UR e Moodymann che rifanno i Funkadelic bene ma non benissimo. Il (potenziale) nuovo James Blake. Il rave bello duro di Kerridge. Il Wu-Tang Clan ma anche i Kiasmos, Benjamin Damage ma anche i Fitness Forever. Benvenuti di nuovo sulla giostra!
ZHU,Nero
“Dreams”
Mind Of A Genius
Un sogno oppure una visione dell’inferno resa in CGI con migliaia di corpi nudi soggiogati a una tecno lenta, cupa e ripetitiva. Non sai cos’hai visto, non sai se l’hai capito ma tutto quello che vorresti è continuare all’infinito. 8
Fabio Macor
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Dj Unrefined
“HOWL011”
Howl Records
La cosa che ci piace da impazzire di Howl è la costanza con cui materiale di primissima qualità continua a vedere la luce sul suo catalogo. La nuova release a firma Dj Unrefined non fa eccezione e, anzi, alza se possibile l’asticella: le due bombarda sull’A-side, in fondo, non lascia spazio a dubbi! 8,5
Matteo Cavicchia
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ItaloJohnson
“ITJ11”
ItaloJohnson
La pasta è sempre la stessa, gli ingredienti pure. Ma com’è che ‘sta roba non ci stanca mai? 7+
Matteo Cavicchia
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Minimono
“On The Edge”
Inner Balance
Elegante e caldo come solo i migliori EP a firma Minimono sanno essere, “On The Edge” è uno di quei dischi buoni sempre per davvero. Le quattro tracce del disco funzionano tutte e marciano compatte verso quello che sembra essere l’obiettivo della musica di Fabio ed Ennio di questi tempi: far ballare (e tanto) senza mai sbracare. 8
Matteo Cavicchia
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Lucretio
“System Pressure”
Memento Records
Prendete “Take Me Away“, mina datata 1991 a firma True Faith – ovvero Jeff Mills – con la meravigliosa voce di Bridgett Grace, e aggiungeteci il tocco assassino di Lucretio: ecco a voi il disco dell’estate appena terminata. 9
Matteo Cavicchia
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Wu-Tang Clan
“The Saga Continues”
36 Chambers
Devo essere sincero, ero pronto a calare una scure dolorosissima. Invece? Invece no, il ritorno del Wu-Tang Clan è un disco onesto, sincero, valido e – soprattutto di questi tempi, a parere personale – il rap americano ne ha tanto bisogno. Beat classici, rime classiche, nulla di eccelso ma si arriva alla fine con ottima scorrevolezza. 7
Mirko Carera
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Benjamin Damage
“Montreal”
R&S Records
Personaggio chiave di 50Weapons, sale sul trono di R&S con una cavalcata techno raffinatissima. Un inizio col botto che merita, senza se e senza ma. 7,5
Fabio Macor
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DVSN
“The Morning After”
OVO Sound / Warner Bros
Ennesimo disco r’n’b? Sì e no. Indubbiamente questo duo “protégé” di Drake sguazza in un genere inflazionato e sputtanato; la differenza è come lo fa. Si torna indietro di vent’anni, tra R.Kelly e Usher, ma senza autotune e il risultato non dispiace per niente. Non oltre il sabato mattina però, poi stanca. 6,5
Mirko Carera
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Mouse On Mars
“Synaptics Ep”
Monkeytown
Non lo so, vi piace il flipper in modalità multiball? Ecco I MoM questo fanno: a volte deliranti, altre più melodici. Qui sono in multiplayer con Jessy Lanza, Modeselektor e Sepalcure con cui giocano impazziti. Il risultato è bello (e schizofrenico). Ripeto, vi deve piacere il flipper, altrimenti scartate subito, potreste odiare. 7
Mirko Carera
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Fitness Forever
“Tonight”
Elephant Publishing
Hai voglia a dire che “R.A.M.” non ha fatto scuola. I Fitness Forever ripartono da dove si chiudeva l’ultimo lavoro dei Daft Punk, riprendendo quel filone disco groovy che fa ballare con spensieratezza. Nulla di nuovo dal fronte campano si obbietterà, ma se siete amanti del genere è un disco notevole e, cosa che più conta, è davvero ben suonato. 7,5
Mirko Carera
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Kiasmos
“Blurred”
Erased Tapes Records
Nuovi ambienti sonori estetizzanti e luminosi, il raggio di sole tra le nuvole nere. “Blurred” diventa una nuova faccia di una medaglia, quella che amavamo già per il lato malinconico e a volte glaciale, che ci mostra ora anche la sua parte più limpida e leggera. Quattro brani, due remix firmati Bonobo e Stimming e nessuna delusione dalla strada presa. É sempre la stessa, solo più illuminata. Da sentire. 7,5
Francesca Pugliese
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Genius Of Time
“Voxshot”
Aniara Recordings
Lo si aspettava da parecchio. Più o meno da quando Peggy Gou ha aperto con la title track di quest’uscita, un ormai celebrato set per Mixmag registrato in quel di Miami. “Voxshot” – sul lato A – è una frustata per il dancefloor, costruita con un sample ossessivo su una base ritmicamente appena sfalsata (…quanto basta per ballare). Il B side è un’house spalmata, più rotonda, con quella tendenza al ridurre al minimo che oggi piace tanto. Peccato solo per la release quantitavimente timida. 7
