Grazie al supporto costante di alcuni dei big della scena house internazionale, Alessio Pagliaroli è diventato uno dei dj e produttori di riferimento per tutti gli amanti di quel suono di cui Innervisions è la maggiore esponente su scala mondiale, ma che ha trovato in Maeve, Permanent Vacations, Life And Death e Moodmusic label chiave per la sua affermazione. Proprio su quest’ultima Alessio Pagliaroli ha pubblicato due dei suoi lavori di maggior successo – “The Say” e “Distractions” – diventando uno dei dj italiani più apprezzati da Mano Le Tough e Dixon.
In attesa che la stagione di Background, il suo party di base al Ribbon Club di Terracina, entri nel vivo, l’abbiamo incontrato per farci raccontare i suoi quindici passi del gigante. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
La musica è sempre stata la mia grande passione, per questo motivo ho sempre spaziato tra vari stili musicali: dal rock al jazz e al funk, dal soul all’house, dalla garage alla techno, di conseguenza ci sono tantissimi artisti diversi ad avermi “formato”. Sicuramente il disco che mi ha segnato di più è “Shine On You Crazy Diamond” dei Pink Floyd – “Remember when you were young, you shone like the sun. Shine on you crazy diamond. Now there’s a look in your eyes, like black holes in the sky”!
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ricordo ancora quando ho suonato la mia prima demo, non c’è sensazione migliore del suonare la propria musica e vedere la gente divertirsi ballandola. Ad affascinarmi e a spingermi a produrre musica è stato sicuramente Donato Dozzy, che aveva lo studio nel mio paese e dove ero solito andarlo a trovare. In più lui suonava alla Stiva Club, noto locale della zona di Sabaudia dove io ero resident… in quelle occasioni mi dava molti consigli.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Dopo la chiusura di due club in cui lavoravo ho trascorso un periodo di sconforto. Così sono partito per San Francisco per alcuni mesi e poi per New York. Lì ho ritrovato lo stimolo e la voglia di ripartire.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Ho Lavorato come dj resident e promoter in due/tre dei più grandi locali nella mia zona come la Stiva, l’Azienda e il Ribbon, dove tutt’ora ho il mio party chiamato Background. Qui ho la possibilità di affiancare dj e produttori che ho sempre stimato molto. Nelle produzioni come Alessio Pagliaroli ho rilasciato “Distractions” (feat. Jinadu) per l’etichetta berlinese Moodmusic, un disco che ha riscosso diverso successo ed è finito nelle chart e nelle playlist di artisti come Mano Le Tough, Âme, Solomun, Mario Basanov, Mathias Meyer, Jimpster e Dixon, che hanno suonano con regolarità il remix di Frankie & Sandrino. Il brano è stato selezionato dalla Hugo Boss e inserìto nel suo magazine nella sezione “Fou(r)midable four great new tracks” e nella sua playlist. Kiki, un caposaldo di BPitch Control l’ha inclusa nel suo “Best of 2013”su Noice Radio, mentre Marcus Worgull l’ha inclusa nel suo podcast per Time Warp. Il remix di Sasse, inoltre, viene licenziato alla HBO per la serie televisiva “Looking”.
Sempre con Jinadu abbiamo pubblicato il brano “They Say”, che ha ricevuto ottimi feedback anche da sua maestà Laurent Garnier, che ha suonato il remix di Alexander Maier in chiusura al Time Warp. Con la Ribbon Recordings invece il mio mio lavoro “Call The People” con il remix di Spencer Parker viene ancora spesso suonato da dj del calibro di Marcel Dettmann, Radio Slave, Answer Code Request e Anthony Parasole – guardatevi la sua Boiler Room!
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Nel mio tempo libero cavalco. Il contatto con la natura che avvolge la cittadina in cui vivo è fondamentale. Vorrei avere più tempo per queste cose ma spero di averne in futuro.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
A volte ho avuto troppa fretta nel rilasciare le mie produzioni per poi ricevere offerte da etichette importanti. Se avessi aspettato un po’… a parte questo non ho grossi rimpianti anche perché vivere di rimpianti paralizza le aspettative future.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Miles Davis “Bitches Brew”
Radiohead ”OK Computer”
François K ”Choice – A Collection Of Classics”
Laurent Garnier & Carl Craig ”The Kings Of Techno”
Trüby Trio ”Elevator Music”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Uno dei miei libri preferiti è “Muhammad Ali. Un uomo decisivo per uomini decisivi”, mentre come film direi “C’era una volta in America” diretto da Sergio Leone con la musica del grande Ennio Morricone e “Il padrino”, una delle più famose saghe cinematografiche.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
“Distractions”, scritta con Jinadu, è la produzione che mi ha fatto conoscere nel mondo. Però amo tutti i miei dischi, altrimenti non li pubblicherei.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Il web mi ha permesso di fare molte cose, contattare persone, sentire produzioni, conoscere tanta bella musica che non avevo ancora ascoltato. Nonostante ciò ho un po’ di nostalgia di quando compravo i vinili e riuscivo ad instaurare un rapporto umano con chi vendeva e a volte ti consigliava.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ci sono molti dj con cui mi confronto e a cui mando costantemente le mie demo per farmi dare un feedback e consigli. Credo che ogni produttore abbia una sua evoluzione: ci sono dei nomi con cui avrei voluto lavorare anni fa, ma che ora fanno altre cose che non mi attirano più pur rimanendo sempre dei grandi, e altri che oggi sono più indirizzati verso il mio gusto musicale.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
La situazione più assurda che mi è capitato di vivere è stata avere Carl Craig, un artista fondamentale per la mia formazione, a pranzo a casa mia e cucinargli un piatto di gnocchi alla sorrettina.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Mi piacerebbe che ci fosse più supporto tra i dj e meno invidia e che, come ho già avuto modo di dire in passato, booking e media supportassero maggiormente gli artisti italiani che ci sono.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho diversi brani in lavorazione e collaborazioni in corso d’opera. Sto rilasciando il mio nuovo EP con Kiki sulla Exploited Rec., ho due EP pronti con Giorgia Angiuli (con remix di Roland Appel e Kuniyuki Takahashi), un nuovo singolo con Jinadu (che uscirà con il remix di Massimiliano Pagliara) e tante altre produzioni. Sto lavorando, ovviamente, anche alla programmazione della mia serata Background al Ribbon Club, per una stagione che si prospetta ricca di nuovi artisti.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.