Ogni tanto accadono delle cose strane. Ogni tanto accadono dei piccoli miracoli che non ti aspetti: tipo città belle, civilissime ma culturalmente sonnacchiose – almeno per le cose “nostre”, per cioè la musica contemporanea di taglio elettronico o comunque nel filone della club culture: uno dei fenomeni socioculturali più forti degli ultimi tre decenni – che all’improvviso diventano delle piccole capitali a livello europeo. Ogni volta che succede, ci si riempie il cuore. E’ una caratteristica turistica dell’Italia, quella della “bellezza diffusa”: se lo diventa costantemente anche nel “nostro” campo, rischia di essere una carta importante (…perché la Germania se esci da Berlino non è, per dire, ‘sta cosa così incredibile). Ecco perché, ai già molti “miracoli” in giro (Dancity un esempio per tutti), siamo sempre incredibilmente contenti quando se ne aggiungono di nuovi.
Distretto 38 è questo. C’è un filo rosso che collega uno degli storici “miracoli” del settore, il Jazz:Re:Found nato a Vercelli (il trasferimento torinese è una storia iniziata solo un paio d’anni fa), con Distretto 38. Il panorama musicale di Trento e Rovereto ha subito una forte scossa a partire dal 2015 quando Denis Longhi, il fondatore di Jazz:Re:Found, ha ottenuto il posto di direttore artistico della rassegna trentina Jazz’About – il tutto semplicemente partecipando ad un bando, non per raccomandazioni ed intrallazzi strani, come dovrebbe essere: complimenti all’amministrazione di lì, complimenti al Centro Santa Chiara che è il motore di tutto ciò. La programmazione ha preso ad assomigliare molto a quella di Jazz:Re:Found – aperta, contaminata, sensibile al contemporaneo ma molto legata anche al filologico. Molto poco jazz in senso tradizionale, certo, e qualche purista si è pure lamentato, ma il successo di pubblico è stato reale. Quando fai sold out in un Auditorium con Orlando Julius & The Heliocentrics vuol dire che hai vinto. E che stai facendo un discorso serio. Un discorso raro, tra l’altro; difficilissimo da trovare in giro.
Distretto 38 sotto molto punti di vista è la “filiazione movimentista” di Jazz’About, nata lavorando fianco a fianco con un altro direttore artistico illustre, il giornalista Alberto Campo (già fra i creatori di Traffic a Torino e anche lui arruolato semplicemente tramite bando nell’orbita del Santa Chiara, seguendo il ramo più folk/autoriale della programmazione). Il risultato? Live e dj set concentrati in pochi giorni invece che spalmati su un’intera stagione; una maggiore attenzione agli stimoli da dancefloor. Ma è anche un festival dove la componente culturale è fondamentale: non è un caso che tutto si apra con un incontro, a ingresso gratuito, martedì 9 maggio all’Aula Magna dell’Università di Rovereto alle ore 17:30 con Kode9: prima della musica, che partirà dalle 21 nel Cortile della Biblioteca Civica, il dj/producer britannico terrà infatti un incontro pubblico in cui parlare, raccontarsi, ragionare.
Il giorno dopo, mercoledì 10 maggio, non ci saranno magari parole ma di spessore musicale ce ne sarà parecchio: all’Auditorium Fausto Melotti di Rovereto double bill di altissimo livello, con Shackleton e Lorenzo Senni. Il giorno successivo si bissa: 11 maggio sempre double bill, le spigolosità techno visionarie di Powell e l’afro-word-futurismo esplosivo di Clap! Clap!. Nel weekend ci si sposta a Trento, e si pigia il pedale sull’acceleratore danceflooriano: venerdì 12 maggio sua santità Moodymann ed Andrés, sabato 13 maggio un accoppiata davvero notevole con 2 Many Dj’s e Jeremy Underground. Mica male, no? Il tutto al Teatro Sanbàpolis. Festa finale del festival, domenica 14 maggio sempre a Trento sulla terrazza del MuSe, appaltata al dj set di Bradley Zero, uno dei fondatori della Boiler Room (e quindi uno di coloro che ha dato forma alla sua linea artistica, una linea davvero preziosa, spesso finiamo col dimenticarcene o col sottovalutarlo, assordati dall’hype che circonda la faccenda).
Ecco. Dopo che per anni, a parte piccole valorosissime nicchie (il lavoro di Luca Fronza e degli eventi targati Summer Sessions, il collettivo che ruotava attorno al negozio di dischi Boogaloo a Rovereto) nell’area trentina “esploda” una stagione annuale e un festival di livello europeo, è qualcosa di fantastico. L’anno scorso Distretto 38 ha ospitato una line up già straordinaria, quest’anno pure. Così, dal nulla. Aggiungete che a Trento e Rovereto i posti sono belli, le città molto accoglienti, si mangia benissimo, l’organizzazione è perfetta. Insomma: piccole eccellenze a livello nazionale, a livello di esperienza turistica e culturale. Manco tanto piccole poi. Bravi. Massimo supporto. Massimo orgoglio.
Tutte le info necessarie (luoghi, orari, biglietti, prevendite), le trovate qui.