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[tab title=”Italiano”]La parola “techno” nel corso della storia ha assunto diverse interpretazioni. E’ un termine culturalmente significativo e fondamentale per i cultori del genere. Per questo, capirne la traiettoria è fondamentale. Tramite Detroit la techno è diventata un fenomeno a se stante. Alcuni decisero di voltare le spalle all’entropico passato della città e di correre verso qualcosa che potesse dare loro la possibilità di esprimersi. Ecco quindi che la techno è nata e cresciuta nutrita da un forte senso di ottimismo e speranza nelle possibilità future. Ma al centro, tra tecnologia e squarci post-industriali c’è la lotta per mantenere l’elemento umano nella musica: High-Tech Soul. DJ Stingray, figlio della seconda genesi Detroitiana, da sempre combatte contro i demoni della musica popular, portando avanti ideali, storia e attitudine. Da oltre vent’anni continua a firmare indelebili pagine della storia della musica elettronica: dalla collaborazione con i subacquei Drexciya, fino alla creazione del collettivo Urban Tribe. In questa intervista emerge la sua volontà di creare un’esperienza musicale solida che risuona tremendamente reale, così tanto da riuscire quasi a sentirla stridere messa in confronto con la contraffatta realtà attuale. Stingray, ci invita in maniera velata, a credere in un futuro luminoso, avvalendosi della potenza della tecnologia che progredendo nel tempo permette sempre più sperimentazioni, promuovendo la creatività. Sfida i confini sociali e culturali e si muove, disinvolto – attraverso la gente che tiene in vita questa cultura, attraverso la sua musica – pronto ad esplorare le infinite prospettive narrative, vive al di là del mainstream. Un’intervista che porta a riflettere sull’avvenire. Se riuscissimo a proteggere e a fomentare la fiaccola di questo movimento, dove, fortunatamente il talento è valutato più della frivolezza, chissà quante direzioni nuove, diverse – e perché no anche grandiose – potremmo intraprende e la musica continuerebbe a crescere. Qui, tra mitologia, oceani e Sci-Fi, c’è DJ Stingray, che ci ricorda l’importanza di essere uniti.
Sei nato e cresciuto a Detroit, una città difficile. Quanto pensi che abbia influito sul tuo percorso artistico e quanto su di te come persona? Cosa ti ha spinto a scegliere la musica come mezzo espressivo?
Detroit mi ha colpito sotto diversi aspetti: la cultura della città stessa in termini di linguaggio, moda, gruppi sociale e ovviamente dai suoi DJ, sia in termini radiofonici sia per quanto riguarda il clubbing. E’ chiaro che, probabilmente, potrei aggiungere altre migliaia di micro influenze che la città si porta con sé. Per quanto riguarda l’impatto che Detroit ha avuto su di me come essere umano? Forse mi ha concesso una maggior consapevolezza su quanto le cose si possano “mettere male” con estrema velocità. Ho imparato ad apprezzare ciò che il duro lavorare può portare. Ho imparato a portare rispetto alle persone che, di conseguenza lo portano a te. Come molta gente di colore americana, la maggior parte della mia esposizione alla musica, è avvenuta in chiesa, in tenera età; mia madre ci cantava e ha ancora oggi una grande voce (ride, ndr.) Mi ricordo il giorno in cui decisi di iniziare a produrre. Avevo fatto spese al Buy Rite Music sulla 7 mile e stavo ascoltando “Xray – Let’s Go”, penso d’aver suonato la parte iniziale del disco completo circa 20 volte quel giorno (1 misura) e il disco completo circa 20 volte (ride, ndr). Dissi a me stesso che anch’io sarei stato in grado di farcela e poi mi è solamente capitato di essere al posto giusto nel momento giusto e di incontrare alcune fantastiche persone come Cliff Thomas (il proprietario di Buy Rite) che mi ha assunto nel suo negozio e Blake Baxter e Derrick May, che in realtà, mi permisero di usare le attrezzature e, saltuariamente, di visitare i loro studi: tutto è iniziato da lì.
