Fin da subito dopo la sua nascita, che i più tracciano all’uscita di “Chuck Person’s Eccohouse Jams Vol.1”, nel 2010, c’è sempre stato un coro piuttosto intenso di voci che dichiaravano che la vaporwave era morta; per quanto riguarda il panorama italiano, invece, ci sentiamo di dire che è più viva che mai.
Non solo su Internet, che è il luogo di nascita e di massima proliferazione del genere, ma anche “nel mondo reale”, dove le serate organizzate da Vaporwave Nights si sono costruite uno zoccolo duro di appassionati e sono state in grado di catalizzare quella che ormai si può tranquillamente considerare una vera e propria scena: il Giant Steps di oggi vi presenta uno dei suoi fondatori, QuadratoX.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Mi sono avvicinato relativamente tardi alla musica: era il 2006, mi trovavo in macchina mentre ascoltavo la radio e a un certo punto passarono “Dani California” dei Red Hot Chili Peppers, che trovai incredibilmente bella e mi rimase in testa per tutto il viaggio da casa mia fino al supermercato dove dovevo fare compere. Camminai tra i corridoi e gli scaffali finché non arrivai al reparto musica, dove vidi che c’era “Stadium Arcadium”, l’ultimo dei RHCP, bellissimo disco doppio, ma che, per le mie tasche all’epoca, era decisamente caro (circa €20); nonostante tutto, decisi comunque di comprarlo.
Fino a quel momento non ero mai stato molto appassionato alla musica perché non riuscivo a trovare un genere che mi soddisfacesse pienamente, e rimasi folgorato quando, dopo essere tornato in macchina, mi misi ad ascoltare il CD: era semplicemente meraviglioso, e quando arrivai alla traccia otto del primo disco (quello blu per intenderci) rimasi affascinato dal giro di basso pauroso che dava inizio a “Torture Me”, il pezzo che di lì a poco mi cambiò completamente la vita.
Decisi, dopo aver ascoltato quel pezzo, di imparare a suonare il basso, e mi sono appassionato, negli anni a venire, a molti generi, inizialmente come il death metal, il black metal , il grindcore e il porngrind, mentre successivamente arrivai al mio periodo più elettronico dove andavo ai rave frenchcore, goa e psytrance; iniziai a mescolare le basi che avevo di grind e metal con generi più elettronici mentre suonavo il basso, iniziando a creare molti progetti e a far parte di molte band.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Mi avvicinai a produrre musica elettronica con il mio primo progetto solista, purtroppo attualmente in pausa, che si chiama Corkscrew No 4453556, dove mischio cybergrind a franchcore, nintendocore, musica d’avanguardia e sperimentale cantando, suonando il basso e producendo le basi. Il progetto iniziò come uno scherzo nel 2009, un’epoca abbastanza strana per fare questo tipo di musica, ma piano piano ho continuata a produrla finché non feci il mio primo live a Venezia e ciò che proposi piacque inaspettatamente molto: ero insieme a un mio amico, lui suonava la chitarra mascherato e io indossavo i miei occhiali rosa mentre urlavo in gutturale, slappavo sul basso e mettevo un remix di una traccia di Otto Von Schirach versione splittercore. In quel momento capii che produrre musica elettronica sperimentale sarebbe stato un aspetto fondamentale della mia vita.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Per ora non ho avuto grosse crisi con la musica poiché adoro quello che faccio e non rinnego i miei vecchi progetti, che ho avuto molto a cuore e che resteranno sempre parte di me.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Il momento più alto della mia carriera è stato quando sono andato a suonare a Londra a Dicembre 2015, ed è stata un’esperienza indimenticabile. Avevo fatto partire il progetto QuadratoX da pochi mesi e stava andando molto bene dopo la primissima serata vaporwave organizzata dal collettivo Vaporwave Nights (creata da me e dal mio collega Electric Dreams), e mi chiamarono con l’altro mio progetto (Corkscrew No 4453556) a suonare a Londra: quando me lo chiesero credo di essere stata la persona più felice sulla terra, visto che mi dissero che avrei dovuto suonare insieme a Mulk (mio idolo indiscusso nella scena cybergrind mondiale, che però alla fine non potè partecipare). La serata andò molto bene, ma dopo quello show decisi di mettere in pausa quel progetto per dedicarmi al 100% a QuadratoX investendoci tempo e denaro.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Non ho altre passioni grandi come quella di fare musica, e cerco di dedicare tutto il mio tempo ad essa.
