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[tab title=”Italiano”]Boris Dolinski, per tutti semplicemente Boris è una sorta di istituzione nel panorama elettronico Berlinese. Pietra miliare di Ostgut e della successiva reincarnazione Berghain, rappresenta un’entità intrigante e oscura che anima e alimenta dagli albori la mecca della techno tedesca. Esclusivo e imperscrutabile come le stanze del club più ambito del momento in quest’intervista ci conduce attraverso gli inizi di carriera, New York, Berlino e il dopo muro passando per Larry Levan, Frankie Knuckles e il The Loft, sorretto da un teutonico rigore che riverbera come la cassa in 4/4 tra le pareti di una centrale elettrica dismessa. Ospite gradito e apprezzato anche a casa nostra, torna in Italia il 20 agosto per la serata finale di Knick Knack, rassegna musicale salentina che lo vedrà in console insieme a I/Y, Haiku e Underspreche per una serata dedicata alle contaminazioni tra afro, tribal, house e techno.
Prima domanda, qual è il tuo background musicale? Sbirciando nella tua collezione di dischi cosa troveremmo?
Il mio background è molto ampio e spazia dalla cosiddetta global pop, classica, folk, rock, blues, jazz, funk, disco, house, techno, drum&bass fino alla musica sperimentale.
Com’è stato crescere a Neukölln? Ha influenzato in qualche modo il tuo gusto musicale?
Crescere a Neukölln è stato piuttosto noioso. Da bambino non c’era molto che si potesse fare agli angoli delle strade oltre che gironzolare e perder tempo. Quando avevo 12 anni mia sorella più grande mi ha fatto conoscere i Beatles, T.Rex, David Bowie e altre band/musicisti di quel tempo.
Ritornando a quei tempi, quale pensi sia stata la magia di New York, Larry Levan e, ovviamente, del Paradise Garage?
Il Paradise Garage è stato creato per essere una casa per la comunità gay afro-americana e latina. All’epoca Larry Levan e Frankie Knuckles erano già famosi perché suonavano in una sauna gay che si chiamava The Continetal Bath. Quando Michael Brody e Mel Cheren presero il locale, installarono un sound system incredibile e misero Larry e Frankie in console. Il Paradise Garage era un club esclusivo, aveva una politica d’ammissione molto stretta e una selezione molto dura, si poteva entrare solo sponsorizzati da un amico già membro o dopo un colloquio iniziale. Questo ha creato una folla piuttosto omogenea e consapevole che ha reso il Garage quello che divenne, grazie anche a un grande DJ, Larry Levan, che ha animato tutti i fine settimana fino alla sua chiusura. Negli anni ’80 New York era la capitale della musica dance, tutti i dischi top di quel periodo arrivavano da li. Al Paradise potevi sentire moltissime tracce suonate per la prima volta in assoluto o addirittura prima che venissero commercializzate. Larry riusciva a recuperare registrazioni su nastro, versioni grezze o anche edit mai pubblicati. All’epoca se Larry suonava un pezzo al Paradise Garage diventata un successo garantito.
A metà degli anni ’80 la scena dei club di New York è cambiata totalmente e Berlino contemporanea sperimentava il cambiamento più radicale con la caduta del muro. Quali sono i motivi che ti ha fatto decidere di lasciare New York (di nuovo) per ricominciare una vita a Berlino?
Con il nuovo sindaco i miei club preferiti, il Paradise Garage e il Loft chiusero alla fine del 1989. La città di New York attraversò un periodo di gentrificazione mentre contemporaneamente cadeva il muro. Sentivo che il mio tempo a New York era finito, qualcosa di nuovo stava accadendo a Berlino e non volevo perdermelo.
Intorno agli anni ’90 hai collaborato con Hardwax e anche iniziato la tua carriera di DJ. Sulla base della sua esperienza che cosa è cambiato da allora?
Il mondo del deejaying è diventato un business multi-milionario che da lavoro a tonnellate di persone, manager, promotori, agenti, assistenti, media, stampa, merchandising, campagne pubblicitarie che utilizzano i DJ per i loro scopi e così via.
Cosa ci trovi di così intrigante / interessante nella musica elettronica?