Detroit è stata culla dell’electro, per come la conosciamo noi oggi, grazie anche a diversi progetti come ad esempio i Drexciya e gli Aux88. Come ti senti ad essere uno dei pochi a portare avanti l’immensa eredità lasciataci dai Drexciya?
Devo menzionare anche Lamont Norwood (DJ Dijital), Detroit ln Effect, Brandon Calloway e molti altri ancora che ancora oggi traghettano l’eredità dell’electro. Ma vi dirò, io prendo il mestiere molto seriamente, non sto cercando di imitare i Drexciya, ma sto provando ad infondere la mia musica attraverso lo spirito, l’energia e l’estetica che loro ed altri hanno portato avanti.
Credo che tu come DJ Stingray abbia fatto fin da subito una dichiarazione d’intenti: un profilo basso, poche chiacchiere e molta sostanza. Mi piace tradurlo con il “semplice” concetto dell’essere veri e in un certo senso è un dare-ricevere. Rendi le persone consapevoli. Dico questo perché qualche tempo fa lessi sul tuo profilo Facebook un bellissimo post: “Thanks to the Underground people, I see you!! Your energy keeps me going please know this! You give me the strenght and motivation to fight against the zombie horde and ther waveforms.” Quanto è importante per te essere uniti? Ti va di parlarmi meglio di questo tuo pensiero? Credo che oggi come oggi ce ne sia davvero bisogno.
Ho visto così tanti giovani dotati di grande energia ed intelligenza, in grado di vedere attraverso ciò che è commerciale – la mancanza di cuore e la bassa energia – e ciò che non è, anche attraverso il fango che gli veniva lanciato addosso. Dal Move a Medellin, al Closer a Kiev, al VVSL e al Mount Analog a L.A., al NVA a Montreal, al Mutual Dreaming a New York, al ENSAMBLE a Città del Messico, fino all’ Arma 17 a Mosca… e lista potrebbe essere ancora lunga. Sto parlando di gente con una seria mentalità che rispetta la storia e vuole costruire qualcosa di nuovo utilizzando i propri costrutti del XXI secolo. Io sono saldamente dalla parte di organizzazioni come queste ed insieme alle persone che le sostengono. La techno, l’electro e anche l’house potrebbero formare una potente barriera contro l’evidente offuscamento e diluizione dell’arte del Djing. Essa si potrebbe attuare producendo musica elettronica e fornendo spazi e cultura adeguati per l’espressione di questa arte.
A mio avviso il tipo di techno che tu proponi, etichettato generalmente come electro, sta vivendo una sorta di “risveglio” da più o meno 1/2 anni. Molti dj negli ultimi tempi sono saliti alla ribalta proponendo queste influenze nei loro dj set (Helena Hauff ne è un esempio, anche piuttosto vicino a te, dato il vostro imminente B2B al Dekmantel); ci sono molti nuovi produttori e molte nuove label che stanno producendo e stampando musica fortemente ispirata alle sonorità e all’estetica che sono alle radici di questo genere. Sei d’accordo? Se si, come stai vivendo questo rievocazione? Quali sono i nuovi djs, le nuove label, i nuovi producer che apprezzi maggiormente?
Aurora Halal, L.I.E.S Records , CPU Records; mi piace molto quello che Nicole Gier sta facendo con la New York Trax, Markus Leeman, Dimitri Defilippi e la sua etichetta Antizer0, Jeremiah Shaw di Detroit, Daniel Arp, Phillip Washington, il giovane Herva, Christopher Joseph… Il futuro è davvero luminoso!
Trovi che ci sia una connessione tra il ritorno in auge dell’electro e la sua ideologica e sonora connessione con le tematiche Sci-Fi? Sapresti dirmi per te, che cosa ha stimolato la condivisione di questi tipi di contenuti nel corso degli anni? Tu non hai mai smesso di portare avanti questa estetica, ma in pochi hanno seguito il tuo esempio. Ti sei fatto un’ idea personale su quale potrebbe essere il futuro per la musica elettronica?
