Ogni tanto succede di prendere dei discreti passi falsi. Perché magari si prende sottogamba l’impegno; perché magari l’ispirazione non c’è ma si crede ci sia; perché certe partnership possono essere umanamente perfette ma insomma, questo non basta se non c’è la giusta scintilla artistica al momento di lavorare assieme in studio; perché sei diventato troppo indulgente con te stesso e pensi, anche inconsciamente, che qualsiasi cosa tu tocchi diventa oro (ed è facile pensarlo, quando diventi una superstar e qualsiasi cosa tu faccia hai migliaia di persone adoranti che ti seguono). In poche parole: Joseph Capriati, in assoluto uno dei dj italiani più amati e più di successo, ha deciso di dare vita col fidatissimo socio Flavio Folco ad una traccia, “Prospective Journeys”. Ok. Particolarità della traccia, una particolarità che dovrebbe disporre bene i più neghittosi e prevenuti: tutto in analogico. Altra particolarità della traccia (più che ragionevole, vista la statura sia di Joseph che della testata in questione): è stata data come come premiere a Mixmag.
Ora, a parte i fan duri e puri di Capriati e quelli che con l’artista italiano hanno un rapporto di stima e di amicizia che va al di là di tutto, il responso della gente è stato abbastanza rovinoso. In effetti, ad esprimere il nostro parere, “Prospective Journeys” è veramente un corpus musicale senza verve ed anima, molto scolastico, molto banale, senza la forza di essere impetuosamente techno da un lato, senza la sottigliezza che necessita invece un qualcosa di più tranquillo e posato dall’altro. Però questo nostro parere è condiviso da tantissime persone già nei commenti alla traccia postata su Soundcloud: date un’occhiata, mentre sotto potete far partire il player. A occhio, se anche con un po’ di benevolenza si può immaginare che è comodo dare contro al “mostro sacro” invidiandone il successo e detestandolo per questo a prescindere e che quindi qualche commento ricada in questa categoria, ce ne sono molti – in lingua inglese – molto più posati ma non per questo meno critici.
Era da un po’ di tempo che non vedevamo tanti commenti negativi per una premiere. Un autogol, insomma. A vedere il bicchiere mezzo pieno, questo può diventare il giusto pungolo per uno scatto d’orgoglio che faccia produrre, a stretto giro, una traccia che metta d’accordo tutti. Questo sì che sarebbe un viaggio nella giusta prospettiva.