In occasione del settimo compleanno del mitico party londinese abbiamo incontrato nuovamente il suo ideatore.
Dopo aver ospitato sulle nostre pagine una delle sue colonne, Seuil, in occasione dello showcase romano organizzato dai ragazzi di Micröclub, Half Baked torna sulle nostre pagine attraverso le parole e i pensieri del suo ideatore: Bruno Ciaramicoli. Tra un aneddoto e l’altro, il promoter brasiliano ormai in pianta stabile a Londra ci racconta dei suoi obiettivi e delle sue speranze, lasciando poco spazio ai rimpianti e ponendo sempre e comunque l’accento sulla filosofia che sta alla base di uno dei party più amati del pianeta.
Sette anni sono un traguardo considerevole, soprattutto se in questo anno di tempo si è stati protagonisti di una crescita costante. Dove sta, secondo te, la forza di Half Baked?
Mi piace sottolineare come la vera forza di Half Baked sia l’atmosfera speciale che si respira ai nostri party. Non importa quale sia la guest, i nostri eventi regalano sempre questo tipo di sensazioni. Grandi sorrisi, ragazzi e ragazze che ballano felici e bella musica! La gente è entusiasta di tornare perché riusciamo a combinare tutto ciò grazie ad alcuni dei nostri artisti preferiti, mettendo in mostra ciò che per noi rappresenta l’essenza di un party: momenti meravigliosi e musica fantastica.
In un periodo di tempo tanto lungo si saranno alternati momenti meravigliosi e diversi rimpianti per non aver fatto scelte migliori. Qual è il tuo motivo di orgoglio maggiore? Cosa, invece, avresti preferito fare diversamente?
La cosa di cui vado maggiormente orgoglioso è l’aver portato in giro per il mondo Half Baked. Anche in Brasile, da dove vengo e dove a quindici anni ero uno skateborder professionista. Il mio sogno all’epoca era viaggiare e gareggiare in tutte le competizioni possibili. Dopo un’operazione al ginocchio, però, dovetti smettere di fare skate, così mi trasferii a Londra e qui è nato il party. Ho pensato “bene, posso ancora viaggiare per il mondo, questa volta con una label discografica!”. Io sono un forte sostenitore dell’idea che, qualunque cosa succeda, accade per una ragione, per questo non potrei essere più felice di ciò che abbiamo ottenuto oggi. Tutto ciò che non sono riuscito a raggiungere fin qui rappresenta esclusivamente un obbiettivo per il futuro, anziché la frustrazione legata a qualcosa che mi manca.
In sette anni hanno ballato davanti alle vostre consolle diverse generazioni di clubber. Hai percepito un cambiamento, un’evoluzione all’interno del vostro pubblico? Come questo processo ha indirizzato la vostra musica e il vostro concetto di festa?
È naturale ci siano stati cambiamenti all’interno del nostro pubblico: le persone invecchiano, fanno figli e col tempo smettono pure di fare festa! Il concept che sta dietro il party, però, è rimasto lo sempre stesso. Noi facciamo feste per condividere la musica che amiamo e per regalare alla gente dei bei momenti.
Come hai già avuto modo di spiegare, il nome “Half Baked” sta ad indicare la stanchezza di chi ha passato un intenso weekend tra feste e musica. Che tipo di festa avevate in mente quando avete dato inizio a tutto, il giorno del tuo venticinquesimo compleanno?
Ho lavorato nel music business per sette anni come barista, distribuendo flyer per strada, come pr, raccogliendo email agli eventi e in due booking agency (per due anni, gratis). Ho fatto da tour manager in Sud America e mi sono occupato di marketing. Quando abbiamo avviato Half Baked era davvero per festeggiare il mio compleanno, ma avevo già il sentore di dove avrei voluto condurre il party grazie a tutti questi anni di esperienza nell’ambiente.
Che cosa hai in mente per il futuro prossimo? Cosa ti aspetti dal party del settimo compleanno?
Per quanto riguarda il futuro, noi desideriamo continuare nello stesso modo in cui siamo cresciuti in questi anni. Non forzare nulla e mantenere una crescita “organica”. Abbiamo a disposizione così tante persone incredibili e un team fantastico e questo è il modo migliore per fare le cose, mantenendo intatto lo spirito che ci ha caratterizzati. Per il nostro decimo anniversario vorrei aver portato ancor di più Half Baked in giro per il mondo, aver fatto crescere la nostra label e i nostri party a Londra, che costituiscono la nostra spina dorsale!
Se per il nome c’è tutto chiaro, perché le biciclette sono tanto importanti per voi?
