A distanza di diciassette anni dall’ultimo album (da qui il titolo della nuova raccolta), il berlinese Andreas Henneberg si racconta senza fronzoli, efficace e diretto come la sua musica pensata per il dancefloor, di cui ascoltiamo in anteprima “Crackajack”, un treno per il cuore della notte con le mani al cielo.
Qual è il tuo background musicale e come sei entrato nel mondo della musica elettronica?
Quando ho cominciato a fare musica elettronica il computer più veloce era un Atari a 8 bit con i floppy disk. Ero affascinato dalle possibilità, l’obiettivo era fare in modo che tutto suonasse grosso, dinamico, hi-fi con poco equipaggiamento. Oggi, vent’anni dopo, quando arrivo ad avere tutto che suona fin troppo bene cerco di renderlo più sporco perché sono stanco di queste produzioni super pulite.
Il legame che c’è tra Belino e la musica elettronica è indiscutibile, dato che ci sei nato, come ha influenzato la tua passione per la musica e il tuo percorso artistico?
A dire il vero non sono mai stato molto legato alla scena elettronica di Berlino. La città è piena d’ispirazione per via delle numerose influenze, per la ricchezza culturale e per la mentalità molto aperta. Dall’altra parte l’industria musicale è cristallizzata in una specie di bolla che gira intorno a Berlino, a mio avviso troppo egocentrica, aggressiva e tracotante.
Qual è l’idea dietro al tuo nuovo album “Seventeen” e perché questo nome?
Diciassette anni fa ho pubblicato il mio primo disco. Faccio musica dalla metà degli anni novanta ma nel duemila ho pensato fosse il momento giusto. Un album è una sorta di pietra miliare nella carriera di un musicista e lo definisce in un preciso momento. E’ questo, definisce me in questo momento.
Hai oltre ottanta release su Voltage Musique, davvero notevole, ci racconti qualcosa in più sulla tua label?
Io, Marquez III e il mio socio “The Glitz” Daniel Nitsch” gestiamo l’etichetta Voltage Musique dal 2001 e la consideriamo il nostro bambino. Abbiamo tutti influenze, contatti e idee diverse ed è quello che la rende interessante. Abbiamo imparato molto perché la label ci ha portato attraverso sedici anni di costante cambiamento nel mondo della musica dance.
Come mai hai deciso di pubblicare il tuo disco su SNOE?
Due anni fa insieme al norvegese Beth Lydi ho fondato SNOE con l’intento di pubblicare musica più legata al groove e alle percussioni di quando facciamo con Voltage Musique. Se ascolti il disco ti rendi subito conto che è perfetto per SNOE.
Nell’album ci sono quindici tracce, qual è il legame tra loro? Le hai fatte tutte per l’album?
Sono tutte fatte per il disco. Alcune erano già pronte due anni fa e le avevo tenute da parte. Ovviamente le vecchie idee hanno avuto qualche rivisitazione ma la maggior parte sono nuove. E’ pensato per il club e l’unico legame è seguire il flusso, niente storia, niente magia, solo la musica!
Abbiamo in anteprima “Crackajack”, cavalcata techno direttamente dal tuo nuovo album, come mai questo nome? Ci racconti qualcosa sul pezzo?
Crackajack è uno dei brani più dritti e tirati di tutto l’album, pieno d’energia, mi sono divertito moltissimo a farlo e ovviamente anche a suonarlo. Di sicuro è un pezzo da usare nel cuore della serata.
Analogico o digitale, cosa preferisci quando fai musica? Qual è il tuo setup?
Tutti e due nel modo più assoluto! Ho bisogno della sensazione tattile e del calore analogico. Toccare i pomelli con le due mani porta a momenti casuali impossibili da riprodurre con il mouse di un computer. Dall’altra parte gli strumenti digitali e i compressori sono migliorati tantissimo negli ultimi anni per cui uso entrambi.
Piani per il futuro?
Voglio un cane, tre bambini e una casa sul lago con un albero di mele. Oh, aspetta, ma questo non sono io! A ogni modo…
Il prossimo progetto è un tour live 2018/2019 insieme a una grande orchestra filarmonica. Negli ultimi anni abbiamo scritto le partiture per orchestra da settanta elementi di quindici dei miei brani migliori. A ottobre suoniamo il primo concerto a Mannheim. Ci saranno anche nuovi singoli e EP ma prima di tutto viene Seventeen!