Non credo che ci sia un ritorno dell’electro, ma più un ritorno dell’oscillante attenzione degli “intellettuali della musica” a livello collettivo, nei confronti del genere (ride, ndr). Penso che l’unico tema Sci-Fi che abbia usato sia stato il concetto degli zombie. Da quel che posso ricordare, tornando indietro alla mia infanzia, a me interessava imparare cose riguardanti scienza e medicina, così mi sono abbonato a vari periodici nel corso degli anni. Credo che nelle mani giuste, la scienza e la tecnologia, possano essere delle forse quasi illimitate per riuscire a raggiungere pace e progresso, oltre che per l’eliminazione degli antichi agenti patogeni, dei difetti di nascita, dei traumi meccanici ecc… Penso che, allo stesso modo, anche la musica elettronica sia illimitata e che ci porterà a brillare; ci sono artisti seri provenienti da tutti i ceti sociali che stanno spingendo avanti la scena. Loro sono tra noi ora e nel futuro continueranno ad essere innovativi. Coloro che vedono una fine imminente, sono quelli che, per la mia opinione, non prestano abbastanza attenzione.
Sei d’accordo se dico che l’electro, a differenza di altre mutazioni della musica dance, è uno dei generi dove le mitologie sono più immaginifiche e al contempo più efficaci? Dalla genesi oceanica dei Drexciya alle curvature interstellari di ERP e The Exaltics, che tipo di osmosi vedi tra “mitologia” e l’electro?
Sì, certamente, c’è un’attrazione naturale tra Sci-fi ed electro ed in particolare con i temi riguardanti lo spazio. Utilizziamo macchine, computer, tecniche ed un’estetica fuori dalla norma. Penso che le persone che fanno musica elettronica tendano ad essere orientate verso la scienza, la tecnologia e la fantascienza e, ad ogni modo, l’electro e la techno consentono uno spazio confortevole e naturale entro il quale esprimersi.
Ci sono differenze nel processo produttivo e nel tipo di strumentazione utilizzata tra i tuoi diversi alias? Cosa rappresentano per te e più precisamente, quali diverse parti di te rappresentano? Ad esempio il collettivo degli Urban Tribe di cui sei fondatore, ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica elettronica. Cosa cambia nel processo di produzione tra quello che è stato Urban Tribe e quello che sei tu come DJ Stingray?
Con Urban Tribe, dato che è una collaborazione, ci sono diversi approcci al mixaggio, alla selezione dei suoni, alle tecniche di produzione e alle macchine usate per produrre. Ad esempio Carl (Craig, ndr) ed io, alcuni mesi fa a Barcellona, abbiamo fatto alcuni lavori per il prossimo LP di UT (Urban Tribe, ndr). Abbiamo lavorato in uno studio pro, ed è stato un bel cambiamento partendo solo dalla DAW (oltre a Controller, CPU, Montors, alcune macchine ecc.) che è il set-up che io, e probabilmente la maggior parte dei produttori, utilizziamo oggigiorno. Se dovessi dire cosa rappresenta Stingray, direi che è pura musica elettronica di alta qualità.
Credi che ci saranno mai di nuovo a Detroit dei collettivi composti da grandi musicisti come sono stati per esempio Underground Resistance, Drexciya e Urban Tribe, forse anche composti da collaborazioni tra la vecchia scuola e le nuove generazioni?
Oh sì! Naturalmente ogni città ha i propri collettivi e nuove storie vengono continuamente scritte, anche adesso mentre stiamo parlando. Una volta che, all’ interno dell’ambiente, morirà il clamore della mediocrità, vedremo chi sarà rimasto in piedi a Londra, Amsterdam, Mosca, Dallas, Columbus, eccetera… Sicuramente stanno avvenendo delle “collaborazioni Old School / New School” e una a cui io personalmente posso fare riferimento è quella nata tra me e DJ Sinistarr (Jeremy Howard) di Detroit!