Le ragioni sono diverse. In primo luogo, all’inizio dell’avventura non avevamo abbastanza soldi per pagare l’illuminazione del vecchio parcheggio (il Fairchild, dove la nostra storia ha avuto inizio), così abbiamo avuto la pazza idea di posizionare le luci intorno alle biciclette e appenderle al soffitto. In secondo luogo, perché abbiamo pedalato sulle nostre biciclette praticamente per tutta la città, trasformandolo nel simbolo del nostro brand. L’idea ci è sembrata originale, così abbiamo deciso di sposarla e adesso ci sembra letteralmente perfetta!
Dai party al Number 90 agli showcase in giro per Amsterdam, Berlino e Ibiza: c’è stato un momento (o più di uno) in cui ti sei detto “ecco, la festa di oggi vale il lavoro di anni”?
A mio parere, ciò è avvenuto questa estate dopo anni di duro lavoro. Uno dei miei sogni era quello di portare Half Baked in giro per diversi festival durante l’estate e ciò è avvenuto proprio qualche mese fa. Quest’anno abbiamo presentato il nostro showcase al Gottwood, al Lighthouse Festival, al Moga Festival e agli OFF Sònar a Barcellona! Vedere Half Baked in questi contesti meravigliosi mi riempie di gioia e orgoglio per dove siamo riusciti ad arrivare. Ciò non significa che possiamo ritenerci appagati e che è giunto il momento di rallentare…abbiamo ancora così tanta strada da fare!
In occasione della nostra precedente intervista nel 2013, ci hai parlato dello stato di salute di Londra, paragonandola a una Berlino sempre più viva e ricca di contenuti. A distanza di tre anni come sta la City? Con la chiusura del Fabric come se la passa la sua scena club?
Gli ultimi anni sono stati abbastanza difficili per la vita notturna di Londra. Con i council sempre più determinati nel chiudere le nostre venue, i luoghi dove organizzare i nostri party sono diventati via via più limitati. Solo quest’anno abbiamo visto chiudere alcuni club di alto profilo, su tutti il Fabric: ciò ha rappresentato un duro colpo per la nostra scena, per questo teniamo le dite incrociate affinché il loro fascino possa tornare a splendere entro la fine dell’anno per il bene della città. Londra ha molto da imparare da una città come Amsterdam, dove nuovi club stanno aprendo con la stessa frequenza con cui chiudono dalle nostre parti. Questo perché lì hanno ben presente l’aspetto culturale della nightlife, creando un brillante esempio per il resto del mondo. Detto questo, però, qui a Londra la scena è ancora molto forte – forse più forte che mai – e i promoter, i club, i dj e i clubber stanno lottando tutti insieme per qualcosa in cui credono. Questo è qualcosa di veramente speciale!
In quella chiacchierata, inoltre, ci hai confessato quanto sia più eccitante lavorare a un party itinerante piuttosto che in un club fisso. Possibile che in sette anni tu non abbia trovato un warehouse che ti abbia fatto esclamare “wow! Qui ci metterei le radici”?
Ovviamente nel corso degli anni abbiamo abitato diverse “case temporanee”. Abbiamo organizzato una serie di party all’Oval Space o allo stesso Number 90, per esempio; tuttavia il continuo cambiamento tende a mantenere il pubblico più interessato ed eccitato. Presentare i nostri artisti in location sempre differenti rappresenta per noi una sfida interessante, oltre a garantire un’esperienza diversa alla nostra audience, che puoi goderseli in spazi sempre nuovi.
Se ti chiedessimo il titolo di un disco in grado di racchiudere lo spirito di Half Baked, cosa risponderesti?
“Lady Science (NYC Sunrise)” dei Soul Capsule, un classico assoluto! Una traccia che penso fermamente rifletta il nostro spirito…ottima musica, sul serio!
English Version
After havin recently guest Seuil, one of his major heads, and given the occasion of its roman showcase hostes by Micröclub, Half Baked strikes back on Soundwall trough voice and thoughts of its creator and owner, Bruno Ciaramicoli. The London-based brasilian promoter will tell more about his aims and hopes, leaving few space only for regrets and never forgetting to point out the philosophy which is the base of one of the world’s most beloved parties.
Seven years are such a remarkable goal, mostly if during this time you’ve been experiencing a steady growth. What is, in your opinion, the true strength of Half Baked?
I’d certainly have to say that the true strength of Half Baked is the special vibe and feeling that we create at our parties. No matter who our guests are, our parties always have this feel-good element to them. Big smiles, happy dancing people and great music! People want to come back because we combine this feel good & fun element with some of our favourite artists which allows us to present what we believe is the real reason for a party, to have a great time with some fantastic music.
During such an amazing journey like yours, there surely have been amazing moments and maybe some regrets depending on not well-taken decisions. What is the thing you’re most proud of? And, on the other side, is there something you would have done differently?
