Non allarmatevi se Pieces of Juno vi suona come un nome completamente nuovo, non vi siete persi l’ultimo artista di tendenza di cui tutti parlano anzi, sarà una novità per molti di voi e sarà anche un’ottima scoperta. Abbiamo deciso di dargli spazio per approfondire le linee guida e il lavoro che svolge con il suo collettivo femminile KOSO per discutere di quanto la sua terra, la Norvegia, trovi spazio nei suoi lavori e capire cosa si nasconde dietro il genere che lei stessa ama definire “Northern Noir”. Un’artista completa che scrive, produce e coordina un collettivo a metà tra agenzia creativa, label e organizzazione di eventi. Da domani sarà disponibile il suo secondo album “Tacenda” una naturale evoluzione del precedente LP “Kalopsia” come ci ha ampiamente spiegato in questa chiacchierata, noi di Soundwall siamo felici di proporvene in anteprima un estratto, il brano “Look To You For Love”. Ascoltate, leggete e supportate questo progetto davvero interessante.
Preparando quest’intervista ho raccolto moltissime info riguardo Koso, collettivo femminile da te co-fondato che si è rivelato da subito molto interessante. Avete iniziato come associazione e webzine e avete poi aggiunto la divisione label ed eventi. Questo è quello che ne viene fuori leggendo la descrizione del progetto ma sono sicuro sia esclusivamente la parte pratica, operativa. Quali sono le idee, il pensiero, il messaggio che volete trasmettere con questa politica femminista? Ti va di parlarcene, potrebbe essere interessante anche per altre donne che hanno in mente un progetto simile al vostro.
KOSO vuole essere uno spazio per qualsiasi donna che voglia creare ed evolversi come artista, un posto che incoraggia a sperimentare, a lavorare insieme in modo collettivo. Perché ci sono così poche donne fra producer e dj? Perché ci sono così poche donne tra le posizioni che contano nel music industry? Invece di soffermarci su queste domande accusando la società abbiamo deciso di creare KOSO per spronare le donne, aiutarle e portarle in prima linea. Ho iniziato questo progetto con delle mie amiche e adesso siamo quasi quindici unità, a lavoro su diversi fronti. Siamo sicure che questa nostra scelta, il vedere così tante donne di talento impegnarsi e raggiungere i loro obbiettivi possa essere fonte d’ispirazione per le nuove e vecchie generazioni. Gli uomini si organizzano così da quasi 3000 anni, anche noi possiamo e dobbiamo farlo. Abbiamo iniziato credendo e imparando l’una dall’altra, supportandoci e ispirandoci a vicenda. Con l’impegno il talento e la fiducia in te stessa ottieni ottimi risultati, ma bisogna crederci ed è qui che KOSO vuole intervenire.
Sarò onesto, sono completamente innamorato della tua città, Oslo, del nord europa e spesso di tutte le forme d’arte che provengono da quelle latitudini. Quando ho scoperto la tua provenienza ho pensato “ecco perché mi ha conquistato immediatamente”. La tua terra, i paesaggi, lo stile di vita influenzano il tuo gusto musicale da te definito “Northern Noir”?
Penso che qualsiasi posto possa influenzarci ed è per questo che mi piace molto viaggiare! Nel mio background ho certamente la Norvegia che influenza tutto quello che produco. Di sicuro il clima, ma anche le persone che mi circondano sono altresì influenti.
Ho notato che “Tacenda” è stato registrato qua e la per il mondo: un garage di Oslo, una casa di marmo nella Costa Blanca spagnola, in una chiesa svedese trasformata in studio e in una casa di cristallo ad Hollywood, è così?
Sì.
Solitamente nel preparare le interviste cerco di spulciare il web e non solo per trovare spunti interessanti. Nel tuo profilo Spotify ho trovato una playlist da te redatta mentre stavi producendo questo album. Play, caos! Un mix di generi e autori apparentemente senza filo conduttore: Ennio Morricone, Billie Holiday, Angelo Badalamenti, The Flaming Lips, Mr. Oizo o PJ Harvey. Come e perché questi nomi influenzano Pieces of Juno?
Sono contenta tu ti sia imbattuto in questa playlist. Posso dividere le mie influenze in due categorie. La prima comprende le cose che mi capita di ascoltare mentre scrivo e produco, la seconda le mie tracce preferite di sempre. Sono cresciuta ascoltando moltissimo blues e rock ed ho apprezzato sin da subito PJ Harvey, Nick Cave e Kate Bush. Ho ascoltato anche molto black metal da adolescente e questo influenza tuttora la mia musica. Anche film, fotografia e arte contaminano le mie produzioni, solitamente sono attratta dal loro lato oscuro e surreale.