Quali sono le tue maggiori figure d’ispirazione fuori e dentro il contesto musicale? Hai altre passioni così viscerali come la musica? Da cosa trai ispirazione e che tipo di emozioni ricerchi dentro te stesso per produrre e cosa cerchi di regalare a chi ti ascolta?
Mi piace guardare lo sport e seguire la scienza. Mi piacciono i giochi di strategia militare e DOOM. L’ ispirazione all’interno della musica direi che proviene da ore di conversazione con la famiglia composta da KDJ, Shake, Carl, Gerald, e anche con alcune belle donne che chiamo amiche (What up T Dub, QKB , Flo!)
Nel video documentario sulla filosofia di Underground Resistance che possiamo trovare su YouTube Mad Mike spiega il motivo dell’uso della maschera pronunciando l’ ormai celebre frase “I’m nothing in compares to music”. Sei d’accordo con il pensiero di Mad Mike? E cosa significa per te suonare mascherato?
Io seguo la stessa tradizione dell’enigmatico Mr. Banks. È stato James Stinson R.I.H a suggerirmi la maschera e noi è da lì che l’abbiamo presa.
La notte del 26 febbraio ero ad ascoltarti al Berghain e so che suonerai anche il 21 luglio per i 25 anni di Tresor. Cosa pensi della famigerata connessione “Detroit:Berlin”? Che importanza ha ancora ad oggi, dopo tutta la rilevanza che ha avuto a livello storico negli anni passati?
Tresor e Berghain, che cosa si può dire su queste due istituzioni? Prova a pensare a quanti artisti si sono esibiti lì e a quanti sono stati supportati da loro. Quante persone hanno trascorso la loro giovinezza lì, imparando quello che è buono e anche quello che invece, non è poi così buono per la musica elettronica e il Djing. Gli alti livelli di lungimiranza e organizzazione sono stati una forza per così tanto tempo che è impressionante. Per anni Detroit ha procurato molti forti talenti per l’etichetta Tresor, ed è incredibile, se si considera che, principalmente, si trattava di uomini di colore provenienti da una delle città più difficili d’America, una città dove R&B, hip hop e jazz tendono ad essere una forza inarrestabile. Ma qui c’è Berlino, capitale europea che ha pienamente abbracciato i prodotti intellettuali di questi artisti. Penso che però, sarebbe meglio lasciare che siano i sociologi a fare un’analisi antropologica culturale più dettagliata. (Ride, ndr.)[/tab]
[tab title=”English”]During the history of music, the word “techno” has been interpreted in several ways. This term is seen by the lovers of the genre as really meaningful: that’s why understanding its development is crucial for us. Starting from Detroit, Techno has become a cultural phenomenon on its own; this happened thanks to all the people who decided to show their back to the entropic past of the City and started their run to a new way to express themselves. And that’s why Techno Music was born and raised by an optimistic feeling and a new hope for the future chances. But in-between technology and some post-industrial cracks, there is a fight going on in order to keep the human touch alive inside music: High-Tech soul. DJ Stingray, one of the Detroit second genesis’son, has always fought against the demons of the popular music, and kept his ideals, his history and his attitude. For over 20 years he continued writing unforgettable pages of electronic music, since the collaboration with the underwater Drexciya, to the creation of the Urban Tribe movement. What springs to our mind in this interview is his willingness to create a solid and concrete musical experience, in order to make every hearer feel nails scratching on the fake reality we’re dealing with. Stingray wants us to believe in a brighter future, powered by the quick development of technology that lead us to new experimentation, to promote creativity. He challenges the social and cultural boundaries and proudly walks among those who keep this culture alive with their music, always ready to explore the infinite narrative path while he’s living over the mainstream. This interview makes us wondering about what is going to happen. If only we could protect and stoke the fire of this movement where, luckily, talent weights more than triviality, we would discover new different directions -even greater than the ones we already know- and techno will keep on growing. Here, between mythology, oceans and Sci-Fi, speaks Dj Stingray, who reminds us to stay close and steel.