Dato che hai un etichetta e sei un artista con tantissima esperienza, che consiglio daresti a un giovane produttore?
Regola numero 1: Non mollare mai!
E’ diventato molto facile ed economico fare musica oggi ed è una fortuna che tanti giovani di talento abbiano potuto realizzare le loro idee. Quindici anni fa dovevi spendere dieci volte più soldi per avere si e no la metà della strumentazione che ti serviva. Usa quello che hai, divertiti e non metterti sotto pressione. E’ l’hobby più bello del mondo e se la tua musica è davvero favolosa un giorno qualcuno se ne accorgerà.
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What was your musical background and how did you get into electronic music?
When I started making electronic music, the fastest computer was an 8 bit Atari with a floppy drive. I was just fascinated by the possibilities. The main goal was to let it sound dynamic, fat and hi-fi with a lack of equipment. Now, 20 years later, when I came to the point that everything sounds fat and super good I try to make it sound dirty and flat again because I’m sick of these super clear productions.
The connection between Berlin and electronic music is indisputable. How, being born there, has it influenced your passion for music and your artistic path?
Honestly I’ve never been that strongly connected to the electronic music scene in Berlin, with a reason. The city gives you so many influences and inspiration because of the very rich cultural environment and open minded way of living. On the other hand the music industry is kind of stuck in its own little Berlin-Bubble with too much ego’s, aggression and hubris.
What’s the idea behind your new album “Seventeen” and why did you choose this name?
17 (SEVENTEEN) years ago I released my first proper record. I’m doing music since the mid 90’s but in 2000 I felt that it was the right time. An album is always kind of a milestone in a musician’s career and defines them musically now. This is what it is. Me, now!
You have more than eighty releases on “Voltage Musique”, that’s pretty impressive, could you tell us a little bit more about your label and the idea behind?
We (Marquez Ill and my “The Glitz” partner Daniel Nitsch) are running the label “Voltage Musique” since 2001 and it belongs to us like a child. We all have different influences, connections and ideas – that’s what makes it so interesting. We learned a lot because the label escorted us through nearly 16 years of constant transitions of the electronic dance music.
Why did you decided to release it on SNOE?
Two years ago, Norwegian “Beth Lydi” and I founded the label “SNOE” with the intension to publish a bit more groovy and percussive music then we do on Voltage Musique. If you listen to the Album you will notice that the new album is perfectly fitting the label-sound of SNOE.
The album consists of fifteen tracks, what is the connection between them? Have you made them specifically for the album?
Every title is especially made for the album. Some of the tracks I already produced 2 years ago and saved them for my album. Of course the older track ideas got a new polish but the most of them are brand new.
In fact it’s a pretty rough club-album the only connection is the listening flow. No storytelling, no magic, just music!
We are premiering “Crackajack”, a solid techno banger from Seventeen, why did you choose this name? Can you tell us a bit more about?
Crackajack is one of the most forward-going and pushy tracks on the album. It’s full of energy and I had loads of fun in the production process and of course on stage while playing it. It’s definitely a peak-time track.
Analog or digital, what is your preferred choice for producing music? What is your setup?
Absolutely both! I need the haptic and warmth of analogue gear. Touching the knobs using both hands on the weirdness of oscillation and there will be random surprises you’ll never experience with your computer mouse. On the other hand the digital instruments and dynamics became really good, flexible and important over the last years. I’m hybrid!
Plans for the future?
I want a dog, 3 children and a house on a lake with apple trees.
Oh wait, that wasn’t me! Anyway…
The next big project is a live tour for 2018/2019 together with a big philharmonic orchestra. Over the last year we wrote scores and arrangements from 15 of my best tracks for a 70 person strong orchestra. In October we played the first concert in Mannheim. Of course there will be some EP’s and singles as well, but SEVENTEEN first!
Since you’re also a label owner with also a lot of experience as a producer, what will be your advice for producers?
Rule No.1: Never give up!
It became very easy and cheap to make music nowadays and it’s a big gift that so many talented newcomers got the chance to realise their ideas. Just 15 years ago you had to spend ten times more money to get at least half of the gear you needed. Use it, enjoy making music and don’t put yourself under pressure. It’s the best hobby in the world and if your music is outstanding enough it will be heard some day.