“Tacenda” arriva dopo “Kalopsia”. Due diversi album in pochissimo tempo o lo stesso progetto diviso in due parti?
Ho scritto entrambi gli album insieme, mentre ci lavoravo si sono autonomamente formate due entità diverse ed ho voluto dare loro due diversi contenitori. “Kalopsia” è il mondo luccicante e pericoloso dove le delusioni sembrano migliori di quello che in realtà sono, “Tacenda” è come un bambino con la sua innocenza, parla di cose vissute ma rimaste inespresse. Provo a dire la mia riguardo la dualità dell’uomo.
Produci da sola i tuoi lavori? Arrivi in studio con delle idee da finalizzare o crei demo che poi riascolti e selezioni?
Scrivo, compongo e produco i miei lavori autonomamente, ho registrato l’album circondata da ottimi musicisti. Ho iniziato a lavorarci su con un concetto ben preciso, dare un’identità a ogni traccia in base a cosa volessi farle esprimere, ho scritto moltissimo in questa fase. Come già accennato ho scritto entrambi gli album insieme ma, durante la realizzazione, la cosa si è evoluta ed ho individuato due temi diversi tra le cose che avevo prodotto. Ho altri due temi che voglio affrontare ma non so ancora come.
Stai pensando a un tour o dei live per questo album? Ti piace esibirti dal vivo, come organizzi la performance?
No, non ho nessun tour pianificato. La mia band è composta dal chitarrista e violinista Freddy Holm dal contrabbassista Erik Sørlie e da Andrea Barsnes alle percussioni. Anna Lejionhielm cura la parte visual e Hedda Virik tutta la produzione. Un bel team! Lo show è più vicino a una performance artistica che a una semplice band che suona dal vivo e sarei davvero felice di portare il live in Italia.
Cercando info riguardo Pieces Of Juno compare ovunque la parola “cinematic”, ok questa è la tua comfort zone sonora, almeno per il grande pubblico. Ti ritrovi in questa definizione, oltre che produrre musica facilmente riconducibile al cinema ne sei anche appassionata? Per quale film vorresti produrre una colonna sonora?
Adoro il cinema e ho spesso tratto ispirazione dai grandi registi visionari. Attualmente sto sperimentando qualcosa tra regia ed editing per arricchire il mio progetto. Non so ancora quale sarà il risultato ma la curiosità mi spinge a provarci. I miei film preferiti sono quelli di fantascienza, adoro sia l’estetica che la filosofia di molti classici del genere. Sono una fan di Andrej Tarkovsky, avrei voluto produrre la colonna sonora di “Stalker”.
Nel 2013 usciva “Ghostwriting”, il tuo primo EP. Quattro anni di permanenza nel music business, quattro anni di intenso lavoro e impegno costante hanno dato alla luce due album, qualche EP e “Silver & Gold” a oggi il tuo maggior successo. Questo il tuo passato, del presente ne abbiamo già parlato, non ci resta che capire quale sarai il futuro di PIeces of Juno.
Fortunatamente non posso predire il futuro, sicuramente voglio continuare a creare. La cosa affascinante del produrre musica è riuscire a connettere diverse forme d’arte, avere infinite possibilità di collaborazione. Spero in più musicisti visionari nella cultura pop e non esclusivamente produttori di hit singole senza anima. Mi sto impegnando per questo.
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Don’t worry if you don’t already know Pieces of Juno, maybe a lot of you don’t know her but we are here to give you a chance to discovery a new great artist. We choose to do this friendly talk with Juno cause we are super addicted about the work she do with KOSO, an all female collective she found for help and promote woman artists. We are also super curios to know how the Norwegian influences affect her work and what she mean with “Northern Noir” style. Tomorrow Pieces of Juno will release “Tacenda” her second album which comes just a few months away from “Kalopsia”. We are happy to give you a premiere; you can listen below “Look To You For Love” directly from the new album. Please you have to listen, read and support this interesting project, really.
Before that talk i collected informations about Koso, the all-female collective you found, and i said wow. So it began as collective and e-magazine, then going into club and became a record label. But i’m sure this is just the “practice side” of the Koso, what behind as ideologies, thought, feminist politics? It looks so interesting and could inspiring some other woman, can you explain us?
