Una riflessione sui rapporti tra la complessità della sfera tecnologica e le potenzialità dei linguaggi espressivi che ne fanno uso, in bilico tra la spinta evoluzionistica della ricerca musicale e la tendenza alla standardizzazione del mercato globale. Sembra invitarci a questo la seconda edizione di Hand Signed, rassegna curata da OOH-sounds, Musicus Concentus e Disco_nnect che porta, negli spazi della Sala Vanni di Firenze, cinque appuntamenti pensati come un corpo unico intorno ad una possibile estetica della contemporaneità elettronica.
Ciò che accomuna l’artista svedese Peder Mannerfelt e il duo italiano Voronoi, insieme sul palco il 27 gennaio, è un’indagine sui sistemi di relazione che la musica innesta con la scienza e la filosofia. Il primo, forte delle collaborazioni con Fever Ray, Blonde Redhead, Massive Attack, e Bat for Lashes, lo fa riesumando un’estetica sonora rave e un approccio cyberpunk, messe a collidere nelle ultime uscite: ‘Controlling Body’ e ‘Transmissions From A Drainpipe’, sapientemente in bilico tra astrazione e minimalismo, sulla strada già tracciata dalla Raster-Noton.
Peder Mannerfelt – Limits to Growth
I secondi sono pronti al debutto su OOH-sounds, con un lavoro ispirato alle ricerche dell’omonimo matematico russo di fine‘800, il cui centro gravitazionale sono le tipologie di relazione fra suono, struttura e spazio attraverso il continuo riassemblaggio di metriche, ritmi e forme sonore.
Voronoi – V3
È un approccio decostruttivista a partire dalla musica concreta, invece, il tratto condiviso dai protagonisti del secondo appuntamento (17 febbraio). L’improvvisazione, radicale e analogica, di Valerio Tricoli, fresco di uscita sulla PAN di Bill Kouligas, conduce a un suono evocativo ma imperscrutabile che sta raccogliendo sempre più consensi internazionali, per quella affascinante fusione di musica prodotta con oggetti analogici e forme concettuali che lavorano sulla memoria del suono.
Valerio Tricoli – Stromkirche Or Terminale
La performance di Heith + Giulio Nocera usa, invece, la musica concreta per rileggere e interpretare le forme della club music, coerentemente al percorso sviluppato dalla Haunter Records di Daniele Guerrini (è lui a nascondersi dietro il primo moniker), una ricerca che sta in continuo e debole equilibrio fra caos e forma, scrittura e improvvisazione.
Heith – Exhale the Shiver
Mark Fell ha guadagnato un posto di rilievo nella scena internazionale per la capacità di combinare elettronica e techno con approcci più accademici, come la composizione basata su algoritmi. Gli esiti del suo lavoro sono usciti con i marchi come Mille Plateaux, Alku ed Edition Mego. Questo equilibrista del sistema binario, lo troveremo impegnato (venerdì 17 marzo) in una performance sonora capace di sintetizzare influenze acid, world, musica colta, sistemi matematici e pattern non-ripetitivi.
Mark Fell & Errorsmith – Protogravity
Il suo live verrà introdotto dalla proiezione di ‘Perfect Lives – the Park (Privacy Rules)” prima parte della TV-opera di Robert Ashley, realizzata fra il 1977 e il 1983 per The Kitchen, e definita da John Cage: “uno dei testi sonori più importanti del XX secolo”. In effetti questo lavoro del compositore americano continua ad avere una grande attualità, anticipando il rapporto a più mandate tra nuovi media ed estetica post-moderna che nella ricerca musicale della seconda metà del Novecento trova un ambiente di sviluppo naturale.
Robert Ashley – The Park (Privacy Rules)
Negli ultimi anni il panorama dell’elettronica italiana ha prodotto vari campioni ‘da esportazione’, nomi capaci di estendere il loro raggio d’azione a livello globale, trovando riconoscimenti e collaborazioni di grande caratura. Tre di questi si danno appuntamento in Salva Vanni il 7 aprile. Andrea Belfi collabora, tra gli altri, con Nils Frahm, Mike Watt, David Grubbs, Aidan Baker, pubblicando dischi per etichette come Latency, Häpna e Constellation. La sua musica punta a un carattere meditativo attraverso un linguaggio sonoro ipnotico e sofisticato, sempre in bilico tra acustica ed elettronica, sintesi e ripetizione.
Andrea Belfi – Cera Persa 2 (Latency)
Rain Text è, invece, il progetto collaborativo tra Giovanni Civitenga e Giuseppe Ielasi. Il primo è un produttore romano di base a Berlino, già uscito su Brainfeeder e Huntleys + Palmers. Skyapnea è la sua label personale e una trasmissione radio settimanale sulle frequenze di NTS. Il secondo è diventato un punto di riferimento imprescindibile per molti artisti ed etichette italiane. Produce in solo ma anche in seno a progetti collaborativi con artisti come Nicola Ratti, Enrico Malatesta, Kassel Jaeger, Andrew Pekler. Per altro la sua ultima uscita su Error Broadcast è finita dritta al numero uno della classifica elettronica 2016 di the Wire.
Rain Text – 1.3
A chiudere il programma, venerdì 5 maggio, saranno due artisti inglesi che condividono una pratica musicale fortemente legata alla capacità del suono di rapportarsi con gli spazi. Adam Asnan è un musicista elettroacustico e sound designer che “suona” i luoghi nei quali si esibisce attraverso la loro risposta acustica. Il potenziale estetico del suono registrato, la sua amplificazione, la portata dell’immaginario culturale di un contesto… sono tutti elementi che, attraverso la risposta acustica, vengono filtrati e rimescolati nella performance.
Adam Asnan – 5’24”
Sam Kidel è, invece, un compositore che, dopo gli esordi dubstep nella natia Bristol e il lavor nel collettivo Young Echo, si è messo a esplorare gli effetti emotivi e sensoriali di un amalgama sonoro tra ambient, noise e sound-art, magistralmente sintetizzato nell’album ‘Disruptive Muzak’ su Death of Rave, già un classico contemporaneo. A Firenze porterà una performance dedicata allo spazio dell’ufficio, con tanto di chiamate in “diretta” a call-center governativi.
Sam Kidel – Disruptive Muzak
Sarà interessante osservare le reazioni che questa moltitudine di suoni instaurerà con la compostezza e il fascino dello spazio rinascimentale che li ospiterà. Da una parte la regola geometrica, la misura come ordine prioritario e gli affreschi come trionfo dell’idea di armonia. Dall’altra un complesso intreccio di dissonanze, distorsioni e astrazioni aurali. Il gioco dei contrasti sembra una delle chiavi di lettura predilette di Hand Signed 2017.