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Il nome di DJ Spinna è uno dei primi che dovrebbe balzarci in mente quando cerchiamo l’esempio di un artista capace di tenere in una cornice coerente una molteplicità di visioni musicali. Il principio secondo il quale quella del DJ è una missione etica e l’ossessiva implementazione di una collezione in vinile che parte dalle sue radici (Funk, Soul R&B e Jazz), abbraccia le fondamenta (Hip-Hop) e si proietta nel futuro (Electronic/Dance music) ignorando ogni forma di restrizione, dovrebbero già essere due ragioni sufficienti. Dall’infanzia spesa a caccia di dischi alle esperienze radiofoniche (per Kiss FM, BBC e Radio Nova), dagli esordi al Club Shelter di New York fino agli storici party in giro per il mondo (Club Yellow, The End, Cargo e Paradiso) condividendo le consolle con DJ Shadow, ?uestLove, Francois K e Jazzy Jeff, Vincent Williams (questo il nome di Spinna all’anagrafe di Brooklyn) è riuscito a rimanere un artista indipendente, uno dei produttori/DJ/remixer più versatili e un punto di riferimento imprescindibile per seguire le evoluzioni della Black Music.
I primi segnali arrivano a metà anni Novanta con il progetto The Jigmastas ma il primo grande successo arriva con il singolo “Beyond Real”, pubblicato sull’omonima etichetta personale. L’aura di culto che circonda il duo lo porta prima a firmare per la Tommy Boy e poi, nel 2001, a pubblicare l’album “Infectious”, con la collaborazione del chitarrista dei Living Colour, Vernon Reid. La prima uscita da solista è, invece, con quello che diventerà un grande classico dell’hip hop, ”Heavy Beats, Volume 1” su Rawkus Records, impreziosito dalla collaborazione di Talib Kweli e Beatnuts. Da quel momento, la lista degli artisti che chiedono i servigi artistici di Spinna comincia ad includere Eminem, Mos Def, Talib Kweli, Pharoahe Monch e De La Soul. Le sorprendenti interpretazioni di grandi maestri del jazz e del soul come Donald Byrd, Roy Ayers e Al Jarreau diventano altri fiori all’occhiello di una carriera che raggiunge un apice con il remix per “We’re Almost There” di Michael Jackson su Motown, preludio ideale a “BK loves MJ”, l’appuntamento annuale organizzato da Spike Lee per il compleanno di Michael, nel quale Dj Spinna conduce le jam diurne. Un’altra vetta è la reinterpretazione di quella “Days Like This” firmata Shaun Escoffery che diventa un inno dancefloor in tutto il mondo, trasformando Spinna in una icona della migliore soulful house. Per l’esordio sulla lunghezza dell’album bisogna aspettare il 2002, quando su BBE records esce “Here To There”, un classico della musica soul contemporanea.
Difficile tenere il conto delle tante collaborazioni artistiche del nostro che ha contribuito ai successi di artisti europei come Shirley Bassey, 4 Hero, Rae & Christian, Nightmares on Wax, e giapponesi come DJ Krush e Shaka Zombie ma è quella con Stevie Wonder la più importante e duratura. Prima i party Wonder-Full, poi la serie ‘The Wonder of Stevie’ (arrivata nel 2016 al terzo volume), fino ai remix ufficiali per “My Love Is On Fire” e “Sweetest Somebody” consolidano una vicinanza artistica senza precedenti che rende cosa naturale l’apparizione del meraviglioso Stevie al microfono mentre Vincent gira il vinile del suo ultimo edit.
Sfruttando l’imminente apparizione, in data unica italiana, di Dj Spinna alla consolle del party fiorentino di Autentica, il prossimo 7 aprile, lo abbiamo intervistato per parlare di ispirazione, eredità e nomi nuovi.
Sei nato nel 1971 e sei cresciuto a NYC negli anni 80. Quanto è stata importante, per la tua visione musicale, quella scena che mescolava jazz, punk, house e il nascente hip hop?
Quel melting pot di musica ha fatto di me quello che sono ora. A quel mix aggiungerei anche la musica afrocubana, caraibica e africana. Erano tutte cose che sentivi risuonare per le strade del quartiere nel quale sono cresciuto.
Da DJ-icona della scena internazionale, quale pensi sia il ruolo del DJ nell’epoca del ‘tutto in streaming’ ‘tutto in free download’?
