L’uscita di “I’m Made Of Stars / Journal”, la release d’esordio di Michele Pinna sotto l’alias Time Traveler, rappresenta il battesimo artistico del dj e produttore cagliaritano, immerso fino a poco tempo fa in orizzonti sonori ben distanti da quelli tratteggiati da questo bellissimo long play. Una prova ambiziosa, non c’è che dire, ma alla base di questo LP inevitabilmente concettuale, c’è un artista decisamente ambizioso e dalle idee chiare che trova sulle nostre pagine terreno fertile per parlare delle sue passioni, di alcune sue avventure e della sua personalissima visione della musica e dell’arte.
Oggi Giant Steps vi presenta i suoi quindici passi: quando avrà fatto strada, vi ricorderete di queste sue prime parole.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Penso sia “Smooth Criminal” di Michael Jackson. So che può sembrare inverosimile ma all’età di sei anni le pareti della mia cameretta erano tappezzate di poster e immagini di Michael Jackson, AC/DC e Iron Maiden al posto di quelle di calciatori o personaggi dei fumetti.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
A sette anni iniziai studiando musica e chitarra; a diciotto, dopo un grave incidente automobilistico, la mobilità del mio braccio sinistro è stata gravemente compromessa, quindi sono stato obbligato ad abbandonare la chitarra, ormai mia compagna di vita da più di un decennio. Solo dopo alcuni anni di pausa dalla musica, durante gli anni dei miei studi universitari, ho iniziato a mettere le mani sui primi editors e sequencers, comunque in modo del tutto ludico.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Quest’anno, appena passato prima di scegliere di realizzare il progetto Time Traveler. Mi ero quasi convinto a prendere un altra via…per fortuna mi son ricreduto!
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Fino a ieri avrei risposto che il momento più emozionante è stato quando, all’Amsterdam Dance Event del 2013, io e il mio socio M. Ibba abbiamo fatto del party della nostra label The Triangle Records all’Hotel Arena il terzo più imballato del festival. Oggi però non posso non rispondere che il momento più importante è è stato quando, dopo aver scelto di render pubblico il progetto Time Traveler e il mio album, ho ricevuto consenso e supporto e fiducia da nomi che tanti anni prima eran solo parte delle mie playlist sull’iPod.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Da sempre mi sono interessato di arte; per più di dieci anni son stato parte del movimento Underground Sardo, come writer e Aerosol Artist, quindi il mio interesse per l’arte la pittura la scultura la fotografia e tutto ciò che è interpretazione della realtà è stato per me “ossigeno”. Oggi non mi dedico più all’arte ed alla pittura, ma rimane comunque la mia primaria fonte di ispirazione. Mostre, cinema, moda e fotografia lo sono altrettanto, per questo ogni giorno ritaglio del tempo da dedicare a questi miei interessi paralleli.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Aver perso tempo che avrei potuto dedicare invece alla musica.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Pink Floyd “Delicate Sound Of Thunder”
Renato Cohen “Pontapè”
Inner City “Paradise”
Franco Battiato “L’Arca di Noè”
AC/DC “Back in Black”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Essendo io un’amante del Cyberpunk, consiglierei a chiunque di guardare “Equilibrium” del regista Kurt Wimmer, “Il Corvo” di Alex Proyas e, ovviamente, “Mad Max” di George Miller. Per quanto riguarda le letture io ho sempre trovato ispiranti le letture di Isaac Asimov.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Oggi sono orgoglioso di aver trovato il mio sound in Time Traveler.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Io sono “pro” tecnologia e son figlio dell’era del silicone. La vivo come parte integrante della nostra Era, ovviamente senza dimenticarci che i media sono uno strumento non il posto in cui vivere.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Brian Black aka Black Asteroid è un caro amico e collega con il quale condivido un gran numero di interessi, dall’arte alla moda e senz’altro il nostro gusto musicale è molto affine. In realtà tutti gli artisti che fan parte dei remix reports del mio LP son colleghi con i quali ho davvero un forte legame, non sarebbero stati altrimenti parte del progetto.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Una ragazza che si trovava in consolle con me e gli altri dj al Sankeys Ibiza si offrì di praticarmi del sesso orale durante il mio dj set. Io ovviamente accettai.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Il fatto che alcuni addetti ai lavori non sono realmente informati su cosa stia avvenendo nella scena musicale internazionale e il loro essere spesso approssimativi.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Dopo l’uscita di “I’m Made Of Stars / Journal” il 30 Settembre son già in programma su Chronicles Diary due EP intitolati “Remix Report I e “Remix Report II” che includono remixes di nomi quali Bas Mooy, Black Asteroid, Brian Sanhaji, Dj Hyperactive, Detroit Techno Militia, Dave Clarke (con il suo progetto Unsubscribe insieme a Mr Jones) e altri che svelerò più avanti. Usciranno inoltre durante la stagione alcuni miei EP contenenti originals.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Mi piacerebbe chiudere con un disco che mi ha accompagnato per lungo periodo e tutt’oggi è uno dei miei preferiti dei Rage Against The Machine: “Killing In The Name”.