La musica elettronica ti dà un numero infinito di possibilità di come un suono potrebbe suonare.
Dopo SO36 e Hafen nel 1998 è arrivata la prima incarnazione di Ostgut. Voci di corridoio raccontano che il tuo primo approccio come DJ non ebbe successo, ma tutto cambiò dopo aver stretto amicizia con Thilo Schneider, che cosa è accaduto veramente?
Un mio amico lavorava nel bar di Ostgut e gli ho dato un nastro con un mixato per i proprietari. Non avevo un contratto fisso e ho pensato che lavorare lì mi avrebbe potuto aiutare. Purtroppo me lo rese una settimana dopo dicendomi che l’avevano ascoltato e secondo loro non era abbastanza buono. Mi sentivo veramente a terra. Un paio di mesi più tardi Thilo Schneider, che aveva iniziato a dare una mano con i booking è venuto all’Hafen una notte in cui stavo suonando ed è rimasto colpito dalla musica che proponevo. Due mesi dopo ho ricevuto una telefonata da uno dei proprietari, mi ha chiesto se volevo suonare per l’evento Snax e ho detto di sì. Dopo il mio set mi hanno offerto di essere resident al Panorama Bar, una nuova pista che avrebbero aperto il 1° gennatio 2001 e ho felicemente accettato.
A proposito della scena nei club di Berlino in quel periodo, hai detto che era un po’ strana rispetto a New York, cosa e dove erano le principali differenze?
La scena dei club di Berlino ovest era piuttosto piccola e un po’ incestuosa. Tutto era più grande e più grandioso a New York City. Era molto più emozionante con tutte queste diverse etnie e persone provenienti da tutto il mondo. Nessun confronto con una Berlino divisa che non aveva quasi collegamenti con l’esterno.
Nel 2003 il primo Ostgut ha dovuto chiudere. Come hai vissuto la fine del club?
Sembrava la fine del mondo. Dal 2001 Ostgut era diventato il rifugio per chiunque volesse far festa senza riguardo al sesso, lo stato sociale o qualsiasi altra cosa. Non c’era nulla di simile da nessun altra parte a Berlino o altrove. Tutti sapevano che la fine stava arrivando e abbiamo festeggiato fino all’ultimo come se non ci fosse domani.
Nel 2004 ha aperto la nuova incarnazione di Ostut nel Berghain / Panorama Bar di cui sei DJ resident da allora. Quali sono le principali differenze tra i due club?
Berghain / Panorama Bar è una visione proiettata nel cemento di quello che Ostgut non avrebbe mai potuto essere dal momento che è stato demolito. Ha più spazio, un sound system strepitoso e incorpora molteplici forme d’arte.
Dal 2005 al 2010 hai anche avuto un’etichetta, Careless Records, qual era l’idea dietro alla label e perché hai di chiuderla?
Ero A&R per Careless Records che apparteneva a Handle With Care, una casa di produzione discografica. L’idea era presentare musica con stili molto diversi prodotta dalla società madre. Dal momento in cui la mia carriera di DJ stava decollando, non ero in grado di dedicare abbastanza tempo all’etichetta e abbiamo deciso di chiuderla.
Dato che Berghain è considerato uno dei migliori club del mondo, pensi che questo ne abbia cambiato l’idea originale?
Berghain/Panorama Bar sono sempre gli stessi di quando hanno aperto quasi 12 anni fa. Le persone che ci vanno cambiano di sicuro. Si tratta di un processo evolutivo naturale in un periodo di tempo così lungo. Una volta che sei stato ammesso vale da sempre la regola che puoi sentirti libero di esprimerti come vuoi, a patto di non disturbare gli altri.
Hai mai fatto qualche compromesso in merito alla che musica suoni? Quali pensi siano gli ingredienti fondamentali di una bel pezzo?
Non sono mai dovuto scendere a compromessi su ciò che suono. Dedico gran parte del mio tempo a cercare musica che mi piace e che voglio proporre perché sento dovrebbe essere ascoltata e sperimentata. Penso che trasmettere uno stato d’animo, raccontare una storia, avere intensità e un cantato possano essere ingredienti chiave per un bel pezzo.