Dal mio punto di vista quel ruolo non è cambiato molto in tempi recenti. Io difendo, ancora oggi, gli stessi codici, regole e valori di quando ho cominciato. Ciò che è cambiato maggiormente è il modo attraverso il quale ottengo la musica che suono. Continuo ad acquistare molti dischi ma, ovviamente, negli ultimi 15 anni devi fare anche molta ricerca online per non perderti molte cose rilevanti. E questo è molto difficile da fare se pensi al grande numero di artisti che producono musica in maniera indipendente. Per rispondere più direttamente alla tua domanda dico che l’elemento chiave per essere un buon DJ sta nella capacità di tenere attivo il dancefloor, rispettando il fatto che tu sia lì a suonare per la gente ma, allo stesso tempo, educando l’audience all’ascolto di nuova musica o di musica del passato non conosciuta. Per me non ha senso costruire un dj set pieno zeppo di riempi pista dall’inizio alla fine, senza momenti di picco e vallate che lo strutturino. Ho sempre associato il djing ad un viaggio con una partenza, un tragitto intermedio e un approdo. E il dj che riesce a farlo prendendo il controllo delle menti del pubblico ha in mano un’arma potentissima.
Sei stato uno dei primi artisti a mescolare hip hop e soulful house alla ricerca della profondità di un suono. Kaytranda è un ottimo esempio di artista che ha proseguito su questa strada. Cosa ne pensi?
Non ho incontrato personalmente Kaytranada ma sono un fan del suo lavoro. È sicuramente riuscito a crearsi la sua propria nicchia nel circuito internazionale. Assieme alla sua sto ascoltando molto anche la musica di Byron The Aquarius, Henry Wu, Mr. G, K15 e Lay-Far.
Cosa pensi delle nuove generazioni del soul? Sto pensando ad artisti come Jordan Rakei, Solange e Childish Gambino.
Gli amo e sono grato alla loro musica. La musica soul è la radice di tutta la musica e continua a restare necessaria.
Hai remixato tutti: da Mary J. Blige a Donald Byrd. C’è qualcuno che sogni ancora di remixare?
Negli ultimi tempi ho messo un po’ da parte la faccenda dei remix per concentrarmi sulle produzioni originali ma posso dirvi che in cima alla lista degli artisti che mi piacerebbe remixare c’è Thundercat. Trovo che sia fantastico.
Nei tuoi progetti continuano ad esserci molti eventi-tributo ad artisti come Stevie Wonder, Prince e Michael Jackson. Qual è l’idea che ti muove?
L’obbiettivo principale dietro questi progetti era tributare un omaggio alle più grandi leggende musicali mentre sono ancora in vita. Sfortunatamente Prince e Michael se ne sono andati ma entrambi conoscevano bene questi eventi. Stevie ed io abbiamo sviluppato una grande amicizia proprio come risultato dei Wonder-Full party. E questo, ancora oggi, continua a meravigliarmi
Il tuo progetto “The Wonder of Stevie” è arrivato, di recente, al suo terzo capitolo. Quanto pensi che durerà ancora questa storia d’amore?
Questa storia d’amore non ha fine. Lui sarà sempre il mio numero uno. Continuo a trovare grandi cover della sua musica e a collezionare ogni cosa che porti il suo nome. Quindi è molto probabile che ci sarà un”Wonder of Stevie volume 4” in un futuro imminente.
Molti dei pezzi che hai editato nel Vol. 3 provengono da “Songs in the Key of Life”. Cosa rende quell’album così speciale?
“Songs In The Key of Life” è stato il primo album di Stevie Wonder di cui mi sono innamorato. Io avevo solo 5 anni quando uscì ma quel disco, aveva attirato la mia attenzione con la sua copertina e il suo formato particolare. Il fatto che si presentasse come un triplo vinile con un 45 extra ed un ottimo booklet rendeva l’ascolto una vera esperienza. Ricordo che stato guardando la sua performance live di “Superstition” su Sesame Street quando mia madre mi disse che era cieco. Mi chiesi come potesse essere accaduto. La mia giovane mente processò questa domanda trovando una strana spiegazione: era stato il sole nella copertina del disco ad accecare Stevie. Questa cosa è sempre stata un gran mistero per me. Il misticismo della sua musica viaggiava a braccetto con la mia curiosità.