You were born and raised in Detroit, an hard city. How do you think this city has influenced your artistical path? What about you as a human being? What made you choose music as the medium to express yourself?
I have been impacted by Detroit through the culture of the city in terms of language, Fashion, Social cliques, And it’s Djs both club and radio. Of course there are probably thousands of micro influences from the city that I could factor in as well. As far as Detroit impact on me as a human being? Probably more aware of how ugly things can get quickly. I can appreciate what hard work can bring. I have learned to respect people that give it to you straight. Like many American black people most of my early exposure to music was in church and through my mother who sang there and still has a great voice today haha!! I remember the day I wanted to start producing, I had just shopped at Buy Rite Music on 7 mile rd and I was listening to Xray / Let’s Go I think I played the beginning part (1 measure) and complete record about 20 times that day haha!! I said to myself I can make this and I just happened to be in the right places at the right times and meet some great people like Cliff Thomas (owner of Buy Rite) Who hired me to work at his store and Blake Baxter, Derrick May who actually let use equipment and visit their studios from time to time and it started rolling from there.
Detroit has been the cradle of electro as we know it nowadays thanks to acts like Drexciya and Aux88. How does it feel to be one of the few to carry the legacy left to us by the Drexciya?
I have to mention Lamont Norwood (DJ Dijital), Detroit In Effect, Brandon Calloway and several others are also still carrying the legacy of Electro as well. But I will say I take the craft very seriously and while I’m not trying to imitate Drexciya I do try to infuse my music with the spirit and energy, aesthetic that they and others have put forward.
I think that you did a declaration of intents with your DJ Stingray alias: low profile, few talks but a lot of substance. I like to translate it with the “simple” concept of being real, in a sense is a give and receive something from the people. Making people aware. I’m telling this because some time ago I read on your Facebook page a beautiful post: “Thanks to the underground people, I see you!! Your energy keeps me going, please know this! You give me the strength and motivation to fight against the zombies horde and their waveforms. “How important it is for you to be united? You want to talk about your thoughts on this topic? I think that nowadays this is a really crucial topic, and that we really need to stand together.
I have seen so many young people with energy and intelligence that see through the commercial and even non commercial heartless, low energy, sludge being thrown at them. From Move in Medeillin to Closer in Kiev to VSSL and Mount Analog in L.A., NVA in Montreal, Mutual Dreaming in NYC, ENSAMBLE in Mexico City, Arma 17 in Moscow… The list goes on and on. Serious minded people who respect the history and want to build new constructs of their own using 21st Century constructs. I stand firmly with organizations like these and the people who support them. Techno, Electro and even House could form a powerful hedge against the obvious obfuscation and dilution of the art of Djing, Producing electronic music and providing proper spaces and culture for the expression of these.
From my point of view, the type of techno that you propose, labeled generally as electro, is living a sort of “awakening” from more or less 1/2 years. Many dj recently rose to the fore proposing these influences in their dj set (Helena Hauff is one example, pretty close to you, given your impending B2B at Dekmantel Festival); many new producers and many new label are producing and releasing music that is heavily inspired by the sounds and the aesthetics that are in the roots of this genre. Do you agree? If yes, how are you experiencing this event? what are the new djs, the new label, the new producer you appreciate most?
Aurora Halal, L.I.E.S records, CPU records, I really Like what Nicole Gier is doing with New York Trax, Markus Leeman, Dimitri Defilippi and his Anti Zero Label, Jeremiah Shaw out of Detroit, Daniel Arp, Phillip Washington, Young Herva, Christopher Joeseph… The future is very bright!
Do you think that there’s a connection between the comeback of electro and his ideological and sound connection with Sci-Fi thematics? Could you tell me for you, what encouraged the sharing of these content types over the years? You never stopped pursuing this aesthetic, but few have followed your example. Any personal ideas on what might be the future for the electronic music?
