Nel tacco dello stivale italiano, e precisamente a Santa Cesarea Terme, c’è un club che ha fatto la storia della Puglia e dell’Italia. Questo club è il Guendalina, la più conosciuta ed apprezzata discoteca salentina: tanto che la rivista internazionale DJ Mag l’ha classificata al 49esimo posto sui 100 migliori club al mondo. Definito da molti un luogo sacro per gli amanti dell’house music, da quando ha aperto nel 1996, e per ogni stagione, ha ospitato i migliori djs e producers del pianeta. Interamente all’aperto, il locale ha due piste, “L’Arena” e “Le Terrazze”. Ma è nella prima pista in cui dobbiamo andare a cercare il DNA del locale. Autentico cuore pulsante delle serate, ne “L’Arena” i ragazzi aspettano l’alba e vanno avanti fino alla mattina inoltrata. D’altronde è risaputo che vedere l’alba al Guendalina è uno dei momenti più belli e caratteristici del locale. Uno di quelli dove anche i djs come Frankie Knuckles, Richie Hawtin, Carl Cox, Jeff Mills, Ellen Allien e Ralf, una volta saliti in consolle sono rimasti a bocca aperta. Un’altro dei punti forti del locale è sicuramente il soundsystem di altissima qualità, insieme ad una cura e ad un’attenzione maniacale per la strumentazione. Basterebbero questi tre elementi per capire che non stiamo parlando di un club qualsiasi: invece noi siamo voluti scendere in profondità, scoprire le origini del Guendalina insieme a tre figure chiave che ci lavorano da svariati anni.
In occasione dei vent’anni di onorata carriera del Guendalina, siamo felici di ricordare alcuni dei momenti più belli e intensi insieme a Vincent De Robertis, direttore artistico, Carlo Spagnolo, direttore struttura, e Dario Lotti, resident storico della discoteca – che per l’occasione ci ha regalato una meraviglioso mix. A loro la parola, tra ricordi e aneddoti. Auguri!
[title subtitle=”Vincent De Robertis”][/title]
Qual è il tuo ricordo più bello legato al Guendalina?
Una chiusura del Guendalina con Ralf. La mattina ha messo “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli, e mi sono scappate le lacrime… era il 2003. Era un periodo particolarmente bello della discoteca, dove vedevo la gente con tanta voglia di divertirsi.
C’è un disco che secondo te rappresenta al meglio il club e la sua atmosfera?
“Free” di Ultra Nate, “Tides” di Beanfield feat. Baka, e alcune tracce di Oxia, alle volte.
Cosa fa del Guendalina un club che va assolutamente visitato?
L’atmosfera della mattina, unica, magica… la prima alba d’Italia, sembra di vivere un sogno. E appena esci fuori dal Guendalina, si vede il mare più bello al mondo.
C’è un particolare aneddoto riguardo al Guendalina che ci vuoi raccontare?
Una mattina abbiamo chiuso sotto il sole cocente, e Luciano finì in piscina appena dopo l’ultimo disco.
Qual è la lezione più importante che ti ha lasciato il Guendalina nella tua vita professionale e non?
Fare il promoter in Italia è un lavoro rischioso e stressante, mentre il dj è il lavoro più bello del mondo.
[title subtitle=”Carlo Spagnolo”][/title]
Quale artista vi ha regalato la festa più bella? Perché?
È complicato scegliere un party più bello anche perché si rischierebbe di fare torto a qualcuno… se proprio devo scegliere per una questione legata all’atmosfera, alla musica che personalmente preferisco e all’allestimento del locale sicuramente il Vagabundos di Luciano rimane una delle più belle mai fatte.
Quale, invece, avresti voluto assolutamente ospitare?
In realtà durante 20 anni di storia abbiamo ospitato quasi tutti i più grandi nomi del panorama internazionale, molte volte anticipando anche il loro momento di maggiore successo, come fatto per esempio con Marco Carola, Loco Dice e Ilario Alicante solo per citarne alcuni. Uno di quelli che mi piacerebbe ospitare che non è mai venuto si chiama Henrik Schwarz.
Qual è il modus operandi che segui per scegliere gli artisti da invitare al club?
Le scelte artistiche non le faccio da solo, nessuno lo fa. La programmazione è frutto di decine e decine di riunioni con direttore artistico e pubbliche relazioni. È un lavoro di squadra.
Quale artista tra i tanti che avete invitato ha un rapporto a stretto contatto con il locale?
Gli artisti che più sono legati al Guendalina sono due, uno è Ralf per il semplice motivo che da 20 anni non è mai stato assente dalla programmazione e ha sempre fatto feste piene di gente, il secondo è Luca Agnelli che ha stretto un legame particolare con il pubblico Salentino e qui è molto amato.
C’è un aneddoto che ci vuoi raccontare su qualche artista che hai chiuso per il Guendalina?
In quindici anni di lavoro ne ho viste di tutti i colori. Ho avuto a che fare con artisti simpatici e a modo e con altri burberi ed esigenti. Non riesco a raccontare solo un singolo episodio ma sicuramente posso affermare di essermi divertito tanto con molti di loro.
[title subtitle=”Dario Lotti”][/title]
Qual è il tuo ricordo più bello legato al Guendalina?
Ci sono momenti indimenticabili in vent’anni di Guendalina, dalle chiusure alle 9 del mattino sotto il caldo sole ai b2b con i guests di turno, da problemi tecnici irrisolvibili ma poi risolti ai flight case rotolanti dai gradini dell’arena… ogni serata al Guendalina è una serata da ricordare.
Qual è stata, tra le tante, la serata che ti è piaciuta di più? Perché?
Una delle serate più belle secondo me è stata una chiusura di circa dieci anni fa con Ralf.. ha piovuto tutta la notte, ma la gente è rimasta fino al mattino in Arena a ballare… c’era un’atmosfera fantastica, gente stupenda, quasi incredula di poter trascorrere l’ultimo giorno di vacanza in uno scenario del genere, e Ralf suonò benissimo.
Come resident del Guendalina, qual è stato il set, o serata, dove ti sei più divertito ed espresso meglio?
Mi divertivo come un matto alle prime inaugurazioni, senza guests, solo io, dall’1 alle 8 del mattino, goduria assoluta.
E quale è stato l’artista che ti ha impressionato di più?
Della prima decade Roger Sanchez; quella sera fece un set di sei ore pazzesco, dal primo all’ultimo disco. Della seconda decade, direi Âme.