Se Woody Allen sceglie un tuo brano per la colonna sonora di un suo film, il trombonista del Re del funk decide di suonare sul palco con te e Iggy Pop passa una tua traccia sulla BBC, beh, allora vuol dire che qualcosa di buono, nella musica, l’hai fatto. Ma più che i traguardi raggiunti, nel caso di Andrea Benini e del suo progetto Mop Mop, contano le pagine ancora da scrivere. Il musicista, compositore, produttore e dj cresciuto a Cesena ma residente a Berlino è attivo nella scena musicale internazionale da oltre venti anni. L’esordio è del 2005, su Tam Tam Studio, una piccola etichetta italiana, mentre è del 2008 il passaggio alla tedesca InfraCom, con la quale pubblicherà i due album del lancio internazionale (“Kiss of Cali” e “Ritual of Savage”), mentre la consacrazione arriva con le quattro uscite sulla Agogo Records, label di culto per il nuovo suono globale. Ma è stato proprio Woody Allen, nel 2012, a dare la definitiva visibilità a questo talento nostrano, inserendo la sua “Three Time Bossa” nella colonna sonora di “To Rome With Love”, fortunata pellicola italiana.
Appassionato di musica afro-americana, Andrea Benini è un instancabile osservatore e sperimentatore di suoni e la sua carriera poliedrica lo ha portato a lavorare con artisti come Fred Wesley, trombonista e arrangiatore di James Brown, Anthony Joseph, uno dei migliori poeti ed MC in circolazione, il cantante nigeriano Wayne Snow e molti altri. “Lunar love” è il suo concept album più recente, mirabilmente sospeso tra funk, soul e jazz contemporanei e completato da una serie di remix in chiave broken beat e future jazz. Venerdì 22 dicembre si esibirà in un live ‘drum solo’ e poi in un dj set a BUH – Circolo culturale urbano di Firenze, per un nuovo appuntamento della rassegna ROOTY, curata da Andrea Mi che indaga quel suono dell’elettronica fortemente connesso a determinate radici musicali. Per l’occasione ci ha regalato una playlist esclusiva con cinque, imperdibili, consigli d’ascolto.
Dorothy Ashby – The Moving Finger
Quando ascoltai per la prima volta Dorothy ne rimasi subito folgorato. Un’arpa che magistralmente si muove tra jazz, spiritual, funk e soul. Un ascolto essenziale.
Laraaji – I Am Sky
La musica di Laraaji è meditazione, contemplazione. Una carezza in un mondo crudele.
Harry Partch – Daphne of the Dunes
Harry Partch era un genio oltre che essere stato uno dei compositori Americani più innovativi del Novecento, anche se la sua musica rimane ai più sconosciuta. Nel suo manuale “Genesis Of a Music” introduceva una nuova via alla musica tonale. E poi paga i musicisti affinché imparino a suonare gli strumenti originali che lui costruiva per eseguire la sua musica.
Matmos – Spondee
I Matmos fecero questo disco utilizzando anche suoni provenienti da liposuzione e interventi chirurgici. Questo brano in particolare è quello con il taglio più dance del disco. Brano che suono spesso nei miei set quando sento che è il momento giusto per farlo.
Mop Mop – Kamakumba
Beh questo nostro brano ci ha già dato tante soddisfazioni in tutto il mondo ma quando recentemente abbiamo scoperto che piace anche a un signore di nome Iggy Pop che lo ha suonato e, con la sua voce non umana, annunciato nel suo show sulla BBC abbiamo capito: era il momento di stappare una bella bottiglia.
(foto di Neal McQueen)