Prendo ispirazione da qualsiasi cosa che mi accade nella vita: ad esempio, per il mio prossimo album in uscita (ancora in data da destinarsi) che si chiamerà “1995”, l’ispirazione è arrivata quando sono andato a mangiare in un ristorante molto lussuoso di sushi e ho visto un anziano signore asiatico che stava mangiando da solo in un angolo, gli mancava un braccio e aveva una protesi meccanica all’avanguardia; quella scena mi è rimasta impressa e mi ha dato l’ispirazione per comporre questo nuovo album.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Aver iniziato troppo tardi ad appassionarmi alla musica sperimentale e aver recuperato tutto insieme.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Igorrr “Nostril”
Litchee Chinensis “Homesic”
Shpongle “Are You Shpongled?”
Blank Banshee “Blank Banshee 0”
Pyramidal “Dawn In Space”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Come libro consiglierei “Babbling Corpse” di Grafton Tanner e come film “Marquis” di Henry Xhonneux, due capolavori perduti nel tempo da recuperare assolutamente.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Per ora è “Computer Shaman”, uno degli album per cui ho impiegato più tempo per comporlo e produrlo. Lo iniziai nel Luglio del 2015 e l’ho concluso a Marzo 2017, ed è un esperimento dove unisco la vaportrap (ibrido tra vaporwave e Trat) alla world music, alla new age e mettendoci molte influenze tra cui lo stoner, synthwave e l’easy listening e mixato da uno degli artisti più sottovalutati della Toscana, LAYER 013.
È uscito in cassetta per la Legendary Entertainment, etichetta discografica canadese, mentre il vinile è ancora in crowdfunding presso questo indirizzo.
Ho collaborato con molti artisti in questo album, tra cui: Stefano Bottarelli, Lorenzo Squilloni, Vincenzo Salvia, Zenø, Starloma, Lucid Sound Driver, Atronach’s Aura e Francesco Bentivegna, cantante dei Mr Everett, e li ringrazio tantissimo per il loro lavoro.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Internet è tutto ormai: ci viviamo dentro, ci passiamo la nostra intera esistenza, e la trovo una cosa magnifica! Ti da la possibilità di fare tutto quello che vuoi, ed essere e diventare ciò che desideri. Ormai questo posto dà la possibilità a chiunque di farsi vedere, di avere il famoso quarto d’ora di notorietà e di esprimere la propria opinione, giusta o sbagliata che sia. Anche il genere musicale che tratto principalmente, la Vaporwave, è nata e cresciuta su internet e tratta molto di questo argomento, soprattutto dell’Internet 1.0, quello primordiale, quello più nostalgico.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ovviamente il mio collettivo, Vaporwave Nights, dove ci sono i miei amici e colleghi Electric Dreams, Starloma, bl00dwave, Alpha Centauri, Android Apartment, Oculus Drift e altri come Tassony, Boom.Bo, Pecetta, Omi5, LAYER 013, Lorenzo Squilloni, Joshua Pettinicchio e il più grande di tutti, Neo Oxygen ネオ酸素,producer che ha creato un nuovo sottogenere della vaporwave, la smogcore, che è un incrocio tra hardvapour e generi più cattivi come l’harsh noise, la breakcore e l’extratone
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Avrei un bell’aneddoto su una serata che organizzai anni fa, ma è al limite dell’illegalità e la pornografia, quindi vi racconto questa che è più leggera…
Durante la mia ultima esibizione a Roma, all’Orfico N° 1, iniziai con un pezzo ambient suonato col basso e vari pedali, un incrocio tra shoegaze e synthwave atmosferica e c’era poca gente, ma piano piano stava cominciando ad arrivare; ho iniziato a mettere sempre roba ambient, ma mischiata a vaporwave e trap e la gente si stava già iniziando a scatenare, poi, verso la fine, c’è stato il delirio: ho concluso con del future funk improvvisato sul momento e tutte le trecento e più persone presenti stavano ballando scatenate per poi donarmi l’applauso più grosso che abbia mai ricevuto. È stato molto emozionante e un’esperienza indimenticabile.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Mi infastidiscono le invidie inutili che pervadono ogni scena musicale italiana (tranne quella shoegaze, lì sono tutti carini e coccolosi <3 ): ovviamente sono presenti in qualsiasi parte del mondo, ma in Italia sono maggiormente accentuate anche grazie al fatto che non c’è molto spazio per i generi più di nicchia, quindi uno deve “fare a cazzotti” per farcela poiché tutta l’attenzione viene data alla musica commerciale e pop (e ultimamente a quella Indie) che negli ultimi anni ha distrutto molte scene underground.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Purtroppo non guardo mai troppo in là con il futuro, adoro fare le cose giorno per giorno.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.