KOSO wanted to be a safe space for women to create and evolve as artists, a place who encouraged experimenting and working together as a collective. Why are there so few female record producers and DJs? Why are there so few women in high ranking positions in the music industry? Instead of dwelling with these questions, blaming social norms and society, we took action and started KOSO to help support female artists in their work and bring them to the forefront. It started with a group of friends, and now we’re about 15 people working across different creative fields. We believe it can serve as an inspiration for younger generations and also for older, to see so many talented and dedicated women doing their thing. Boys have been doing this for some 3000 years or so, so it’s about time girls do the same. It starts with believing in each others work, supporting and inspiring each other. Encouraging each other and learning from each other! With talent, confidence and practice comes great art! But you have to believe you can do it, and that is where KOSO wants to serve as an inspiration.
So, i need to be honest, i’m in love with Oslo, northern europe and all kind of art come from there. When I discovered you are Norwegian I said “this is the secret, that’s why she conquered me immediately”. You are with me: your hometown, the landscape, influences your “Northern Noir” music?
I think where ever you are influences you, and that’s why I like to move around a lot! But of course, my background as a Norwegian has had an impact on what I create. The climate for sure. And the people that surround me is also a big part of it.
But i noticed “Tacenda” was recorded in a studio garage in Oslo, in a marble house on the White Coast in Spain, in a former church turned into studio in a small village in Sweden and a glass castle in the Hollywood Hills in Los Angeles. It’s true?
Yes.
Usually i’m curious and while i was looking around for prepare this interview i find a playlist of music you listened while you are making this album. Caos! I mean, i found tracks form the master Ennio Morricone to Billie Holiday, Angelo Badalamenti, The Flaming Lips, Mr. Oizo or PJ Harvey. So, where is the key of your influences?
I’m glad you stumbled upon that! I’m usually both influenced by what I listen to while composing and recording and my all time faves. I grew up listening to a lot of blues and rock, and I discovered PJ Harvey, Nick Cave and Kate Bush very early. I was also a black metal enthusiast in my youth, and that may be reflected in the sound as well. I also draw a lot of inspiration from film, photography and art, but I’m generally attracted by the dark and surreal aspect in art.
“Tacenda” comes later then “Kalopsia” two separate albums, the same project but split? Can you tell us something about it?
I wrote the albums together but as I was working on them, they formed two specific ideas and I wanted to give them room to be their own separate entities. Where Kalopsia translates as a glittering, dangerous world, the delusion things being more beautiful than they really are, Tacenda is the innocence, the child, the things experienced but best left unsaid. I’m just trying to say something about the duality in man.
The album was written and composed entirely by you or or do you have any collaboration? How was your approach to production, do some demos then choice or usually you have a clear idea?
I write, compose and produce, yes, but I also had some great musicians with me on the record. I worked with a concept, an idea of what the songs were identifying and I wrote a lot during that period. I wrote them all together, Kalopsia and Tacenda, but as the material evolved, I found that there was two separate themes in the songs and that’s how the concept was formed. I have two more themes I want to explore in this series, but I don’t know how they will sound yet.
Are you planning some tour or live performance, you like to? How you organize that?
No tour planned yet. But the band is so great right now. The team is violinist and guitarist Freddy Holm, upright bass player Erik Sørlie, drums and perc Andrea Barsnes, VJ Anna Lejionhielm and production design by Hedda Virik. Solid gang! The show is more like a performance than musicians playing, really. We would love to come and play in Italy.
Everywhere if you search info about Pieces Of Juno you find this word “cinematic”, ok this is definitely your comfort zone for the audience. You recognize yourself in that word, enjoy watching films? If you could choose for which movie would like to produce the soundtrack?
I love film and I’m very inspired by visionary directors. Actually, I’m experimenting with filming and editing right now for my own project. I don’t know the result yet, but it’s definitely something I’m eager to explore. I’m deeply fascinated by science fiction, both the aesthetic and the philosophy behind a lot of the classic titles. I’m a big fan of Andrej Tarkovsky, I would gladly score his “Stalker”.
You are in the music business since the 2013 with your first EP “Ghostwriting”, four years of hard work and constant commitment that has allowed you to make several EPs, two albums and the successful “Silver & Gold”. This is your past, we have just talked about your present, so about your future what you can say us?
Fortunately, I can’t predict the future, but I know I want to keep on creating. The fascinating thing about doing music is how it connects so many art forms, how it opens for endless possibilities in cooperation and form. I yearn for more visionary musicians in the pop cultural segment and not just single centered hit production with no soul. For what it’s worth, that’s what I’m shooting for.