Giuseppe Mastrangelo
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Daphni
“Joli Mai”
Jiaolong
In direzione ostinata e contrario rispetto a Caribou – dove a dominare è la sovrabbondanza di elementi – Dan Snaith in versione Daphni continua la sua personale rincorsa verso l’originale trasmissione del ritmo riducendo gli elementi al minimo indispensabile. Un pattern ritmico, una bassline, un synth a scavare la melodia e qualche campione vocale. Basta. Vecchia scuola, ma con nuove pulsioni. È musica fatta con una funzione e quella funzione è ballare, e infatti è pieno di possibili spaccapista: provate a suonare “Hey Drum” in un locale pieno e poi ne riparliamo! 8
Emiliano Colasanti
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Alessandro Cortini
“Avanti”
Point of Departure
A poche settimane dall’uscita di questo disco, Alessandro Cortini – forlivese d’America – ha messo in vendita gran parte dei synth (tutti analogici, qualche modulare) usati anche per la composizione di questo album. Doveva fare spazio, ha detto, e forse intendeva anche liberarsi delle sonorità che hanno scandito i suoi lavori da “Sonno” fino ad “Avanti” passando per “Risveglio” e “Forse”. Un vero e proprio percorso nella musica d’ambiente e che in questo ultimo lavoro prova a dare un suono all’infanzia e allo nostalgia finendo per toccare territori vicini a certi Boards Of Canada. Un disco da vedere e non solo da sentire. Emozionante. 8,5
Emiliano Colasanti
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Moses Sumney
“Aromanticism”
Jagjaguar
Con l’autunno è arrivato anche l’innamoramento collettivo per questo californiano all’album di debutto e che a colpi di minimalismo prova a far convivere una vocalità dagli spiccati tratti soul con arrangiamenti eleganti, moderni e per nulla scontati. Potrebbe diventare il prossimo James Blake e potrebbe piacere da impazzire anche agli appassionati di Radiohead affini. 8
Emiliano Colasanti
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Samuel Kerridge
“The Silence Between Us”
Downwards
Messi (momentaneamente) da parte i rombi distopici che risuonano nei suoi tre LP, Kerridge torna al breve formato sulla Downwards di Regis: tre tracce hardcore, treni velocissimi che viaggiano tra i pilastri del sound UK, tra industrial ed electro, tra acid e noise, alternando ritmi dritti e martellanti e andamenti sincopati e caotici. RAVE. 8
Viviana Galardi
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Errosmith
“Superlative Fatigue”
PAN
Errosmith (veterano berlinesi schivo ma autorevolissimo, già socio nelle avventure MMM e Smith N Hack e una delle “menti pensanti” da cui Native Instruments attinge spesso e volentieri) torna dopo tanto tempo – tredici anni! – con un album solista. Sorpresa: è essenziale sì, sa di programmazione customizzata anche, come sempre accade con lui, ma è incredibilmente allegro. In certi momenti si sfiora il reggaeton, come architettura ritmica ma anche come piglio. Sorprendente? Sì. Divertente? Abbastanza. Bello? Ci piace di più quando è più serio e cupo. 6,5
Damir Ivic
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Funkadelic
“Reworked By Detroiters”
Westbound Records
Sulla carta, la release dell’anno, se non del decennio: il materiale dei Funkadelic remixato dal gotha detroitiano (UR, Moodymann, Pittman, Shakir… ma pure quei punkettoni dei Dirtbombs). Il problema è che Clinton e soci sono talmente rispettati, anzi, deificati, che quasi nessuno ha il coraggio di spingere sull’acceleratore davvero. Non è questione di rischiare di mettere i baffi alla Gioconda, ma se su diciassette tracce ben oltre la metà sono dei timidi re-edit (per quanto belli e di gusto), beh, parlare di occasione persa è lecito. Anche se resta gran musica. 7
Damir Ivic
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Fatima
“Somebody Else”
Eglo Records
L’irresistibile e trascinante flow della principessa dell’r’n’b made in London Fatima in joint venture con la produzione modern hip-hop di JD. Reid fanno di questa canzone un succulento antipasto del suo nuovo album che vedrà la luce entro la fine di quest’anno. Imbattibile. 8
Ludovico Vassallo
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Leyland Kirby
“We, So Tired Of All The Darkness In Our Lives”
History Always Favours The Winners
“It’s free because I mean it and you’re worth it.” Un dono. E forse un antidoto al buio in cui possiamo ritrovarci. Il musicista britannico dai mille alias regala (o vende, ad offerta libera) il suo ultimo lavoro: poetico e meditativo, eppure vasto e mai ridondante. Una riflessione musicale sul presente e sulla complessità delle sue sfumature, raccontate dalle sedici tracce che fanno di questo album una scatola magica di suoni e stati d’animo. 8,5
Viviana Gelardi