The things I’m proud of is to be able to take Half Baked world wide. Back in Brazil where I’m from – when I was 15 years old, I was a professional skateboarder and one of my biggest dreams was to travel around the world for different skateboard competitions. After I had knee surgery, I had to stop riding skateboard and moved to London and Half Baked was born and I thought – “Well, we can still travel around the globe but with the record label instead”. In terms of doing things differently, i’m a strong believer in that whatever happens, happens for a reason. I couldn’t be happier with where we’ve got to today, and whilst there’s things I would like to achieve still these are simply targets for the future rather than things to be frustrated about not having achieved already.
During these seven years, many different generations of clubbers have danced in front of your decks. Did you perceive any changing within your audience? If yes, how has this process influenced and addressed your music and the concept behind your party?
Of course there will have been changes within our audience, people get older, have children and perhaps don’t party anymore! The concept behind our party however remains the same as it was on day one. We do parties to showcase the music we love and for people to have a great time!
As you already explained many times, the name “Half Baked” stands for the usual weariness that anyone feels after spending the whole weekend wondering trough parties and music. What kind of experience did you have in mind when you decided to start it all on your 25th birthday?
I’d been working in the music industry for over 7 years at the time as a bartender, distributing flyers on the street, doing guest list, mail collection at events, worked in two different booking agencies for 2 years (which I did for free), I was also tour manager for several artists in South America, and I’ve also done Pr and marketing etc etc. So, when we started Half Baked, it was purely to celebrate my birthday indeed but I kind of had a rough idea of where I wanted to go with the party based upon my years of experience in the area.
What are your plans for the coming future? What do you expect from the seventh birthday party?
For the future we want to continue in the same way we are headed. Not forcing anything and keeping all the growth organic. We have so many great people around us and a fantastic team that this is the best way of doing things, keeping that spirit that has been with us all along. By our 10 anniversary I want to have taken Half Baked to many more places around the world, whilst developing the label much more and keeping a nice strong series of parties at home here in London, this is our backbone!
Despite, as said, your name’s meaning has been made clear, we don’t get the “bicycle” thing. Why are they so important to you?
Ok, there is different reasons for the bike. Firstly, we didn’t have enough money to pay for lighting at the old carpark (Fairchild – where Half Baked was started). So we had this crazy idea to put some fairy lights around the bike and hang it on the celling. Secondly was because we always rode our bicycles everywhere (i’m still riding everywhere) and it was a symbol that felt close to our brand. The idea was original for us, so we decided to stick with it and now it just feels perfect!
You’ve been throwing parties at Number 90 and then touring around from Amsterdam to Berlin to Ibiza and so on. Can you recall a moment (or perhaps many) in which you’ve told to yourself “Yes, this party is my payback for years of hard work“?
In my personal opinion, this summer was a real payback after all the hard work over the years. One of my dreams was to do Half Baked at a few different festivals in a row over the summer. This year we’ve had showcases at Gottwood, Lighthouse Festival, Moga Festival, Off Week in Barcelona and many more! Seeing Half Baked at all these amazing places this year really put a big smile on my face and made me truly appreciate how far we’ve come. That doesn’t mean we’re even close to stopping the hard work yet, we have so much still to come!
During our previous interview back in 2013, we spoke about how was London’s underground scene doing, making a comparison with the always alive and full of content environment which was (and most probably still is) Berlin. Three years after how is London holding up, also considering the recent news about Fabric’s closing?
The past few years have been pretty tricky for nightlife in London. With councils seeming insistent on closing our venues the places where we can do parties are becoming more and more limited. This year alone we have seen some pretty high profile closures, most notably and recently that of Fabric. This has been a great blow for London nightlife as a whole and fingers crossed their appeal comes through later in the year for the good of the city’s nightlife alone. London has a great deal to learn from a city like Amsterdam, there, new clubs are opening at the same rate that they are closing here in London. They are really recognising the cultural aspect of the nightlife scene and are setting a brilliant example for the rest of the world. That being said, here in London the scene is still very strong, perhaps stronger than ever and promoters, clubs, DJ’s and partygoers alike are all coming together to stand up for what they believe in. That is something really special!
During that chat, you confessed about how exciting it was to work on a wandering party concept instead of a fixed-club-based one. How come is possible that, during these years, you’ve never found a venue which made you think “Wow! This is the place I want my party to grow roots in!”?
Obviously throughout the years we have made temporary homes. We did a series of parties at Oval Space last year or Number 90 this one for example. However, moving to different spots keeps people excited and interested. Presenting our favourite artists in different spaces creates a challenge for us and also allows those who come to our parties to experience their favourite artists in different spaces.
If we’d ask you a track to describe the whole spirit beneath Half Baked, what would you answer?
Soul Capsule – An absolute classic track! I feel it really reflects the spirit behind Half Baked, serious feel-good music!