La Soma, coi suoi venticinque anni di storia, è una istituzione di per sé, dovremmo essere un po’ tutti d’accordo su questo; e in questa istituzione gli Slam sono uno dei nomi di punta, per longevità e qualità. Tra l’altro, il progetto di Stuart McMillan e Orde Meikle ha attraversato fasi, periodi e trend continuando sempre serafico per la sua strada, senza inseguire mai particolarmente gli hype del momento: a noi sembra una qualità non da poco.
Ecco che quindi è una bella soddisfazione poter presentare in anteprima “Anagram”, uno degli estratti da “Machine Cut Noise”, album in uscita il 28 ottobre 2016. Un album che “respira vita”: praticamente tutti gli spunti originali arrivano infatti dai momenti spesi in giro (aeroporti, treni, hotel…) per andare a suonare o in generale per sbrigare faccende varie. Il lavoro in studio, per le giuste rifiniture, è arrivato solo in un secondo momento. Una scelta voluta ed intenzionale, il tentativo di catturare la scintilla originaria dell’ispirazione in presa diretta. Quando si è cioè in mezzo alla “machine”, la “macchina” della quotidianità, del lavoro e della sopravvivenza che scandisce i nostri tempi, i nostri doveri – da qui il titolo.
Il risultato è un LP che ha molti momenti ipnotici e riflessivi (quasi ambient, come attitudine), la “Anagram” che vi presentiamo ne è un esempio perfetto. Non mancano comunque episodi più forzuti, perfetti per dancefloor di qualità (“Ecclesiastic” dovrebbe avere buoni effetti, in questo senso, giusto per citare un traccia), e complessivamente gli Slam dimostrano di essere assolutamente in buona forma. Il logorio della “Machine”, della vita moderna, a quanto pare riescono a reggerlo piuttosto bene: probabilmente grazie anche alla capacità di saper cogliere, ed interpretare, momento più aerei, rarefatti, sospesi. Buon ascolto.