Scegliere un anno come moniker è una decisione piuttosto inusuale, eppure Giovanni Salviato non deve essersi fatto grossi scrupoli quando nel 2015 ha deciso di puntare tutto su 1979. Un omaggio a Billy Corgan e ai suoi The Smashing Pumpkins o più semplicemente la celebrazione di una delle annate più importanti della storia della musica? Chi lo saprà mai?
In attesa di vederlo all’opera al Line Festival col suo live insieme a Demonology HiFi, Inude, Eterea Post Bong Band e MelodieSinfonie, eccovi serviti i suoi quindici passi e un set preparato appositamente per noi. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Devo essere sincero e rivelarvi che all’età di dieci anni c’era l’abitudine con i miei amici di trovarsi a casa di qualcuno muniti di stereo e compact discs ad ascoltare svariate canzoni. Ricordo che uno dei dischi che più ascoltavamo (era appena uscito) era “Blue ( Da Ba Dee)” degli Eiffel 65. Non so se mi ha cambiato la vita questa traccia, ma sicuramente il fatto che la ballavamo come dei pazzi per ore e ore mi ha fatto capire che la musica dance avrebbe avuto grossa importanza poi nella mia vita…
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Penso che dal momento che non esci il weekend, non vai in vacanza, non ti cerchi una fidanzata o semplicemente non dormi la notte per suonare o produrre della musica capisci che forse quest’ultima potrebbe essere una componente fondamentale della tua vita.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Mi sono ritrovato in una situazione strana in un periodo della mia vita, in cui non ero pienamente felice e avevo per così dire smarrito la bussola. Questo si faceva sentire anche a livello musicale: poca ispirazione, pochi stimoli…poi tutto si è sbloccato e anche la musica ha ricominciato a scorrere.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Oltre al mio progetto solista 1979, ho collaborato e collaboro tutt’ora con un mio caro amico (Simone Colosimo, il duo si chiama DRYWET) e penso che il momento più importante della mia carriera io l’abbia vissuto proprio con lui. Due anni fa salimmo sul palco per aprire lo show di Nenè Cherry a Milano. Oltre al fatto che per noi era un grosso onore esibirsi live prima di un artista del genere, suonare davanti a diecimila persone fu davvero una delle esperienze più belle della mia vita…ho ancora la pelle d’oca a pensarci!
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Sono un tipo abbastanza sportivo e mi piace tenermi in forma durante la settimana, mi fa sentire bene e in più scarico le tensioni. Quest’anno mi sono deciso a provare ginnastica acrobatica. Pensavo di durare una lezione e invece ho quasi finito l’anno. È molto “musicale” come disciplina, molto meno noiosa dei classici calistenics e cross-fit a mio parere, devi avere un buon senso del ritmo per praticare gli esercizi. Frequento inoltre un Cineforum, altra grande fonte di ispirazione per la mia musica.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Da bambino ho studiato pianoforte per quattro anni di fila. Poi ho cominciato a percepire la cosa come un’imposizione dei miei genitori e perdendo così interesse ho abbandonato. Ora chiaramente mi è comodo attingere a quel bagaglio tecnico, seppur fossi davvero piccolo, ma forse qualche anno in più di studi accademici avrebbero arricchito ulteriormente il mio fare musica. Tuttora infatti mi capita di prendere lezioni di pianoforte nei periodi meno impegnati, lo trovo sempre molto utile!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
In ordine casuale, indispensabili al pari del sale grosso in cucina:
Jon Hopkins “Immunity”
Brian Eno “Ambient 1 (Music For Airports)”
Aphex Twin “Selected Ambient Works 85-92”
Nils Frahm “Spaces”
Bonobo “The North Borders”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Tra i film che mi sono piaciuti di più quest’anno potrei consigliarvi “Laurence Anyways” di Xavier Dolan e “Arrival” di Villeneuve, entrambi anche per la colonna sonora. Riguardo a libri purtroppo non sono un grande appassionato, in ogni caso potrei consigliarvi le opere di Tiziano Terzani. Le mie due preferite sono “Un altro giro di giostra” e “Un indovino mi disse”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
A dir la verità non posso ancora dire di aver raggiunto un risultato artistico che mi abbia rivoluzionato la carriera. Però sono convinto che il lavoro in studio, la continua ricerca e la passione continueranno a portare buoni frutti. Negli ultimi mesi sono stato molto contento nel vedere che Kölsch avesse apprezzato una delle mie ultime tracce, suonandola nella sua Residency a BBC Radio 1. Fa sempre piacere vedere un “big” che stima il tuo lavoro.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Ormai ho imparato a conviverci con questa situazione pseudo-virtuale e mi fa sorridere (in maniera un po’ amara) il fatto che tutti debbano in qualche modo testimoniare e condividere con l’intera umanità qualsiasi cosa essi stiano pensando e facendo. Io invece, soprattutto musicalmente parlando, prima di aprirmi al mondo devo essere pienamente convinto e soddisfatto di quello che vado a proporre, altrimenti rischi di essere sotterrato dall’infinito materiale già esistente. Poi senza ombra di dubbio disponiamo di strumenti davvero utilissimi e sorprendenti e di questo ne sono pienamente felice.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Un dj/producer/persona che stimo molto e con cui condivido ormai da un paio di anni pensieri, parole e opere è Ryan Davis, personaggio importante nella scena techno melodica d’oltralpe. Tra noi ormai c’è un rapporto di stima e rispetto e devo anche a lui la nascita delle mie ultime due release, entrambe pubblicate appunto sulla sua etichetta “Klangwelt” (oltre a me la label ha partorito tracce di Max Cooper, Vaghe Stelle, Mattheis…). A breve anche il progetto di fare una label night itinerante – si partirà da Berlino!
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ammetto che nella mia adolescenza ne ho passate tante di situazioni assurde. Una delle tante è stata quando mi sono trovato a giocare a calcetto con Jovanotti e i miei amici in un hotel a Ferrara con migliaia di fan fuori dalla porta e noi li dentro che non sapevamo neanche come avevamo fatto ad entrare! È stato abbastanza surreale!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Non penso ci siano cose che mi danno effettivamente fastidio nella scena italiana. Mi dispiace il fatto che la maggior parte dei promoters abbia lo sguardo sempre rivolto alla scena estera quando invece a volte bisognerebbe forse adottare di più una politica “protezionistica”, in modo da non svalutare le perle artistiche di cui ci possiamo vantare e far emergere anche le cosiddette nuove leve.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Fare tanta musica sicuramente, magari collaborando anche con altri musicisti e inoltre pubblicare del nuovo materiale: ho un demo in circolazione e nel podcast che ho preparato per voi potrete assaggiare qualcosina di nuovo…speriamo in bene!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.