Avendo un punto di vista da dentro il business del DJ, dove pensi si stia andando? Qual è la tua opinione sul nuovo fermento intorno al vinile?
Ci sono ancora aree del mondo che non sono state esposte al fenomeno DJ come lo conosciamo noi. C’è un forte interesse e continuerà a crescere. Chissà, siccome tutte le principali aziende tecnologiche stanno investendo un sacco di soldi nella ricerca sulla Virtual Realty forse ci sarà un VRDJ in un prossimo futuro. Questa, naturalmente, è pura speculazione.
Nel mese di agosto sarai in Italia al Knick Knack dopo due date nel 2014 e 2015. Qual è la tua opinione sul clubbing in Italia e che cosa dovremmo aspettarci dal tuo show?
E’ sempre molto divertente suonare in Italia. Ci sono molti eventi interessanti e il pubblico è sempre molto allegro e partecipe. Sono molto contento di far parte di Knick Knack, è una festa molto ben organizzato da persone dedicate che credono nella bella musica e curano il suono.
Se dovessi dare un consiglio a un DJ o un produttore che sta iniziando la sua carriera quale sarebbe?
Fatevi influenzare più che potete da generi musicali diversi. Provate cose insolite e abbandonate i sentieri battuti. Lasciatevi affascinare da tutti i suoni che vi circondano.[/tab]
[tab title=”English”]Boris Dolinski, for all simply Boris is something of an institution in the Berliner electronic scene. Milestone of Ostgut and Berghain reincarnation, his intriguing and obscure entity animates and nourishes the mecca of German techno. Exclusive and inscrutable as the rooms of the most coveted club of the moment in this interview takes us through the early-stage, New York, Berlin and the post wall passing by Larry Levan, Frankie Knuckles and The Loft, supported by a Teutonic rigor reverberating like kick drums in 4/4 between the walls of a disused power station. Welcome and appreciated guest he will be back in Italy on August 20 for the final evening of Knick Knack, the Salento music festival that will see him in the console along with I / Y, Haiku and Underspreche for an evening dedicated to the contamination among african, tribal, house and techno.
First question, what is your musical background? If we were to go through your music collection what sort of stuff are we likely to find.
My musical background is very extensive and ranges from so called Global Pop and Classic, Folk, Rock, Blues, Jazz, Funk, Disco, House, Techno, Drum&Bass to experimental Music.
How was growing up in Neukölln? Do you think it has somehow influenced your musical taste?
Growing up in Neukölln was pretty boring. There wasn’t much you could do as a kid on a street corner than just hang out and do nothing. I have an older sister who exposed me to The Beatles, T. Rex, David Bowie and other bands/musician of that time when I was 12.
Back in the days, what do you think was the magic of New York, Larry Levan and obviously the Paradise Garage?
The Paradise Garage was created to be a home for the afro-american and latin gay community. Larry Levan and Frankie Knuckles were spinning at The Continental Bath which was a gay sauna and they became pretty well known DJs. Michael Brody and Mel Cheren got the location with an amazing sound system and put Larry and Frankie behind the booth to supply the music. The Paradise Garage was a members only club which had a hard policy and strong selection of who would be admitted through sponsoring of existing members and interviews of applicants. This created a pretty like-minded crowd which turned the Paradise Garage into what it finally became with a great DJ, Larry Levan, who played there every weekend until it closed. New York was the capitol of Dance music most through the 1980ies and all the hot records of that time where created there. You would hear a lot of tracks at the Paradise Garage before they were played anywhere else or even available to purchase. Larry would get tracks on tape, rough versions or even edits that where never published. He could break a record, which means if he played it at the Paradise Garage it will be a sure hit.
In the middle of the 80s the club scene in New York changed dramatically and in contemporary Berlin experience the most radical change in his early history with the fall of the wall. What are the reasons that made you decide to leave NY (again) to re-start a life in Berlin?
My favourite clubs the Paradise Garage and the Loft closed at the end of 1989. New York City went through a gentrification over haul through a new mayor and the wall came down in Berlin. I felt that my time in New York was over and that there was something new happening in Berlin that I didn’t want to miss out on.
