Essere un buon dj non può prescindere dalla qualità della propria selezione di dischi, è chiaro, e nemmeno dalla tecnica e il gusto con cui vengono mischiati in un flusso sonoro unico. Ma se c’è una cosa che tutti i dj migliori hanno in comune è l’attitudine e la naturalezza a stare dinnanzi al pubblico, dietro ai giradischi e al mixer, che dimostrano di possedere. Ad Andrea, giovane fiorentino della scuderia di Tropical Animals, tutto questo non manca, tanto da diventare uno dei nomi più caldi in città.
Oggi ve lo presentiamo insieme ai suoi quindici passi: mentre leggete premete play al suo set, la vostra mattinata potrebbe riempirsi di sorrisi!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
La prima, primissima canzone a farmi capire che la musica è qualcosa di incredibile è stata “A Little Less Conversation” di Elvis. Mi ricordo ancora che per poter comprare il disco dovetti cantarla al commesso del negozio perché a sei anni non sapevo che canzone fosse.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
La musica ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella mia vita, facendo parte di una famiglia di musicisti…mio nonno negli anni ’70 era addirittura un componente del clan di Celentano! Fin da piccolo l’ho amata, prima cantando, poi suonando la chitarra, infatti la passione per i vinili è nata insieme ad essa quando mio zio decise di regalarmi un po’ dei suoi dischi per farmi capire quanto suonassero più caldi rispetto ai cd: è così che è scattata la scintilla.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
I momenti di crisi nel mio rapporto con la musica ci sono sempre perché essendo un perfezionista cerco sempre di ottenere il meglio di me stesso.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Per ora la mia non è una carriera, ma una grande passione. Sicuramente devo considerare fondamentali tutti i piccoli step che mi hanno portato dal suonare nei piccoli locali di periferia a Tropical Animals a Firenze, grazie a Ricardo Baez, e di conseguenza nelle grandi città come Genova o Milano.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Oltre alla musica la mia grande passione è l’architettura. Sono iscritto alla facoltà di Firenze che oltretutto mi ha permesso di conoscere persone dell’ambiente musicale fiorentino. Il mio tempo è diviso tra lo studio e la musica, infatti i viaggi che intraprendo solo legati sia alla scoperta delle architetture che di nuove sonorità.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Il mio più grande rimpianto è nel non aver coltivato la passione per il pianoforte.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Diciamo che questi sono i mie album e canzoni preferite, oltre che ai dischi che tengo sempre in borsa:
Dhafer Youssef “Birds Requiem”
Pino Daniele “Vai Mo”
Larry Heard “The Sun Can’t Compare”
Omar S “Thank You For Letting Me Be Myself”
“Welcome To Paradise Volume 1/2”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Un libro che mi ha particolarmente segnato è stato “Sulla Strada” di Jack Kerouac, mentre dal punto di vista cinematografico amo molto i film biografici come “Control” su Ian Curtis, ma anche quelli di Salvatores come “Mediterraneo”, “Nirvana” oppure Amnesia. Oltre alla sceneggiatura vi sono delle colonne sonore incredibili!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente di esser riuscito a trasmettere la mia musica è ad aver condiviso la consolle con artisti come Nicky Siano, Dj Rahaan, Pender Street Steppers e Soichi Terada.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Se da una parte il web è un grande trampolino di lancio che le generazioni precedenti non hanno avuto a disposizione, forse dall’altra rischia di diventare una piattaforma senza filtri dove tutti dicono tutto. Con tutto ciò che ne consegue…
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Sono quel che sono grazie agli amici che continuamente mi danno consigli. Gente come Gianluca Bonci, Gropina o Interstellar Cat, con i quali condivido ogni giorno la musica e la mia vita quotidiana. Grazie a loro il mio gusto si è evoluto per un continuo confronto tra generazioni diverse che fortunatamente gravitano intorno al mio piccolo paese. La conoscenza del Blade dei Jestofunk ne è un esempio concreto che ha reso possibile la mia crescita, oltre a far crescere la consapevolezza che a volte i sogni si realizzano per davvero.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Di aver rischiato di morire assiderato dopo un concerto degli Enter Shikari a Reggio Emilia. Trovammo la stazione di questo piccolo paese chiusa mentre nevicava…meno male che arrivarono due ragazzi livornesi che riuscirono ad accendere un fuoco in una capanna nel mezzo ai binari. Per la musica faccio questo ed altro!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Diciamo che la scena italiana si sta riprendendo da un periodo abbastanza piatto. Ci sono tante realtà sparse in tutta Italia che stanno facendo tanto, anche se al giorno d’oggi non è facile portare avanti il concetto di “clubbing” . Inoltre vi è uno scoglio difficile riguardo la collaborazione e il rispetto tra party che secondo me porterebbe ad una elevazione della scena locale. Ovunque.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Oltre ad essere resident di Tropical Animals, più sto cercando di capire quale suono vorrei esprimere attraverso macchine analogiche per possibili produzioni. Dovremmo capire cosa è giusto per ognuno di noi da questo punto di vista, perché secondo me sarebbe bello avere un’impronta tale che quando ascolti ti rendi conto subito di chi vi è dall’altra parte .
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.