Dobbiamo ammetterlo: quando a fiorire – e a riuscire a sopravvivere – sono delle realtà nate in città al di fuori dalle consuete rotte del clubbing italico siamo doppiamente felici. Per questa ragione, indipendentemente dalla rubrica in cui scegliamo di trattarle, siamo sempre attivi nello scandagliare la nostra scena alla ricerca di tutti i suoi protagonisti, che con caparbietà e tenacia cercano di far emergere la loro visione e il loro talento.
Così oggi Giant Steps fa tappa a Genova per presentarvi Pier-Luca Puzzanghera, in arte Pierka, anima e cuore di Oversize, il party che ogni venerdì fa ballare e divertire il capoluogo ligure. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
La primissima primissima non saprei, mi vengono in mente diversi generi, stili legati ai paesi dove ho trascorso l’infanzia, oppure una canzone molto singolare che mi spinse a suonare il violino all’età di undici anni. In casa la musica è sempre stata una costante tra cassette, cd e laser disk! Ma se volessi dirne una, la primissima suonata con dei cd player e un mixer, senz’altro è stata Radical Majik “Dub Rider”.
Spesso questa canzone è quella che mi fa ricordare le prime prove, i primi pomeriggi passati a innamorarmi di quest’arte ma più di tutto è quella che mi ha fatto scoprire la passione di vivere giorno per giorno la vita, o meglio le difficoltà dell’adolescenza con la musica elettronica.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ci fu un momento preciso che grazie ad un volantino ben conservato ricordo precisamente: 9 febbraio 2008. Si trattava dell’apertura di un progetto pomeridiano nello storico Vanilla’77 dove per la prima volta fui resident assieme ad altri ragazzi. Quando misi il mio primo disco con quei dannati cdj100, sentii un brivido forte ed unico lungo la schiena.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Per fortuna ne ho avuto solo uno. Un bel po’ di anni fa mi accorsi di un senso di “incompletezza” che mi attanagliava da qualche mese; ciò era dato dal fatto che non stavo coltivando questa passione come di consueto cercando dischi, collezionandoli o più semplicemente suonandoli. Da lì capii che staccarmi per un eccessivo periodo dalla musica poteva essere controproducente.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Senz’altro la prima data fuori Italia, per giunta a Berlino al Fiesere Miese; oppure le notti dell’Hi Hat, un progetto passato per il quale ogni volta impiegavo tutte le mie energie, talvolta mancando pure ai miei doveri universitari (tornavo da Milano di corsa ogni settimana), ascoltando e imparando in maniera quasi religiosa tutto ciò che i diversi service mi spiegavano a seguito di domande, esigenze o perplessità, per adempire al massimo alla missione che l’Hi Hat si poneva, cioè offrire uno show dove il locale veniva completamente ribaltato, implementato con dotazioni spesso mancanti o sommarie con audio, luci, laser o ledwall. Tutto ciò in compagnia degli amici di una vita, i quali volontariamente contribuivano a rendere questa one-night incredibile. Tornando ai giorni d’oggi la scorsa stagione è stata super, dalle date all’Oversize a quelle con gli amici di Sanremo, Verona, Roma, Firenze e nel mezzo sono riuscito finalmente anche a laurearmi!
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Quando devo staccare ho la fortuna di poter andare in un vero e proprio “eremo”, ovvero la casa di campagna, isolata in cima a una collina dove tanti anni fa’, era addirittura problematica la ricezione dei cellulari. Basta solo una notte per ricaricare il fisico e la mente! Per il resto amo il calcio (giocato) e la cucina.
Comunque sia, ritengo che la cosa per me più ispirante sia il cercare musica a mente libera, “diggando” e scoprendo quanto si è piccoli in un mondo musicale così enorme.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Fortunatamente ad oggi non ne ho, la determinazione è stata sempre d’aiuto per fare quello che desideravo.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Chick Corea “Friends”
Mùm “Early Birds”
Jamiroquai “A Funk Odissey”
Timo Maas “Loud”
Daft Punk “Discovery”
E di straforo: Max Manfredi “L’intagliatore di Santi”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Devo essere sincero, non ho molto tempo per leggere. Terminata l’università mi ero promesso di leggere tutti i titoli che ho annotato negli anni: spero di cominciare presto…spero!