Around 90s you’ve collaborated with Hardwax and also started your DJ career. Based on your experience, talking about being a DJ, what is changed from now and then?
The whole DJ thing has become pretty much a multi-million Dollar business generating income for tons of people involved, like managers, promoters, booking agents, assistants, media and press people, merchandising and advertising campaigns that use DJs for their purposes and so on.
What do you find so intriguing/interesting in electronic music?
Electronic music gives you an infinite number of possibilities what a sound could sound like.
After SO36 and the Hafen, in 1998 came the first Ostgut. Rumors told that your first attempt to work in there was not successful but everything changed after you befriended Thilo Schneider, what happened really?
A friend of mine was working behind the bar in Ostgut and I gave him a tape with a recorded set of mine to pass it on to the owners. I didn’t have a contact at that time and I thought he could help me. Unfortunately he gave it back to me one week later and told me that he listened to it and didn’t think it was good enough. I felt pretty devastated actually. A couple of months later Thilo Schneider, who had started to help out with the booking at Ostgut by that time, came to Hafen one night where I was playing and he was impressed by the music I played. Two months later I received a call from one of the owners and he asked me if I would play for Snax and I said yes. After my set they offered me to be a resident at a new dance floor they were opening in Ostgut, called Panorama Bar, on the 1st of January 2001 and I happily accepted.
About Berlin’s club scene in that period you’ve said that was a bit strange compared to New York, what where the main differences?
The club scene in (West-) Berlin was pretty small and kind of incestuous. Everything was bigger and larger in New York City. It was so much more exciting with all these different ethnicities and people from all over the world. No comparison to divided Berlin which had hardly any connection to the outside world.
In 2003 the first Ostgut has to close down. How did you experience the end of the club?
It was like the end of the world. From 2001 Ostgut had become the haven for everybody wanting to party with no regards of gender, status or whatever. There was nothing like it anywhere in Berlin or elsewhere. Everybody knew the end was coming and partied as if there was no tomorrow until the end finally came.
In 2004 the new Berghain / Panorama Bar opened and you’ve been a resident DJ since. What are the main differences between the two clubs?
Berghain / Panorama Bar is a vision set in concrete what Ostgut never could be, since it got taken down. It has more space, a state of the art sound system fitted to the club and incorporates art.
From 2005 to 2010 you’ve also had a label, Careless Records, what were the ideas behind them and why did you decide to end it?
I was A&R for Careless Records which belonged to Handle With Care manufacturing, a record pressing company. The idea was to present music of very different styles and have them manufactured by the mother company. But since my DJ career was taking off I wasn’t able to divert enough time into the label and we decided to close it down.
As Berghain is considered as one of the best clubs in the world, do you think that this could have changed the overall original imprint?
Berghain / Panorama Bar is still the same as when it opened almost 12 years ago. The people who go there change for sure. It’s an evolutionary process that’s just natural in that long period of time. Once you’re admitted you can feel free to express yourself as long as you don’t bother anybody else which has always been the mainstay.
Have you ever made some sort of compromise about the music you play? What do you think are the key ingredients for a good track?
I never make any compromises about what I play. I dedicate a big part of my time into searching for music that I like and want to feature that I feel should be heard and experienced. Conveying a mood, telling a story, creating drama and vocals can be key ingredients for a good track.
Having a view from inside the DJ business, where do you think we are going next? What’s your opinion about the new vinyl hype?
There are still areas in the world that have not been exposed to DJ culture as we know it. There is a strong interest and it will continue to grow. Who knows since all the major tech firms are putting tons of money into research of true VR maybe there will be VRDJ’s in the near future. That, of course, is purely speculation.
In August you will be in Italy at Knick Knack after two dates in 2014 and 2015. What is your opinion about clubbing in Italy and what should we have to expect from your show?
It is always a lot of fun to play in Italy. There are some cool parties there and the audience is always very excited and up for it. I’m very happy to be part of Knick Knack which is a very well organized party by dedicated people who believe in the best music and sound.
If you have to give one advice to a DJ or a producer starting his own career, what will it be?
Get as many influences from different kinds of music as you can. Try to do the unusual and don’t walk the beaten path. Let yourself be captivated by all the sound around you.[/tab]
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