I don’t think there was a comeback of Electro but more a function of the oscillating attention spans of music literati at the collective level haha. I think the only Sci Fi theme I have used has been the zombie concept, Otherwise I tend to stay with themes, topics that have basis in science. As long as I can remember going back to my childhood I have enjoyed learning about science and medicine and have subscribed to various periodicals over the years.I think in the right hands science and technology can be an almost limitless force for peace and progress, elimination of ancient pathogenic foes, birth defects, mechanical trauma etc… I think electronic music is limitless as well and it will take bright, serious artists from all walks of life to push it forward. They are among us now and will continue push the envelope into the future. Those who see an end to the field are the ones you don’t pay attention to.
Do you agree if I say that electro, unlike all the other mutations of the dance music, is one of the genres where mythologies are more imaginative and, at the same time, more effective? From the oceanic genesis from Drexciya to interstellar curves made by ERP and The Exaltics, what kind of osmosis you see between “mythology” and electro?
Yes of course there is a natural attraction between Sci fi and Electro and in particular space themes. We use machines, computers, techniques, musical aesthetics that are outside of the norm. I think people who make electronic music tend to be Science, technology, Science fiction oriented anyway and Electro, techno allows for a comfortable, natural, space for expression.
Are there any differences in the production process and the equipment used between your different aliases? What they mean to you, and more precisely, is any of your alias representing a different part of your personality? For example, the Urban Tribe collective you’ve founded has left an indelible mark in electronic music history. What changes between what has been Urban Tribe and what you are as DJ Stingray in the production process?
With Urban Tribe since it’s a collaboration there are different approaches to mixing, sound selection, production techniques, machines used to produce a composition. For example Carl and I did some some work in Barcelona for the upcoming UT LP a few months back in a pro studio and it was a nice change from the solo DAW type (Controller, CPU, Montiors, few pieces of gear etc…) setup that I and probably most producers use today. If I had to say Stingray represented anything it would be that I want to give undiluted, high quality electronic music.
Do you think that Detroit will ever see again a collective made of great musicians as they were, for example, Underground Resistance, Drexciya and Urban Tribe, maybe with some collaborations between the old school and new generations?
Oh yes! Of course every city has their collectives and new stories are being written as we speak. Once the clamor of mediocrity dies down across the field in general we’ll see whos left standing in London, Amsterdam, Moscow,Dallas, Columbus etc… There are definitley some called Old school/New School collabs going on and one that I can personally reference is between myself and DJ Sinistarr (Jeremy Howard) of Detroit!
What are your major inspirations in and out of your musical background? Do you have any other passions so visceral as music? From what you get your main inspirations? Qnd what kind of emotions do you search inside yourself to produce and what you’re trying to get to your listeners?
I enjoy watching sports and following science. Military strategy games and DOOM. Inside of music I would saw hours of conversations between KDJ, Shake, Carl, Gerald family have served as inspiration for me along with some beautiful women that I have called friend as well (What up T Dub, QKB , Flo!)
In a documentary about Underground Resistance and their philosophy, Mad Mike explains the reasons why he uses a mask when he plays with the famous statement “I’m nothing in compares to music”. Do you agree with the thoughts of Mad Mike? And what does it mean to you to play with the mask on?
I follow in the same tradition of the enigmatic Mr Banks. It was James Stinson R.I.H that suggested the mask and we took it from there.
On the 26th February’s night, I was in Berghain for your dj set and I know that you are going to play on 21th july for Tresor’s 25th anniversary festival. What do you think of the famous connection “Detroit:Berlin?” What is its relevance nowadays, after all the importance that had historically over the years?
Tresor and Berghain what can you say about those two institutions? Think of how many artists have performed there and are supported by them. How many people have spent their youth there and learned what good and maybe not so good electronic music and Djing were. The level of organization and foresight for them to remain such a force for so long is impressive. For years Detroit has supplied very strong talent to the Tresor label which is amazing when you consider that it was primarily black men from one of the hardest cities in America. A city where R&B, Hip Hop, Jazz, Stand as juggernauts but here you have Berlin a Euro capital that fully embraced the intellectual products of these artists. I think a more detailed analysis would better be left to sociologists and cultural anthropology haha![/tab]
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