Con alle spalle oltre trenta release, alcune delle quali suonate in lungo e in largo in giro per il pianeta, Extravaganza Records è una delle etichette discografiche più attive della nostra scena elettronica. Il merito va soprattutto attribuito all’entusiasmo del suo leader Taster Peter, protagonista dell’ultima release – “Backspace”, in uscita il prossimo 15 dicembre – e del Giant Steps di questa settimana. Sono suoi, infatti, i quindici passi del gigante che vi proponiamo oggi. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Sono sempre stato un grandissimo fan dei Queen fin da piccolissimo. I miei genitori avevano tutti gli album in vinile che tutt’ora conservo molto gelosamente, ricordo il fascino di quelle copertine grosse, l’odore che avevano e le emozioni fortissime che provavo quando li ascoltavo…mi veniva la pelle d’oca. Sicuramente, se ti devo dire una canzone in particolare, mi viene in mente “The Show Must Go On”, che poi associata alla morte di Freddie Mercury fu qualcosa di devastante: mi faceva provare delle emozioni veramente intense!
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita, i miei genitori mi iscrissero alla Scuola di musica Mascagni di Livorno dove ho potuto studiare solfeggio e imparare a suonare strumenti come il contrabbasso, il violino e la chitarra. Tutto questo però non lo facevo volentieri, perché era “imposto” dai genitori…ed io ero un ribelle. Tutt’oggi però non smetterò mai di ringraziarli per avermi accompagnato e introdotto alla musica in questo modo, senza di loro chi lo sa come sarebbe andata! Comunque, dopo parecchi anni passati a studiare musica, mi venne voglia di scoprire la batteria, ma questa volta come autodidatta, così venni via dalla scuola di musica e proseguii il percorso da solo. Oggi ti posso dire che grazie a questo cammino, soprattutto grazie alla batteria e all’esperienza che ho avuto successivamente con la band “Tasters”, con cui ho suonato per più dieci anni, mi sono innamorato della musica: mi ha stravolto la vita.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Vivo spesso dei momenti di crisi rapportati alla musica: sono una persona molto autocritica e determinata. Cerco la perfezione in tutto quello che faccio, ci metto tutto me stesso. Questi momenti difficili li sento molto di più ora che faccio elettronica, quindi da solo, rispetto a prima che suonavo in una band, quindi costantemente a contatto con altre persone con cui confrontarmi. È più difficile, ma amo le sfide e mi danno la forza di andare avanti per scoprire continuamente nuove cose.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Carriera? Chiamiamolo “percorso” dai, “carriera” mi sembra un’espressione un po’ troppo importante! Comunque sì, ci sono stati alcuni momenti che ricordo con tanta gioia come il primo EP della mia vita firmato su Hell Yeah Recordings – in quegli anni la label era molto forte nella scena underground, la seguivo moltissimo.
Ricordo che suonai ad un evento in cui era presente anche il manager dell’etichetta che a fine serata venne a cercarmi per dirmi che era rimasto colpito dal set e che era interessato ad ascoltare qualcosa per un’ eventuale uscita. Dopo qualche settimana gli mandai un pacchetto di tracce che, poco tempo dopo, si concretizzò in un EP. Fu un successo, le tracce venivano suonate da moltissimi big in tutto il mondo. Ricordo benissimo la chiusura We Love Space del 2009, James Zabiela mise il mio disco nella main room e la coincidenza vuole che io fossi proprio là in quel momento…in quella stessa sala! Quando la sentii entrare su quell’impianto non ci potevo credere, fu bellissimo vedere tutta la gente ballare, alzare le mani e divertisti con la mia musica…avevo il cuore in gola!
Un altro momento pazzesco è stato quando ho ricevuto la mail da Ultra Music in cui dicevano che si erano innamorati del disco “Pelikans” su Traum e che mi volevano come Music Writer ufficiale di Ultra (che sono tutt’ora). Ricordo che quando ho ricevuto quella mail stavo riposando con Sondra, mia moglie, che ai tempi era anche incinta. All’inizio non capii bene la mail, ma quando realizzai il tutto per bene, ricordo che mi sembrava una cosa impossibile. Avere il nome sul sito di Ultra accanto ad artisti come Adam Beyer, Loco Dice, Benny Benassi e Crookers è stato qualcosa di pazzesco! Poi ci sono stati anche altri momenti importanti, ad esempio quando ho firmato la mia musica per etichette Crosstown Rebels e Truesoul di Adam Beyer…sogni che diventano realtà!
