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Purtroppo non riesco a ricordare nessun disco in particolare. Sicuramente sarà stato qualcosa che ho ascoltato quando avevo dodici o tredici anni su MTV e che mi ha stravolto. A casa mia non si ascolta molta musica, il primo stereo l’hanno comprato praticamente perché gliel’ho chiesto io!
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Il mio primo approccio con la musica è stato con l’hip hop quando avevo quindici anni. Non essendo bravo a rappare, decisi di comprare un mpc500 e iniziare a produrre i beat per i miei amici. Da quel momento in poi tutto è venuto da sé, in modo molto spontaneo. Più tempo passavo a suonare più capivo che quella era molto più di una semplice passione.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Con i momenti di crisi nel mio rapporto con la musica ho imparato a conviverci quotidianamente. Per me la crisi con la musica è quel momento di riflessione, che mi accompagna anche mentre preparo la valigia dei dischi o quando devo fare l’export di un brano.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente uno dei più importanti è stata la prima volta che ho suonato al Serendipity. Ero tornato il giorno prima da Berlino dopo una breve esperienza di tre mesi ed ero tesissimo. Era la prima volta che suonavo in un club con tutta quella gente davanti, prima di allora avevo sempre suonato in delle situazioni molto più piccole.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Non ho altre passioni al di fuori della musica, anzi ultimamente esco anche più pochissimo. Passo la maggior parte del tempo in studio oppure a mixare con gli amici
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non posso ancora dire di aver avuto grandi rimpianti musicalmente parlando. Ho ventiquattro anni, credo sia un po’ presto per parlare di rimpianti, forse mi sarebbe piaciuto approfondire di più lo studio del basso elettrico.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Cinque sono troppo pochi, i primi che mi vengono in mente sono:
Steve Reich “Music For 18 Musicians”
John Beltran “10 Days Of Blue”
Oneohtrix Point Never “Replica”
Aphex Twin “Selected Ambient Works 85-92”
Objekt “Flatland”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non leggo un libro da un bel po’ di tempo purtroppo, ultimamente se mi capita leggo solo manuali di sintetizzatori. Riguardo i film invece ne sto vedendo moltissimi. Uno degli ultimi che ho rivisto e consiglierei è “La Decima Vittima” di Elio Pietri.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
È una piccola raccolta di brani che ho prodotto negli ultimi tre anni e che grazie ai ragazzi di Un.t.o. e che uscirà entro la fine dell’estate in 12’’.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Bisogna fare i conti con la volatilità della fama. Oggi mi sembra tutto molto effimero e gli artisti sembrano quasi costretti a stampare musica su vinile per avere un contatto con il mondo reale. Sembra che la cosa piano piano stia sfuggendo di mano.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sicuramente Niccolò (Infinite Delta) è una delle persone con cui mi confronto di più, insieme abbiamo realizzato uno dei nostri sogni più grandi, quello di avere uno studio; diciamo che è stato fondamentale per la mia crescita artistica. Poi c’è Simone (Meze) e tutto il team dei dj resident del Serendipity: Dj Soch, Franco B, Marco Ragni, tutti ottimi dj, di solito prima di iniziare a far girare dei pezzi voglio sentire sempre la loro opinione.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Una delle esperienze più assurde che mi è capitata di vivere è stata sicuramente la produzione della performance di Shackleton insieme ai tamburini della Quintana di Foligno per il Dancity Festival 2013. Per circa tre mesi insieme a Niccolò e Chiara ci siamo ritrovati a fare da intermediari tra Sam e quaranta tamburini…sicuramente è una delle esperienze legate alla musica che mi ricorderò maggiormente!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Purtroppo sembra che oggi, pur essendoci una scena veramente ricca e prolifera, in Italia la gente preferisca rimanere nella propria piccola nicchia.Tutto ciò è alimentato dai magazine specializzati che non fanno abbastanza scouting tra le realtà italiane e che a loro volta spingono sempre le realtà o gli artisti già affermati, oppure amici. Stessa cosa vale per le agenzie di booking e promoter.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto producendo molto in questo periodo. Ho un sacco di materiale che spero verrà rilasciato a breve. Con Meze stiamo lavorando anche al terzo disco di HMZ che uscirà entro la fine dell’anno.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.