Talvolta capita che certi dischi riescano a colpire ancor prima di essere ascoltati. A me è successo recentemente con “Autostrada Galattica”, un titolo che mi sembrava tratto dalla collana di Urania o chissà, forse ispirato da “Guida Galattica Per Gli Autostoppisti” del compianto Douglas Adams. Il resto lo ha fatto la copertina, in cui riecheggiano elementi à la Karel Thole, ed una narrazione romanzata che accompagna l’ascoltatore in quello che si può definire un viaggio iperspaziale.
Ad ideare il tutto è Filippo Colonna Romano, da Napoli, classe ’87, con un background legato alla techno ed alla house ma anche ai Kraftwerk, Joy Division e New Order. «Chi non è rimasto affascinato dai Kraftwerk già al “primo appuntamento”? Ogni volta che guardavo i loro video su MTV restavo ipnotizzato, quelle immagini fredde e minimalistiche raccontavano un futuro prossimo che si faceva strada attraverso la musica elettronica, una nuova cultura. Lo stesso vale per i New Order e i Joy Division, gruppi di cui i miei genitori erano fan».
Colonna Romano, a giudicare da quanto raccolto in questo 12″ pubblicato dall’olandese Bordello A Parigi di Otto Kraanen, deve aver ascoltato parecchia musica di generi disparati, assimilandola e facendola propria. «Nasco come clubber», chiarisce, «e sono riuscito ad affinare il gusto quando ho cominciato ad associare ciò che da piccolo ascoltavo o vedevo nei film ad un preciso metodo produttivo». Nei primi anni Duemila, quindicenne, si avvicina alla techno che gli dà la spinta per trasformarsi, qualche tempo dopo, in compositore. «Nel 2008 acquistai una Roland MC-09, una groovebox che emulava i suoni di macchine classiche come TR-909 e TB-303. Dai primi esperimenti venne fuori il “Medusa EP” su Labrynth, con cui inaugurai una serie di produzioni firmate come Philip Row, un progetto abbastanza fortunato seppur fosse basato su materiale decisamente crudo ed acerbo. Nel 2010 mi sono trasferito a Londra per frequentare un corso di sound designer ed è cambiato tutto. La capitale britannica ha giocato un ruolo davvero importante nella mia crescita artistica e stilistica. L’ambiente universitario e la National Film And Television School mi hanno fatto apprezzare determinate dinamiche di una musica per me praticamente sconosciuta, e a cambiarmi è stata pure l’esperienza radiofonica su NTS per “The Do!! You!!! Breakfast Show”. Charlie Bones mi ha trasmesso l’importanza di condividere un messaggio e non pensare all’hype o alla fama. Inoltre studiando da sound designer ho capito quanto siano determinanti la ricerca del suono e come questo debba svolgere un ruolo narrativo».
È proprio la narrazione a ricoprire una valenza importante in “Autostrada Galattica”, anzi fondamentale. È sufficiente leggere la sequenza dei titoli dei brani raccolti all’interno di esso per capirlo. Ancora una volta, pur senza poggiare la puntina sul disco, l’emozione è garantita. Tematiche sci-fi stuzzicano l’immaginazione trascinando la mente verso un percorso che racconta le peripezie di un intrepido esploratore galattico. Per Modula, alias attivato nel 2014 attraverso un paio di EP che tributano i primordi houseofili di Chicago, ora si apre una nuova parentesi. «Nei primi dischi volevo interpretare qualcosa che probabilmente non avevo ancora ben chiaro. Il nome stesso Modula nasce in virtù del mio “nerdismo” in campo tecnologico, relativamente alla modula-zione della forma d’onda e del sound design più in generale. Quando cominciai a frequentare i party White Jail a Londra, di cui divenni partner insieme a Fabio Agostini e Marco ‘Merko’, Palomba, fui colpito subito dall’atmosfera. Pensai che sarebbe stato bello partecipare e cercare di esprimere qualcosa in un ambiente che mi faceva stare a mio agio e la cui proposta musicale mi interessava più di altre».
Insieme ai citati Agostini e Palomba alias Thanksmate, nel 2015 Colonna Romano fonda la White Jail Recordings che fin da subito sembra promettere cose intriganti, ma dopo appena due pubblicazioni sparisce. «Per gestire al meglio una label c’è bisogno di sinergia e spirito di coesione, elementi che comunque a noi non mancavano, ma quando i miei due colleghi ritornarono in Italia decidemmo di comune accordo di sospendere l’attività della White Jail Recordings per dedicarci ad altro, io a nuove idee musicali, loro alla serie di party Soul Express. Il caso poi ha voluto che in quello stesso periodo incontrassi i ragazzi della Early Sounds Recordings che all’epoca, tre anni fa circa, avevano iniziato a costituire la Periodica Records. Fabio Agostini entrò, partecipando con una quota, nel Periodica Group a cui fece seguito West Hill, l’agenzia di booking e management. Insomma, lo stop della White Jail Recordings si rese necessario alla luce di questa nuova collaborazione che stava nascendo a Napoli, ma fu meno traumatico del previsto».
