Nonostante i diciannove anni appena compiuti, il varesino Andrea La Pietra ha già un curriculum di tutto rispetto. Membro (inevitabilmente) giovane di YAY, l’interessantissima realtà che vi abbiamo presentato lo scorso agosto, si è presentato al grande pubblico con il bellissimo “Perception Of Objective Reality EP”, il doppio su Melliflow con cui si è conquistato il rispetto di due ladies di ferro: Vera e Alexandra.
Ora che anche i club stanno imparando a conoscere lui e i suoi dischi, non ci resta che augurargli tutta la fortuna del mondo, tanto con la musica quanto con gli studi. Signore e signori, il Giant Steps di oggi è And.rea: buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non credo ci sia un solo disco ad avermelo fatto capire sin dal primo ascolto, ma se dovessi provare a sceglierlo, così su due piedi, fra tutti quelli che mi hanno trasmesso la stessa emozione, direi senza dubbio “Kse Zo” di Zvukbroda.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
L’ho capito sin da quando ero piccolo, poiché grazie a mio padre ho avuto l’occasione di avere un contatto diretto con strumenti musicali e l’opportunità di crescere ascoltando musica che ho sempre reputato ottima, ma che ho iniziato ad apprezzare solamente negli ultimi anni. A lui devo un doveroso grazie per avermi fatto capire subito che ciò, riusciva a trasmettermi qualcosa di molto particolare.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Non penso di aver mai avuto una vera è propria crisi nel mio rapporto con la musica ma credo piuttosto che la cosa più difficile al momento sia quella di conciliarla con gli studi,proprio perché a volte non mi è facile trovare il tempo materiale da dedicare ad entrambi.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Il momento migliore della mia “carriera”, se così posso chiamarla, è senza dubbio quando sono entrato a far parte della crew di YAY. Loro sono stati in grado di darmi qualcosa di diverso e di permettermi di conoscere musica e persone che mi stanno aiutando a crescere e che spero possano continuare a farlo nel futuro.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Purtroppo non ho altre passioni significative oltre alla musica, a cui dedico tutto me stesso.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Il mio più grande rimpianto dal punto di vista musicale risale senz’altro a quando smisi di suonare la batteria, ma nonostante ciò, il percorso che ho fatto e che ho erroneamente interrotto, è stato forse uno dei più grandi aiuti che mi ha permesso di arrivare a fare ciò che faccio ora con tutta la mia passione.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
I cinque album che consiglierei sono questi,ovviamente elencati non in ordine di importanza:
A Tribe Called Quest “The Love Movement”
Chick Corea “Fiesta”
Herie Hancock “Dedication”
Godfather Don ”The Ill Funk Freaker”
Abstrakt Idea “Sincere Sunset”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non sono un grande lettore ma posso provare a consigliare un paio di film: “iOrigins” di Mike Cahill e “Little Miss Sunshine” di Jonathan Dayton e Valerie Faris. Inoltre sono un grande fan di Hayao Miyazaki.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Senza alcun dubbio l’uscita del mio primo disco che mi ha permesso finalmente di condividere la mia musica.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Reputo il web e i social network uno strumento di condivisione molto importante che mi è stato d’aiuto, ma rimango dell’idea che debba essere usato con moderazione.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Penso che le persone con cui preferisco condividere i miei lavori siano quelle che mi sono state vicine sin dall’inizio e quindi i miei amici più stretti del gruppo di YAY, ma ovviamente anche i dj che sono stati capaci di ispirarmi e di aiutarmi con le loro parole. Sto parlando di Francesco Del Garda, Vera e Alexandra. Nonostante ciò ho sempre cercato di far tesoro delle opinioni che ho ricevuto da altri artisti che ho avuto la fortuna di conoscere negli anni passati.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
La situazione più assurda che mi è capitato di vivere non è di certo musicale. Ero in Finlandia qualche mese fa e mi è successo di ritrovarmi da solo circondato dal nulla più totale e dal silenzio, in compagnia di me stesso, accompagnato da un senso di benessere ed è in quel momento che ho capito che per trovare nuove idee mi serve staccarmi un po’ da ciò che ascolto tutti i giorni.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Ad esser sincero non penso ci sia qualcosa della scena italiana che mi da fastidio, perché ancora non la conosco abbastanza per poter dire qualcosa a riguardo. Posso però parlare per quello che sto vivendo, e noto che in Italia c’è un’attenzione minore per quello che “produciamo” nel nostro paese e una maggiore attenzione per quello che viene da fuori. Come per esempio il mito del doversi affermare prima all’estero per poi essere considerato in Italia.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Un progetto che spero possa prendere vita molto presto è “Diffusion”, sul quale sto lavorando da un annetto a questa parte con il mio caro amico Gianluca.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.