Hai creato molti party di successo ma quelli denominati Wonder-Full continuano ad avere un seguito straordinario. Cosa è che li rende degli appuntamenti speciali?
Cosa c’è di più universale di Stevie Wonder? Credo che il fattore principale stia nella sua capacità di ammaliare ascoltatori di generazioni diverse. Forse conta anche il modo nel quale io propongo la sua musica per far sentire il pubblico coinvolto. Di anno in anno arrivano i ragazzi di nuove generazioni, convinti dal passaparola sul nostro party e ci sono diverse coppie che si sono formate nelle nostre feste e che ora sono diventate famiglie. Ho visti figli ballare con i propri genitori. Da un certo punto di vista questi eventi stanno diventando molto più grandi di me. Una specie di istituzione.
Cosa c’è nella tua playlist personale in questo momento?
I nuovi album di Thundercat e Omar sono i miei favoriti, al momento mentre il disco delle King è stato il mio preferito dello scorso anno. Knxledg/NxWorries/Anderson Paak sono in heavy rotation ma sto sentendo molto anche artisti come MNDSN, Yussef Kamaal, Gwen Bunn, Masego, Stro Elliot, Tall Black Guy, Moonchild, Terrence Martin, Jarrod Lawson, Snarky Puppy, Eric Lau, Dain e Ruth Koleva (che ho avuto il piacere di remixare recentemente).
Cosa ti inspira?
Continuo ad essere ispirato da nuova come da vecchia musica. Ricercare nella mia collezione dischi che ho trascurato di ascoltare con la dovuta attenzione continua ad motivarmi nella creazione di nuova musica.
Cosa c’è nell’agenda di Dj Spinna?
Il mio principale obbiettivo per il 2017 è fare uscire un nuovo album. Ci sto lavorando da un bel po’, ormai.
ENGLISH VERSION
DJ Spinna is one of the greatest examples of what it takes to truly succeed within the framework of multiple musical genres.
With a steadfast work ethic, an obsessively extensive vinyl library and the willingness to pursue the full extent of his musical roots (Funk, Soul R&B and Jazz), foundation (Hip-Hop) and future (Electronic/Dance music) without any restraints.
He made his first impact on listeners with his duo The Jigmastas (having released on his then self-run label Beyond Real, on Tommy Boy and Rawkus Records) as well as providing the canvas for an array of lyrical giants including Eminem, Mos Def, Talib Kweli, Pharoahe Monch and De La Soul.
Tapped by everyone from Mary J. Blige to Motown Records (for his brilliant Michael Jackson remix of “We’re Almost There”) Spinna revised Jazz and Soul masters like Donald Byrd, Roy Ayers and Al Jarreau, turned a monumental version of Shaun Escoffery’s “Days Like This” into a worldwide dancefloor anthem that finally put him at the centre of the soulful house music scene, as a point of reference.
His cult classic full length LP “Here To There” on BBE records in 2002 was another turning point for Spinna’s career, as well as several collaborations with Stevie Wonder. From the Wonder-Full DJ performances to ‘The Wonder of Stevie’ series, passing through to remixes for “My Love Is On Fire” and “Sweetest Somebody” from Stevie’s 2005 “A Time To Love” release.
Another esteemed themed party that Spinna is credited with are the “Soul Slam” events popularly known as the Michael Jackson VS Prince Parties, established in 2002. “Soul Slam” has taken on a life of it’s own and has inspired other events like Spike Lee’s yearly Michael Jackson Birthday party, “BK Loves MJ” with DJ Spinna orchestrating a summer day time Woodstock-like jam to thousands of Michael Jackson fans worldwide.
As a preview to his exclusive Italian gig at Autentica’s party in Florence next April 7th, we interviewed him talking about his inspirations and other good stuff.
You were born in 1971 and grew up in NYC during the 80’s. How important to you were the various musical scenes like jazz, punk, house and the up and coming hip hop movement, in helping you to create your musical vision?
This melting pot of music shaped who I am today. I will also add Afro Cuban, Caribbean and African music to this mix as well as these types of sounds permeated through the streets and airways of my neighborhood growing up.
You are one of the most iconic Dj’s in today’s scene. What do you think the role of the Dj plays in today’s streaming and download culture?