Per quanto riguarda i film d’autore non sono un grande esperto, però ho adorato tutti i Jurassik Park, Star Wars e quasi tutti i film di Tarantino. Apprezzo molto il cinema italiano e in particolare gli attori come Favino, Mastandrea o Elio Germano.
Ps: Mads Mikkelsen spacca.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente Oversize è ciò di cui vado più fiero: riuscire a portare in città artisti che stimo, con i quali poter condividere la consolle e che spesso e volentieri lasciano un segno a livello personale è veramente stimolante. Da quattro anni molti artisti si esibiscono “giuperquellescale” e tutto ciò è possibile grazie al team di Oversize che crede nella causa di venerdì in venerdì e anche grazie al management del CasaMiaClub che con il suo Meno2 (floor dove si tiene Oversize) ha creduto nel progetto e ha saputo mantenere l’anima underground che contraddistingue la sala da decenni.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
A livello sociale il web è un po’ troppo presente, tra l’altro ho incentrato la tesi di laurea sul rapporto tra smartphone, minori e i relativi social e le statistiche sono abbastanza preoccupanti. Per quanto riguarda la musica e la nightlife, il web invece ha avuto un impatto incredibile, accorciando distanze e rendendo possibile a tutti la fruizione della musica a qualsiasi latitudine, creando relazioni e nuove opportunità. Tuttavia online è sempre tutto “troppo” bello, talvolta distorto, per cui occorre quasi sempre munirsi di filtri per avere un’informazione veritiera.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Lo scorso giugno sono rimasto folgorato da Move D, un artista che si è dimostrato di un’umiltà, generosità e umanità senza eguali. Arrivò in Italia qualche giorno prima della data e nulla andò nel verso giusto: aereo in ritardo di tre ore, borsa dei dischi non arrivata e viaggio dall’aeroporto di Linate a Santa Margherita Ligure che pareva un’odissea tra cantieri e deviazioni. Lui, nonostante tutto rimase sereno con la compagna e il figlio piccolo di qualche mese. Durante quei giorni ho avuto modo di conoscerlo e di fare qualche chiacchiera in più, scoprendo una persona veramente positiva il quale paradossalmente, nonostante le esigenze che il soggiorno richiedeva, si preoccupava lui di far sentire a proprio agio me. Per ciò che riguarda il suo set, ovviamente, non bastano le parole per descrivere le sensazioni che ho provato con la sua musica in una delle location più belle della Liguria e oserei dire anche tra quelle italiane, il Covo di Nord-Est. Ecco lui è una persona con la quale è sempre un piacere condividere parole e speriamo un giorno, progetti o obiettivi!
Per il resto qualsiasi producer o dj come Dio comanda è per me un esempio con il quale confrontarmi e condividere progetti e obiettivi.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Difficile riportarne una in maniera nitida, ma posso ricordarmi una cliente che dal nulla, mentre ero di spalle, si mise a “scratchare” un disco, o meglio, lo muoveva rudimentalmente avanti e indietro, mentre la pista lo stava ballando! O più recentemente la data con Jerome Sydenham, che è stato una vera e propria sorpresa: una sorta di sergente Hartman musicale che ha reso esilarante il fine settimana dal primo all’ultimo minuto!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
La scena musicale nostrana a mio avviso dovrebbe essere più compatta per far fronte alle difficoltà che stanno piegando la night-life italiana. Da anni i locali, anziché aprire, chiudono e le autorità che sono sempre più ostili, mettono seriamente in difficoltà chi con dedizione promuove questo tipo d’intrattenimento.
Sono rimasto sorpreso quest’estate da un telegiornale di Barcellona che riportava le problematiche avvenute negli ultimi festival del capoluogo catalano: impianti a fuoco, alcuni casi di abuso di stupefacenti o altri episodi singolari. Tutto ciò era affrontato dagli organizzatori, dal pubblico e dalle autorità in maniera pro-attiva con l’introduzione di App, ad esempio, che consentono ai partecipanti di segnalare in modo tempestivo problematiche anche in mezzo a migliaia di persone. Proviamo a immaginarci se ciò accadesse in Italia (dove frequentemente si trascurano le qualità di questo turismo musicale): probabilmente le vicende si risolverebbero un rapido “chiudiamo tutto” o sanzioni dove chi ne paga le conseguenze spesso è l’imprenditore senza se e senza ma.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
I prossimi progetti riguardano come sempre Oversize e lavorare molto di più in studio! Ci vediamo #giuperquellescale!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.