Dieci anni sono il primo anniversario importante degno di essere seriamente festeggiato.
In una relazione sentimentale, certo. Anche al termine di una lunga, dura e complessa ricerca condotta ottenendo ottimi risultati.
Ma per una label come Token, di certo non mainstream e dalla profonda coerenza stilistica, trattasi quasi di un piccolo miracolo, soprattutto ai giorni nostri, in cui sappiamo bene quanta crisi abbia colpito il settore vendite (per non parlare della produzione più di nicchia). La fruizione musicale e l’industria degli eventi, tra serate e festival, fioriscono, purtroppo senza incidere significativamente in termini di vendita di dischi. Stampare musica su vinile costa non poco e decidere di fondare una label in cui il formato vinilico goda di una posizione decisamente importante è un gesto tanto appassionato quanto rischioso.
Con il decimo anniversario di Token abbiamo allora a che fare con un piccolo romantico esperimento fatto di techno sopraffina amalgamata ad un management impeccabile e, negli anni, forte di ottimi risultati sul mercato. Quale modo migliore per festeggiare un anniversario così importante se non realizzando una succulenta raccolta in cui ogni traccia sia creata ad hoc per l’occasione? E perché non strafare e far realizzare ogni traccia ad un duo di producer dell’etichetta?
Kr!z, label manager della label belga e dj d’eccellenza, in cui gusti, selezione e tecnica formano una triade esplosiva, riunisce gli artisti di punta dell’etichetta – Inigo Kennedy, Rødhåd, Sigha, Ø [Phase], Antigone, Tadeo, Ctrls e Oscar Mulero – dando forma ad una compilation bella potente. Ciò che ci preme sottolineare è quanto il tutto sia stato realizzato in un clima decisamente famigliare e rilassato. Tanto rilassato da spingere lo stesso Kr!z – per anni tenutosi lontano da questo ruolo, tutto preso a gestire ogni aspetto della sua label e, contemporaneamente, a portare in giro per il mondo dj set memorabili – a cimentarsi in un paio di tracce nelle vesti di producer, duettando con Inigo Kennedy e Ctrls.
La presenza di Inigo Kennedy in ben tre tracce su nove è più che meritata visto il suo contributo fondamentale per la nascita e lo sviluppo della Token. È infatti proprio agli esordi dell’etichetta di Kr!z, nel 2007, che Inigo realizza per la Token “Identify Yourself”, traccia che smuovere profondamente le acque della scena techno internazionale, dando pure una bella spinta verso il tanto bramato ritorno al vinile e, ovviamente, lanciando gloriosamente la label. La consacrazione della della Token avverrà definitivamente l’anno successivo grazie all’esaltante successo dell’Ep di Inigo “Bite Back”.
Si inizia con “Bloom” di Rødhåd, l’arcinoto producer e dj techno di base a Berlino, e Sigha, quest’ultimo emerso dalla scena dubstep londinese intorno al 2009 e avvicinatosi alla Token solo di recente realizzando l’album “Metabolism”. Già dall’incipit è da subito presente e riconoscibile l’allucinatoria atmosfera oscura, in bilico tra l’abissale e l’estatico, così caratteristica nel suond della label.
Ø [Phase] – producer inglese legato alla Token sin dai suoi albori e uscito con un LP tutto suo nel 2013 – e Rødhåd con la loro “Detonation Vertex” gettano le basi per una raffinata, ma schiaffeggiante techno-fosca, tra beat incalzanti e linee di synth mentalmente destabilizzanti.
In “Icosahedron Flood” il giovane producer parigino Antigone, con alle spalle già un ottimo bagaglio di produzioni qualitativamente ineccepibili, e Ø [Phase] danno il via a stati di semicoscienza da ascolto in cuffia (nota personale) dovuti al procedere sognante di un treno ad alta velocità in corsa verso tunnel sempre più tetri e seducenti. Con “Amalgam” arriva anche l’attesissimo debutto di Kr!z come producer, in duetto con il magistrale Inigo Kennedy. Un ottimo sodalizio. La firma di Inigo è da subito riconoscibile nei pattern onirici di synth, tra spaziale, psichedelico e rave, a cui si aggiunge una ritmica poco intellettuale, molto efficiente e puntellata da effettini sonori che danno volume e altissima portata da dancefloor alla traccia (godibilissima anche da perfettamente seduti, sia ben chiaro).
“Dropout”, breve ma molto intensa, è frutto di Tadeo – uno dei pionieri della techno di nicchia in quanto a sonorità stilisticamente fortemente connotate e a nostro avviso tra gli artisti più meritevoli degli ultimi anni – e Ctrls, producer di Copenhagen lanciato nell’orbita dalla Token grazie al suo EP “Interface” uscito nel 2012. Qui si gioca pesantemente e il viaggio si interrompe con una sorta di coitus interruptus, lasciandoci però pienamente soddisfatti. Techno scudisciante di pregio per “The Hardest Part” firmata da Ctrls e Antigone e, per la prima volta in tutto l’album, in vesti quasi cacofoniche – decisamente ben costruita e di ottimo spessore – in “Comets”, pezzo in cui riappare il nostro inedito Kr!z – producer, questa volta spalleggiato da Ctrls.
Inigo Kennedy e Sigha formano la coppia più riuscita della compilation in termini di atmosfera tetramente eterea, una delle varie qualità che così bene sbrilluccicano in parte dell’universo sonoro targato Token.
E per finire, un po’ di “Catharsis”. Nella migliore delle forme. Sono il nostro Inigo Kennedy e uno come Oscar Mulero a chiudere in bellezza, con questa traccia, il fantastico trip (intra)preso per festeggiare degnamente le dieci candeline di una delle etichette techno più meritevoli degli ultimi tempi. Una traccia capolavoro, forse la più intensa della raccolta. Poesia sotto forma di techno, priva di orpelli inutili, ma ricca di emozionalità.
Perché amare Token? Perché è molto dura non scendere a compromessi, farlo per anni, contemporaneamente migliorando in qualità, senza perdere mordente e rimanendo sempre fedeli a sé stessi e terribilmente seduttivi.