Nel 2017 avviene quindi quella che si potrebbe considerare una nuova metamorfosi, la seconda per Colonna Romano: Modula approda alla Bordello A Parigi con un disco che rimette tutto in discussione. Anzi, probabilmente senza indagare con una certa meticolosità risulterebbe arduo se non impossibile credere che l’autore di “Autostrada Galattica” sia lo stesso degli EP pubblicati da Labrynth, Gynoid Audio o Nachtstrom Schallplatten. «Effettivamente “Autostrada Galattica” è molto diverso dai precedenti poiché è il risultato di una serie di fattori. Nel pieno del mio periodo di ricerca ho fatto amicizia coi ragazzi di Early Sound propensi ad accompagnarmi in un nuovo percorso artistico. Ho capito come sfruttare al meglio le skills acquisite durante il “periodo techno” di Philip Row, come la programmazione di arpeggi e sequencer, ed abbinarle alle nozioni di sound design apprese all’università a Londra, con l’intento di generare un prodotto il più vicino possibile alle sonorità disco elettroniche di cui sono amante da sempre. Sembrerà strano ma ho iniziato scrivendo la storia e non la musica, ispirandomi all’immaginario kubrickiano di “2001: Odissea Nello spazio” per narrare le gesta di Kluster Zurg, un personaggio nato dalla mia fantasia. La cornice spaziale non poteva che dare vita ad un’opera di matrice elettronica con un’estetica sfacciatamente 80s. Ho impiegato molto tempo nella ricerca e creazione dei suoni giusti, optando per un setup non troppo ricco, Yamaha DX7, Roland Jupiter-6, Roland Juno-106, LinnDrum LM-1 e nient’altro. I titoli sono chiaramente associati a ciascun capitolo della storia. L’incontro col chitarrista Troy Shanks poi (che figura in “Inaspettata Partenza”, nda) è stato fondamentale per la riuscita del disco, è bravissimo e già negli anni Novanta aveva collaborato con vari gruppi elettronici tra cui gli A1 People. Dopo la prima jam session nel mio studio a Potters Bar avevo già intuito il potenziale della nostra collaborazione».
Dall’intro “Risveglio Criogenico” ai clacson astrali di “Galattica”, dai bassi boogie di “Rotta Di Collisione” alle parentesi space age di “Pianeta Ritrovato”, dai celestiali arpeggi di “Curiosa Scoperta” ai tom scroscianti ed una vena pfunk in stile Bas Bron di “Spiagge Solfuree”, per chiudere con la menzionata “Inaspettata Partenza” e gli scoppiettii futuristici di “Ritorno A Mifone”: “Autostrada Galattica” è un autentico trip sensoriale, a metà strada tra umano e robotico. Tutto lascia pensare ad un continuum avvincente, ancora fiondato in contesti retrospaziali. «A breve uscirà un EP su Firecracker realizzato interamente con una Yamaha PSS-780, un sintetizzatore FM giocattolo consigliatomi da Whodamanny che mi ha lasciato a bocca aperta sulle sue potenzialità. A seguire sarà la volta di un altro EP sulla Tartelet Records che racconta invece un mio viaggio a Cuba. In questo caso si tratta di field recording di un’intera giornata, partendo dall’alba, attraversando una tempesta sino ad arrivare alla quiete notturna. Saranno incluse tre diverse versioni: la registrazione originale, una in cui ho ricreato il sound montage con lo Jupiter-6 ed infine la rappresentazione musicale che occuperà per intero il lato B. Sono molto soddisfatto del lavoro che sto facendo insieme ai ragazzi di West Hill, ognuno dei membri di questo collettivo ha una sua precisa identità ed esprime il proprio concetto senza compromessi, con amore e rispetto nei confronti della musica. Da quando sono tornato a Napoli sto partecipando attivamente alla nightlife della città e credo che Soul Express e NEUHM stiano creando i giusti presupposti per una scena davvero interessante, non solo portando artisti e DJ che seguo con vivo interesse ma soprattutto promuovendo noi musicisti napoletani. A tal proposito sto finalizzando più materiale possibile per disporre di un “corpus” da presentare in formato live. Ho sempre fatto sia DJ set che live performance e non intendo fermarmi proprio ora».