Cresciuti a pane e musica, Alex Ferrazzi collezionando rari 12” disco e house e Matteo Keemani seguendo la scena new wave e rock, i Blue Mondays rappresentano uno dei progetti italiani più completi e divertenti in circolazione. Entrambi caratterizzati da un estro fuori dal comune e da una voglia di fare festa che trascende le barriere tra i generi musicali, i Blue Mondays vivono dopo diversi anni di gavetta il periodo in cui la scena si sta finalmente accorgendo di loro. Merito di dj set decisamente convincenti? È chiaro, ma a giocare un ruolo chiave in questo particolarissimo momento del loro percorso sono gli ottimi risultati ottenuti dalla loro TFBM (Tunes From Blue Mondays) sin dalle primissime release.
Voci calde, bassi rotolanti e groove ciccioni: signore e signori, oggi Giant Steps vi presenta i Blue Mondays.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
M: “Lulluby” dei The Cure, perché contiene tutto: è scura, profonda, sexy, funky, claustrofobica e diabolica…
A: “House Music” di Eddie Amador. Potrebbe sembrare scontato, ma perdonatemi: avevo dodici anni e la sinuosità del sample di “Together Forever” ha fatto sì che io sposassi immediatamente la causa.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Produrla: entrambi abbiamo iniziato circa quindici anni fa a fare un po’ di esperimenti in casa, principalmente lavorando a degli edits; poi, dopo un famoso back-to-back nato per caso in un club a Mantova otto anni fa, una sera che nevicava da matti, abbiamo capito che avevamo il grado di malattia mentale compatibile per partorire qualcosa d’interessante insieme. Suonarla: collezionare dischi è da sempre lo state of mind e poi, scherzi a parte, mettere dischi per noi è un bisogno fisico, non una cosa “cool” da fare ogni tanto…se non si suona si sta male!
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Noi siamo per l’eterogeneità del dj set, sia dal punto di vista del dj che dell’ascoltatore. È un qualcosa di essenziale importanza per noi: ci sono stati periodi (ad esempio i momenti di stanca della minimal) in cui la cultura e il background sembrava non contassero un cazzo e questo si traduceva in “poca libertà di espressione”, un qualcosa che ci ha fatto soffrire molto.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
A livello interiore il momento più importante/stimolante è stato quando abbiamo detto fanculo al rincorrere troppo le label, fanculo al buon vecchio “it doesn’t fit” e abbiamo deciso di creare la nostra label, Tunes From Blue Mondays. Magari non ci cagherà nessuno, ma almeno faremo uscire quello ci pare…quindi materiale puro e istintivo.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Ci piacerebbe collezionare auto d’epoca, ma al momento non possiamo permettercelo. Fare ricerche sulla teoria degli antichi astronauti, ingegneria inversa ed esoterismo, ma purtroppo il tempo a disposizione per tutto ciò è pochissimo, quindi si riduce tutto a qualche documentario su History o a qualche articolo letto qui e lì in modo veloce.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non aver gestito al meglio un pezzo con un grande potenziale come “Sexy” e non aver potuto dare un nostro edit a Radio Slave per Cabin Fever perché era già in stampa con un altra label…quella notte ci cucinammo i maroni sulla piastra con salsa al curry e ce li mangiammo!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Allora…qui stiamo su qualcosa di super-fruibile / super-godibile / super-essential for everybody. Per quanto uno possa essere “underground e incazzato”, a questi deve cedere:
Radiohead “Ok Computer”
The Beatles “Abbey Road”
Miles Davis “In A Silent Way”
Marvin Gaye “What’s Going O”
Simple Minds “New Gold Dream”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
“Uno nessuno centomila” di Pirandello e “Compagno di sbronze” di Bukowski per quanto riguarda i libri,
mentre per i film relativamente recenti suggeriamo “Cloud Atlas” con Tom Hanks e “Inception” con il Di Caprio. Se invece andiamo sui classici, come non essere affascinati dalla filmografia di George A. Romero? Consigliamo poi di riguardare i capolavori di Fellini e Dino Risi e tutti i film con Alberto Sordi (particolarmente stimolanti quelli fine anni ’60 e inizio ’70).
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Una cosa che ci rende molto orgogliosi è ricevere la stima di tanti nostri modelli che ci supportano e ci stimolano (da sempre Louie Vega, Chez Damier e Roy Davis Jr). Per quanto riguarda un nostro pezzo, quello che amiamo particolarmente e non togliamo mai della borsa è probabilmente “Nerd Technique”.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
È un po’ come un buon barolo: bevuto nella quantità giusta fa star bene, così anche il web se usato con intelligenza è un ottimo mezzo di divulgazione culturale. Ultimamente la sovraesposizione e l’ansia del “pollicione” sta rendendo tutto e tutti assolutamente meno spontanei.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sicuramente Dino Angioletti che, come dice anche il nome, è il nostro angelo custode. Abbiamo poi una bella connessione con la ballotta di Amsterdam (Tom Trago,San Proper, Maxi Mil, William DJoko…) e poi ci teniamo sempre stretti i consigli dei dj con i quali siamo cresciuti e che ci hanno ispirato come Ralf, Claudio Coccoluto, Uovo, Rame, Ricky L, Luca Trevisi, Gino Grasso e Volcov.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
A parte tutte le volte che arriviamo con quintalate di dischi e i piatti non funzionano, un altro momento bizzarro è quando Alex è stato lanciato di forza giù dal palco mentre stavamo per cominciare a suonare perché non aveva il braccialetto…
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
A parte i troppi “bro”, “fra” e “top”, ci da fastidio l’onnipresenza di certa becera tech-house ping-pongata…ne approfittiamo anche per dire la nostra riguardo una tematica che ha colpito noi e altri dj che apprezziamo molto: la “musica da aperitivo”.
Noi anche se siamo ancora abbastanza giovani, siamo dj vecchia scuola! Il che non vuol dire che suoniamo solo ristampe di dischi del ’95, vuol dire che concepiamo il dj come una figura che può veramente sostenere una serata di sei/otto ore. Ragazzi miei, non si può suonare la stessa roba per sei ore…vengono due coglioni infiniti! Secondo noi è giusto che un dj suoni tutto: soulful, techno, disco, acid, jazz, broken-beat e qualsiasi cosa in base ai suoi gusti e ovviamente alle reazioni del pubblico, pubblico che – udite! Udite! – a volte si diverte a sentire qualcosa di diverso. La “non-linearità” è l’anima del party.
Ma in Italia se uno ti sente mettere due dischi cantati ti etichetta come dj moscio sempre e comunque. Beh noi non lo siamo: si chiama background, conoscere la musica, muoverti tra i generi con disinvoltura. Ok non è da tutti, perché la cosa bella è che ‘sta musica “moscia” la gente la balla, e dopo un disco soulful magari ne apprezza uno acid e poi mezz’ora di techno e per finire un po’ di disco.
Abbiamo una certa sensibilità che ci impone di portare qualcosa di diverso e di avere anche un modo diverso di mettere i dischi, altrimenti veramente, ci facciamo due chiavette con due ore di funerale da discoteca per l’inizio e due ore di “tecause” per dopo e siamo a posto così. Comunque sia chiaro: non abbiamo inventato niente.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Continuare a divertirci creando musica in studio e creando onde anomale nei club. Far uscire più materiale possibile è la missione, abbiamo molto da dare, sempre con rispetto e ricordandosi che la musica serve anche per divertirsi.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Forse un po’ “primo pelo” ma è un superclassic che da gioia / pelle d’oca / eccitazione ogni volta che lo suoniamo: Blaze “Lovelee Dae”.