Resident dello storico party Ultrabeat del Goa Club di Roma, Alessia Di Livio, in arte Adiel, è una delle giovani dj più interessanti e richieste dell’intera scena italiana. Sostenitrice di un suono techno che conosce pochi, pochissimi compromessi, da diversi mesi sta portando in giro per i club della penisola il suo personalissimo gusto, riscuotendo consensi sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico.
Oggi che la sua crescita artistica richiede un ulteriore passo in avanti, l’abbiamo incontrata per farci raccontare dei suoi gusti, delle su scelte e delle sue passioni. Ovviamente con un occhio di riguardo per Danza Tribale, la label che ha inaugurato poche settimane fa con il suo EP d’esordio.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Il primo disco che in assoluto ha cambiato la mia vita è stato “Amber” degli Autechre. Ho scoperto il significato di un emozione dettata dall’istinto e di come lasciarsi andare e avvolgere totalmente dalla musica. Ci sono anche artisti come Boards of Canada, Kraftwerk, Brian Eno, Ryoji Hikeda, Ryuichi Sakamoto, Aphex Twin, Muslimgauze e tanti altri che hanno influenzato particolarmente il mio percorso.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ho iniziato a suonare per curiosità, lavorando già da tempo al Goa Club dove ho avuto molti input e diverse fonti d’ispirazione. Non è stato difficile, poco dopo, realizzare che la musica dovesse far parte della mia vita come modo per emozionarmi, come strumento di condivisione e di espressione. Una devozione verso la ricerca per scoprire il “mio” suono, dove ho appreso che la musica è un continuo e infinito modo di scoprire se stessi e le proprie emozioni.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Sono molto determinata, ho sempre vissuto tutto con voglia di raggiungere i miei obbiettivi, di esprimermi attraverso la musica, senza nessun particolare momento di crisi legato al mio percorso fino a qui.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Uno dei passi più importanti della mia carriera lo sto vivendo in questo momento: ho fondato la mia etichetta, Danza Tribale, ed è uscita la mia prima release dal titolo “Anatomia Del Cavallo”, frutto di un lavoro personale di crescita. Questo per me è un piccolo primo traguardo, il mio vero punto di partenza.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Ho studiato fashion design all’Accademia di Costume e Moda di Roma e ho sempre conciliato le mie passioni, traendone il grande vantaggio di trovare ispirazione reciproca l’una per l’altra. Moda e musica. Amo anche disegnare e dipingere…ho la fortuna di trovarmi quotidianamente immersa nell’arte e nella musica, che oltre ad essere parte della mia vita, la alimentano.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessun rimpianto, solo tanta voglia di fare e di scoprire.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Autechre “Amber”
Voices From The Lake “Voices From The Lake”
Moodymann “Silence In The Secret Garden”
Plastikman “Consumed”
Bobby Konders “House Rhythms”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Sarò sincera, ultimamente passo il mio tempo in studio, leggo manuali di acustica e ho poco per il cinema.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Il risultato artistico di cui finora vado più orgogliosa è aver creato nella mia vita uno spazio produttivo dove il bisogno creativo ha trovato la sua espressione, Danza Tribale. Si pone come output personale, è un’emozione unica osservare il realizzarsi delle proprie idee e l’aver trovato il modo di trascrivere i propri pensieri in musica. Ritmiche in quattro quarti e percussioni voodoo caratterizzano la mia prima uscita. Tre tracce profonde e trainanti, dove pattern ritmici si mescolano con suoni taglienti su cui oscillano voci rituali.
Il secondo risultato di cui vado orgogliosa è la mia residenza al Goa Club. Il club fa parte della mia vita, il luogo dove ho “acceso” le orecchie, dove ho scoperto cosa fosse la musica elettronica, dove la musica stessa è diventata realtà. Non potrei immaginare un percorso diverso, ho avuto la fortuna di prendere ispirazione dai migliori e grazie al loro stesso supporto, ho avuto il coraggio e la spinta necessaria per farmi strada, affrontare l’emozione prima di un dj set, ma anche come trovare l’autocontrollo e reggere una pista piena nel club più importante d’Italia. Al Goa, ho imparato a sperimentare, oltre che con me stessa e sulle mie capacità, con un pubblico sempre attento e pronto a lasciarsi trasportare. Per non parlare poi dei dettagli e dell’impianto, il suono al Goa club si trasforma in flusso astratto avvolgente da seguire ad occhi chiusi.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
L’onnipresenza del web ha avuto una grande influenza sulla musica, come modo di condividere, di scoprire e di documentarsi. Trovo giusto stare al passo con i tempi, senza lasciarsi trasportare troppo, se non fosse per un uso inappropriato il più delle volte o per una comunicazione sbagliata. Personalmente vivo il web sfruttandolo per condividere, documentarmi e anche confrontarmi; nonostante ciò, però, non amo particolarmente ascoltare musica dal computer, preferisco andare sempre e comunque in un negozio di dischi.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Donato Dozzy. Grazie alla sua musica, oltre che ai suo insegnamenti, mi ha fatto scoprire altri orizzonti e viaggiare in mondi inesplorati. Poi il maestro del suono Neel, Dasha Rush, grandissima fonte d’ispirazione, e Giancarlo, Dj Red e Marcolino, i miei maestri assoluti.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
La situazione più assurda che mi è capitata è accaduta poco tempo fa in Giappone ed è stata allo stesso tempo una grande “scossa”. Al Labyrinth, il festival che si svolge a Naeba tra le montagne giapponesi, in luogo più che suggestivo, Donato Dozzy stava suonando la sua musica, tramutata quasi in voce come un canto che si diffondeva nella natura, uno dei momenti che mi ispirerà per il resto della mia vita. Durante quel viaggio musicale, un ragazzo giapponese, mi si è avvicinato, mi ha guardata bene e poi ringraziata per la mia musica, riferendosi al podcast registrato per Outis di Dino Sabatini. Mi sono sentita quasi sollevata da terra, un’emozione unica vissuta in un momento ancor più speciale.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Chi si pone troppi limiti.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Danza Tribale è il progetto che porterò avanti nell’immediato. Le prossime uscite sono già in fase di programmazione e non si escludono collaborazioni con altri artisti; poi c’è ovviamente il Goa Club, mentre è in uscita un esperimento che ho fatto per One Instrument. Potete ascoltarlo qui :
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.