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Io sono architetto, ho fondato il mio studio “MODO architettura + design” e amo tantissimo il mio lavoro, ci metto la stessa passione che metto nella musica. Trovo che ci siano moltissime cose in comune fra la creazione e la stesura dei suoni che poi andranno a comporre un disco con la progettazione e lo sviluppo di un progetto architettonico. La mia vita si divide tra famiglia, musica e architettura.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando
Fortunatamente non ho alcun rimpianto, ho tanta voglia di andare avanti e scoprire cosa mi regalerà questa passione che ho da tanti anni.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
The Chemical Brothers “Dig Your Own Hole”
Rage Against The Machine “Rage Against The Machine”
John Lennon “Imagine”
Queen “Innuendo”
Massive Attack “Mezzanine”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non sono un grande lettore, anzi a dirla tutta per niente. Mi piace moltissimo guardare film, amo il cinema anche se ultimamente ho pochissimo tempo da dedicargli, sfortunatamente. Comunque ti posso dire che sono un grande fan di Paolo Virzì, Benigni, Tarantino e Christopher Nolan.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
La mia etichetta Extravaganza, ci ho creduto e lavorato tanto ed è una fra le cose di cui vado più fiero. Vederla crescere, vedere che è così supportata e rispettata da nomi molto importanti nel panorama mondiale mi rende felice. Anche il fatto di aver firmato artisti che hanno contribuito alla mia formazione musicale e di cui sono sempre stato un big fan, come Timo Maas per esempio, per me non è solamente un risultato…è IL risultato!
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Internet è diventato una cosa immensa, una vera arma a doppio taglio. Per gli artisti di oggi il web è uno strumento veramente fondamentale in quanto ti permette di raggiungere moltissime persone contemporaneamente, cosa che fino a qualche anno fa era totalmente impensabile.
Allo stesso tempo però questo strumento così potente può essere utilizzato anche per promuovere il falso o il poco talento facendolo passare come grande fenomeno. È diventato tutto un po’ troppo costruito e basato sull’apparenza. Ti faccio l’esempio anche di questa intervista, se la facevamo a voce molto probabilmente sarebbe stata differente, forse sarei andato un po’ più “di pancia” con le risposte, e invece con il fatto che sono qui dietro a un computer a rispondere alle tue domande, posso avere tutto il tempo che voglio per pensare, tornarci sopra e modificare le risposte in modo da crearmi un’ immagine ad hoc. Deve essere sempre tutto BIG, BOMB e SUPER, anche quando siamo davanti a un palese fallimento.
Apprezzai molto il post di Tiga che fece alla fine di una serata a Roma in cui disse che non aveva suonato bene e che era deluso dalla sua performance, il locale era pieno ma lui non sentì mai di essere entrato in feeling con la pista. Applausi! Penso che talvolta trasparire sia meglio di coprire.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Dal punto di vista delle amicizie personali, ho conosciuto moltissimi dj e produttori durante il mio percorso, ma l’unica persona che mi viene da dirti con cui potrei stare all’infinito, con cui condivido tutto senza mai essere annoiato, è il mio migliore amico e collega Thomas AKA Thom Treud. Abbiamo iniziato insieme, ci siamo sempre supportati e confrontati su tutto e collaboriamo per l’etichetta Extravaganza. In tutti questi anni è diventato molto di più di un amico, è una persona speciale che fa parte della mia vita. Tutto grazie alla musica.
Poi se ti dovessi dire qualche artista con cui mi confronterei e condividerei progetti e obiettivi, allora mi viene da farti i nomi di DJ Tennis, Maceo Plex e Tiga. Questi sono artisti che stimo moltissimo, mi piace tutto quello che fanno oggi e che hanno fatto in passato. Penso che sia veramente difficile mantenere un timbro personale così forte in tutto quello che si fa, la musica e tutto quello che ci gira intorno cambia molto velocemente e spesso non è facile rimanere una figura così solida negli anni.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Capodanno 2014. Ero a Suonare a San Francisco e sul flyer c’era scritto Warehouse Party.
Quando arrivai alla location mi resi conto che stavo per suonare in uno sfasciacarrozze di San Francisco, una cosa pazzesca, era tutto illegale, ma fu incredibile! Il party era organizzato da dei promoter che fanno delle cose anche al Burning Man, il pubblico era tutto mascherato con occhialoni da sole stile Mad Max, cappelli a cilindro e pellicciotti vari, c’era un clima di festa pazzesco in mezzo a tutte quelle macchine distrutte e ammucchiate!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Trovo che in Italia in linea di massima ci sia poca ricerca e che questa ignoranza negli anni stia distruggendo la scena. Questo è dimostrato, a parer mio, dal fatto che siamo davanti a una vera e propria crisi all’interno della night life italiana. Troviamo sempre i soliti nomi sparsi ogni week end su tutta la penisola e tutto questo non fa bene. Siamo pieni di artisti con le palle quadrate, basta guardarsi un po’ intorno e credere in quello che facciamo per cercare di tirare su questa situazione.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto preparando un album di musica sperimentale e psichedelica, sulla scia stilistica del mio disco “Danza Inquieta” che uscì su Traum.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.