The role of a DJ in this streaming/download era hasn’t changed much for me specifically. I uphold the same codes, rules and values since day one. The main thing that has changed is how I get new music, I still buy records profusely but obviously in the last 15 years you have to dig online to stay relevant or you’ll miss out on so much. That part is hard to keep up with due to the saturation of artists putting music out independently. To answer your question more directly, key elements to being a good DJ is keeping your dance floor active by always playing for your crowd, you are there to entertain. Educate your audience with new music or lesser known older music (when applicable). It’s senseless to me when DJ’s think it’s cool to bang it out from start to finish with no peaks and valleys in your set. I’ve always visualized ding as a journey with a start, middle and an end. When you can control the minds of your crowd it can be a powerful thing.
You were one of the first artists to mix hip hop and soulful house together to create deeper sounds. A good example of a young artist doing this today is Kaytranada, do you know him? Who else is on your new music radar these days?
I haven’t met Kaytranada yet but I’m a fan of his work. He’s definitely carved his own niche in the DJ circuit. I’m also digging music by Byron The Aquarius, Henry Wu, Mr. G, K15, and Lay-Far.
What do you think about the new soul generation? Artists like Jordan Rakei, Solange and Childish Gambino?
I love it and I’m grateful for it. Soul music is the root of all music and always necessary.
You’ve remixed everyone from Mary J. Blige to Donald Byrd. Who’s on your wish list that you haven’t worked with yet? Anyone you’d like to remix at the moment?
I actually wish to slow down on remixing and get back to original productions. High on my remix wish list at the moment is Thundercat. He’s amazing to me.
You’re new project is a series of tribute nights honouring artists like Stevie Wonder, Prince and Michael Jackson. What’s the idea behind this?
The main objective behind these tribute nights is paying homage to our biggest musical legends while they are still breathing. Unfortunately Prince and Michael have passed on, but they were both aware of the events. Stevie and I have developed a friendship as a result of the WONDER-Full party that still marvels me till this day.
Your Wonder of Stevie project has recently completed it’s 3rd chapter, how long do you think this love affair with the iconic soul man will carry on into the future?
The love affair is infinite. He’ll always be my number one. I still find great covers of his music and collect anything that has his name on it. So there could very well be a Wonder of Stevie volume 4 in the future.
Most of the songs featured in Vol. 3 are from Songs in the Key of Life. What is your earliest memory of listening to that album?
“Songs In The Key” was the first Stevie Wonder album that I became acquainted with. It was the Lp’s presentation that attracted me to it. I was 5 years old when that album was released but already entrenched in records from my dad’s collection. The idea of it being issued as a gatefold triple vinyl set including a bonus 45 and a booklet made the listening more like an event and interesting. I remember my mom telling me he was blind after watching him perform “Superstition” on Sesame Street and wondering to myself, how did that happen? I thought perhaps the sun had something to do with it. My young mind processed the sun design on the ‘Key of Life’ cover art as the reason for his blindness, strange. It was all a big mystery to me. The mysticism of his music played right along with my curiosity.
You are well known for hosting some of the greatest parties around, in particular your WONDER-FULL nights that continue to sell out every year. What do you think the continual appeal of these nights is?
Who’s more universal than Stevie Wonder? I believe his mass appeal across several generations and the way I present his music in a dance floor setting is what keeps people engaged with the Wonder-FULL events year after year. New people attend annually via word of mouth. Couples have met and started families as a result of these events and often times I have witnessed people partying with their parents. To a large degree, the events are bigger than me, it’s become an institution.
Who’s on rotation on your current personal playlist at the moment?
Thundercat and Omar’s new album are my favourite at the moment. King’s album was my favourite album of last year. KNWLDG/NxWorries/Anderson Paak get heavy rotation, MNDSN, Yussef Kamaal, Gwen Bunn, Masego, Stro Elliot, Tall Black Guy, Moonchild, Terrence Martin, Jarrod Lawson, Snarky Puppy, Eric Lau, Ruth Koleva (whom I’ve just remixed recently), and Dain amongst others are all newer artists that I’m currently feeling.
What is inspiring you these days?
I’m inspired by new and old music. Digging in my own record collection and discovering things I’ve overlooked motivates me to create.
What next for Dj Spinna?
The main objective for me in 2017 is getting a new album out. I’ve been working on one for some time now. It’s long overdue.