Clubber instancabile e artista dalle grandi ambizioni, Giuliano Lomonte è senza ombra di dubbio uno dei giovani italiani più apprezzati in giro per l’Europa. Nato ad Andria ma di base oggi a Berlino, da diverso tempo propone il suo suono ricercato e carico di groove in alcuni dei club più importanti della capitale tedesca (Hoppetosse, Club der Visionaere e Salon Zur Wilden Renate su tutti), conquistandosi le attenzioni di alcune delle label più importanti del circuito, tra cui Ultrastretch (dove viene remixato da Fumiya Tanaka) e Pressure Traxx.
Se a tutto questo aggiungete l’ottimo lavoro che sta portando avanti con la sua Point Of View, tanto da venir supportato in lungo e in largo da Ricardo Villalobos, allora capite bene perché Giuliano non può mancare sulle nostre pagine. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Ce ne sono davvero tante a dire la verità. Amavo e amo la musica italiana, ascoltavo già sin da piccolo ogni genere: Lucio Dalla, Pino Daniele, Enzo Avitabile e Celentano. Spesso ero in giro con mio padre e ascoltavo le cassette dei Dire Straits, Stevie Wonder, Freddie Mercury, fino a quando poi ho scoperto Michael Jackson di cui sono diventato un grande fan. Amavo tutto delle sue canzoni, i giri di bassi, le drums, le parole che accompagnavano i suoi movimenti…insomma per me era l’artista “completo”. Ricordo ancora quando comprai la videocassetta del suo film “Moonwalker” su cui scorreva la canzone “Smooth Criminal”; rinchiuso nella mia cameretta la guardavo e riguardavo all’infinito . Beh penso proprio che quella canzone abbia segnato l’inizio di questo grande amore per la musica.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Correva l’inverno del 2005 quando ero a Francoforte ed ebbi la fortuna di entrare al Robert Johnson e ascoltare un back-to-back di dodici ore di Ricardo Villalobos e Raresh. Sin dai primi dischi sentivo già dentro di me che sarebbe stata una di quelle serate che non avrei mai dimenticato. L’intima connessione tra il dj e il dancefloor erano una cosa unica; disco dopo disco costruivano un viaggio che fino ad oggi porto dentro di me.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Penso che un artista viva spesso momenti di crisi. Personalmente vivo determinati momenti molto di frequente. Forse perché sono molto critico con me stesso e cerco di essere il più unico e originale possibile in tutto quello che propongo. Cerco di creare qualcosa che rispecchi molto il mio essere, la mia anima…sia nelle mie produzioni che in ogni singolo dj set; mi piace distinguermi da quello che fanno tutti gli altri! Penso sia il miglior biglietto da visita che un artista possa presentare.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Di momenti importanti ne ho vissuti tanti fino ad ora. L’aver avuto la possibilità di affiancare dj e produttori che per me sono sempre stati un punto di riferimento nella mia formazione professionale mi ha caricato di grinta e passione per continuare a credere in quello che faccio. Forse però il momento più importante della mia carriera è stato proprio recentemente quando sono entrato a far parte nelle agenzie di BArtist e Solid-AM e aver potuto finalmente suonare nel leggendario Robert Johnson.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Di passioni ne avrei tante, per esempio amo giocare a calcio, però da quando mi sono trasferito a Berlino non ho avuto più la possibilità di praticarlo e quindi due/tre volte a settimana vado in palestra per scaricare un po’ di tensione accumulata. Oppure esco la mattina presto per una corsa all’aria fresca, mi aiuta molto a liberare la mente dalla solita routine e a ritrovare il mio equilibrio. Dedico comunque la maggior parte del mio tempo alla musica.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non penso di avere grandi rimpianti finora. Forse il non aver ascoltato mio padre quando mi diceva continuamente di imparare uno strumento musicale già da bambino e io invece ero fuori al campetto a giocare a calcio. Penso che oggi mi sarebbe tornato parecchio utile e penso che avrei cominciato la mia carriera musicale molto prima . Ma a quei tempi chi l’avrebbe mai pensato dove mi sarei catapultato oggi? Il destino ha voluto che andasse così e va bene lo stesso.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Ricardo Villalobos “Alcachofa”
Ricardo Villalobos “Salvador”
Mathew Jonson “Typerope”
Nail “Emz Cannon Dub”
Callisto “Bongette”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Mi piace guardare film a dire la verità e consiglierei in particolare quasi tutti i film di Danzel Washington.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Il risultato artistico di vado più fiero è probabilmente il prossimo EP che uscirà sulla mia label.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Personalmente penso che la presenza del web al giorno d’oggi sia un fattore fondamentale per tante ragioni. Se usato con intelligenza non può non essere un mezzo veramente indispensabile per l’evoluzione dell’uomo.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ce ne sarebbero tanti di dj e producer con cui mi sento in affinità e che stimo molto, però se devo nominarne alcuni con cui sento molta sintonia sono proprio Ricardo Villalobos e Raresh. Loro rispecchiano molto quello che vorrei fosse sempre il mio suono.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ottobre dell’anno scorso, Berlino. Per questioni organizzative, il mio slot slittò ben tre volte per un totale di sette ore di attesa prima di poter cominciare a suonare. Alla fine suonai solo poco più di un’ora, quando ormai il dj prima di me aveva già svuotato il locale. Ridicolo no!?
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Anche se vivo all’estero, amo e rispetto moltissimo la scena musicale italiana con i suoi pro e contro. Anche se non è sviluppata così come lo è in Germania, resta pur sempre tra le più belle scene in Europa. Da non dimenticare, tra l’altro, che da noi sono nati e stanno nascendo tanti artisti di grande talento!
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sicuramente continuerò a fare quello che amo con tanta passione, cercando di evolvermi e migliorarmi sempre di più. Ho un po’ di musica che sta per uscire tra cui (come accennato in precedenza) “La Musique EP” sulla mia label Point Of View, un VA e un EP su Brouqade e un altro EP che per il momento preferisco tenerlo ancora segreto con me!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.